Animazione Missionaria

 

Missione che passione

Fiocco azzurro (o rosa) nella nostra parrocchia è nato il gruppo missionario. Con tante iniziative già presenti, c’era bisogno anche di questa novità e di questo impegno, potrebbe dire qualcuno. La risposta è SI! C’era e c’è bisogno di risvegliare in ognuno di noi questa attenzione perché noi siamo la Chiesa di Gesù e, come ci ricorda il Santo Padre nel messaggio in occasione della prossima giornata missionaria mondiale, citando anche altri suoi predecessori: “la Chiesa è missionaria per sua natura, cioè esiste per evangelizzare”. Il Papa ci ricorda anche che “non possiamo rimanere tranquilli al pensiero che, dopo duemila anni, ci sono ancora popoli che non conoscono Cristo e non hanno ancora ascoltato il suo Messaggio di salvezza.” Ovviamente accanto a questo obiettivo principale c’è poi tutto un contorno fatto di diritti negati, di fame, di mancanza del necessario per vivere… Così negli ultimi tempi le varie esperienze di alcune persone hanno trovato il naturale sbocco nella nascita di questo nuovo gruppo, la spinta missionaria è differente in ognuno di noi, ma la passione citata nel titolo è comune a tutti. Evidentemente il desiderio è quello di risvegliare una passione analoga in ognuno di voi che legge questo breve articolo in modo che chi lo desidera possa trovare un suo spazio all’interno per proporre iniziative, attenzioni e dare il proprio contributo in tutti i modi che la fantasia umana e la Provvidenza ci suggerisce. Non crediamo sia superfluo ricordare che chi ha vissuto esperienze di tipo missionario o di qualsiasi tipo di attenzione agli altri, in realtà, pensando di dare un po’ del suo tempo o delle sue competenze, si accorge poi di avere ricevuto molto di più di quello che le sue povere mani hanno saputo donare. Dunque quella di far parte del gruppo missionario della nostra parrocchia è davvero un’opportunità per tutti, adulti e giovani perché ognuno ha qualche piccolo pesciolino o panino da poter donare, sarà poi la grandezza e la bontà di Dio a trasformarle in cibo per tutti

 Vi aspettiamo

Il Gruppo Missionario 

 

  Vi aspettiamo

Il Gruppo Missionario 

Lettera di padre Alessandro dal Messico- Dicembre 2019 


Lettera di Padre Marco


Lettera di Francesca B. da Mouda

Buon Natale e che il Nuovo Anno sia pieno della Sua luce. Francesca

P.S.: Come ormai da tradizione condivido con gioia con voi le lettere che abbiamo preparato dalle missioni di Yagoua e Mouda per i sostenitori dei progetti di sostegno a distanza (magari durante questi giorni di festa trovate un po’ di tempo per leggerle).


 

Inizia con questo mese una rubrica mensile di MeM (Mondo e Missione) del Pime la cui relatrice sarà Francecsca B. di stanza a Yogoua Camerun

Carissimi, oggi inizia questa avventura che ci vedrà insieme per tutto il 2019. Sono Francesca, volontaria dell’Associazione Laici Pime e da 2 anni vivo a Yagoua nell’Estremo Nord del Camerun. Tra l’infinità di parole che esistono per parlare della missione una di queste è condivisione, non solo con le persone e nel luogo dove si è stati inviati ma anche con le persone del tuo paese d’origine. Spero, in questo anno, di riuscire a trasmettervi qualcosa di quello che quotidianamente vivo qui.

Comincio con il farvi gli auguri di buon Anno e lo faccio con l’immagine dei bambini che qui, in gruppetti, il primo dell’anno, già dall’alba, passano di casa in casa gridando "bonne année", bonne année e questo per fare gli auguri ma soprattutto per avere le bonbon (caramelle). Inutile dirvi che bisogna prepararsi con una bella scorta, e che i loro sorrisi e la loro felicità per un paio di semplici caramelle sono impagabili.

Il 7 gennaio dopo 2 settimane di vacanza riprenderà la scuola e allora ogni mattina ricomincerà la carovana di colori. I colori delle divise scolastiche indossate dagli studenti. Ogni scuola ha i suoi colori, blu e azzurro, rosa e blu, verde e azzurro, arancione, beige, bianco e bordeaux ecc. ecc… e così dopo un po’ di tempo sei persino in grado di sapere quale scuola frequentano a seconda della divisa che indossano.

Il mattino presto le strade si riempiono di bambini e ragazzi, molti vanno a piedi e devono percorrere parecchia strada per raggiungere la scuola, alcuni ci vanno in bicicletta o in moto accompagnati dai genitori o dai "clando" (moto-taxi), e nelle cittadine qualcuno addirittura in macchina. Una carovana non sufficientemente lunga perché ci sono ancora tanti bambini che non vanno a scuola.

Quello che, non nego mi fa arrabbiare, è quando questa carovana la vedi ripassare alle 8.00/8.30 del mattino in senso contrario alla scuola già di ritorno verso casa, o perché non ci sono gli insegnanti, o perché i bambini sono stati cacciati con scuse tipo non hai i capelli rasati o ben pettinati, non hai la divisa o ce l’hai strappata. Purtroppo in alcuni casi il motivo è perchè non è stata pagata la retta.

Quello che sogno è di vedere questa carovana colorata sempre più lunga, perché l’istruzione è e deve essere un diritto per tutti.

Rubrica mensile di MeM (Mondo e Missione) Pime - Febbraio 2012  di Francecsca B. 

Esattamente un anno fa mi trovavo a Fianga, una piccola cittadina del Ciad che dista circa 70 km da Yagoua, per far visita agli amici preti fidei donum della diocesi di Treviso e alla loro comunità.

Domenica mattina ho accompagnato don Matteo che partiva per Foulmay per celebrare la messa, ed è stata una giornata splendida nella sua semplicità.

 

 SIAMO TUTTI UGUALI

I bambini sono una vera forza della natura, la loro spontaneità e la loro innocenza sono meravigliose. Incontrarli nelle scuole per gli aggiornamenti dei sostegni a distanza o in qualche villaggio mentre seguo i casi dei disabili è sempre una gioia e un’avventura.

I bambini, in particolare quelli che vivono nei villaggi più interni che non hanno mai visto un bianco hanno un po’ di timore. Talvolta i più piccoli scoppiano a piangere e le mamme si mettono a ridere, ma come dargli torto, chissà che pensieri gli passano in testa nel vedere una persona così strana. I più temerari si avvicinano e ti salutano dandoti la mano, poi si allontanano e si mettono a “distanza di sicurezza”, si guardano il palmo della mano come per verificare che sia tutto a posto e che non sia cambiato niente e una volta assicuratisi che è tutto come prima ritornano a salutarti seguiti anche dai più timorosi.

 

Un giorno in una scuola alcune bambine di 3^ elementare mi hanno detto: “siamo diversi, tu sei bianca, perché?”. Io gli ho risposto “è vero, sono bianca, ma questo non ci rende così diversi”. Posto che ci sono delle differenze oggettive oltre che culturali (ma questo non solo tra persone con differenti colori di pelle), come spiegare e far capire a dei bambini che il colore della pelle non ha nessuna importanza? Io l’ho fatto così. Gli ho chiesto, indicandoli, come si chiamano gli occhi, loro mi hanno risposto e io ho detto voi avete due occhi ed io ho due occhi, vedete sono uguali, e poi ho continuato a ripetere la stessa domanda per il naso, la bocca, i denti, le orecchie, le mani ecc. Quindi gli ho detto “visto che non siamo poi così diversi? Il colore della pelle è differente, ma come lo sono il carattere, le capacità e i doni che rendono unico ognuno di noi”.

È così bella e arricchente la diversità, il Signore ci ha fatti tutti uguali e nello stesso tempo diversi uno dall’altro. Viva la diversità.

Francecsca B. - Yogoua Camerun

 

 Fête de la jeunesse

Una cosa che ho appreso stando qui è che i camerunesi sono dei veri maestri nei defilé. Non parlo delle sfilate di moda, bensì di sfilate che vengono organizzate in occasioni particolari quali la Festa della Gioventù l’11 febbraio, la Festa della Donna l’8 marzo, la Festa dei Lavoratori il 1° maggio e la Festa dell’Unità Nazionale del Camerun il 20 maggio.

Questo mese vorrei raccontarvi della Fête de la jeunesse, una festa molto sentita dai giovani, i quali, guidati dai loro insegnanti, si preparano all’evento con più di 1 mese d’anticipo.

Lo scorso 11 febbraio si è celebrata la 53ª edizione della festa della Gioventù che aveva per tema «Gioventù, grandi opportunità e partecipazione alla costruzione di un Camerun in pace, stabile ed emergente». Durante i 10 giorni precedenti le sfilate sono state organizzate attività culturali e tornei sportivi, che hanno visto coinvolti gli studenti di tutti i livelli di istruzione.

Nelle grandi e piccole città come nei villaggi migliaia di studenti, accompagnati dai loro insegnanti, si sono radunati negli stadi o nei luoghi prescelti per la sfilata, tutti rigorosamente in divisa, per le ragazze capelli ben trecciati e magari, per chi ha avuto la possibilità di permetterselo, un paio di scarpe nuove.

 

 

 

Le scolaresche perfettamente schierate dopo aver cantato l’inno nazionale e aver ascoltato la registrazione del discorso del Presidente trasmesso la sera precedente hanno iniziato la sfilata.

Con un sottofondo musicale scuola dopo scuola, a partire dai piccoli dalla materna, gli studenti con in testa il portabandiera e il porta placca hanno marciato fieri cantando gli inni composti per l’occasione davanti a moltissima gente, autorità comprese. Dopo la sfilata alcune scolaresche si sono esibite in canti e balletti a tema nei quali hanno messo in evidenza i problemi che i bambini e i giovani vivono quotidianamente all’interno della società.

La festa è continuata con il mercato spontaneo che si è creato tutto intorno e con la classifica delle scuole più rappresentative.

Un tripudio di emozioni, di colori, di festa, con una preghiera che è nata spontanea, che davvero tutti questi giovani possano essere la speranza di un futuro migliore per questo paese.

 

Francecsca B. - Yogoua Camerun