Foglio delle Campane di Rogoredo
Comunicazione di Formazione Religiosa
 
foglio domenicale
 

 

GIORNATA PER LA VITA 2017

Tra le curiose  e  inquietanti bizzarrie del tempo che ci è stato dato di vivere e condividere, c’è sicuramente l’ ambiguità della cultura contemporanea circa il valore della vita umana : mai così affermato come diritto del singolo, mai così violato nei fatti  da ogni genere di violenza e omicidio.

 

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 Di questa ambiguità si fece portavoce già qualche decennio fa Madre Teresa di Calcutta che metteva in evidenza lo scarto esistente tra la lotta per la sopravvivenza dei popoli che allora si definivano “in via di sviluppo”  e la scarsa considerazione se non lo “sperpero” del dono della vita” fatto nelle società occidentali più che sviluppate… Nell’annuale messaggio per la giornata della vita - che si celebra oggi domenica 5 febbraio - anche i vescovi Italiani si rifanno al prezioso insegnamento di Madre Teresa. Ecco il testo di seguito. 

   DONNE E UOMINI PER LA VITA NEL SOLCO DI  SANTA TERESA DI CALCUTTA 

Il coraggio di sognare con Dio 

Alla scuola di Papa Francesco s’impara a sognare. Spesso nelle udienze fa riferimento ai sogni dei bambini e dei giovani, dei malati e degli anziani, delle famiglie e delle comunità cristiane, delle donne e degli uomini di fronte alle scelte importanti della vita. Sognare con Dio e con Lui osare e agire! Quando il Papa commenta la Parola di Dio al mattino o quando tiene discorsi nei vari viaggi apostolici, non manca di incoraggiare a sognare in grande. È nota la sua devozione a san Giuseppe, che considera uomo del “sogno” (Cfr. Mt 1,20.24). Quando si rivolge alle famiglie, ricorda loro che il sogno di Dio “continua a realizzarsi nei sogni di molte coppie che hanno il coraggio di fare della loro vita una famiglia; il coraggio di sognare con Lui, il coraggio di costruire con Lui, il coraggio di giocarci con Lui questa storia, di costruire un mondo dove nessuno si senta solo, nessuno si senta superfluo o senza un posto”[1]. 

I bambini e i nonni, il futuro e la memoria 

Per Papa Francesco il sogno di Dio si realizza nella storia con la cura dei bambini e dei nonni. I bambini “sono il futuro, sono la forza, quelli che portano avanti. Sono quelli in cui riponiamo la speranza”; i nonni “sono la memoria della famiglia. Sono quelli che ci hanno trasmesso la fede. Avere cura dei nonni e avere cura dei bambini è la prova di amore più promettente della famiglia, perché promette il futuro. Un popolo che non sa prendersi cura dei bambini e dei nonni è un popolo senza futuro, perché non ha la forza e non ha la memoria per andare avanti”. Una tale cura esige lo sforzo di resistere alle sirene di un’economia irresponsabile, che genera guerra e morte. Educare alla vita significa entrare in una rivoluzione civile che guarisce dalla cultura dello scarto, dalla logica della denatalità, dal crollo demografico, favorendo la difesa di ogni persona umana dallo sbocciare della vita fino al suo termine naturale. È ciò che ripete ancora oggi Santa Teresa di Calcutta con il famoso discorso pronunciato in occasione del premio Nobel 1979: “Facciamo che ogni singolo bambino sia desiderato”; è ciò che continua a cantare con l’inno alla vita: “La vita è bellezza, ammirala. La vita è un’opportunità, coglila. La vita è beatitudine, assaporala. La vita è un sogno, fanne una realtà. … La vita è la vita, difendila”. 

Con Madre Teresa

La Santa degli ultimi di Calcutta ci insegna ad accogliere il grido di Gesù in croce: “Nel suo ‘Ho sete’ (Gv 19,28) possiamo sentire la voce dei sofferenti, il grido nascosto dei piccoli innocenti cui è preclusa la luce di questo mondo, l’accorata supplica dei poveri e dei più bisognosi di pace”[3]. Gesù è l’Agnello immolato e vittorioso: da Lui sgorga un “fiume di vita” (Ap 22,1.2), cui attingono le storie di donne e uomini per la vita nel matrimonio, nel sacerdozio o nella vita consacrata religiosa e secolare. Com’è bello sognare con le nuove generazioni una Chiesa e un Paese capaci di apprezzare e sostenere storie di amore esemplari e umanissime, aperte a ogni vita, accolta come dono sacro di Dio anche quando al suo tramonto va incontro ad atroci sofferenze; solchi fecondi e accoglienti verso tutti, residenti e immigrati. Un tale stile di vita ha un sapore mariano, vissuto come “partecipazione alla feconda opera di Dio, e ciascuno è per l’altro una permanente provocazione dello Spirito. I due sono tra loro riflessi dell’amore divino che conforta con la parola, lo sguardo, l’aiuto, la carezza, l’abbraccio”[4]. 

Roma, 22 ottobre 2016, 

Memoria di San Giovanni Paolo II

Il consiglio permanente CEI

 

Sabato 11 febbraio : Giornata Mondiale dei malati

 

L’11 febbraio prossimo sarà celebrata, in tutta la Chiesa e in modo particolare a Lourdes, la XXV Giornata Mondiale del Malato, sul tema: Stupore per quanto Dio compie: «Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente…» (Lc 1,49). Istituita dal mio predecessore san Giovanni Paolo II nel 1992, e celebrata per la prima volta proprio a Lourdes l’11 febbraio 1993, tale Giornata costituisce un’occasione di attenzione speciale alla condizione degli ammalati e, più in generale, dei sofferenti; e al tempo stesso invita chi si prodiga in loro favore, a partire dai familiari, dagli operatori sanitari e dai volontari, a rendere grazie per la vocazione ricevuta dal Signore di accompagnare i fratelli ammalati. Inoltre questa ricorrenza rinnova nella Chiesa il vigore spirituale per svolgere sempre al meglio quella parte fondamentale della sua missione che comprende il servizio agli ultimi, agli infermi, ai sofferenti, agli esclusi e agli emarginati (cfr Giovanni Paolo II, Motu proprio Dolentium hominum, 11 febbraio 1985, 1). Certamente i momenti di preghiera, le Liturgie eucaristiche e l’Unzione degli infermi, la condivisione con i malati e gli approfondimenti bioetici e teologico-pastorali che si terranno a Lourdes in quei giorni offriranno un nuovo importante contributo a tale servizio.

Ponendomi fin d’ora spiritualmente presso la Grotta di Massabielle, dinanzi all’effige della Vergine Immacolata, nella quale l’Onnipotente ha fatto grandi cose per la redenzione dell’umanità, desidero esprimere la mia vicinanza a tutti voi, fratelli e sorelle che vivete l’esperienza della sofferenza, e alle vostre famiglie; come pure il mio apprezzamento a tutti coloro che, nei diversi ruoli e in tutte le strutture sanitarie sparse nel mondo, operano con competenza, responsabilità e dedizione per il vostro sollievo, la vostra cura e il vostro benessere quotidiano. Desidero incoraggiarvi tutti, malati, sofferenti, medici, infermieri, familiari, volontari, a contemplare in Maria, Salute dei malati, la garante della tenerezza di Dio per ogni essere umano e il modello dell’abbandono alla sua volontà; e a trovare sempre nella fede, nutrita dalla Parola e dai Sacramenti, la forza di amare Dio e i fratelli anche nell’esperienza della malattia.

Come santa Bernadette siamo sotto lo sguardo di Maria. L’umile ragazza di Lourdes racconta che la Vergine, da lei definita “la Bella Signora”, la guardava come si guarda una persona. Queste semplici parole descrivono la pienezza di una relazione. Bernadette, povera, analfabeta e malata, si sente guardata da Maria come persona. La Bella Signora le parla con grande rispetto, senza compatimento. Questo ci ricorda che ogni malato è e rimane sempre un essere umano, e come tale va trattato. Gli infermi, come i portatori di disabilità anche gravissime, hanno la loro inalienabile dignità e la loro missione nella vita e non diventano mai dei meri oggetti, anche se a volte possono sembrare solo passivi, ma in realtà non è mai così.

Bernadette, dopo essere stata alla Grotta, grazie alla preghiera trasforma la sua fragilità in sostegno per gli altri, grazie all’amore diventa capace di arricchire il suo prossimo e, soprattutto, offre la sua vita per la salvezza dell’umanità. Il fatto che la Bella Signora le chieda di pregare per i peccatori, ci ricorda che gli infermi, i sofferenti, non portano in sé solamente il desiderio di guarire, ma anche quello di vivere cristianamente la propria vita, arrivando a donarla come autentici discepoli missionari di Cristo. A Bernadette Maria dona la vocazione di servire i malati e la chiama ad essere Suora della Carità, una missione che lei esprime in una misura così alta da diventare modello a cui ogni operatore sanitario può fare riferimento. Chiediamo dunque all’Immacolata Concezione la grazia di saperci sempre relazionare al malato come ad una persona che, certamente, ha bisogno di aiuto, a volta anche per le cose più elementari, ma che porta in sé il suo dono da condividere con gli altri.

Lo sguardo di Maria, Consolatrice degli afflitti, illumina il volto della Chiesa nel suo quotidiano impegno per i bisognosi e i sofferenti. I frutti preziosi di questa sollecitudine della Chiesa per il mondo della sofferenza e della malattia sono motivo di ringraziamento al Signore Gesù, il quale si è fatto solidale con noi, in obbedienza alla volontà del Padre e fino alla morte in croce, perché l’umanità fosse redenta. La solidarietà di Cristo, Figlio di Dio nato da Maria, è l’espressione dell’onnipotenza misericordiosa di Dio che si manifesta nella nostra vita – soprattutto quando è fragile, ferita, umiliata, emarginata, sofferente infondendo in essa la forza della speranza che ci fa rialzare e ci sostiene. Tanta ricchezza di umanità e di fede non deve andare dispersa, ma piuttosto aiutarci a confrontarci con le nostre debolezze umane e, al contempo, con le sfide presenti in ambito sanitario e tecnologico. In occasione della Giornata Mondiale del Malato possiamo trovare nuovo slancio per contribuire alla diffusione di una cultura rispettosa della vita, della salute e dell’ambiente; un rinnovato impulso a lottare per il rispetto dell’integralità e della dignità delle persone, anche attraverso un corretto approccio alle questioni bioetiche, alla tutela dei più deboli e alla cura dell’ambiente.

In occasione della XXV Giornata Mondiale del Malato rinnovo la mia vicinanza di preghiera e di incoraggiamento ai medici, agli infermieri, ai volontari e a tutti i consacrati e le consacrate impegnati al servizio dei malati e dei disagiati; alle istituzioni ecclesiali e civili che operano in questo ambito; e alle famiglie che si prendono cura amorevolmente dei loro congiunti malati. A tutti auguro di essere sempre segni gioiosi della presenza e dell’amore di Dio, imitando la luminosa testimonianza di tanti amici e amiche di Dio tra i quali ricordo san Giovanni di Dio e san Camillo de’ Lellis, Patroni degli ospedali e degli operatori sanitari, e santa Madre Teresa di Calcutta, missionaria della tenerezza di Dio.

Fratelli e sorelle tutti, malati, operatori sanitari e volontari, eleviamo insieme la nostra preghiera a Maria, affinché la sua materna intercessione sostenga e accompagni la nostra fede e ci ottenga da Cristo suo Figlio la speranza nel cammino della guarigione e della salute, il senso della fraternità e della responsabilità, l’impegno per lo sviluppo umano integrale e la gioia della gratitudine ogni volta che ci stupisce con la sua fedeltà e la sua misericordia.

 A tutti voi assicuro il mio costante ricordo nella preghiera e vi imparto di cuore la Benedizione Apostolica.

Papa Francesco

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Vi attendiamo tutti numerosi alla Santa Messa di Sabato 11 febbraio ore 15.00 con la Benedizione dei Malati

 

 

 
La Bibbia in pillole
curiosità bibliche a cura di D. Di Donato

Domenica, 5 Febbraio, durante la Messa, leggeremo Luca 2, 22-33.

 In questo brano , al versetto 51, leggiamo “gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive! ».

I servi portano il lieto annuncio e, pur non avendo ascoltato Gesù, usano il suo stesso linguaggio (ho pais autou zêi  «il suo ragazzo vive» in greco). La differenza sta nel riconoscere quella persona: per i servi, è soltanto un «ragazzo» o «servo» (ho pais), mentre per Gesù era «tuo figlio» (ho huios sou), affermazione che viene ripetuta anche indirettamente nel v. 53. La coincidenza delle parole usate, fa sorgere nel funzionario regio la domanda cruciale circa l’ora in cui è avvenuta la guarigione: «l’ora settima». È l’ora in cui Gesù comunica il suo dono d’amore, lo Spirito, facendo uscire l’umanità dalla situazione di morte.

 

 

CALENDARIO

5/2 Domenica V dopo l’Epifania

Giornata per la Vita

raccolta alimenti per l’infanzia

ore 9.00: 5° incontro fidanzati

ore 15.00: Corso decanale catechiste

ore 15.30: Battesimi (1° turno) 

7/2 Martedì

ore 21.00: Direttivo Primavera 2005 

8/2 Mercoledì

 ore 21.00: Cenacolo 

9/2 Giovedì

 ore 21.00: Lectio decanale AC adulti 

10/2 Venerdì

 ore 21.00: Concerto 

11/2 Sabato Giornata mondiale del malato

ore 10.00: Sabato insieme 1° anno (2ael) /Tappa 6

ore 15.00: S. Messa e Benedizione di Lourdes per 3 età, volontari

ore 21.00: Spettacolo rassegna “Areoplanini di carta” 

12//2 Domenica VI dopo l’Epifania

ore 9.00: 6° incontro fidanzati

ore 15.00: Corso decanale catechiste

 

SUFFRAGI

6/2 Lunedì

ore 8.30 Marisa Caroli Zambarbieri.

ore18.00 Dalila Vera Pachera; Casati Armida.

 

7/2 Martedì

ore18.00 Colombo Luigi e Modesto.

 

8/2 Mercoledì

ore18.00 Saibene Giuseppina e Pagani Carlo.

 

11/2 Sabato

ore 8.30 Ceccarelli Luciano.

 

ARCHIVIO

Hanno fatto ritorno alla casa del Padre celeste: Nardi Pierangelo di ani 75; Galli Annunciata e Molari Rosina di anni 84

Hanno ricevuto il sacramento del Battesimo: Spadavecchia Frida e Tea; Dagnese Francesco

 

COMUNICAZIONE 

Si comunica a tutta la comunità parrocchiale che Domenica 12 febbraio presso la parrocchia dei Santi Nazaro e Celso in Bussero, il nostro seminarista del PIME Alessandro Maraschi riceverà il ministero dell’accolitato alla S. Messa delle ore 11.15 (mettiamo a  disposizione 16 posti sui pulmini più auto private).

 

RINGRAZIAMENTI

 Un sincero ringraziamento anche da parte di  Mons. Tremolada a tutti coloro che in diverso modo hanno collaborato per la realizzazione della festa della famiglia 2017, dalla segreteria alle famiglie, dalla liturgia al canto , dal gruppo teatro alla cucina.GRAZIE DI CUORE A TUTTI !!!!