Domenica 22 novembre 2015 si è tenuto, presso la sala Conferenze della parrocchia «Sacra Famiglia» in Rogoredo (Mi) l'incontro con l'ing. Mario Gargantini, giornalista e divulgatore scientifico, sulla Laudato si' di papa Francesco, alla presenza di circa trenta persone interessate e appassionate al tema della «cura della casa comune».

Stefania Ragusa ha brevemente presentato Mario Gargantini, illustrando le tappe fondamentali della sua carriera sia di docente e divulgatore (è direttore della rivista di didattica delle scienze Emmeciquadro e autore di varie opere tra cui Solo lo stupore conosce, scritto con il prof. Marco Bersanelli) sia di impegno ambientalista fin dagli anni Settanta (è tra i soci fondatori dell'Associazione L'umana dimora).  Vedi qui.

Silvio Restelli ha poi illustrato alcune delle diapositive preparate in vista dell'incontro, in cui venivano riportati i passaggi fondamentali dell'Enciclica, sintetizzati dal cardinal Scola.  Vedi qui.

In particolare è stato sottolineato che l'Enciclica è «un forte invito alla conversione ad un'ecologia integrale, capace di unire la cura dell'ambiente naturale a quella dell'ambiente economico e sociale che sono in profonda connessione».

Per far questo papa Francesco invita a riconoscere in primo luogo la verità di noi stessi, cioè che l'uomo è pienamente umano se è in relazione: con se stesso, con gli altri, con tutto il creato e con Dio.

Sulla scia di quanto proposto dai suoi predecessori e riprendendo gli insegnamenti di san Giovanni XXIII, del beato Paolo VI, di san Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, papa Francesco ha dato un contributo sintetico di dottrina sociale della Chiesa in merito a quella che, con insistenza, ha definito ecologia integrale. Un insegnamento, il suo, che non si rivolge solo ai cristiani, ma «a tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare» (a. 13).

Gargantini ha poi presentato alcuni punti fondamentali dell'enciclica.

Riferendosi al magistero del patriarca ecumenico Bartolomeo e a san Francesco, ha sottolineato che è molto importante non fermarsi ai sintomi della crisi ma occorra risalire alle radici etiche e spirituali dei problemi ambientali, in modo da proporre soluzioni che non si fermino alla tecnica ma arrivino a cambiare l'essere umano nella sua dimensione etica e spirituale.

Il Papa propone un nuovo metodo che va oltre l'approccio puramente scientifico: pur conservando la sua accuratezza e il suo rigore, occorre arrivare alla considerazione della "natura" come "creato", che conserva la bellezza del suo Autore. Occorre uno sguardo che vada oltre l'immediatezza e arrivi a considerare la complessità della realtà.

L'uso della tecnologia e della scienza (potenza degli strumenti) si deve perciò accompagnare ad un'adeguata acquisizione della saggezza da parte del soggetto che li utilizza.

La scienza e la tecnologia, utilizzate da un soggetto privo di saggezza, determinano un rapporto con la realtà sbagliato e parziale, definito "antropocentrismo deviato", fondato sul primato della dimensione materiale della realtà. In questa visione miope, non ci si sente più tenuti a imparare dalla natura e si presume che le sue risorse siano illimitate e al servizio del proprio tornaconto consumistico.

Tra uomo e natura deve invece affermarsi una relazione di reciprocità responsabile, ben espressa dai verbi coltivare e custodire. L'uomo deve essere consapevole del fatto che la natura ci è donata e ha leggi che dobbiamo conoscere e rispettare.

Quando parliamo di ambiente dobbiamo anche considerare il nesso tra esso e la società che lo abita. La povertà, la fame, la disuguaglianza sociale sono aspetti che interagiscono con l'ambiente e vanno affrontati insieme a quelli propriamente ambientali. Questo senso della totalità, della relazione che esiste tra le cose, ci mette di fronte ad un compito educativo molto esigente, capace di avviare quella conversione all'ecologia integrale.

Dopo l'esposizione di Gargantini, ha avuto luogo un dibattito vivace e molto partecipato che ha contribuito a mettere in luce alcuni aspetti che appaiono importanti: la speranza del cambiamento possibile, l'unità tra ambiente e società e la conseguente unità tra cura dell'ambiente e cura dei poveri, la necessità di accogliere l'invito all'educazione fatto dall'Enciclica fino a cambiare lo stile di vita con il quale i cristiani e gli uomini tutti vivono.

Al termine dell'incontro Stefania Ragusa ha letto un brano dell'Intervento del card. Angelo Scola a un incontro preparatorio alla Conferenza sul clima, svoltasi a Parigi:

«Nel travaglio del nuovo millennio i cristiani, riconoscendo i propri errori e senza alcun intento egemonico, sono chiamati a proporre alla libertà di tutti i soggetti che abitano la società plurale stili di vita che documentino questo rinnovato rapporto con il creato. Papa Francesco, nell’enciclica Laudato si’, articola ulteriormente questa proposta proponendo un’ecologia integrale alla cui “spiritualità” tutti dobbiamo educarci. Questa ecologia integrale implica un’ecologia ambientale, un’ecologia economica e sociale, un’ecologia culturale fino a giungere ad una ecologia della vita quotidiana. Quello degli uomini nel rapporto con il creato è un lavoro lungo perché chiede a miliardi di persone di cambiare centinaia di comportamenti. Solo una simile ecologia però può vincere il degrado umano e sociale, soprattutto per sconfiggere l’ingiustizia, "ascoltando il grido della terra quanto il grido dei poveri".