Foglio delle Campane di Rogoredo
Comunicazione  di Formazione Religiosa
 
foglio domenicale
 

 

8 settembre : al via il nuovo anno pastorale 

 

2015 - 2016

chiusura Anno del Centenario - Visita del Cardinale Arcivescovo

e apertura del Giubileo della Misericordia

 

Nell’ anno 2015, abbiamo celebrato la prima parte del centenario della costituzione della nostra parrocchia. Nei mesi di settembre ottobre e novembre concluderemo le celebrazioni e le iniziative dell’anno centenario in particolare con l’Assemblea Generale della Comunità parrocchiale e con la visita del nostro Arcivescovo per la chiusura ufficiale del centenario stesso.

Ma i frutti dell’anno centenario, oltre i momenti di festa e di celebrazione, siamo certi che il Signore vorrà mostrarceli soprattutto nel cammino che seguirà, negli anni a venire, in particolare a partire dal grande Giubileo della Misericordia che ci propone Papa Francesco per il 2016. Il nuovo umanesimo a cui il nostro Arcivescovo ci ha richiamato nello scorso anno pastorale anche a partire dall’evento di EXPO 2015, si concretizza certamente in uno sguardo particolare sull’uomo e sulla vita , sulla qualità delle relazioni con noi stessi , con gli altri con il creato e con Dio , lo sguardo che ci regala il Vangelo di Gesù al cui centro e cuore vi è la rivelazione della misericordia del Padre a cui ci apre  il pensiero di Cristo capace di generare una umanità - un umanesimo - nuovo .

Scrive al proposito Papa Francesco: “Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre. Il mistero della fede cristiana sembra trovare in questa parola la sua sintesi. Essa è divenuta viva, visibile e ha raggiunto il suo culmine in Gesù di Nazareth. Il Padre, «ricco di misericordia» (Ef 2,4), dopo aver rivelato il suo nome a Mosè come «Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di amore e di fedeltà» (Es 34,6), non ha cessato di far conoscere in vari modi e in tanti momenti della storia la sua natura divina. Nella «pienezza del tempo» (Gal 4,4), quando tutto era disposto secondo il suo piano di salvezza, Egli mandò suo Figlio nato dalla Vergine Maria per rivelare a noi in modo definitivo il suo amore. Chi vede Lui vede il Padre (cfr Gv 14,9). Gesù di Nazareth con la sua parola, con i suoi gesti e con tutta la sua persona rivela la misericordia di Dio. Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia. È fonte di gioia, di serenità e di pace. È condizione della nostra salvezza. Misericordia: è la parola che rivela il mistero della SS. Trinità. Misericordia: è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro. Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato. Ci sono momenti nei quali in modo ancora più forte siamo chiamati a tenere fisso lo sguardo sulla misericordia per diventare noi stessi segno efficace dell’agire del Padre. È per questo che ho indetto un Giubileo Straordinario della Misericordia come tempo favorevole per la Chiesa, perché renda più forte ed efficace la testimonianza dei credenti. L’Anno Santo si aprirà l’8 dicembre 2015, solennità dell’Immacolata Concezione.

In comunione con la chiesa universale e diocesana, anche la nostra parrocchia si metterà alla ricerca della misericordia di Dio , per altro già sperimentata nei suoi primi 100 anni di vita, e ciò  per stabilire relazioni “misericordiose tra i suoi membri“, relazioni più pazienti, più umane, meno cariche di contrapposizioni sterili o inutili gelosie e nostalgie paralizzanti, relazioni capaci di educare le nuove generazioni alla vita buona del Vangelo di Gesù, al pensiero di Cristo che prima di tutto e soprattutto è “ pensiero di amore e di misericordia“,  di accoglienza per ogni uomo o donna  ferito dalla vita  ma che ancora cerca e continua a cercare - anche grazie a questa comunità - il volto di Dio con cuore sincero. Buon Cammino insieme a tutti voi.

 don Marco, don Andrea , Daniele e le Suore 

 

IL PERCORSO PASTORALE DIOCESANO 2015-16

 

L’anno pastorale che prende avvio e quello che seguirà ci porteranno e ad approfondire la dimensione culturale della fede, la sua reale e potente incidenza sulla vita. L’invito del nostro Arcivescovo muove decisamentea riscoprire  in questa direzione e si precisa come esortazione a comprendere sempre più chiaramente quanto san Paolo afferma in un passaggio della prima lettera ai Corinzi: “Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo!” (1Cor 2,16).

Il pensiero di Cristo è il suo modo di guardare la realtà, quel modo di considerarla che poi diventa anche il nostro. Non è un pensare intellettualistico ma un “sentire” complessivo e profondo, un percepire coscientemente.  È lo stare davanti al mondo senza disorientarsi, con la pacata lucidità che viene dallo Spirito di Dio e consente di avere una chiave di lettura del reale. Si tratta della vera sapienza, così cara alla tradizione biblica, sempre accompagnata dalla rettitudine e dalla bontà d’animo. Avere il pensiero  di Cristo è grazia di Dio. Ce lo insegna san Paolo quando parla di un modo di giudicare, cioè di valutare le cose, che è frutto dello Spirito  di Dio (cf. 1Cor 2,12-16). Questo dono cresce ogni giorno, si sviluppa e si rafforza quando trova un cuore libero, che si interroga onestamente sulla verità del tutto, che anela a comprendere ciò che sta alla base degli eventi decisivi della storia, dei segreti movimenti del cuore dell’uomo, dei complessi processi che portano all’edificazione delle civiltà. Ma poi è la vita quotidiana che domanda risposte, quando ci costringe a misurarci con le gioie e i dolori, le scelte da compiere, le parole da pronunciare, gli atteggiamenti da assumere.

Il “pensiero comune”, cioè l’opinione pubblica, non ci è purtroppo di grande aiuto nell’assunzione di questo compito: essa appare estremamente fragile, fluttuante, esposta a mille condizionamenti, dominata da logiche molto lontane da quelle che vorremmo vedere applicate. Spiace riconoscerlo, consapevoli come siamo del grande compito e della grave responsabilità che si assumono davanti alla società quanti operano nell’ambito della comunicazione.
 È perciò sempre più urgente riscoprire e mostrare la rilevanza culturale della nostra fede, la sua capacità di plasmare un vissuto autentico, di suscitare attenzione e attrazione, di proporsi senza imporsi. Vi è un modo di essere e di agire, in ultima analisi di vivere, che è capace di presentarsi senza forzature in tutta la sua mansueta bellezza. Siamo chiamati – come dice l’apostolo Pietro nella sua prima lettera – a “rendere ragione della speranza che è in noi a chiunque ce ne chieda conto” (cf. 1Pt 3,15). Con sincera gratitudine nei confronti di Colui che ci ha salvati, noi possiamo presentarci al mondo offrendo uno stile di vita condiviso che sorge dal Vangelo e che porta in sé qualcosa di realmente nuovo: una forma di esistenza gioiosa e seria, fresca e forte, capace di far fronte alle sfide attuali

Ad una libertà che rivendica oggi tutto il suo valore noi rendiamo onore proprio presentando la testimonianza di una vita che poggia su una scelta libera – la nostra – che è risposta ad una scelta libera – quella di Dio a nostro favore – entrambe dettate dall’amore: la seconda alla base della prima. “Dio – si legge nel quarto Vangelo – ha tanto amato il mondo da dare a noi il suo unico Figlio, perché chiunque crede in lui non vada perduto ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16). E ancora: “Nessuno ha un amore più grandi di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13). Siamo convinti che la “libertà di scegliere” diventa poi “libertà di aver scelto” e assume quindi la forma della fedeltà, motivata da un amore sincero. Nessuno ci obbliga ad amare: è la libertà stessa che considera questo un dovere da assumere e lo trasforma nell’unica regola che poi la determina, per sempre e di volta in volta. La vera libertà infatti non teme di darsi una forma, anzi lo esige, perché non può essere separata dalla responsabilità. Che cosa questo significhi nei diversi versanti dell’esperienza soggettiva e sociale del vivere sarebbe molto opportuno approfondirlo, anche attraverso una riflessione di ampio respiro e a più voci.

La sostanza della rivelazione cristiana è la misericordia di Dio, intesa come positiva e costante disposizione di Dio nei confronti dell’uomo, amore fedele che non indietreggia di fronte alla sua infedeltà, benevolenza tenace che diventa perdono e sfocia nella compassione. L’anno giubilare della misericordia indetto da papa Francesco ci riporta a questo nucleo incandescente della nostra fede. La misericordia di Dio è anche la chiave di volta del Vangelo di Cristo ed è perciò anche l’elemento sostanziale di quella visione della realtà che viene a coincidere con la dimensione culturale della fede cristiana. Lo sguardo del cristiano sul mondo non può che essere quello della misericordia propria di Dio e condivisa con i credenti, misericordia che è simpatia, affetto, solidarietà per l’umanità ferita dal male, ma anche vigilanza, onestà, amore per la giustizia, fedeltà al bene fino al sacrificio di sé.

In particolare, la pastorale giovanile ha scelto  un brano significativo del quarto Vangelo ( che potrà fare da  riferimento per il cammino di tutta la comunità  in questo anno ndr.). Presenta la figura di Pietro in un momento che – potremmo dire – rappresentò per lui una verifica del suo modo di pensare e di agire. La triplice domanda che Gesù gli rivolge incontrandolo dopo la sua risurrezione gli ricorda il suo triplice rinnegamento mentre gli affida il compito di guidare l’intera sua Chiesa: per tre volte il Risorto gli chiede: “Simone, figlio di Giovanni, mi ami?” e per tre volte gli raccomanda: “Pasci i miei agnelli” (Gv 21,15-19). Anche Pietro dovette lottare per entrare nel “pensiero di Cristo”: resistette, contestò, si impaurì , ma alla fine la misericordia del suo Signore ebbe la meglio. Non fu facile per Pietro accettare le parole misteriose di Gesù sul pane della vita (cf. Gv 6), condividere la decisione di Gesù di lavare i piedi dei suoi apostoli (cf. Gv 13), seguirlo lungo la via che lo condusse al calvario, immaginare di perderlo e di vederlo sconfitto. E infatti, al momento cruciale dichiarò di non essere suo discepolo (Gv 18,13-27). Gesù sa bene che entrare nel suo modo di vedere le cose esige un cammino di conversione, di affidamento e ha piacere di rialzare il suo amato discepolo quando cade tentando di rimanere fedele.

Ci conforta sapere che il primo dei discepoli e il capo degli apostoli ha avuto bisogno della misericordia di Gesù per “entrare nel suo pensiero”. In questo quadro di ampio respiro trova la sua adeguata collocazione la proposta pastorale rivolta quest’anno ai giovani e ai ragazzi della nostra diocesi, che viene qui illustrata. Essa si articola in una ricca serie di iniziative, alcune delle quali ormai consolidate, altre che cercano di rispondere con evangelica sapienza alle esigenze del momento attuale.

Alla potenza amorevole dello Spirito del Signore affidiamo con fiducia il nostro cammino.

 

+ P.Tremolada  Vic. Ep. Evangelizzazione  e Sacramenti

 

 

 

 

“La Bibbia in pillole”

curiosità bibliche a cura di D. Di Donato

Domenica, 7 Giugno, durante la Messa, leggeremo Luca 12, 22-31.

In questo brano , al versetto 29, leggiamo: “non state a cercare che cosa mangerete e che cosa berrete, e non state in ansia . Il vocabolo greco “non state sospesi” (kai mê meteôrizesthe) ,viene impiegato in sensi molto vari, in particolare per una nave alternativamente innalzata e abbassata dai flutti. Applicato qui ai discepoli, invita loro a non essere sempre fluttuanti fra la speranza ed il timore. Le due negazioni non cercate (mè zeteite) e non state in ansia  (o non state sospesi ) (mè meteorizesthe) , e un'affermazione (si preoccupano, o cercano con bramosia: (epizetousin), presentano l'atteggiamento dei pagani di fronte “a tutte queste cose

 

 

 

CALENDARIO

 

7/6 Domenica  II dopo Pentecoste

ore 15.30: Battesimi (1° turno)

ore 17.00 Esposizione e adorazione del Corpus Domini

 

8/6 Lunedì    INIZIO GREST RAGAZZI

Inizio orario estivo S. Messe feriali: ore18.00

 

9/6 Martedì

ore 21.00: Commissione cultura

 

10/6 Mercoledì

ore 9.00 -10.30 : Guardaroba Caritas

ore 17.00: San Vincenzo

ore 21.00: Animatori liturgici tutti per verifica sistema turni

 

11/6 Giovedì

ore 21.00: Incontro di preghiera dei gruppi del Vangelo

 

12/6 Venerdì

 Tre giorni di convivenza del gruppo famiglie

 

13/6 Sabato

Tre giorni di convivenza del gruppo famiglie

Meeting decanale Adolescenti e Giovani

 

14/6 Domenica III dopo Pentecoste

Inizio orario estivo S. Messe festive: ore 10.30; 18.00 e 9.00 a S. Martino

Tre giorni di convivenza del gruppo famiglie

 

SUFFRAGI

 

8/6 Lunedì

Ore18.00 Bonomi Enrica e Russi Francesco

 

9/6 Martedì

ore 18.00 In memoria di Sergio

 

10/6 Mercoledì

ore 18.00 Grechi Domenica; Paolo Chettini

 

11/6 Giovedì

ore 18.00 Luigi e Marisa Manzoli; Angelo e

Rosa Mancini; Giovanna e Alberto MiIanesi

 

12/6 Venerdì

ore 18.00 Da vivi.

Per i nipoti Riccardo, Daniel, Dario

 

ARCHIVIO

 

Hanno ricevuto il sacramento del Battesimo: Canciani Sarah; Damini Daniele;Robelli Ginevra; Rabuffi Alessandro;Cotone Alice; Lombardo Mattia Francesco

 

OFFERTE

 

In memoria della cara mamma €100.00

 

Caritas

Guardaroba

 

Necessitano: Lenzuola matrimoniali e singole, federe.Asciugamani di spugna.

Grazie

  

In occasione del Centenario della Parrocchia sono stati realizzati dei piccoli ricordi: 

Biro e Calamite, che è possibile ritirare presso l’ufficio parrocchiale lasciando un offerta a sostegno delle spese straordinarie. Grazie