PARROCCHIA SACRA FAMIGLIA IN ROGOREDO

GRUPPO FAMIGLIE PARROCCHIALE  - materiale preparatorio incontro del 17/12

  III incontro - “Amoris Laetitia”  capitolo I

 


Preghiera d’inizio

« Beato chi teme il Signore

e cammina nelle sue vie.

Della fatica delle tue mani ti nutrirai,

sarai felice e avrai ogni bene.

La tua sposa come vite feconda

nell’intimità della tua casa;

i tuoi figli come virgulti d’ulivo

intorno alla tua mensa.

Ecco com’è benedetto

l’uomo che teme il Signore.

Ti benedica il Signore da Sion.

Possa tu vedere il bene di Gerusalemme

tutti i giorni della tua vita!

Possa tu vedere i figli dei tuoi figli!

Pace su Israele! » (Sal 128,1-6).

Gloria…

 

Dalla “Amoris Laetitia” di Papa Francesco

  1. La Bibbia è popolata da famiglie, da generazioni, da storie di amore e di crisi familiari, fin dalla prima pagina, dove entra in scena la famiglia di Adamo ed Eva, con il suo carico di violenza ma anche con la forza della vita che continua (cfr Gen 4), fino all’ultima pagina dove appaiono le nozze della Sposa e dell’Agnello (cfr Ap 21,2.9).

Le due case che Gesù descrive, costruite sulla roccia o sulla sabbia (cfr Mt 7,24-27), rappresentano tante situazioni familiari, create dalla libertà di quanti vi abitano, perché, come scrive il poeta, « ogni casa è un candelabro »…Varchiamo dunque la soglia di questa casa serena, con la sua famiglia seduta intorno alla mensa festiva. Al centro troviamo la coppia del padre e della madre con tutta la loro storia d’amore. In loro si realizza quel disegno primordiale che Cristo stesso evoca con intensità: « Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina? » (Mt 19,4). E riprende il mandato del Libro della Genesi: « Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne » (Gen 2,24).

29.Con questo sguardo, fatto di fede e di amore, di grazia e di impegno, di famiglia umana e di Trinità divina, contempliamo la famiglia che la Parola di Dio affida nelle mani dell’uomo, della donna e dei figli perché formino una comunione di persone che sia immagine dell’unione tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. L’attività generativa  ed educativa è, a sua volta, un riflesso dell’opera creatrice del Padre. La famiglia è chiamata a condividere la preghiera quotidiana, la lettura della Parola di Dio e la comunione eucaristica per far crescere l’amore e convertirsi sempre più in tempio dove abita lo Spirito…Davanti ad ogni famiglia si presenta l’icona della famiglia di Nazaret, con la sua quotidianità fatta di fatiche e persino di incubi, come quando dovette patire l’incomprensibile violenza di Erode, esperienza che si ripete tragicamente ancor oggi in tante famiglie di profughi rifiutati e inermi. Come i magi, le famiglie sono invitate a contemplare il Bambino e la Madre, a prostrarsi e ad adorarlo (cfr Mt 2,11). Come Maria, sono esortate a vivere con coraggio e serenità le loro sfide familiari, tristi ed entusiasmanti, e a custodire e meditare nel cuore le meraviglie di Dio (cfr Lc 2,19.51). Nel tesoro del cuore di Maria ci sono anche tutti gli avvenimenti di ciascuna delle nostre famiglie, che ella conserva premurosamente. Perciò può aiutarci a interpretarli per riconoscere nella storia familiare il messaggio di Dio.

 

Amoris Lætitia, capitolo I

Alla luce della Parola

 

Per una comprensione sintetica che presume la lettura del testo integrale.

«La Bibbia è popolata da famiglie, da generazioni, da storie di amore e di crisi familiari, fin dalla prima pagina, dove entra in scena la famiglia di Adamo ed Eva, con il suo carico di violenza ma anche con la forza della vita che continua, fino all’ultima pagina dove appaiono le nozze della Sposa e dell’Agnello». Inizia così il primo capitolo dell’Esortazione apostolica Amoris lætitia in cui papa Francesco riflette sulla famiglia a partire dalle Sacre Scritture. Lo abbiamo messo come secondo nella nostra rilettura proprio perché vorremmo rileggere le sfide e le questioni aperte dal cap. II alla luce della Parola di Dio riprendendo e lasciando illuminare da Essa anche le domande e le questioni emerse nello scambio della scorsa volta. 

Facendosi guidare dal Salmo 128, che ancora oggi si proclama sia nella liturgia nuziale ebraica che in quella cristiana, il Papa varca la soglia della famiglia seduta intorno alla mensa festiva. Prendendo spunto dalle situazioni descritte nel salmo, richiama il progetto originario di Dio che ha creato l’uomo a sua immagine e l’ha creato maschio e femmina, e, sorprendentemente, l’“immagine di Dio” ha come parallelo esplicativo proprio la coppia “maschio e femmina”. La coppia, che ama e genera la vita, manifesta il Dio creatore e salvatore e la relazione feconda della coppia diventa un’immagine per scoprire e descrivere il mistero di Dio Trinità che è comunione d’amore. E la famiglia è il suo riflesso vivente.

Papa Francesco, citando il secondo capitolo della Genesi, riflette poi sulla solitudine di Adamo nel giardino dell’Eden, solitudine che è risolta solo nell’incontro con un volto, con un “tu”, con una donna, in un rapporto di dialogo e reciprocità. I due insieme e solo insieme ( maschio e femmina insieme formano “l’UOMO”) costituiscono la famiglia il cui frutto e futuro dell’amore si incarna nei figli: il Papa, riprendendo il salmo, mette in evidenza l’importanza dei figli all’interno della famiglia collocandoli nella “ giusta “ relazione con i genitori come anche il titoli dei capitoli suggeriscono : In primis TU E LA SPOSA e in secundis I FIGLI COME VIRGULTI DI ULIVO…

La riflessione continua richiamando la dimensione di “Chiesa domestica” che emerge dal Nuovo Testamento, dove si parla della «Chiesa che si riunisce nella casa» in cui si prega insieme e in cui Dio si presenta con la sua benedizione. Indimenticabile è la scena dipinta nell’Apocalisse: «Sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (Ap 3,20).

La Bibbia considera la famiglia anche come sede della catechesi dei figli, il luogo dove i genitori diventano i primi maestri della fede per i loro figli in un lavoro “artigianale”, da persona a persona. Su questo abbiamo avuto occasione di riflettere insieme molte volte , non ultima la quattro giorni in Valcanale. La questione oggi è più decisiva che mai decisiva e ci interpella direttamente  mostrandoci come sia necessaria una solida e permanente formazione degli adulti- genitori.

«L’idillio presentato dal Salmo 128 non nega una realtà amara che segna tutte le Sacre Scritture». Infatti nella famiglia è presente anche il dolore, il male e la violenza. È a causa del peccato che la relazione d’amore tra l’uomo e la donna si trasforma in un dominio e vediamo la stessa Bibbia attraversata da sofferenza e sangue: il fratricidio di Caino, i litigi tra i figli e le spose dei patriarchi, le tragedie della famiglia di Davide, ecc. Anche nel Vangelo è presente la sofferenza della malattia e della morte. Questo ci mostra come la Parola di Dio non è «una sequenza di tesi astratte, bensì una compagna di viaggio anche per le famiglie che sono in crisi o attraversano qualche dolore, e indica loro la meta del cammino».

Continuando la sua meditazione sul Salmo 128, papa Francesco riflette sul lavoro: «Della fatica delle tue mani ti nutrirai, sarai felice e avrai ogni bene», recita il salmista. Infatti già nella creazione Dio pone l’uomo nel giardino dell’Eden perché lo coltivi e lo custodisca. Il lavoro rende possibile lo sviluppo della società, il sostentamento della famiglia e anche la sua stabilità e la sua fecondità. Purtroppo non manca la disoccupazione e la precarietà lavorativa, come vediamo anche nel racconto in cui Gesù descrive gli operai che attendono, oziando nella piazza del paese, che qualcuno li chiami a lavorare. Anche noi se ci guardiamo attorno, nel nostro territorio, nel nostro paese, vediamo in quale situazione di precarietà vivono i nostri figli, infatti tanti di loro sono disoccupati o sono costretti a cercare lavoro lontano dalla loro famiglia d’origine, oppure si accontentano di un lavoro precario e sottopagato. O ancora vediamo come il nostro territorio soffra per la presenza di tante famiglie che sono rimaste senza lavoro. Non solo, quando l’uomo si comporta da tiranno nei confronti della natura, allora provoca tanta devastazione intorno a sé.

Il primo capitolo dell’Amoris lætitia si conclude poi sottolineando che Cristo ha introdotto la legge dell’amore e il dono di sé agli altri come segno distintivo dei suoi discepoli. In questo modo la famiglia umana diventa una «comunione di persone immagine dell’unione tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. L’attività generativa ed educativa è, a sua volta, un riflesso dell’opera creatrice del Padre. La famiglia è chiamata a condividere la preghiera quotidiana, la lettura della Parola di Dio e la comunione eucaristica per far crescere l’amore e convertirsi sempre più in tempio dove abita lo Spirito».

Questa sintesi non sostituisce la lettura del testo che presenta anche nello stile dell’esposizione, un vero e proprio “ accompagnamento” da parte del Papa in questo affascinante seppur sintetico viaggio attraverso le scritture, viaggio che dovremmo intraprendere costantemente anche nelle nostre famiglie imparando ad avere una sempre maggiore familiarità con la Scrittura dal leggere insieme e condividere anche in un dialogo adeguato con i figli. Da questo punto di vista potrebbe risultare preziosa a valorizzazione dell’esperienza dei gruppi del vangelo presente da anni nella nostra comunità, uno dei quali potrebbe essere costituito proprio “all’interno” del cammino dei gruppi familiari…