Foglio delle Campane di Rogoredo
Comunicazione di Formazione Religiosa
 
foglio domenicale
 

 QUARESIMA 2017 e visita del PAPA A MILANO 5

PAROLE DI PAPA FRANCESCO

ALLA CHIESA di Milano

 Saluto del Papa alle Case Bianche di Via Salomone

Vi ringrazio per la vostra accoglienza, tanto calorosa! Grazie, grazie tante! Siete voi che mi accogliete all’ingresso in Milano, e questo è un grande dono per me: entrare nella città incontrando dei volti, delle famiglie, una comunità. 

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E vi ringrazio per i due doni particolari che mi avete offerto. Il primo è questa stola [il S. Padre l’ha indossata], un segno tipicamente sacerdotale, che mi tocca in modo speciale perché mi ricorda che io vengo qui in mezzo a voi come sacerdote, entro in Milano come sacerdote. Questa stola non l’avete comprata già fatta, ma è stata creata qui, è stata tessuta da alcuni di voi, in maniera artigianale. Questo la rende molto più preziosa; e ricorda che il sacerdote cristiano è scelto dal popolo e al servizio del popolo; il mio sacerdozio, come quello del vostro parroco e degli altri preti che lavorano qui, è dono di Cristo, ma è “tessuto” da voi, dalla vostra gente, con la sua fede, le sue fatiche, le sue preghiere, le sue lacrime… Questo vedo nel segno della stola. Il sacerdozio è dono di Cristo, ma “tessuto” da voi, e questo vedo in questo segno.

E poi mi avete regalato questa immagine della vostra Madonnina: com’era prima e com’è adesso dopo il restauro [mostra il quadro alla gente]. Grazie! Io so che a Milano mi accoglie la Madonnina, in cima al Duomo; ma grazie al vostro dono la Madonna mi accoglie già da qui, all’ingresso. E questo è importante, perché mi ricorda la premura di Maria, che corre a incontrare Elisabetta. E’ la premura, la sollecitudine della Chiesa, che non rimane nel centro ad aspettare, ma va incontro a tutti, nelle periferie, va incontro anche ai non cristiani, anche ai non credenti…; e porta a tutti Gesù, che è l’amore di Dio fatto carne, che dà senso alla nostra vita e la salva dal male. E la Madonna va incontro non per fare proselitismo, no! Ma per accompagnarci nel cammino della vita; e anche il fatto che sia stata la Madonnina ad aspettarmi alla porta di Milano mi ha fatto ricordare quando da bambini, da ragazzi tornavamo da scuola e c’era la mamma sulla porta ad aspettarci. La Madonna è madre! E sempre arriva prima, va avanti per accoglierci, per aspettarci. Grazie di questo! Ed è anche significativo il fatto del restauro: questa vostra Madonnina è stata restaurata, come la Chiesa ha sempre bisogno di essere “restaurata”, perché è fatta da noi, che siamo peccatori, tutti, siamo peccatori. Lasciamoci restaurare da Dio, dalla sua misericordia. Lasciamoci ripulire nel cuore, specialmente in questo tempo di Quaresima. La Madonna è senza peccato, lei non ha bisogno di restauri, ma la sua statua sì, e così come Madre ci insegna a lasciarci ripulire dalla misericordia di Dio, per testimoniare la santità di Gesù. E parlando fraternamente una buona Confessione ci farà tanto bene, a tutti! Ma anche chiedo ai confessori che siano misericordiosi! Grazie di cuore per questi doni! E soprattutto grazie per essere stati qui, per la vostra accoglienza e la vostra preghiera, che mi accompagna nell’ingresso a Milano. Il Signore vi benedica e la Madonna vi protegga. E per favore non dimenticatevi di pregare per me.

 

Dalle parole Francesco ai consacrati/e

...Mi piace, a me piace la parola “minorità”... tutti noi dobbiamo essere “minori”: è un atteggiamento spirituale, la minorità, che è come il sigillo del cristiano. Normalmente è una parola che si accompagna a un sentimento: “Sembriamo tanti, ma tante sono anziane, siamo poche…”. E il sentimento che è sotto qual è? La rassegnazione. Cattivo sentimento. Senza accorgerci, ogni volta che pensiamo o constatiamo che siamo pochi, o in molti casi anziani, che sperimentiamo il peso, la fragilità più che lo splendore, il nostro spirito comincia ad essere corroso dalla rassegnazione. E la rassegnazione conduce poi all’accidia… Credo che qui nasce la prima azione alla quale dobbiamo fare attenzione: pochi sì, in minoranza sì, anziani sì, rassegnati no! Sono fili molto sottili che si riconoscono solo davanti al Signore esaminando la nostra interiorità.

Quando ci prende la rassegnazione, viviamo con l’immaginario di un passato glorioso che, lungi dal risvegliare il carisma iniziale, ci avvolge sempre più in una spirale di pesantezza esistenziale. Tutto si fa più pesante e difficile da sollevare. E qui, questa è una cosa che non avevo scritto ma la dirò, perché è un po’ brutto dirla, ma scusatemi, succede, e la dirò. Incominciano a essere pesanti le strutture, vuote, non sappiamo come fare e pensiamo di vendere le strutture per avere i soldi, i soldi per la vecchiaia… Incominciano a essere pesanti i soldi che abbiamo in banca… E la povertà, dove va? Ma il Signore è buono, e quando una congregazione religiosa non va per la strada del voto di povertà, di solito le manda un economo o un’economa cattiva che fa crollare tutto! E questo è una grazia! [ Dicevo che tutto si fa più pesante e difficile da sollevare. E la tentazione sempre è cercare le sicurezze umane. Ho parlato dei soldi, che sono una delle sicurezze più umane che abbiamo vicino. Perciò, fa bene a tutti noi rivisitare le origini, fare un pellegrinaggio alle origini, una memoria che ci salva da qualunque immaginazione gloriosa ma irreale del passato. «Lo sguardo di fede è capace di riconoscere – dice la Evangelii gaudium – la luce che sempre lo Spirito Santo diffonde in mezzo all’oscurità, senza dimenticare che “dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia” (Rm 5,20). La nostra fede è sfidata a intravedere il vino in cui l’acqua può essere trasformata, e a scoprire il grano che cresce in mezzo della zizzania» (n. 84).

I nostri padri e madri fondatori non pensarono mai ad essere una moltitudine, o una gran maggioranza. I nostri fondatori si sentirono mossi dallo Spirito Santo in un momento concreto della storia ad essere presenza gioiosa del Vangelo per i fratelli; a rinnovare ed edificare la Chiesa come lievito nella massa, come sale e luce del mondo. Sto pensando, ho chiara la frase di un fondatore, ma tanti hanno detto lo stesso: “Abbiate paura della moltitudine”. Che non vengano tanti, per la paura di non formarli bene, la paura di non dare il carisma. No. Loro pensavano semplicemente a portare avanti il Vangelo, il carisma.

Credo che uno dei motivi che ci frenano o ci tolgono la gioia sta in questo aspetto. Le nostre congregazioni non sono nate per essere la massa, ma un po’ di sale e un po’ di lievito, che avrebbe dato il proprio contributo perché la massa crescesse; perché il Popolo di Dio avesse quel “condimento” che gli mancava.  Noi dobbiamo avviare processi, non occupare spazi. Io ho paura delle statistiche, perché ci ingannano, tante volte. Ci dicono la verità da una parte, ma dopo subentra l’illusione e ci portano all’inganno. Occupare spazi più che avviare processi: eravamo tentati da questo perché pensavamo che siccome eravamo molti, il conflitto potesse prevalere sull’unità; che le idee (o la nostra impossibilità di cambiare) fossero più importanti della realtà; o che la parte (la nostra piccola parte o visione del mondo) fosse superiore al tutto ecclesiale (cfr ibid., 222-237). E’ una tentazione.

Oggi la realtà ci interpella, oggi la realtà ci invita ad essere nuovamente un po’ di lievito, un po’ di sale. Ieri sera, nell’Osservatore Romano, che esce alla sera ma con la data di oggi, c’è il congedo delle ultime due Piccole Sorelle di Gesù dall’Afghanistan, tra i musulmani, perché non c’erano più [suore] e ormai dovevano, anziane, tornare. Parlavano l’afghano. Benvolute da tutti: musulmani, cattolici, cristiani… Perché? Perché testimoni. Perché? Perché consacrate a Dio Padre di tutti. E io ho pensato, ho detto al Signore, mentre leggevo questo – cercate questo, oggi, sull’Osservatore Romano, che ci farà pensare a quello su cui Lei ha fatto la domanda –: “Ma Gesù, perché lasci quella gente così?”. E mi è venuto in mente il popolo coreano, che ha avuto all’inizio tre-quattro missionari cinesi – all’inizio – e poi per due secoli il messaggio è stato portato avanti solo dai laici. Le strade del Signore sono come Lui vuole che siano. Ma ci farà bene fare un atto di fiducia: è Lui che conduce la storia! E’ vero. Noi facciamo di tutto per crescere, per essere forti… Ma non la rassegnazione. Avviare processi. Oggi la realtà ci interpella – ripeto – la realtà ci invita ad essere nuovamente un po’ di lievito, un po’ di sale. Potete pensare un pasto con molto sale? Nessuno lo mangerebbe. Oggi, la realtà – per molti fattori che non possiamo ora fermarci ad analizzare – ci chiama ad avviare processi più che occupare spazi, a lottare per l’unità più che attaccarci a conflitti passati, ad ascoltare la realtà, ad aprirci alla “massa”, al santo Popolo fedele di Dio, al tutto ecclesiale. Aprirci al tutto ecclesiale. Una minoranza benedetta, che è invitata nuovamente a lievitare, lievitare in sintonia con quanto lo Spirito Santo ha ispirato nel cuore dei vostri fondatori e nel cuore di voi stesse. Questo è quello che ci vuole oggi.

 

Dalle Parole del Papa ai cresimandi/e

Una catechista: Buona sera, sono Valeria, mamma e catechista di una parrocchia di Milano, a Rogoredo. Lei ci ha insegnato che per educare un giovane occorre un villaggio: anche il nostro Arcivescovo ci ha spronato in questi anni a collaborare, perché ci sia una collaborazione tra le figure educanti. Allora noi volevamo chiederLe un consiglio, perché possiamo aprirci a un dialogo e a un confronto con tutti gli educatori che hanno a che fare con i nostri giovani …

Papa Francesco: Io consiglierei un’educazione basata sul pensare-sentire-fare, cioè un’educazione con l’intelletto, con il cuore e con le mani, i tre linguaggi. Educare all’armonia dei tre linguaggi, al punto che i giovani, i ragazzi, le ragazze possano pensare quello che sentono e fanno, sentire quello che pensano e fanno e fare quello che pensano e sentono. Non separare le tre cose, ma tutt’e tre insieme. Non educare soltanto l’intelletto: questo è dare nozioni intellettuali, che sono importanti, ma senza il cuore e senza le mani non serve, non serve. Dev’essere armonica, l’educazione. Ma si può dire anche: educare con i contenuti, le idee, con gli atteggiamenti della vita e con i valori. Si può dire anche così. Ma mai educare soltanto, per esempio, con le nozioni, le idee. No. Anche il cuore deve crescere nell’educazione; e anche il “fare”, l’atteggiamento, il modo di comportarsi nella vita… Tra i nostri studenti ce ne sono alcuni che sono portati per lo sport e non tanto per le scienze e altri riescono meglio nell’arte piuttosto che nella matematica e altri nella filosofia più che nello sport. Un buon maestro, educatore o allenatore sa stimolare le buone qualità dei suoi allievi e non trascurare le altre... Finisco con questa cosa. C’è un fenomeno brutto in questi tempi, che mi preoccupa, nell’educazione: il bullying. Per favore, state attenti. [grande applauso] E adesso domando a voi, cresimandi. In silenzio, ascoltatemi. In silenzio. Nella vostra scuola, nel vostro quartiere, c’è qualcuno o qualcuna del quale o della quale voi vi fate beffa, che voi prendete in giro perché ha quel difetto, perché è grosso, perché è magro, per questo, per quest’altro? Pensateci. E a voi piace fargli provare vergogna e anche picchiarli per questo? Pensateci. Questo si chiama bullying. Per favore… [accenno di applauso] No, no! Ancora non ho finito. Per favore, per il sacramento della Santa Cresima, fate la promessa al Signore di non fare mai questo e mai permettere che si faccia nel vostro collegio, nella vostra scuola, nel vostro quartiere. Capito?

                                   Parole di Francesco

 

“La Bibbia in pillole”

Curiosità bibliche a cura di D. Di Donato

Domenica, 2 Aprile, durante la Messa, leggeremo Giovanni  11, 1-53.

In questo brano , al versetto 11, leggiamo “Lazzaro, il nostro amico, si e addormentato Questo versetto ci offre un esempio della nota ironia giovannea: Gesù dirà che Lazzaro si è addormentato (kekoimetai, v.11), il che è vero (perché si sveglierà) e non è vero ( perché in realtà ora è morto, non addormentato) ; i discepoli diranno che allora si salverà (sothesetai, v.12), mostrando di non comprendere le parole di Gesù , pensano che si salverà perché si è solo addormentato, e non è ancora morto . Ma al contempo dicendo la verità, perché proprio a partire dalla sua morte capiremo quale sia la salvezza donataci da Gesù: la vita eterna, non una semplice guarigione.

 


CALENDARIO

2/4 Domenica V di Quaresima

5/4  Mercoledì

ore 9.00 -10.30: Guardaroba Caritas

6/4  Giovedì

ore 21.00: Scuola della Parola decanale giovani

ore 21.00: Equipe gruppo famiglie (per aprile)

7/4  Venerdì    

ore 14.30 Pulizia della chiesa 1°T.

ore 15.00: Incontro 3a età ( in uscita al Cerreto – Lodi)

ore 8.30 e 18.00: Via Crucis per tutti (PreAdo)

ore 18.30: Confessioni PreAdo (2a-3amd)

ore 21.00: Concerto - apertura della Settimana Santa

8/4 Sabato       

ore 10.00: Corso zonale coordinatori educatori PreAdo (2° livello)

ore 10.00: Catechesi 1° anno (2ael) /Tappa 8

ore 16.00: Incontro gruppo famiglie

ore 16.00: Incontro genitori Battesimi del 15 - 17 e 30 aprile

ore 20.45: Veglia in Traditione Symboli in Duomo per giovani

9/4 Domenica delle PALME

ore 10.00: Benedizione degli ulivi, processione e S. Messa

ore 15.30: GIOCHI DELL’UOVO in Oratorio

ore 21.00: Incontro formativo operatori e volontari della salute

 

SUFFRAGI

3/4 Lunedì

ore 8.30 Lazaric Ferruccio

 

4/4 Martedì

ore 8.30 Fam Maggioni e Colombo

 

5/4 Mercoledì

ore 18.00 Luigi e Marisa Manzoli; Giovanni e Alberto Milanesi; Rosa e Angelo Mancini

 

6/4 Giovedì

ore 18.00 Casati Armida; Tomaselle Ermete e Gallizioli Elide; Rabuffetti Arnaldo.

 

ARCHIVIO

 

Hanno fatto ritorno  alla casa del Padre celeste: Tuosto Francesco di anni 91 e  Rozzanin Eria di ani 81

 

SOS Caritas

 

Necessitano :Letto singolo con materasso pieghevole .Alcune Padelle per friggere. Grazie