Forse nei calendari parrocchiali e nelle agende degli impegnati non ci sono più date disponibili.
Forse alla gente l’anno pastorale appare come un insieme di iniziative stentate perché “siamo sempre meno e sempre più vecchi”.
Forse sui bollettini parrocchiali non c’è più spazio per nuovi annunci.
Allora, che pur con tutta la  buona volontà, delle indicazioni dell’Arcivescovo per l’anno pastorale 2016-17 non se ne farà nulla.

L’Arcivescovo infatti propone di lasciarsi condurre dallo Spirito di Dio a configurare un nuovo volto di Chiesa, una Chiesa riformata dalla docilità allo Spirito nell’”assecondare la realtà”.

La realtà è la famiglia nella complessità delle sue forme e delle sue storie: la proposta pastorale non chiede alle famiglie ulteriori impegni per essere “soggetti di evangelizzazione”. Piuttosto trova modo di accompagnare la vita ordinaria di ciascuna famiglia per aiutarla ad essere luogo di Vangelo:  nel dare la vita e nel custodirne la buona qualità si rivela anche il significato della vita e la sua vocazione. Che valga la pena di propiziare l’ascolto della Parola di Dio in famiglia e la partecipazione alla Messa domenicale?

La realtà è la pluralità di presenze personali e associative: la proposta pastorale non vuole organizzare una spartizione di compiti, spazi e potere, né includere alcuni ed escludere altri. Piuttosto vuole alimentare un senso di comunione, così che il dono di ciascuno sia per l’edificazione di tutti. Che valga la pena di invitare tutti a partecipare alla Messa domenicale?

La realtà è la società nella sua molteplicità di componente: la proposta pastorale non presume di esercitare una egemonia nella società plurale, ma offre a uomini e donne di questo tempo la testimonianza di una speranza affidabile. In altre parole vive la fede in modo che diventi cultura. Che valga la pena di incoraggiare i cristiani a conversare con colleghi, amici, vicini di casa sulle cose serie della vita?

S.E. mons. Mario Delpini
Vicario Generale
Arcidiocesi di Milano