Foglio delle Campane di Rogoredo
Comunicazione  di Formazione Religiosa
 
foglio domenicale
 

TEMPO  DI  QUARESIMA , tempo di FIDUCIA 4

“Abbiate fede in Me”...

 perché non fidarsi è bene

MA FIDARSI E’ MEGLIO !

Proseguendo la nostra riflessione sul tema della fiducia, ritroviamo ancora il pensiero di E. Bianchi che già ci ha accompagnato la scorsa settimana e che, avanzando nel suo ragionamento scrive :” Credere significa due cose : aderire e aver fiducia. Chi crede non è uno che sa con certezza, ma è colui che è convinto, che aderisce, che pone la fiducia. La fede cristiana non sta nell’ordine della conoscenza”. Di fatto la fede mi porta ad aderire ad una relazione in cui l’altro, Dio, mi precede, si è reso visibile in Gesù ma ora è invisibile, lo abbiamo “conosciuto” nella sua umanità ma non lo possiamo conoscere pienamente nella sua divinità fin quando non risorgeremo con Lui come Lui.  Dunque al credere  si mescola anche e sempre una certa incredulità.

Prosegue Bianchi :Il credente sperimenta quasi quotidianamente il dubbio. Può apparire paradossale, ma la tentazione dell’ateismo, del nulla, è costantemente in agguato anche, e forse soprattutto, per gli uomini e le donne di preghiera, per quanti vivono nella fede e nella salda adesione al Signore. L’affermazione: “Il cristiano è un ateo che ogni giorno vince il suo ateismo” è sicuramente forte, ma certo il dubbio ogni giorno appare. E questa è una dinamica che cambia con l’età: man mano si va verso l’anzianità ci si pongono sempre più domande e noi vediamo crescere il nostro non conoscere, la nostra ignoranza”.“Non di tutti è la fede” diceva san Paolo. E spesso capita che colui che non crede, non “può credere”. La fede è una delle possibilità umane: alcuni uomini vi giungono, altri no. Chi non ricorda per es. la testimonianza  del celebre giornalista Indro Montanelli che di fronte al pensiero della sua morte diceva : Che cosa rende penosa la morte? Il buio, il buio vero, non quello di chi è convinto che, “dopo”, c’è un’altra vita. Io non ho questa fede. Invidio molto chi ce l’ha, ma non la trovo e non posso inventarmela. “Cercala – mi dicono alcuni -. La troverai”. Non è vero. L’ho cercata, e ho smesso da molto tempo”. La fede è veramente un dono, non è qualcosa che si può semplicemente scegliere o decidere di avere . Credenti e non credenti non sono poi così distanti gli uni dagli altri. «Ciò che vale la pena considerare e valutare nelle persone, sia credenti che non, è se lottano contro “idoli” che sono falsi sociali, non teologici. Ad esempio, il denaro, il mercato, le nuove forme di schiavitù ecc...come dice il Papa. Quindi «non bisogna dire: credenti e non credenti, ma piuttosto: idolatri e non idolatri...».

Ma c’è un'altra grande questione che merita di essere considerata . Nella sua  riflessione, Bianchi  parla anche del rapporto, spesso non facile dei credenti, con la Chiesa istituzionale, anche se - lo confermano le fonti di informazione - con il Pontificato di Papa Francesco molti si sono riavvicinati anche alla Chiesa.  Scrive:” Viviamo un momento in cui i credenti fanno difficoltà a riporre nella Chiesa quella fiducia di cui sono stati capaci 40 anni fa, quando ci fu il Concilio, un momento di dilatazione, di speranza. Quella Chiesa oggi è molto contraddetta e non è certo più in quello stato di primavera: per i credenti oggi c’è un reale problema, non c’è cielo terso. E anche nella Chiesa stessa c’è confusione, c’è stanchezza”.
Papa Francesco, nella “Evangelii Gaudium” ha messo bene in evidenza quelle che sono le fatiche, i rischi  e le tentazioni degli “ operatori pastorali ”. Occorre tenere molto in considerazione quelle osservazioni . Ma aggiunge anche
:” Per gli stessi non credenti si assiste ad un capovolgimento di cui non tutti sono consapevoli: il cammino della fede è stato ribaltato. Molti vengono da questo percorso: si “nasceva” e si cresceva cristiani, la Chiesa madre nutriva il fedele e lo faceva crescere fino a quando questi, con maturità, faceva propria la fede ereditata dalle generazioni precedenti. Oggi non è più così: c’è ormai una “rottura di memoria”, una mancanza di trasmissione della fede, e i cristiani sono di fatto una minoranza, significativa e feconda, ma non più in misura di essere un “ambiente”, un alveo educativo alternativo alla società secolarizzata e, diciamo pure, paganizzata. La Chiesa stessa, nonostante abbia rinnovato la propria immagine, non viene sentita da molti giovani e adulti in ricerca come una via alla fede”. Già una trentina d’anni fa l’allora  cardinale Ratzinger, aveva detto:“La Chiesa è divenuta per molti l’ostacolo principale alla fede”. Così il cammino appare per molti aspetti capovolto: non dalla vita della Chiesa a Dio e a Cristo, bensì da Gesù Cristo a Dio e alla Chiesa. Gesù Cristo continua a interessare gli uomini; anche chi crede in maniera confusa ha comunque il desiderio di incontrare Gesù”.

Se nella storia umana si rende  possibile un  cammino di fede, questo avviene in primis tramite l’incontro con la persona di Gesù. «L’incontro con Gesù Cristo appare una via ricca di possibilità e di apertura alla fede. Oggi purtroppo Gesù è poco conosciuto – a volte meno noto, stando ai sondaggi, persino di alcuni suoi discepoli e di qualche santo –, ma quando è conosciuto e incontrato, allora intriga, suscita domande, scuote, affascina, desta simpatia”… fa rinascere la fiducia.                                                     

                                                         don Marco

 

100 anni di cammino insieme : storia e memoria  4

 

Torna , dopo qualche numero mancato, la nostra storia della Parrocchia riletta in occasione del centenario. Avevamo lasciato il  parroco don Rigamonti  alle prese con il riconoscimento della parrocchia come  “ prepositura “ nell’anno 1923 . Dal 12 luglio 1920 fino al 1978 , i parroci e i vicari che si sono succeduti, hanno lasciato tutti un vivo ricordo personale degli avvenimenti nei quali furono coinvolti ( anche emotivamente ) attraverso il cosiddetto  “Cronicon”, cioè la cronistoria della parrocchia così come la vedeva il “parroco” del momento dal suo punto di vista , quindi con annotazioni e considerazioni personali che chiedono di essere custodite con una certa riservatezza. Nella prima pagina del primo Cronicon, si legge quanto accaduto il 1 agosto del 1920, quando, ancora solo vicario arcivescovile, Don Rigamonti fece il suo discorso inaugurale al “popolo” di Rogoredo .

“ Per la prima volta don Rigamonti ha parlato al popolo illustrando il suo programma . L’impressione fu buona ed il popolo di Rogoredo crede d’aver avuto un Pastore ( in maiuscolo nell originale ndr.)  che ripari i disordini compiuti negli antecedenti mesi, onde provocare la rinuncia del ex Parroco Don Lodovico Gasparoli. Dopo le funzioni vespertine, nel salone dell’asilo,  venne data dai Giovani Cattolici una breve accademia ( una specie di breve rappresentazione teatrale ndr.) in onore del nuovo Pastore. Il lavoro di riordinamento è compiuto tosto dal nuovo vicario con prudenza , fermezza ed amore . Il popolo si è a lui completamente unito . Le funzioni religiose sono frequentatissime ed ai Sacramenti si accostano con vero spirito di fede molti fedeli. Sua Emi. Il Card. Ferrari si è complimentato per le nuove che a lui giungono da quel di Rogoredo, donando Lire 2000 per le riparazioni sempre occorrenti alla chiesa”.

Cambiano i tempi ma i problemi son sempre quelli. Occorre però dire che, don Rigamonti seppe rianimare i suoi parrocchiani soprattutto concentrando sulla cura della liturgica e della qualità della vita spirituale la sua azione pastorale, così da ottenere, come naturale ricaduta, una partecipazione e una cura più viva e attenta anche degli altri aspetti della vita comunitaria , “ economia “ compresa !

dM.

 Quaresimali 2015 : EDUCARE CHE PASSIONE

In ascolto di alcuni  amici preti che ci hanno aiutato a crescere “fidandoci di Dio”.

“fidandoci di Dio”.

 Venerdì  20 Marzo ore 21.00 : testimonianza di don Andrea Sangalli

  

 L’IMPEGNO COMUNITARIO SETTIMANALE  :

Esercizi di fiducia “ per tutte le età”

 IV SETTIMANA:   Mi fido della vita , di ciò che essa mi offre di bello , di ciò che posso vedere e gustare, ascoltare e toccare, mi fido di me stesso e dei doni ricevuti dal Signore, mettendoli a disposizione degli altri e  impegnandomi a ridare fiducia e speranza  a chi  mi sta accanto.  

  

CALENDARIO

 15/3 Domenica IV di Quaresima

ore 10.15 Saluto a Padre Marco
Domenica insieme 2° corso
ore 14.30: PRIME CONFESSIONI
 
16/3 Lunedì
ore 21.00 Corale
 
17/3 Martedì
ore 21.00: CAEP/2 (bilancio e rinnovo Consiglio)     
 
18/3 Mercoledì
ore 9.45 Gruppo del Vangelo c/o Bar dell’Oratorio
ore 21.00: Incontro Caritas unitario
 
19/3 Giovedì
ore 21.00: Scuola della Parola decanale giovani /4
ore 21.00: Animatori gruppi del Vangelo (per Aprile e Maggio)
 
20/3 Venerdì
ore 8.30 e 18.00: Via Crucis per tutti ( anim.2°corso) 
ore 19.30: Cena povera
ore 21.00: QUARESIMALE - predicazione  di don ANDREA SANGALLI
 
21/3 Sabato
Ritiro giovani decanale
 
22/3 Domenica  V di Quaresima
Ritiro giovani decanale
ore 10.15: Domenica insieme 3° corso e “candidatura” alla Cresima
ore15.30: GIOCHI DELL’UOVO in Oratorio -   Oggi offerta uova pro CVS
 
 
 SUFFRAGI
 
16/3 Lunedì
ore 18.00 Santini Giovanni; Rizzo Luciana; Cencioni Terzo e Grassi Teresa
 
17/3 Martedì
ore 18.00 Luigi e Marisa Manzoli; Giovanna e Alberto Milanesi; Angelo e Rosa Mancini
 
18/3 Mercoledì
ore 18.00 Silvestri Giulia; Bianchi Caterina; Bianchi Clara
 
19/3 Giovedì
ore 18.00 Ferraioli Gennaro; Florencies Fernando; Salvà Anna
 
21/3Sabato
ore 8.30 Vittorio e Andreina

 

 

S.O.S Caritas

Necessitano sia per Donna che per Uomo: Giacconi mezza stagione Scarpe sportive Jeans. Fasciatoio e Lettino.

  

 “La Bibbia in pillole”

curiosità bibliche  a cura di D. Di Donato 

Domenica, 15 Marzo, durante la Messa, leggeremo Giovanni 9, 1-38 . In questo brano , al versetto 6 , leggiamo: spalmò il fango sugli occhi del cieco” (In greco: epechrisen autou ton pêlon epi tous ofthalmous) . Alle parole fa seguire una strana operazione, che sa di stregoneria. Con saliva e terra fa un impasto e lo applica sugli occhi del cieco. Non si tratta di stregoneria; anzi Gesù peggiora la cecità ricoprendo gli occhi con uno strato spesso di fanghiglia. Tutto questo perché sia chiaro che il cieco è guarito solo per la sua Parola: “Va e lavati”,che richiede una fede obbediente. Notare che in «spalmò il fango» il verbo (epichriō) significa letteralmente «unse» (anche v.11). L'unzione faceva parte del rito battesimale sin dai primissimi tempi cristiani.

 

 COMUNICAZIONE

 
La biro del 100nario
 
 
In occasione di questo anno centenario abbiamo realizzato un piccolo ricordo  che è possibile ritirare in fondo alla chiesa lasciando un offerta che ci servirà per sostenere alcune spese organizzative.Si tratta di una biro con incise l 100nario e il nome della parrocchia.
La biro ci ricorda la storia scritta con la propria vita di fede da chi ci ha preceduto in questi cento anni ma  anche con il compito di continuare a scrivere con la nostra vita di fede la storia della comunità parrocchiale di Rogoredo