Foglio delle Campane di Rogoredo
Comunicazione  di Formazione Religiosa
 
foglio domenicale 

Il Cardinale presenta il nuovo anno pastorale

  

Vi riproponiamo integralmente l’omelia dell’Arcivescovo in occasione della Festa della Natività di Maria, tradizionale data d’inizio dell’Anno Pastorale Ambrosiano. In essa il Cardinal Scola ha tracciato le linee essenziali del programma della Diocesi per il prossimo biennio, presentando la lettera pastorale dal titolo EDUCARSI AL PENSIERO DI CRISTO.

 

  1. «Ciò che era impossibile alla Legge, resa impotente a causa della carne, Dio lo ha reso possibile, mandando il proprio Figlio» (Epistola, Rm 8,3). Le parole dell’Apostolo Paolo spalancano davanti a noi l’orizzonte della speranza cristiana che ci permette di dire, con tutta verità e certezza: “È possibile ricominciare”. Alla ripresa di un nuovo Anno Pastorale, può capitare di rintracciare nel nostro cuore, più o meno consapevolmente, soprattutto a mano a mano che passano gli anni, un misto di speranza e di scetticismo. Al desiderio di riprendere la strada insieme alle comunità alle quali siamo stati inviati, si può aggiungere una sorda, magari inconfessata insicurezza che, se non riesce a fermare la nostra dedizione, qualche volta la priva di letizia. Le nostre debolezze e fragilità, i nostri peccati, sono a volte così persistenti, così noiosamente regolari, da insinuarci il dubbio che, alla fine, non potremo cambiare. Di fronte a questa tentazione – bisogna chiamarla con il suo nome! – ci ripetiamo con l’Apostolo: «Ciò che era impossibile Dio lo ha reso possibile mandando il proprio Figlio», perché lo Spirito di risurrezione abita in noi (cf. Epistola, Rm 8,10-11).
  2. Noi, infatti, siamo il popolo testimone e protagonista dell’ “impossibile” compiuto da e in Gesù Cristo. Lo mostra bene l’odierna solennità della Natività della Beata Vergine Maria. In essa la Chiesa contempla l’aurora della salvezza: nella nascita di Colei che sarà Vergine e Madre del Redentore, contempliamo la caparra della grazia dell’impossibile realizzato. L’impotenza della legge è vinta perché lo Spirito genera la nostra appartenenza a Cristo (cf. Epistola, Rm 8,9).

Solo se custodiamo la certezza di quanto il Padre di misericordia  opera in noi e in mezzo a noi è ragionevole rinnovare l’impegno di dedicare la vita al servizio del Signore e della Chiesa.

Carissimi candidati al diaconato e al presbiterato, sia la vostra disponibilità ad offrire la vita a Cristo a servizio del popolo santo di Dio, sia quella della Chiesa ad accogliere, nella persona dell’Arcivescovo, il vostro proposito, hanno una solida ragion d’essere. «Lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, [e] abita in voi» (Epistola, Rm 8,11) e darà «la vita anche ai vostri corpi mortali» (Epistola, Rm 8,11). È la prospettiva battesimale, tanto cara al nostro padre Ambrogio, del “con-morire” e del “con-risorgere” in Cristo che già segna l’esistenza terrena del cristiano.

  1. Sconfiggere la tentazione dell’insicurezza che può diventare scetticismo e produrre l’oblìo del “per Chi?” operiamo, è probabilmente una delle azioni più potenti della misericordia di Dio.

Dopo l’Anno della Vita Consacrata, che ha visto impegnata la Chiesa tutta nel riconoscimento di questo dono dello Spirito alla comunità cristiana, il Santo Padre ha voluto indire un straordinario Anno Santo della Misericordia perché tutti «abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia. È fonte di gioia, di serenità e di pace. È condizione della nostra salvezza. Misericordia: è la parola che rivela il mistero della SS. Trinità. Misericordia: è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro. Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato» (Misericordiae vultus 2).

Lungo quest’anno vogliamo vivere questo mistero centrale della nostra fede attraverso gesti di pellegrinaggio e riconciliazione, anche sacramentale, e attraverso la pratica delle opere di misericordia corporali e spirituali. Già da oggi sono disponibili le prime indicazioni per vivere bene in Diocesi questo tempo straordinario di perdono e perciò di gioia.

  1. L’Anno Santo della Misericordia illumina il cammino pastorale indicato dalla Chiesa ambrosiana per i prossimi due anni: educarsi al pensiero di Cristo. Attraverso il lavoro personale e comunitario sulla Lettera pastorale, si tratta di assumere il dono e il compito di pensare secondo Cristo, cioè di riconoscere nella persona di Gesù il criterio per guardare, leggere e abbracciare tutta la realtà e, nello stesso tempo, il dono e il compito di pensare Lui attraverso tutte le cose. E questo “insieme”, come comunità cristiana, perché il pensiero di Cristo è, sempre e in modo indisgiungibile, un sentire con la Chiesa, in intima unione con il popolo santo di Dio, secondo il criterio della pluriformità nell’unità, vera e propria legge della communio.

Il lavoro proposto dalla Lettera pastorale costituisce un ulteriore passo nel percorso di riforma – il termine se ben inteso non è eccessivo – che la nostra Chiesa ha avviato da qualche decennio. Cito solo il peso dato alla Parola di Dio, la nascita delle Comunità Pastorali, il lavoro sull’iniziazione cristiana. Affronteremo ora la questione del posto decisivo della famiglia come soggetto diretto di evangelizzazione per giungere alla formazione del clero con la proposta di “processi da avviare” e di esercizi di comunione. Passi di riforma che hanno come orizzonte proprio l’evangelizzazione, il rinnovamento della Chiesa come “Chiesa in uscita”, così come ha già mostrato l’iniziativa Evangelizzare la metropoli, che riprenderà martedì 27 ottobre con l’intervento del Patriarca dei Maroniti Card. Boutros Bechara Rai su Evangelizzare il Medio-Oriente.

  1. Nel primo trimestre di quest’Anno Pastorale avranno luogo due eventi ecclesiali che segneranno in maniera speciale il nostro cammino.

In primo luogo l’Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sulla vocazione e missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo, a cui parteciperò personalmente come uno dei Vescovi eletti dalla Conferenza Episcopale Italiana e ratificato dal Santo Padre. L’iniziativa dell’Ufficio diocesano per l’accoglienza dei fedeli separati, che in questi giorni comincia il suo lavoro, vuol essere un aiuto offerto dalla nostra Chiesa mediante un maggior coinvolgimento diretto del Vescovo con le famiglie ferite. A proposito dell’Assemblea sinodale Ordinaria mi preme sottolineare che il compito a cui il Santo Padre chiama la famiglia cristiana è, anzitutto, quello della testimonianza personale e comunitaria del bell’amore, con cui la Lettura di oggi (Lettura, Sir 24,18) esalta la nascita della Vergine nella prospettiva della Santa Famiglia, vera e propria «scuola del Vangelo» come ebbe a dire il Beato Paolo VI a Nazaret nel 1964.

Nella preghiera sui doni tra poco reciteremo: «Ci soccorra, o Dio, l’umanità del tuo Unigenito». Il prossimo Convegno Ecclesiale di Firenze sul tema In Gesù Cristo, il nuovo umanesimo, che da noi è stato preparato anche dal Discorso di Sant’Ambrogio – Un nuovo umanesimo per Milano e le terre ambrosiane – aiuterà le Chiese in Italia a riflettere sull’umanità del Figlio di Dio come proposta di forme di umanesimo incarnate nella storia, mai definitive eppure tese ad intercettare le domande dei nostri contemporanei ed a contribuire all’edificazione della buona vita civile. La nostra Chiesa proseguirà il lavoro proposto dal Convegno Ecclesiale di Firenze attraverso l’iniziativa dei Dialoghi di vita buona. Concepiti laicamente insieme ad esponenti di altre religioni e cosmovisioni tenteranno di riflettere su aspetti comuni e decisivi per la vita di tutti i soggetti che abitano la società plurale. Infatti un’epoca, quella moderna, si è chiusa. Ed ora?

  1. Con il Consiglio episcopale milanese, e dopo averne discusso nell’intensa assemblea partecipata da tutti i decani, ho deciso di indire nella data di oggi una Visita pastorale che durerà fino al 31 maggio 2017. Fra poco verrà reso pubblico il decreto di indizione. Insieme, Arcivescovo, Vicari di Zona, decani, sacerdoti, religiosi e fedeli laici, attraverso pochi gesti molto semplici – si è parlato di una Visita pastorale feriale – di verificare la ricezione delle priorità pastorali indicate in questi anni a partire dai quattro pilastri della vita della comunità cristiana primitiva. La Visita pastorale potrà essere un catalizzatore dei non pochi processi ed iniziative cui abbiamo fatto riferimento.
  2. «Giuseppe, figlio di Davide, non temere…» (Vangelo, Mt 1,28). Giuseppe è stato il primo ad assecondare il miracolo dell’impossibile operato dallo Spirito. Guardiamo a lui come sicuro paradigma per lavorare all’opera di Cristo redentore.

La Santa Famiglia sostenga e protegga i cammino della nostra Chiesa. Amen

________________

Intervista al Vicario generale della Diocesi, monsignor Mario Delpini. sul piano pastorale 2015-2017 .                                                

La constatazione della separazione  tra fede e vita, che il Cardinale ha raccolto in molti anni di ministero sacerdotale ed episcopale, è uno dei temi che egli ha più a cuore» . È questo un problema anche per la società nel suo complesso? È chiaro che tale aspetto sia divenuto un vero e proprio nodo problematico in un contesto in cui, da un lato, la società si è allontanata dal suo riferimento a Dio, trovando, addirittura ingombrante la presenza della Chiesa, mentre, dall’altro, i cristiani spesso non riescono a svolgere un ruolo significativo nella comunità civile. Come si intrecciano questi due fenomeni, che si ritrovano al centro della Lettera, come pure delle precedenti?
È evidente che i fedeli praticanti frequentino la Chiesa per convinzione. Poi, però, nel tempo del lavoro, dell’ufficio, camminando per le strade o in Parlamento, pare che siano costretti a usare altri criteri di giudizio e differenti stili di comportamento. Questo è obiettivamente un problema che l’Arcivescovo vuole aiutare ad affrontare. 

Il cardinale Scola lega la ricerca della cultura della fede ad ambiti specifici, come l’apertura verso l’umano e un nuovo modo di essere Chiesa. Ne avete parlato a livello di Consiglio Episcopale Milanese?   Sì, abbiamo discusso la questione in diverse occasioni, anche in riferimento propriamente alla Lettera. Benché siano ancora moltissimi coloro che coltivano una visione cristiana della vita, occorre notare che questo «essere secondo il pensiero di Cristo» è poco rilevante e incisivo nel sentire comune. Ci sembra che, pur essendo ancora presente, la cultura della fede non sia attraente nemmeno per molti credenti.

Questo obbliga a un nuovo coraggio e alla franchezza della testimonianza per una Chiesa aperta a 360°?    I drammi planetari cui assistiamo e che l’Arcivescovo ha potuto constatare personalmente nel campo profughi di Erbil, implicano la necessità di una risposta unitaria, laddove la comunità internazionale e le istituzioni manifestano invece la loro impotenza. Gli appelli del Papa ci chiedono, allora, un dovere della testimonianza che deve essere nutrito da una più chiara coscienza della fede per essere tradotto in azioni concrete. La mentalità cristiana, che è all’origine dei valori europei, ha ancora tanto da dire e deve farlo senza timori.

Tra i grandi eventi che ci attendono a breve c’è l’Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi dedicata alla famiglia. Una cura da rinnovare? È un tema caro al Cardinale, che si traduce nell’indicazione offerta alle famiglie stesse di proporsi come soggetto dell’evangelizzazione, in un contesto di crescita condivisa. Ci attendiamo molto da questo nuovo e sano protagonismo, così come da iniziative come i “Dialoghi di vita buona”, concepiti laicamente e ai quali si sta lavorando. Sarà uno dei momenti cruciali del dibattito pubblico per costruire insieme percorsi comuni nella società plurale.  

“La Bibbia in pillole”

curiosità bibliche a cura di D. Di Donato

Domenica, 13 Settembre, durante la Messa, leggeremo Giovanni 3, 1-13.

In questo brano , al versetto 3, leggiamo: “Amen, amen, io ti dico: senza farsi rigenerare dall’alto, non si può vedere il regno di Dio ! ”. Usa il termine “nascere dall’alto” (gennêthêi anôthen)

L’ambiguità di questo avverbio, è espressione della sua polivalenza simbolica. L’avverbio anôthen può avere tre significati: a) di luogo: «dall’alto» o anche «in alto»; b) di tempo: «dal principio»; anche in senso etico, tanto che per Platone anôthen sono i principi più universali; c) di replica: «di nuovo» (es.; in Gal 4,9). Il simbolismo di Gv 3 sviluppa tutt’e tre i valori di anôthen e giunge a creare un parallelo di grande interesse teologico: «entrare nella signoria di Dio» equivale a «credere nel nome dell’unigenito Figlio di Dio», «amare la luce che è venuta nel mondo» e «fare la verità» per «camminare verso la luce».

 

CALENDARIO 

13  Domenica III dopo il Martirio di S.Giovanni Battista

ore 15.30: Battesimi (1° turno)

ore 21.00: Coordinamento Pastorale parrocchiale della Salute

14 Lunedì  Esaltazione S. Croce

Nuove iscrizioni alla palestra (ore 17-18)

ore 18.30: Incontro genitori 3° corso (5a el)

ore 20.45: 4 giorni comunità educanti (via S. Antonio) /1

15 Martedì

ore 18.30: Incontro genitori 4° corso (1a md)

ore 21.00: Gruppo preparatorio assemblea parrocchiale

16 Mercoledì

ore 9.00: Guardaroba Caritas /

ore 17.00: S. Vincenzo

ore 18.30: Incontro genitori 2° corso (4a el)

ore 20.45: 4 giorni comunità educanti /2

17 Giovedì

ore 18.30: Incontro genitori 1° corso (3a el)

18 Venerdì

 Partenza pellegrinaggio a Lourdes del centenario / “EduCare”/1

20 Domenica IV dopo il Martirio

Giornata diocesana per il Seminario / ore 10.00: Incontro decanale edu

Ultima domenica orario estivo delle S. Messe

SUFFRAGI

 15/9 Martedì

Ore 18.00 Defunti Corti e Montanari Francesco.

 16/9 Mercoledì

Ore 18.00 Dossena Maria Giuseppina;

 17/9 Giovedì

Ore 18.00 Cipolla Riccardo; Zappa Colomba; Nodari Alessandro.

 18/9 Venerdì

Ore 18.00 Vitiello Giuseppe

 

ARCHIVIO

 

Hanno ricevuto il sacramento del Battesimo:

Serrelli Davide;

Onofri Virginia;

Frazzitta Martina;

Gatti Eleonora.

 

Ricordiamo i defunti di questi mesi estivi:

Bottigelli Ileana anni 85

Vigo Adriana  anni 82

Bergamaschi Giuseppe  anni 84

Podini Ercole anni 71

Dossena Maria Giuseppia anni 70

Polenghi Giuseppe anni 72

Valsecchi Angelo anni 78

Gallizioli Elide anni 79

Boccotti Ofelia anni 91

Sansovini Sigismonda anni 89

Protti Maria anni 93

Piccirillo Agnese anni 89

Bianchi Giuseppe anni 88

Cantoni Enrico anni 78

Lombardo Francesca anni 90

Delle Piane Stefano anni 51

 

In occasione del Centenario della Parrocchia sono stati realizzati dei piccoli ricordi: 

Biro e Calamite, che è possibile ritirare presso l’ufficio parrocchiale lasciando un offerta a sostegno delle spese straordinarie. Grazie