Foglio delle Campane di Rogoredo
Comunicazione di Formazione Religiosa
 
foglio domenicale
 
 
 

LA QUARESIMA NELL’ ANNO DELLA MISERICORDIA 4

Proseguendo la nostra riflessione sulle opere di misericordia spirituale  con l’intento di provocare ad una vita cristiana più vera e vissuta nel concreto della nostra quotidianità, oggi ne presentiamo  altre due non meno impegnative, quanto essenziale e preziose, delle precedenti:

 

 

AMMONIRE I PECCATORI

Il peccato, soprattutto se grave o “ mortale” è tra le ferite più acute che si generano dentro la nostra vita. Gesù stesso fa notare la connessione che esiste tra i “peccati“ e le tante forme di “paralisi“ che si generano nell’esistenza di un uomo. Dare una mano al fratello perché se ne liberi, significa volergli bene davvero, volere il suo bene come lo vuole il Signore che : fa più gioia in cielo per un peccatore che si converte che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione”…o almeno pensano di non averne bisogno. Già, perché "chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore - scrive l'apostolo Giacomo - salverà la sua anima dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati" compresi i suoi (Gc 5,20). E la Lettera ai Galati ci ricorda che : "Quando uno venga sorpreso in qualche colpa, voi che avete lo Spirito correggetelo con dolcezza. E vigila su te stesso per non cadere anche tu in tentazione" (Gal 6,1). La correzione fraterna è però iniziativa delicata e non priva di rischi come sa chi la pratica. Non bisogna mai perdere di vista la pungente parola di Gesù : "Come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave?" (Mt 7,4). Così pregava a questo proposito sant'Ambrogio: "Ogni volta che si tratta del peccato di uno che è caduto, concedimi di provarne compassione e di non rimproverarlo altezzosamente, ma di gemere e piangere, così che mentre piango su un altro, io pianga su me stesso". E sarà bene in ogni caso restare convinti che "la miglior correzione fraterna è l'esempio di una condotta irreprensibile". In numerosi interventi in questi due anni di pontificato, Papa Francesco ha più volte dichiarato che appartiene alla missione propria della Chiesa adoperarsi perché non si perda nella coscienza comune il senso di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato ma che l’uomo del nostro tempo sia aiutato a chiamare le cose con il loro nome e a vigliare sulle molteplici forme di male che lo rendono schiavo e infelice. Secondo la suggestiva pagina che apre la sacra Scrittura, l'azione creatrice di Dio comincia con una distinzione tra la luce e le tenebre (cfr. Gen  1,4), così come l'inizio della catastrofe dell'uomo è dato dal miraggio di diventare come Dio e cioò capace di signoria sul bene e sul male (cfr. Gen 3,5) mentre in realtà, senza relazione d’amore con il suo Signore, finisce per essere schiavo del male e quindi incapace di bene. Perché tutto non ricada nel caos primitivo e perché il “maligno” non prosegua il suo avvelenamento dei cuori, bisogna senza scoraggiarsi chiarire a noi stessi e ai nostri fratelli che solo la legge di Dio è la misura della bontà dei nostri atti e che distinguere il bene dal male è la premessa indispensabile per una vita che sia davvero umana . E questa è la terza misericordia della Chiesa che soprattutto nell’anno santo dovremmo riscoprire  e vivere.

 

CONSOLARE GLI AFFLITTI

Chi si propone di consolare gli afflitti non resterà mai disoccupato in questo mondo perché di afflizioni ce ne sono una infinità . "La malinconia ha rovinato molti, da essa non si ricava nulla di buono" (Sir 30,23), ci dice il sapiente Siracide . E tuttavia spesso ci sembra di non avere troppe ragioni di stare allegri, o almeno “ragioni” che non siano presto travolte dalle vicissitudini dell'esistenza. Già Omero diceva che “l'uomo è il più infelice degli esseri che respirano sulla terra”; ed è un'amarezza che percorre tutta la letteratura pagana, contrariamente a quanto talvolta si cerca di far credere. La questione della gioia è una questione seria perché  noi siamo fatti per la felicità, e tuttavia essa ci appare troppo spesso una condizione inarrivabile. Il modo moderno di vivere - pieno di comodità  e insaziabile nell'escogitare forme inedite di gratificazione e di piacere - sembra addirittura aver accresciuto, contro ogni intenzione, i motivi di tristezza e di desolazione perché più hai più vorresti avere… I dati preoccupanti  del fenomeno dei suicidi sono purtroppo una drammatica conferma di questo: "La tristezza del mondo produce la morte" diceva San Paolo (2 Cor 7,10). Al modello sociale che oggi si è affermato in occidente  i cristiani non devono rimproverare  di mirare a raggiungere il godimento e il benessere perché in fondo sono “cose fatte per l’uomo”: piuttosto di non riuscire a mantenere le promesse che fa ! Perché se non si gode con un senso e con serena speranza, non si gode affatto. Il cristiano è realista: sa che l'uomo è collocato in una “valle di lacrime”, e che, se lasciato alle sole sue forze, è in grado di  generare al massimo  un po’ di svago negli spazi più angusti dei divertimenti effimeri o delle illusioni mortali  di certi paradisi artificiali. Il cristiano non può e non deve dimenticare di essere essenzialmente un "evangelizzatore", cioè un annunciatore  di gioia. E' la gioia di una salvezza avverata, già in atto, che aspetta soltanto che l'uomo le si apra e la accolga. E' una salvezza già adesso alla nostra portata: l'Eucaristia è qui a dirci che l'evento salvifico e la persona del Salvatore sono qui e oggi tra noi e per questo si deve fare festa e star contenti. Ed è la quarta misericordia, preannunciata da Gesù la sera prima di essere crocifisso: "La vostra afflizione si cambierà in gioia" (Gv 16,20) e la vostra missione sarà per sempre vivere e diffondere tra le afflizioni del mondo l”Evangelii gaudium“ fino alla fine dei tempi.

 

A cura di don Marco

 

Quaresimali 2016

MISERICORDIOSI COME IL PADRE

Venerdì 11 Marzo -  ore 21.00 in chiesa

Un medico : dott. Lucio Macchi

Chirurgo ortopedico presso l’Ospedale di Desio

    

ore 19.30: Cena povera (riso in bianco e patate lesse).  Iscriversi in ufficio

parrocchiale o via mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. entro giovedì 25

 

 

 

LA VISITA PASTORALE DEL CARDINALE ai decanati  Barona Navigli e Vigentino

 

Nella chiesa di Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa tanta gente si affolla per la Visita pastorale che tocca la zona sud di Milano e che riunisce, per questa occasione, i laici e i sacerdoti dei tre popolosi Decanati Navigli, Vigentino e Barona, per un totale di 28 parrocchie coinvolte. Accanto al Vicario episcopale monsignor Faccedini, al Decano dei Navigli e parroco della Chiesa Rossa don Walter Cazzaniga, c’è anche un laico, il giornalista Alessandro Zaccuri. Vengono brevemente illustrati i momenti di articolazione della Visita stessa, iniziata dal Vescovo e che proseguirà con la capillarizzazione sul territorio dei temi emersi nella serata, per poi giungere a identificare il gesto concreto da compiere in ogni singola realtà. Chiaro anche l’obiettivo: «Superare il divario tra la fede e la vita che ha determinato in noi un’oggettiva dimenticanza della strada di casa», per lasciarsi, dice Scola, «sorprendere di nuovo da Gesù come centro affettivo dell’esistenza, dove tutto prende un suo nuovo senso». Da qui le domande su come sperimentare, nel complesso contesto di oggi, l’essere cristiani: «Se scatta un rapporto con Cristo, questo stesso rapporto si riproduce tra noi e cambia lo stile di vita. Dobbiamo ritornare alla sorgente di un avvenimento che si comunica solo attraverso la comunità cristiana». Comunità che è il luogo della nuova parentela da Lui inaugurata: «Siamo qui convocati dalla forza del Crocifisso glorioso, il resto lo dà la vita. Ma se alla radice di ogni servizio e opera, anche straordinaria che realizziamo, non incontriamo un’umanità incarnata, non servirà». La vita insomma, come l’Arcivescovo dice spesso, «è tutta vocazione, è una chiamata», che apre il cuore del cambiamento: «Se pensiamo che le strutture e i servizi si possano sganciare da questo dato di fondo sbagliamo, e il clima che si crea non è attrattivo». Si affronta anche il tema della famiglia: «Quando diciamo la famiglia come soggetto, con un’espressione formulata fin dai tempi dei Padri, intendiamo che essa deve diventare realtà che vive Gesù come fonte di comunione. Dobbiamo parlare di ogni ferita e problema, ma con il pensiero di Cristo, senza tante sovrastrutture. I gruppi familiari devono orientarsi in questo senso, promuovendo incontri a livello familiare, partendo dai bisogni concreti e dialogando». L’invito, anche per i presenti, è quello di favorire scambi semplici tra le famiglie, a livello anche di condominio: «È la scoperta dell’acqua calda, ma se facessimo tutti così avremmo una essenzializzazione della nostra idea di famiglia e di comunità. Fondamentale è il coinvolgimento dei laici». Poi, gli interrogativi sulle «tante novità» del Rito ambrosiano e anche sulla manutenzione, spesso onerosa e difficile, delle strutture «che occupano troppo tempo e energie». «Dico subito e pragmaticamente che la Congregazione del Rito ha già approvato nove introduzioni o correttivi, come la possibilità in Avvento di introdurre solo una lettura e, comunque, di abbreviarne alcune - spiega il Cardinale -. Non dimentichiamo che la liturgia della Parola è stata definita dal Concilio come Gesù stesso che ci parla, e che le Scritture sono il cristallizzarsi di ciò che Cristo e i suoi discepoli hanno vissuto. Tuttavia la nostra risposta complessiva sta nella partecipazione, come dice sempre il Vaticano II, attiva - actuosa - all’Eucaristia e nel coinvolgimento “faccia a faccia” con Cristo che ci permette di “ripartire” ogni mattina». E sulla manutenzione: «Tutti noi dobbiamo prenderci cura della parrocchia nei suoi aspetti materiali. Per questo occorre un buon Consiglio degli affari economici e che torni per intero uno stile come quello delle nostre donne, attraverso gesti di attenzione e cura anche piccoli», aggiunge Scola, annunciando la nascita di una Commissione per la Perequazione tra le parrocchie «perché chi ha di più aiuti chi ha meno, aumentando la comunione».

Infine, il confronto è sui giovani e sull’abusivismo che don Andrea lega alla questione della giustizia, grave specialmente in zone popolari come queste. «Per i giovani che scompaiono dalle nostre parrocchie a una certa età - una questione che tanto ci addolora, quanto ci appassiona - dobbiamo tornare alla questione-chiave, ossia il comune riferimento a Cristo e alla Chiesa. Finché questa idea non assume il volto della comunione, che vuol dire avere una stima previa, non risolveremo il problema, anche della giustizia e delle ampie zone di degrado che fanno fatica a emergere. La parrocchia, in questo, rimane lo “zoccolo duro”, perché la verità della Chiesa viene dal basso».

 

“La Bibbia in pillole”

 

 
 
 CALENDARIO 
 

6/3 Domenica IV di Quaresima

ore 10.00: Domenica insieme 3° corso (5ael) e Candidatura alla Cresima

 

7/2 Lunedì

ore 21.00 Corale

ore 21.00 : Incontro partecipanti pellegrinaggio a Cipro

 

8/3 Martedì

ore 21.00: CAEP/ 3 (bilancio)

 

9/3 Mercoledì       Ritiro decanale 3a età a Rogoredo

ore 9.00 - 10.30: Guardaroba Caritas - ore 17.00: San Vincenzo

ore 21.00: Animatori gruppi del Vangelo (per Marzo e Aprile )

 

10/3 Giovedì

ore 15.30: S. Messa GECRA

ore 21.00: Equipe gruppo famiglie (per aprile) / Scuola della. Parola dec.giovani

 

11/3 Venerdì

ore 8.30/18.00: Via Crucis per tutti (3aelem) – ore 19.30: Cena povera

ore 21.00: QUARESIMALE

 

 

12/3 Sabato

ore 16.00: Incontro gruppo famiglie

 

13/3 Domenica V di Quaresima

ore 10.00:Domenica insieme 2° corso (4ael)

ore 14.30: PRIME CONFESSIONI (4ael)

 

SUFFRAGI

 

7/3 Lunedì

ore 18.00 Anna-Elvio Cassola;

Andrea Borlenghi

 

8/3 Martedì

ore 18.00 Giancarlo Mangiarotti;

Ernesto e Fam.

 

9/2 Mercoledì

ore 8.30 Dina Saverio e Vincenzo

ore 18.00 Leonardi Francesco Leonardi Nunzia

 

10/3 Giovedì

ore 18.00 Emanuele Spadaro;

Luigi Aprea