PARROCCHIA SACRA FAMIGLIA IN ROGOREDO

GRUPPO FAMIGLIE PARROCCHIALE  - materiale preparatorio incontro del 19/11

  II incontro - “Amoris Laetitia”  capitolo II

 

Preghiera d’inizio

Signore, Tu sei l’Amore.

Noi Ti ringraziamo per la felicità

e l’amore della nostra vita comune:

 vogliamo viverli come un tuo dono.

Insegnaci a progredire l’uno

per mezzo dell’altro sotto il tuo sguardo,

a fare la tua volontà tutti i giorni della nostra vita,

 a sottoporti i nostri progetti,

a offrirti le nostre gioie e le nostre pene,

ad abbandonarci alla tua provvidenza.

Aiutaci a superare tutte le difficoltà 

e le incomprensioni:

così l'unione e l'amore tra noi cresceranno

ogni giorno di più e in essi troveremo Te.

Il nostro amore, la nostra gioia,

la nostra disponibilità apportino ai nostri fratelli e sorelle

incoraggiamento e stimolo

e siano per la missione compiuta insieme

un contributo efficace, alla tua gloria di Padre.

Amen.

 

Dalla “Amoris Laetitia” di Papa Francesco

  1. Il bene della famiglia è decisivo per il futuro del mondo e della Chiesa. Sono innumerevoli le analisi che si sono fatte sul matrimonio e la famiglia, sulle loro difficoltà e sfide attuali. È sano prestare attenzione alla realtà concreta, perché « le richieste e gli appelli dello Spirito risuonano anche negli stessi avvenimenti della storia », attraverso i quali « la Chiesa può essere guidata ad una intelligenza più profonda dell’inesauribile mistero del matrimonio e della famiglia ». Non pretendo di presentare qui tutto ciò che si potrebbe dire circa i diversi temi relativi alla famiglia nel contesto attuale. Ma poiché i Padri sinodali hanno apportato uno sguardo sulla realtà delle famiglie di tutto il mondo, ritengo opportuno raccogliere alcuni dei loro contributi pastorali, aggiungendo altre preoccupazioni che provengono dal mio proprio sguardo…

 

57.Rendo grazie a Dio perché molte famiglie, che sono ben lontane dal considerarsi perfette, vivono nell’amore, realizzano la propria vocazione e vanno avanti anche se cadono tante volte lungo il cammino. A partire dalle riflessioni sinodali non rimane uno stereotipo della famiglia ideale, bensì un interpellante mosaico formato da tante realtà diverse, piene di gioie, drammi e sogni. Le realtà che ci preoccupano sono sfide. Non cadiamo nella trappola di esaurirci in lamenti autodifensivi, invece di suscitare una creatività missionaria. In tutte le situazioni « la Chiesa avverte la necessità di dire una parola di verità e di speranza. […] I grandi valori del matrimonio e della famiglia cristiana corrispondono alla ricerca che attraversa l’esistenza umana ». Se constatiamo molte difficoltà, esse sono – come hanno affermato i Vescovi della Colombia – un invito a « liberare in noi le energie della speranza traducendole in sogni profetici, azioni trasformatrici e immaginazione della carità ».

 

Amoris Lætitia, capitolo II 

La realtà e le sfide delle famiglie

Per una comprensione sintetica che presume la lettura del testo integrale.

Il primo capitolo che affrontiamo insieme in realtà è il secondo capitolo della Amoris Laetitia.

Questo perché Papa Francesco - a partire dal lavoro di studio e ricerca condotto dai due sinodi sulla famiglia e dalle famose indagini fatte tra i fedeli –  analizza in questo secondo capitolo la realtà attuale e le principali difficoltà e sfide per le famiglie che si riscontrano nel nostro tempo. Non è certo un quadro completo, come sottolinea Papa Francesco, ma uno sguardo sulle realtà delle famiglie sulle quali il Papa ha espresso le proprie preoccupazioni e ci invita a riflettere partendo dalla nostra esperienza di famiglie e di comunità di famiglie. Da tempo la Chiesa è consapevole che non si può agire considerando sempre validi forme e modelli del passato senza una rilettura di essi che sappia custodire il “valore permanente“ da ciò che invece non è tale e non va scambiato per tale. Creto il prevalere di  un individualismo esasperato, un ritmo vita/lavoro che allontana le scelte permanenti rischia di far diventare  l’istituto familiare “luogo di passaggio” a cui ci si rivolge quando e finché conviene, minando le caratteristiche di esclusività e stabilità del matrimonio. Papa Francesco ci esorta a non temere di proporre il matrimonio solo per evitare di confrontarci con questo sentire diffuso: siamo in grado di farlo e dobbiamo offrire questi “valori” senza timore. Non per imporre norme con la forza, ma per presentare la gioia e la bellezza di questo dono ricevuto da Dio, cercando parole, motivazioni e testimonianze che invitino le  giovani generazioni  ad accogliere la sfida del matrimonio. Ci esorta anche a una sincera autocritica, a riconoscere che spesso il modo di presentare il messaggio cristiano ha aiutato a provocare ciò di cui oggi ci lamentiamo.

N 37 Per molto tempo abbiamo creduto che solamente insistendo su questioni dottrinali, bioetiche e morali, senza motivare l’apertura alla grazia, avessimo già sostenuto a sufficienza le famiglie, consolidato il vincolo degli sposi e riempito di significato la loro vita insieme. Abbiamo difficoltà a presentare il matrimonio più come un cammino dinamico di crescita e realizzazione che come un peso da sopportare per tutta la vita. Stentiamo anche a dare spazio alla coscienza dei fedeli, che tante volte rispondono quanto meglio possibile al Vangelo in mezzo ai loro limiti e possono portare avanti il loro personale discernimento davanti a situazioni in cui si rompono tutti gli schemi. Siamo chiamati a formare le coscienze, non a pretendere di sostituirle.

Anche per sentito dire da certi “racconti popolari” fatti da nonni e genitori, in passato il matrimonio era visto quasi esclusivamente in funzione del dovere della procreazione; si trascurava l’aspetto unitivo, cioè l’importanza che ha un legame stabile e orientato a promuovere la vita dei due sposi in tutti i suoi aspetti, nella formazione e realizzazione della coppia. Quante volte il matrimonio è stato presentato solo in maniera “canonistica e astratta”, non rendendolo desiderabile e attraente; per quanto tempo le giovani coppie, con i loro problemi, i loro orari, i loro linguaggi, sono state trascurate, dando per scontato la loro prosecuzione nel cammino della fede. Quante energie pastorali sprecate nell’attaccare o difendersi dal mondo “decadente”, mentre non siamo stati in grado di proporre e indicare strade positive e modelli riusciti. Non dobbiamo però perdere il contatto con la realtà ignorando la generale cultura del provvisorio che porta a fuggire da relazioni stabili, a consumare relazioni affettive solo per ricevere un utile o per rimedio alla solitudine. Gli affetti diventano come gli oggetti nella società dei consumi : usa e getta, e poi addio. La prospettiva di un impegno permanente suscita timore, a volte per problemi economici o lavorativi, o perché non si vedono possibilità nel futuro o perché influenzati dal fallimento di altre coppie o da ideologie che svalutano il matrimonio e la famiglia.

Le famiglie sono oggi “provocate” su tanti fronti e molti sono elencati in questo capitolo. Situazioni e sfide che affaticano spesso le famiglie, rendendole quasi «più preoccupate di prevenire problemi futuri che di condividere il presente». Ma, si domanda papa Francesco, «chi si occupa oggi di sostenere i coniugi, di aiutarli a superare i rischi che li minacciano, di accompagnarli nel loro ruolo educativo, di stimolare la stabilità dell’unione coniugale? Solo l’unione esclusiva e indissolubile tra un uomo e una donna svolge una funzione sociale piena: nessuna unione precaria o chiusa alla trasmissione della vita assicura il futuro della società».

Eppure in molti paesi assiste  allo smantellamento giuridico dell’istituto  familiare, con leggi che permettono varie alternative al matrimonio, che così perde le sue caratteristiche di forma esclusiva ( ma non escludente !!!), di indissolubilità e di apertura alla vita che paiono invece disvalori antiquati.

Particolare riferimento si trova qui alla questione complessa e confusa del Gender, sulla quale mi pare che Francesco abbai espresso a più riprese alcune idee decisive:

Scrive il Papa: “Un’altra sfida emerge da varie forme di un’ideologia, genericamente chiamata gender, che «nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna. Essa prospetta una società senza

differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia. Questa ideologia induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un’identità personale e un’intimità affettiva

radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina. L’identità umana viene consegnata ad un’opzione individualistica, anche mutevole nel tempo » È inquietante che alcune ideologie di questo tipo, che pretendono di rispondere a certe aspirazioni a volte comprensibili, cerchino di imporsi come un pensiero unico che determini anche l’educazione dei bambini. Non si deve ignorare che « sesso biologico (sex) e ruolo sociale-culturale del sesso (gender), si possono distinguere, ma non separare ». D’altra parte, « la rivoluzione biotecnologica nel campo della procreazione umana ha introdotto la possibilità di manipolare l’atto generativo, rendendolo indipendente dalla relazione sessuale tra uomo e donna. In questo modo, la vita umana e la genitorialità sono divenute realtà componibili e scomponibili, soggette prevalentemente ai desideri di singoli o di coppie ». Una cosa è comprendere la fragilità umana o la complessità della vita, altra cosa è accettare ideologie che pretendono di dividere in due gli aspetti inseparabili della realtà. Non cadiamo nel peccato di pretendere di sostituirci al Creatore. Siamo creature, non siamo onnipotenti. Il creato ci precede e dev’essere ricevuto come dono. Al tempo stesso, siamo chiamati a custodire la nostra umanità, e ciò significa anzitutto accettarla e rispettarla come è stata creata”.

Il capitolo, che pure presenta numerosi aspetti di difficoltà sul tema della famiglia, si chiude però con un segno di speranza su cui dobbiamo fermarci : «grazie a Dio per la presenza di molte famiglie che, ben lontane dal considerarsi perfette, vivono nell’amore, realizzano la propria vocazione e vanno avanti anche se cadono tante volte lungo il cammino». Questa è la forte esortazione di Papa Francesco alle famiglie: essere famiglie reali «piene di gioie, drammi e sogni. Le realtà che ci preoccupano sono sfide, che invitano a liberare in noi le energie della speranza traducendole in …azioni trasformatrici».