Foglio delle Campane di Rogoredo
Comunicazione  di Formazione Religiosa
 
foglio domenicale 
  

UN  NUOVO ANNO E’ COMINCIATO...

Vorrei riprendere qui e riproporvi, alcuni pensieri che ho espresso già durante l’omelia per il primo giorno dell’anno e che, con molta umiltà e ben cosciente dei miei limiti,  affido comunque alla vostra personale riflessione con la speranza che possano esservi d’aiuto.

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 

La data del I gennaio e tutto questo mese nel suo insieme,  ci danno la possibilità di rileggere  alcuni aspetti essenziale del nostro agire da credenti in Gesù. Uno dei più significativi è certamente legato alla ricorrenza della giornata mondiale della pace che, quest’anno aveva  come titolo indicato da Papa Francesco :” Vinci l’indifferenza e conquista la pace”.  Vorrei ricordare qui almeno i paragrafi introduttivi che ci danno una lettura sintetica del messaggio del pontefice offrendoci un suo giudizio sui  fatti più dolorosi che hanno segnato l’anno trascorso :

Scrive il Papa quasi rispondendo idealmente ad una delle obbiezioni più frequenti che si sentono : Dio dov’è ? Non gli importa di noi ecc…: e dice: “ Dio non è indifferente! A Dio importa dell’umanità, Dio non l’abbandona ! All’inizio del nuovo anno, vorrei accompagnare con questo mio profondo convincimento gli auguri di abbondanti benedizioni e di pace, nel segno della speranza, per il futuro di ogni uomo e ogni donna, di ogni famiglia, popolo e nazione del mondo, come pure dei Capi di Stato e di Governo e dei Responsabili delle religioni. Non perdiamo, infatti, la speranza che il 2016 ci veda tutti fermamente e fiduciosamente impegnati, a diversi livelli, a realizzare la giustizia e operare per la pace. Sì, quest’ultima è dono di Dio e opera degli uomini. La pace è dono di Dio, ma affidato a tutti gli uomini e a tutte le donne, che sono chiamati a realizzarlo.

  1. Le guerre e le azioni terroristiche, con le loro tragiche conseguenze, i sequestri di persona, le persecuzioni per motivi etnici o religiosi, le prevaricazioni, hanno segnato dall’inizio alla fine lo scorso anno moltiplicandosi dolorosamente in molte regioni del mondo, tanto da assumere le fattezze di quella che si potrebbe chiamare una “terza guerra mondiale a pezzi”. Ma alcuni avvenimenti degli anni passati e dell’anno appena trascorso mi invitano, nella prospettiva del nuovo anno, a rinnovare l’esortazione a non perdere la speranza nella capacità dell’uomo, con la grazia di Dio, di superare il male e a non abbandonarsi alla rassegnazione e all’indifferenza. Gli avvenimenti a cui mi riferisco rappresentano la capacità dell’umanità di operare nella solidarietà, al di là degli interessi individualistici, dell’apatia e dell’indifferenza rispetto alle situazioni critiche.” Ancora una volta Papa Francesco ci richiama alla speranza e a non cedere alla rassegnazione o peggio all’apatia e all’indifferenza, comportamenti veramente letali per il futuro della nostra personale esistenza e di quella del mondo intero. A questo proposito vorrei anch’io ricordare alcune occasioni belle e generatrici di speranza per chi vi ha partecipato e che insieme abbiamo vissuto nell’anno trascorso, in modo particolare le celebrazioni del centenario della nostra parrocchia che ci hanno ricordato, attraverso momenti particolari di riflessione, di preghiera, di festa - tra cui la settimana di spiritualità, la festa di maggio,  l’assemblea parrocchiale di inizio anno e  l’incontro con il Cardinale Arcivescovo -  le potenzialità della nostra parrocchia oltre i limiti che certamente vediamo e conosciamo, soprattutto legati alla nostra umana povertà, alla mancanza di misericordia che spesso segna i rapporti tra le persone, alla fatica di aprici all’altro o a novità e cambiamenti per timore di perdere qualcosa di noi stessi della nostra storia e tradizione. Il centenario ci ha ricordato che la bella e ricca esperienza umana di questa comunità può essere custodita e consegnata a chi viene a vivere nel quartiere, se ciascuno di noi fa la sua parte, ce ci mettiamo dentro le cose con Fede e con Passione, se abbiamo veramente voglia di vincere apatia, dimenticanza e indifferenza perché solo così si costruisce il futuro, custodendo il passato non come archeologia ma come linfa vitale del presente. La stessa liturgia cristiana ce lo insegna quando ci fa vivere oggi, qui ed ora, ciò che storicamente è avvenuto nei millenni non come archeologia o nostalgico ricordo di un passato che non c’è più, ma come presenza viva e operante del Signore, che costantemente ci riapre al futuro e alla speranza nonostante le mille ragioni, che potremmo avere, di chiuderci in un disfattismo senza prospettive. Sia questo il nostro modo di intendere e vivere la vita per l’anno che verrà e   per i prossimi 100 anni della storia di questa nostra parrocchia.      

                                                      Don Marco

 

LENTE D’INGRANDIMENTO:  il  discorso di  S. Ambrogio del Cardinale

 

Coinvolti e un po’ anche travolti dalle numerose incombenze per le festività Natalizie, c’è sempre un po’ il rischio di dimenticare alcuni appuntamenti importanti, per la città di Milano e non solo, che si svolgono a ridosso della grandi feste. Tra questi, ogni anno, vi è il tradizionale discorso di Sant’Ambrogio, che il Cardinale rivolge alle diverse componenti della società cittadina. Non possiamo riproporvelo qui integralmente, ma invitando ciascuno a leggerlo personalmente vi diamo una breve sintesi curata dall’AC di Milano.  “Il discorso alla città 2015 si intitola :“Misericordia e giustizia nell'edificazione della società plurale” e si colloca così nel solco dell’ampia riflessione promossa dal Papa per l’anno della Misericordia .

L’Arcivescovo Scola ha sottolineato, all’inizio del suo discorso, la tensione che esiste tra giustizia e misericordia di fronte al male , come gli atti di terrorismo, una tensione che è entrata nel sentire umano e sociale ; ciò che avviene nei nostri giorni rende necessario mantenere in relazione giustizia e misericordia, due fattori decisivi per la qualità della vita dei singoli e della società civile. L’esigenza della Giustizia è forte. Nel rapporto tra l’IO, il TU e il NOI (la società) è necessaria una nuova dimensione , quella del “darsi senza misura” sino in fondo. Questa dimensione del “darsi senza misura “ aiuterà “ il rendere giustizia “ che è destinato a una crescita di tutta la famiglia umana, prendendo coscienza che partendo dal “bene pratico dell’essere insieme “ si vinceranno le “pretese individuali “ paradossalmente a volte presentate come “doveri di giustizia” e si favoriranno vie nuove di relazioni umane piu’ eque e piu’ buone . Nell’umana convivenza, sottolinea l’Arcivescovo , “è spesso necessario assumersi il rischio di un passo in piu’ con lo scopo di provocare una risposta meglio confacente al bisogno/desiderio di vita buona”. Si comprenderà che il rapporto tra persone non è basato su uno scambio ma sul dono , sul “fare quel primo passo nelle relazioni umane ” sebbene non privo di rischio . Il dono permette a chi lo riceve una risposta basata sulla libertà. La libertà richiama il principio di un Dio che lascia l’uomo libero nelle sue decisioni , che tiene conto di cio’ che ne deriva: “chi fa il male fa il male e chi fa il bene fa il bene: occorre prenderne atto”, un Dio che non priva l’uomo della sua misericordia. La misericordia di Dio, manifestatasi in Gesù, non è “ far finta di nulla , non vedere il male , lasciar correre, ritenere che non sia successo nulla, ma piuttosto il salvare mediante la forza dell’amore “. “Chi perdona non sottovaluta la gravità del male subito: piuttosto non cessa di amare chi lo ha commesso” secondo l’esempio di Gesù , sostenendolo affinché egli si apra e comprenda il dono del perdono. L’uomo misericordioso allora saprà coltivare il desiderio di vedere riscattato colui che ha sbagliato e sosterrà con gioia il suo impegno di conversione.

Come ambito primario per vivere la misericordia e il perdono, il cardinale ha indicato la famiglia, luogo “in cui si impara sia il principio della gratuità (misericordia), sia il principio della giustizia, attraverso le relazioni costitutive di sposi, genitori, sorelle e fratelli, nonni, parenti, amici, vicini ...”. E proprio le “azioni di misericordia” come il perdono e la compassione, per la loro eccedenza di amore, possono suscitare relazioni nuove e più umane. Per lo sviluppo equilibrato della persona che, crescendo, si inserirà nella comunità cristiana e nella società civile, è fondamentale fare esperienza e imparare, sin dall’infanzia, la possibilità di riparare il male commesso riconoscendolo e chiedendo “perdono”. Nel nostro Paese, la democrazia deve molto all’influsso che “il cristianesimo ha esercitato sul sistema delle leggi che ci viene offerto dall’ordinamento costituzionale italiano” in cui, nella parte riservata ai diritti fondamentali, si fa spesso riferimento alla solidarietà e alla necessità di sostenere i deboli nella società, richiami che sono originati da una visione compassionevole, attenta ai bisogni concreti dell’uomo. Dal principio personalista su cui è improntata la nostra Costituzione, coerentemente, ne deriva che “la pratica della giustizia dovrà colpire il reato, nel suo aspetto di “episodio” all’interno della vita della persona, ma non potrà mai privarla della sua dignità”. In quest’ottica, di particolare rilievo appare l’aspetto del principio rieducativo della pena sul quale oggi è in corso un ricco dibattito. Il Card. Scola sottolinea che occorre personalizzare il più possibile la pena utilizzando tutti gli strumenti disponibili, i cosiddetti “benefici penitenziali” in modo tale che un’adeguata comprensione della funzione rieducativa possa promuovere un’accoglienza nella società senza la quale il compito rieducativo viene vanificato.

Il Cardinale successivamente invitava a declinare la riflessione su due importanti questioni attuali : la situazione delle carceri e la questione degli immigrati. 

Egli insiste sul valore delle misure alternative al carcere e sulla sospensione della pena attraverso la “messa alla prova” ed invita a proseguire sulla strada dell’umanizzazione della pena che non può essere limitata alla detenzione in carcere, ma va estesa alle misure alternative, più efficaci per il recupero e il reinserimento di chi ha sbagliato: tutto ciò è un forte richiamo alla salvaguardia della persona , anche se detenuta e “richiede - esorta il cardinale - l’impegno fattivo della società civile in tutte le sue espressioni. In questo senso la Chiesa ambrosiana, da qualche decennio, è impegnata direttamente attraverso l’operato dei cappellani, dei numerosi volontari, dei centri diocesani di accoglienza, della Caritas e di altri soggetti che operano in questo delicato ambito. Tanto è però ancora il lavoro da fare per coinvolgere le comunità e l’intero territorio nella risposta ai bisogni emergenti”.

Sulla questione dell’immigrazione ed, in particolare dei rifugiati, il Cardinale rileva come, in questo ambito, «emerge chiaramente una forte dissociazione tra lo slancio compassionevole nei confronti delle migrazioni irregolari e i tentativi di trovarvi una ragionevole soluzione giuridica. Si riaffaccia anche in questo caso il conflitto tra misericordia e giustizia». «Non basta focalizzarsi sulle disumane, inaccettabili condizioni del viaggio dei migranti. Si deve guardare bene in faccia a un dato: queste persone sono costrette a sostenere simili fatiche per ragioni di assoluta necessità, come la difesa della vita, della libertà o la determinazione a lasciarsi alle spalle la fame e la miseria. L’immigrazione, infatti, non solo mette in campo la necessità di approfondire una cultura dell’accoglienza, ma anche e soprattutto un giudizio circa la radice dell’odierno sistema socio-economico che è all’origine del fenomeno migratorio». Il Cardinale sottolinea, inoltre, la necessità di andare oltre le polemiche e le contrapposizioni per costruire insieme un’integrazione che è la vera arma contro il terrore. Allo Stato spetta, secondo Scola, il compito di «garantire il contesto di ordine, di pace e di benessere necessario perché l’accoglienza possa essere concretamente attuata dai singoli e dai corpi intermedi». La società civile dovrà essere capace di “tradizione innovativa”, sviluppando la propria identità e la propria storia che hanno le radici nella visione cristiana della giustizia e della misericordia. Solo così si potrà percorrere quel cammino di convivenza e di integrazione che potrà permettere all’Italia e all’Europa di progredire su basi solide.

E a conclusione del suo intervento, il Cardinale Scola ricorda che Papa Francesco ci chiede di imparare a guardare il mondo dalla periferia con il punto di vista di “quelli lasciati fuori”.«Anche Milano patisce le contraddizioni sociali proprie di questo stato di cose: cito solo l’esclusione dei giovani dalla possibilità di vivere da protagonisti, negli affetti e nel lavoro”. Il Cardinale termina con un appello: “ Tutti i soggetti che abitano la società plurale ambrosiana, praticando misericordia e giustizia possono trovare, e mi auguro trovino, un necessario punto di incontro e di lavoro comune».

 

 

“La Bibbia in pillole”

curiosità bibliche  a cura di D. Di Donato 

Domenica, 10 gennaio, durante la Messa, leggeremo Luca 3:15-16.21-22

Al versetto 22  leggiamo :” Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento” . Iltermine greco (ho agapètós) ha il significato di ‘unico’, non essendo un prediletto fra tanti, ma il Figlio dell’Agape del Padre. L'ebraico, per ho agapètós ha jahìd, "unico, amatissimo" (Gen 22,Ger 31) . Il greco eudokéo (mi compiacqui) è al tempo verbale ‘aoristo’ , indica una realtà per intero adempiuta adesso, e con valore per il presente e per il futuro, non dovendo conoscere altri adempimenti. L'eudokéò paterno quindi, implica il definitivo riversarsi dell'Amore totale del Padre sull'Umanità del Figlio.

 

 
 CALENDARIO

10/1 Domenica Battesimo del Signore

Orario festivo normale delle Sante Messe

ore 9.00: 2° incontro fidanzati

ore 15.00: Formazione decanale catechiste / ore 15.30: Battesimi

 

11/1 Lunedì

ore 10.00 : Gruppi del Vangelo con don Marco

ore 21,00 Corale

 

12/1 Martedì

ore 21.00: CCP+Commisione ass. parrocchiale e Relatori

 

13/1 Mercoledì

ore 9.00–10.30: Guardaroba Caritas

ore 17.00: S. Vincenzo

ore 21.00: Cenacolo

 

14/1 Giovedì

ore 21.00: Equipe gruppo famiglie ( x febbraio)

 

15/1 Venerdì

ore 15.30: S. Messa GECRA

ore 21.00: Incontro formativo adulti AC

 

16/1 Sabato

ore 10.00: Catechesi 1° anno (2ael) /3

ore 10.00: Formazione diocesana coordinatori Educatori PreAdo

ore 17.30: Pallavolo U18

 

17/1 Domenica  II dopo Epifania

Giornata per il dialogo con i fratelli Ebrei

ore 9.00: 3° incontro fidanzati / ore 15.00: Formazione dec. catechiste

ore 16.00: Spettacolo teatrale per bambini: “Aeroplanini di carta”

 

SUFFRAGI

 11/1 Lunedì

ore18.00: Rosa Martuscelli; Quirino Malandrino

 

14/1 Giovedì

ore18.00: Sergio Baldin

 

18/12 Venerdì

ore18.00: Alessandro e Maria

 

ARCHIVIO

 

Ha ricevuto il Sacramento del Battesimo:

Satriano Greta

Hanno fatto ritorno alla casa del Padre celeste.

Grandi Liliana anni 69; Anelli Rosa anni 88; Lattanzio Antonia ani 89; Alonzo Odetta anni 93

 

FESTA FAMIGLIA 2016

Le coppie che festeggiano un anniversario particolare possono dare la loro adesione alla celebrazione del 31 gennaio ore 11.30 presso l’Ufficio Parrocchiale (lunedì, martedì, mercoledì e venerdì ore 15-18; giovedì ore 16,15-18,30; sabato ore 10-12 oppure tel. al 02.514135).

 

OFFERTE

 

Per ponteggio emergenza chiesa Euro 200,00 ; Per battesimi euro 220 ; N.N. per San Vincenzo  Euro 600,00 ; N.N: per Lavori urgenti Euro 100,00 ; N.N: per  Lavori urgenti  Euro 500,00 ; Famiglie per festa ultimo dell’anno offerta pro parrocchia Euro 510 ;  funerali del 5/6  Euro 550 ; Battesimo Euro 50 ;

 

AVVISO

 

Per chi ancora fosse interessato,   entro il 15 gennaio occorre dare l’adesione per il pellegrinaggio a Cipro e versare la seconda rata per chi desidera non fare un unico pagamento a saldo in  febbraio  ( Rata euro 400 ). Ci sono ancora 7/8 posti  disponibili. Affrettatevi….