Comunicazione  di Formazione Religiosa. 

Campane       Foglio delle Campane di Rogoredo

foglio domenicale

                            ANNO XXXII  domenica 1-6-2014 -  VII DI PASQUA                                

      

TEMPO DI PASQUA TEMPO DEL GRAZIE

Con questo numero si chiude fino a settembre la pubblicazione del nostro “ foglio delle campane “ che lascia spazio nel mese di giugno  al “Grest News” , foglio di informazione a cura dell’oratorio . Potrete trovare, nell’apposito spazio,   notizie e appuntamenti della settimana per il mese di giugno.

Come ricorda il titolo di questo ultimo articolo di copertina, alla viglia della Solennità di Pentecoste e quindi concludendosi il tempo di Pasqua , vorremmo dedicare questa un ultima riflessione alla relazione che esiste tra il mistero pasquale e quella forma particolarmente cristiana di vivere che il  “ringraziare”. La vita cristiana è tutta un grazie perché nasce da un dono superiore ad ogni attesa umana, che è il dono della stessa vita divina partecipato a ciascuno di noi mediante la risurrezione di Cristo dai morti attraverso il Battesimo. Celebrare la Pasqua è dire Grazie ! Il Cristiano allora diventa l’uomo del Grazie e vive tutta la sua vita in costante rendimento di grazie come ci ricorda la parola “Eucaristia “  che in greco significa rendere grazie . La vita Cristiana diventa autenticamente tale quando diventa vita Eucaristica , cioè una vita che  rende grazie a Dio ma anche, sa ringraziare tutti i fratelli . Anche noi diciamo “Grazie al Signore” per tutto ciò che in questo anno pastorale fin qui trascorso, ci ha donato, per le occasioni di preghiera e di ascolto della Parola condivise, per la gioia dei sacramenti celebrati, per tutti i momenti nei quali, attraverso le mille forme della comunicazione umana , artistica, musicale , letteraria , mediante il gioco, la condivisione del cibo e la conversazione amichevole Lui si è fatto presente in mezzo a noi e ci ha accompagnato e sostenuto nelle gioie e nella fatiche di questo tempo. Ma vogliamo anche renderci grazie reciprocamente per quello che ciascuno ha saputo e voluto donare ai fratelli in diversi modi e secondo le capacità i doni e le possibilità di ciascuno  “ per l’utilità comune “ . Come ci ricordava il Vicario episcopale nella Messa a chiusura del Festone 2014 , possiamo essere una comunità che “ scalda e da energia “ a tutti coloro con i quali condivide la vita in parrocchia e nel quartiere  se tiene acceso il fuoco d’amore che ha ricevuto in dono dal suo Signore, se lo alimenta ogni giorno mediante i gesti della fede , la cura della carità, una sincera capacità di accoglienza e una  reale passione educativa  per i più piccoli . Ringraziare è il modo  più semplice e vero di contribuire ad alimentare questo fuoco d’amore , Ciascuno di voi si senta ringraziato e continui a coltivare in se il desiderio di servire il Signore servendo i fratelli .

 

 

A scuola di “ grazie “ da papa Francesco

 

 

 

Ecco alcuni brani di omelie e discorsi del Santo Padre che ci aiutano ad approfondire la nostra riflessione sulle ragioni cristiane del “ ringraziare ” in famiglia , nella comunità cristiana, nella vita ...        

...Penso ai dieci lebbrosi del Vangelo guariti da Gesù: gli vanno incontro, si fermano a distanza e gridano: “Gesù, maestro, abbi pietà di noi!” (Lc 17,13). Sono malati, bisognosi di essere amati, di avere forza e cercano qualcuno che li guarisca. E Gesù risponde liberandoli tutti dalla loro malattia. Fa impressione, però, vedere che uno solo torna indietro per lodare Dio a gran voce e ringraziarlo. Gesù stesso lo nota: dieci hanno gridato per ottenere la guarigione e solo uno è ritornato per gridare a voce alta il suo grazie a Dio e riconoscere che Lui è la nostra forza. Saper ringraziare, saper lodare per quanto il Signore fa per noi è essenziale … Guardiamo Maria: dopo l’Annunciazione, il primo gesto che compie è di carità verso l’anziana parente Elisabetta; e le prime parole che pronuncia sono: “L’anima mia magnifica il Signore”, cioè un canto di lode e di ringraziamento a Dio non solo per quello che ha operato in lei, ma per la sua azione in tutta la storia della salvezza. Tutto è suo dono. Se noi possiamo capire che tutto è dono di Dio, quanta felicità nel nostro cuore! Tutto è suo dono. Lui è la nostra forza! Dire grazie è così facile, eppure così difficile! Quante volte ci diciamo grazie in famiglia? E’ una delle parole chiave della convivenza. “Permesso”, “scusa”, “grazie”: se in una famiglia si dicono queste tre parole, la famiglia va avanti. “Permesso”, “scusami”, “grazie”. Quante volte diciamo “grazie” in famiglia? Quante volte diciamo grazie a chi ci aiuta, ci è vicino, ci accompagna nella vita? Spesso diamo tutto per scontato! E questo avviene anche con Dio. E’ facile andare dal Signore a chiedere qualcosa, ma andare a ringraziarlo: “Mah, non mi viene”...

“ Alcune settimane fa, in questa piazza, ho detto che per portare avanti una famiglia è necessario usare tre parole. Voglio ripeterlo. Tre parole: permesso, grazie, scusa. Tre parole chiave! Chiediamo permesso per non essere invadenti in famiglia. “Posso fare questo? Ti piace che faccia questo?”. Col linguaggio del chiedere permesso. Diciamo grazie, grazie per l’amore ! Ma dimmi, quante volte al giorno tu dici grazie a tua moglie, e tu a tuo marito? Quanti giorni passano senza dire questa parola, grazie! E l’ultima: scusa. Tutti sbagliamo e alle volte qualcuno si offende nella famiglia e nel matrimonio, e alcune volte - io dico - volano i piatti, si dicono parole forti, ma sentite questo consiglio: non finire la giornata senza fare la pace. La pace si rifà ogni giorno in famiglia! “Scusatemi”, ecco, e si rincomincia di nuovo. Permesso, grazie, scusa! Lo diciamo insieme?  Permesso, grazie e scusa! Facciamo entrare queste tre parole in famiglia “ !                                               

“ Nella vita la famiglia sperimenta tanti momenti belli: il riposo, il pranzo insieme, l’uscita nel parco o in campagna, la visita ai nonni, la visita a una persona malata… Ma se manca l’amore manca la gioia, manca la festa, e l’amore ce lo dona sempre Gesù: Lui è la fonte inesauribile. Lì Lui, nel Sacramento, ci dà la sua Parola e ci dà il Pane della vita, perché la nostra gioia sia piena. E allora ecco il Grazie … “Grazie”. Sembra facile pronunciare questa parola, ma sappiamo che non è così… Però è importante! La insegniamo ai bambini, ma poi la dimentichiamo! La gratitudine è un sentimento importante! Un’anziana, una volta, mi diceva a Buenos Aires: “la gratitudine è un fiore che cresce in terra nobile”. E’ necessaria la nobiltà dell’anima perché cresca questo fiore. Ricordate il Vangelo di Luca? Gesù guarisce dieci malati di lebbra e poi solo uno torna indietro a dire grazie a Gesù. E il Signore dice: e gli altri nove dove sono? Questo vale anche per noi: sappiamo ringraziare? Nella vostra relazione, e domani nella vita matrimoniale, è importante tenere viva la coscienza che l’altra persona è un dono di Dio, e ai doni di Dio si dice grazie! E in questo atteggiamento interiore dirsi grazie a vicenda, per ogni cosa. Non è una parola gentile da usare con gli estranei, per essere educati. Bisogna sapersi dire grazie, per andare avanti bene insieme nella vita matrimoniale “.

 Dopo la sera dell’8 maggio in Duomo … un grazie

Sull’onda del grazie “ pasquale “ a cui dedichiamo questo ultimo “foglio delle campane”, pubblichiamo questo testo di Mons. Delpini, scritto a seguito della serata dell’8 maggio e  che ha il sapore di un grazie per tutta la “gente ambrosiana “. Lasciate che io faccia l'elogio della nostra gente. Conosco la nostra gente, l'ho vista in piazza del Duomo e l'ho vista nelle chiese, l'ho vista nelle strade e l'ho vista là dove si lavora e si discute, dove si studia e dove si patisce, dove si fatica e dove si fa festa. Conosco la nostra gente e le voglio bene.Ho stima della nostra gente e mi commuove quel fare il bene, quel prendersi cura degli altri, così naturale, come fosse una cosa ovvia, tanto che se dici: «grazie!», la nostra gente addirittura si sorprende, come fosse scontato che siamo al mondo per far del bene. La nostra gente è come quel ragazzo che ha solo due pani e si sente quasi sopraffatto dal numero degli affamati: eppure si fa avanti: «Ecco, questo è quello che ho. Può servire?» Serve! Serve! Voglio fare l'elogio anche del volto della nostra gente: hanno il volto serio le donne e gli uomini di Milano. Certo potrebbero sorridere un po’ di più, ma hanno il volto serio, come chi considera la vita una cosa seria: si alza ogni mattina la nostra gente e ricomincia a far funzionare il mondo: non si stupisce che ci sia da fare, fare in fretta, fare bene, fare quello che si deve fare. È gente seria la nostra gente. Mi impone di essere serio la nostra gente, anche con quell'inclinazione a “far la tara”, che diffida dei chiacchieroni e degli esibizionisti, che legge i giornali senza crederci troppo. Riconosce invece, per una sorta di sapienza naturale, quello che vale e chi merita d'essere ascoltato. E si lascia commuovere - senza piangere, però - dalla bellezza del suo Duomo, dal virtuosismo della sua musica e dal cielo che indora la Madonnina. Voglio fare l'elogio anche del malumore della nostra gente: ci sono momenti in cui non ne può più delle complicazioni inutili, delle perdite di tempo senza costrutto, delle code incomprensibili, delle inefficienze esasperanti. Merita più rispetto la nostra gente! Conosco i difetti della nostra gente e le ferite della città, so dei drammi e delle complicazioni, della fatica di vivere e della consunzione della speranza, dell'apprensione per l'inedito e della troppa solitudine, delle idee strampalate e delle sentenze perentorie.Però, c'è nella nostra gente, come un istinto per la verità, una specie di irresistibile inclinazione al buon senso e alla misericordia.Perciò la nostra gente, con tutti i suoi difetti, può vincere lo scoramento, far fronte senza far rumore, risuscitare alla fierezza e consumarsi in una dedizione. Faccio l'elogio della nostra gente. E benedico nel nome di Dio la nostra gente. C’è, tra la nostra gente, anche chi non sa più che nome invocare. Ma io benedico tutti, perché tutti possano alzare lo sguardo, stare diritti e contrastare l’ingiustizia e la disperazione, l’illegalità e il qualunquismo, porre mano all’impresa di costruire la nuova Milano e l’Europa dei popoli, e di prepararsi a ospitare il mondo l’anno prossimo.
Concedi, Padre di tutti, che tutti possano alzare lo sguardo e sorridere un po’ di più.
 
 
+ Sua ecc. Mons Mario Delpini                      
Vic. Gen..della diocesi
 
 

 

 “La Bibbia in pillole”

curiosità bibliche  a cura di D. Di Donato 

 

Domenica  1 Giugno, durante la Messa, leggeremo Luca 24, 13-35

In questo brano , al versetto 18 , leggiamo “uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose”

«Cleopa»: solo qui in Lc e in tutto il N.T., è vezzeggiativo di Kleopatros = gloria del padre; (vedi Cleopatra). La citazione del nome di questa persona è garanzia di sicurezza storica. Secondo una tradizione testimoniata da Egesippo (II sec; che cita Eusebio) Cleopa sarebbe un fratello di Giuseppe, e quindi zio di Gesù, e padre di Simone, vescovo di Gerusalemme dopo il 70 (succedette a Giacomo). Va ricordato anche che il nome  Cleopa ricorre in Gv, dove si parla di una «Maria, madre di Cléopa» (Gv 19,25), dando come assodata, la conoscenza di quest’ultimo da parte delle comunità delle origini. Chi era l’altro discepolo? :il fatto che l’altro discepolo resti anonimo permetterà ad ognuno, che ascolti con fede il racconto, di potersi riconoscere in lui e fare la medesimo esperienza.

 

 

CALENDARIO SETTIMANALE

 
Domenica 1/06
Ore 14.30 Camminata famigllie Decanale  nell a valle dei Monaci - da Santa Rita a Chiaravalle
Ore 14,30 Lavaggio auto in oratorio
 
Lunedi 2/06
Incontro cresimandi a S.Siro con famiglie e catechiste
 
Martedi 3/06
Ore 21,00 Riunione di verifica Festone di Maggio
 
Venerdì 6/06
Ore 14.30 Pulizia Chiesa  1° Turnoosario
 
Sabato 7/06
Ore 16.00 Incontro genitori Battezzandi del 8 e 22/6
 
Domenica  8/06 Pentecoste
Ore 11,30 S.Messa con annivessario di nozze
Ore 15,30 Battesimi (I Turno)
 
 
SUFFRAGI
Venerdì 6/06
Ore 18.00 Gasparini Franco
 
ARCHIVIO
 
E’ Tornata alla casa del Padre: Sbernini Eleonora di anni 91
 
 
VARIE
 
 
50° Anniversario di Matrimonio
 
Auguri vivissimi ai coniugi Lupi Agnese e Gritti Luigi