La Chiesa ambrosiana, nella transizione dalla modernità alla postmodernità, ha dovuto attraversare le profonde trasformazioni avvenute cercando di rimanere un punto di riferimento per la gente, scoprendosi sempre più evangelicamente piccolo gregge, ma anche testimone di possibili alternative di vita buona rispetto al disumanizzante paradigma tecnocratico illustrato ampiamente da papa Francesco nella enciclica “Laudato sii”.
La chiesa milanese ha cercato senza sosta una presenza soprattutto nelle periferie, a partire dall’impulso esercitato dai suoi vescovi e dalle sue numerose istituzioni caritative e sociali nonché dai numerosi e silenziosi testimoni di una fede operosa e missionaria.
Oggi questo popolo si trova di fronte alle sfide che il presente gli pone davanti. Scrive il Papa “L’umanità vive in questo momento una svolta storica che possiamo vedere nei progressi che si producono in diversi campi... Non possiamo tuttavia dimenticare che la maggior parte degli uomini e delle donne del nostro tempo vivono una quotidiana precarietà, con conseguenze funeste. Aumentano alcune patologie. Il timore e la disperazione si impadroniscono del cuore di numerose persone, persino nei cosiddetti Paesi ricchi. La gioia di vivere frequentemente si spegne, crescono la mancanza di rispetto e la violenza, l’inequità diventa sempre più evidente... (EG 52). Una situazione che affonda le sue radici prima che in quella economica, che ne è solo conseguenza, in una crisi antropologica e culturale che segna particolarmente il mondo occidentale (si vedano gli studi del celebre Sigmund Bauman recentemente scomparso, ma anche di Luigi Bruni o Mauro Magatti). Una progressiva ideologizzazione dei valori distaccati dalla loro origine cristiana sta sfociando in un nichilismo apparentemente gaio e spensierato in quella che questi studiosi chiamano l’era della cosiddetta post-verità e della società “tecno-nichilista”, che porta a una “liquefazione” delle relazioni e dei legami provocando un individualismo e una frammentazione dilaganti a tutti i livelli: personale, famigliare, comunitario e politico; e con essi una insicurezza esistenziale che genera paura, conflittualità e difesa dall’altro e dal diverso ( e la cronaca quotidiana ce lo testimonia ampiamente). Tutto questo esplode principalmente nelle città ma tocca anche comunità umane più piccole. Le ripercussioni di questa crisi antropologica – crisi dell’umano - vengono sottolineate in modo vibrante dallo stesso Papa Francesco. Si è sempre più di fronte ad un “io adulto” spesso scettico e cinico, quindi “spento”, demotivato, incapace di rischiare e assumersi responsabilità che si riflette nelle giovani generazioni sotto forma di apatia e noia ( vedi casi recentissimi di violenza senza senso...). Questo è forse il maggior sintomo dell’emergenza educativa a cui assistiamo, a sua volta sintomo di una insufficiente attenzione educativa sofferta dalle precedenti generazioni di adulti…
In secondo luogo occorre osservare gli esiti di finanziarizzazione dell’economia, o meglio una separazione della finanza dall’economia reale, che ha causato i disastri ben noti del 2008, e una riduzione economicistica del lavoro umano, che ha portato in tante situazioni a privilegiare i tagli del personale rispetto ad altre soluzioni forse più faticose ma più lungimiranti per il futuro dell’azienda e della società in cui opera. “I costi umani sono sempre anche costi economici e le disfunzioni economiche comportano sempre anche costi umani. Rinunciare a investire sulle persone per ottenere un maggior profitto immediato è un pessimo affare per la società” ( Papa Francesco, Laudato si', 2015, n. 128).
Infine i danni arrecati all’ambiente stanno producendo il riscaldamento globale e numerose altre “ferite” alla madre terra con conseguenze disastrose per intere popolazioni, divenendo la terza causa migratoria dopo la povertà e le guerre e questo tocca da vicino le nostre terre e il loro futuro.
Tutto questo causa anche la diffusione e intensificazione della povertà. Il Pontefice centra uno dei punti focali della crisi strutturale che il modello finanziario, economico, politico e culturale dominante sta provocando: “Finché non si risolveranno radicalmente i problemi dei poveri, rinunciando all’autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria e aggredendo le cause strutturali della inequità, non si risolveranno i problemi del mondo e in definitiva nessun problema” e che “l’inequità è la radice dei mali sociali” (EG 202).
Pur in un contesto di complessiva tenuta delle nostre comunità, non possiamo nasconderci che i mali che stanno affliggendo il mondo sono presenti e rischiano di minare alle fondamenta la nostra società anche nei nostri territori, dove come in tutto l’Occidente e nell’intero pianeta, le diseguaglianze sono drammaticamente aumentate.
Negli ultimi decenni i ricchi sono divenuti sempre più ricchi, i ceti medi hanno visto assottigliarsi le opportunità rispetto alla generazione precedente e i loro figli – ci spiegano gli esperti – avranno meno opportunità dei loro padri; inoltre, anche alle nostre latitudini, il numero dei poveri assoluti e relativi è aumentato drasticamente negli ultimi anni. Anche a Milano sono dunque presenti le stesse sfide che papa Francesco mette al centro dell’azione della Chiesa: “Dalla nostra fede in Cristo fattosi povero, e sempre vicino ai poveri e agli esclusi, deriva la preoccupazione per lo sviluppo integrale dei più abbandonati della società” (EG 186).
Di fronte a queste sfide il cristiano non può stare tranquillo, magari cercando riparo nella Chiesa e riducendo la fede a un anestetico: “L’umanità del cristiano è sempre in uscita. Non è narcisistica, autoreferenziale. Quando il nostro cuore è ricco ed è tanto soddisfatto di sé stesso, allora non ha più posto per Dio. Evitiamo, per favore, di «rinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione, nelle norme che ci trasformano in giudici implacabili, nelle abitudini in cui ci sentiamo tranquilli»” (EG 49).
A cura di Don Marco
“UNA GENERAZIONE NARRA ALL’ALTRA…”
Carissimi, con questa pagina speciale del nostro “Foglio delle Campane” siamo ad invitarVi al tradizionale momento di preghiera e di condivisione che chiude il nostro annuale “Festone di Maria Ausiliatrice“ che, per l’edizione 2017 ha avuto come tema: “Una generazione narra all’altra…”
Vi attendiamo perciò numerosissimi :
LUNEDI 29 MAGGIO - ore 21.00
per la Solenne concelebrazione di chiusura a ricordo di tutti i defunti della parrocchia, con la partecipazione dei sacerdoti “rogoredesi” nativi o di ministero.
Presiederà la celebrazione il
Vicario Episcopale della zona di Varese
Sua Ecc. il Vescovo Mons. Franco Agnesi
Al termine della Santa Messa sarà inaugurata una lapide marmorea in cui sarà inserita una pergamena con i nomi di tutti i benefattori che hanno contribuito alle spese per il restauro della facciata della chiesa conclusosi lo scorso 1 marzo.
Al termine della celebrazione ci saluteremo con tutti in oratorio e ci sarà un rinfresco.
“La Bibbia in pillole”Curiosità bibliche a cura di D. Di DonatoDomenica, 28 Maggio, durante la Messa, leggeremo Luca 24, 13-35. In questo brano , al versetto 21 , leggiamo “sono passati tre giorni” (nel testo: pasin toutois tritên tautên hêmeran). La promessa antica della resurrezione non si è verificata. Tutto è perduto. L'osservazione del tempo trascorso, dal momento della morte riveste grande importanza nell'economia del segno: la speranza della resurrezione «al terzo giorno», come annunciava la profezia (Os 6,1-2), è svanita per sempre. Secondo la mentalità giudaica, nel quarto giorno dalla morte, l'anima aveva abbandonato definitivamente il cadavere, mentre si riteneva che nei primi tre giorni aleggiasse attorno al corpo esanime. (vedi anche Gv 11,39, Marta, sorella di Lazzaro : «Signore, egli puzza già, perché siamo al quarto giorno».)
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CALENDARIO
28/5 Domenica VII di Pasqua
ore 11.00: S. Messa solenne del Festone
ore 13.00: Pranzo comunitario
ore 15.30: Caccia al tesoro per bambini, ragazzi e famiglie
ore 18.30: Cena per tutti “Giovani gnocchi e bellissime piadine” e grande gioco a tavoli “RuotANDOM – prove a casaccio”
29/5 Lunedì
ore 21.00: S. Messa Solenne di chiusura del mese mariano e del festone – in suffragio dei defunti della Parrocchia con i sacerdoti nativi o di ministero – Preside il vescovo Mons. Franco Agnesi vicario episcopale della Zona di Varese - Inaugurazione della lapide benemerenze facciata
30/5 Martedì
ore 21.00: Direttivo Primavera 2005
31/5 Mercoledì
ore 20.45: Rosario a chiusura del mese mariano a San Martino ( presso la cappella)
2/6 Venerdì Due giorni Ado/Giovani con i don in uscita
ore 17.30: 1° venerdì del Mese: solo Coroncina e S. Messa ( L’Adorazione e la Benedizione Eucaristica sono rinviate alla Solennità del Corpus Domini). Due giorni Ado/Giovani con i don in uscita
3/6 Sabato
ore 16.00: Incontro genitori dei Battesimi del 4 e 25 giugno
4/6 Domenica Pentecoste
ore 15.30: Battesimi (1° turno)
SUFFRAGI
30/5 Martedì
ore8.30 Saverio Giovanni Vincenzo Dina
1/6 Giovedì
ore 18.00 Saraceno Natale e Corcione Francesca
2/6 Venerdì
ore 18.00 Bosisio Enrico
OFFERTE
Offerta Torneo di Burraco €1560,00
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SOS CARITAS
Richiesta per 2 letti a castello( Contattare ufficio parrocchiale orari ufficio ). Grazie
Nota Bene
Da Lunedì 5 Giugno inizio orario estivo. Messe feriali: ore 18.00 (sospesa quella delle 8.30).
Da Domenica 11 Giugno compresa inizio orario estivo Sante Messe ( 9.00 a San Martino - 10.30 e 18.00 in parrocchiale )