Comunicazione  di Formazione Religiosa. 

Campane  Foglio delle Campane di Rogoredo

foglio domenicale

 
               ANNO XXXII  domenica 6-4-2014 - V di Quaresima    
 

 

TEMPO DI QUARESIMA 5

 

“ Per la Sua misericordia   siamo stati salvati”.

L’ultima opera di misericordia a cui dedichiamo lo spazio di questa riflessione, riguarda l’invito di Gesù : “ ero carcerato e siete venuti a visitarmi” . La scorsa domenica , nell'incontro promosso dalla nostra Commissione culturale parrocchiale,  abbiamo riflettuto insieme proprio su quest’opera di misericordia con il giudice Caccialanza del tribunale di Milano, che si è reso disponibile ad aiutarci con la sua esperienza e la sua personale testimonianza. Del suo intervento pubblichiamo almeno lo schema della riflessione così che possa essere occasione di approfondimento anche per chi non ha potuto essere presente.
 
“Ero carcerato…”
costruire la speranza tra sicurezza e marginalità
 
Sicurezza e marginalità sono come i binari della ferrovia: sempre paralleli, non si incontrano mai.  La speranza è come le traversine che li uniscono.
Un esempio letterario di questa affermazione si torva nel celebre romanzo I Miserabili ,di Victor Hugo : la sicurezza rappresentata da  Javert, implacabile, inflessibile; la marginalità da Jean Valjean, alla frenetica ricerca di qualcosa per sopravvivere e la speranza  dal vescovo Myriel, che nell’episodio del furto dei candelabri dice agli agenti che non è stato Valjean a rubarli, ma lui a donarglieli. In questo modo  getterà un ponte, che segnerà per sempre la vita di quel “galeotto”
Da giudice ho sempre cercato la speranza nel “fare giustizia”. Dove l’ho trovata? Nell’ insegnamento dei miei maestri Galli (29/01/1979) e Alessandrini (19/01/1980) uccisi negli ani di piombo. Affido il loro ricordo a uno scritto di alcuni bambini: “Vorremmo dire ai mafiosi, ai terroristi e a tutte quelle persone che pensano che con la violenza si ottiene tutto: ci saranno sempre uomini e donne di buona volontà che vi combatteranno.Loro saranno di esempio a noi bambini che vogliamo un mondo migliore. Galli... Alessandrini... Il vostro sacrificio ci ha fatto capire che la lotta per la giustizia è l’unica guerra giusta che gli uomini possono e devono combattere
Ma la speranza  mi è data anche  dalla legge:
Per es. dalla capacità dello Stato, in piena guerra, di abbattere la pena di morte (D. Lg. Lgt. 10 agosto 1944, n. 224) e di introdurre le circostanze attenuanti generiche (D. Lg. Lgt. 14 settembre 1944, n. 288)
Dalla Costituzione che all’art. 27 recita: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Non è ammessa la pena di morte” (fino al 2007 lo era nei casi previsti dalle leggi militari di guerra), ma anche dagli strumenti  dati dall’art. 133 c.p. le risorse dell’ordinamento penitenziario (legge 26 luglio 1975, n. 354) come : la semilibertà, l’affidamento in prova al servizio  sociale ; la liberazione condizionale; la liberazione anticipata ; l’opera dei volontari che  svolgono nelle carceri un’attività caritativa anche solo con l’ascolto e il conforto. 
Non va dimenticata poi la speranza nel carcere stesso e oltre il carcere, con  lo strumento detto “la pena vale la cura”, istituito nei Tribunali per comprendere se e quale percorso di recupero sia possibile fin dall’inizio: l’arrestato può chiedere di essere sentito; il Sert accerta se e dove sia seguito e fornisce utilissime indicazioni di prima mano al giudice...
Dice S. Agostino: “E’ necessario perseguire i peccati, non i peccatori... Amate gli uomini, condannate gli errori”.
In un luogo dove tutto sembra finalizzato alla privazione della libertà, può nascere una domanda di verità di sè, inizio di un percorso di riconquista dell’umano. Proprio il riconoscimento dell’errore e la richiesta di perdono agli uomini e a Dio è il principio di un cammino di redenzione...
E se la persona tradisce? Tradisce la nostra sicurezza, ritorna nella sua marginalità. Peggio per lui. Tutto qui.
Voglio essere testimone che non è tutto qui, che vale la pena di provare ancora a costruire la speranza, che – come è scritto nella Bibbia – anche se saranno cento, cinquanta, venti, dieci, vale la pena provarci, come ha fatto Dio, che per riguardo a quei dieci ha scelto la via della misericordia. Ce lo chiede, sia come laici che come cristiani, la ricerca del bene comune.
 
Il 23 maggio 2010, Benedetto XVI ai partecipanti al convegno della fondazione Centesimus annus diceva : “Non c’è vero progresso senza bene comune. Riconoscere la vera scala dei beni-valori apre la via al progresso dell’intera famiglia dei popoli
 
Nella stessa direzione ci invitano a pensare tanti maestri, anche laici. Uno per tutti, Fabrizio De Andrè, nel suo affascinante “Recitativo”, un grido affinché la pietà non venga mai meno : “Giudici eletti, uomini di legge, noi che danziam nei vostri sogni ancora siamo l'umano desolato gregge di chi morì con il nodo alla gola. Quanti innocenti all'orrenda agonia votaste, decidendone la sorte, e quanto giusta pensate che sia una sentenza che decreta morte?”. A quale e quanta responsabilità ci invita questo testo !
 
E ancora, come dimentica la speranza testimoniata da  chi, anche nel dolore più grande, non spegne la fede nel perdono come fece Giovanni Bachelet, durante i funerali del padre Vittorio, assassinato dalle Brigate rosse il 12 febbraio 1980 :
«Preghiamo per tutti i giudici, per tutti i poliziotti, i carabinieri, gli agenti di custodia, per quanti oggi nelle diverse responsabilità, nella società, nel Parlamento, nelle strade continuano in prima fila la battaglia per la democrazia con coraggio e amore. Vogliamo pregare anche per quelli che hanno colpito il mio papà perchè, senza nulla togliere alla giustizia che deve trionfare, sulle nostre bocche ci sia sempre il perdono e mai la vendetta, sempre la vita e mai la richiesta della morte degli altri»
O la mamma  di don Andrea Santoro, sacerdote italiano trucidato in Turchia il 5 febbraio 2006 : “Perdono con tutto il cuore la persona che si è armata per uccidere mio figlio e provo una grande pena per lui, essendo anche lui un figlio dell’unico Dio che è amore
 
Concludo con una frase che alla domanda se esista ancora il perdono, ci dice in che direzione guardare:
Sono i poveri che ci danno una risposta, che ci interpellano con la loro testimonianza di vita. Il perdono promuove il valore del bene, della verità. Se non siete sicuri, chiedetelo ai poveri”.
( schema della relazione
lasciatoci dal Giudice P. Caccialanza )
 

Evangelii Gaudium di Papa Francesco

 

 Pubblichiamo in numeri 33-36 dell’esortazione apostolica .

31. Il Vescovo deve sempre favorire la comunione missionaria nella sua Chiesa diocesana perseguendo l’ideale delle prime comunità cristiane, nelle quali i credenti avevano un cuore solo e un’anima sola (cfr At 4,32). Perciò, a volte si porrà davanti per indicare la strada e sostenere la speranza del popolo, altre volte starà semplicemente in mezzo a tutti con la sua vicinanza semplice e misericordiosa, e in alcune circostanze dovrà camminare dietro al popolo, per aiutare coloro che sono rimasti indietro e – soprattutto – perché il gregge stesso possiede un suo olfatto per individuare nuove strade. Nella sua missione di favorire una comunione dinamica, aperta e missionaria, dovrà stimolare e ricercare la maturazione degli organismi di partecipazione proposti dal Codice di diritto canonico[34] e di altre forme di dialogo pastorale, con il desiderio di ascoltare tutti e non solo alcuni, sempre pronti a fargli i complimenti. Ma l’obiettivo di questi processi partecipativi non sarà principalmente l’organizzazione ecclesiale, bensì il sogno missionario di arrivare a tutti.
32. Dal momento che sono chiamato a vivere quanto chiedo agli altri, devo anche pensare a una conversione del papato. A me spetta, come Vescovo di Roma, rimanere aperto ai suggerimenti orientati ad un esercizio del mio ministero che lo renda più fedele al significato che Gesù Cristo intese dargli e alle necessità attuali dell’evangelizzazione. Il Papa Giovanni Paolo II chiese di essere aiutato a trovare « una forma di esercizio del primato che, pur non rinunciando in nessun modo all’essenziale della sua missione, si apra ad una situazione nuova ».Siamo avanzati poco in questo senso. Anche il papato e le strutture centrali della Chiesa universale hanno bisogno di ascoltare l’appello ad una conversione pastorale. Il Concilio Vaticano II ha affermato che, in modo analogo alle antiche Chiese patriarcali, le Conferenze episcopali possono « portare un molteplice e fecondo contributo, acciocché il senso di collegialità si realizzi concretamente ».Ma questo auspicio non si è pienamente realizzato, perché ancora non si è esplicitato sufficientemente uno statuto delle Conferenze episcopali che le concepisca come soggetti di attribuzioni concrete, includendo anche qualche autentica autorità dottrinale. Un’eccessiva centralizzazione, anziché aiutare, complica la vita della Chiesa e la sua dinamica missionaria.                                             
33. La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del “si è fatto sempre così”. Invito tutti ad essere audaci e creativi in questo compito di ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori delle proprie comunità. Una individuazione dei fini senza un’adeguata ricerca comunitaria dei mezzi per raggiungerli è condannata a tradursi in mera fantasia. Esorto tutti ad applicare con generosità e coraggio gli orientamenti di questo documento, senza divieti né paure. L’importante è non camminare da soli, contare sempre sui fratelli e specialmente sulla guida dei Vescovi, in un saggio e realistico discernimento pastorale.
 

 Se vuoi aiutare il nostro oratorio, puoi firmare il 5 per mille a favore della  Primavera 2005.   

  (società sportiva dell’ oratorio).

C.F. 97421790151

 

“La Bibbia in pillole”
curiosità bibliche  a cura di D. Di Donato 
 
 
Domenica  6 Aprile, durante la Messa, leggeremo Giovanni 11, 1-53
In questo brano , al versetto 27 , leggiamo “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo”
Alla domanda di Gesù “credi?” non risponde con un semplice “credo”, come appare in traduzione, ma con “io ho creduto già”(ego pepisteuka): oltre alla presenza rafforzativa del pronome di prima persona singolare, il verbo è al tempo perfetto, come ad indicare che la fede di Marta è sì generosa, ma preconcetta ( lei ha già creduto, non ha bisogno di credere ora ! ), non aperta alla novità di Gesù: ciò si mostrerà in maniera evidente al v.39, quando Marta, pur avendo fatto la propria dichiarazione di fede al Signore, scoraggerà il Signore dall'aprire il sepolcro.
 
  
 

CALENDARIO

 

Domenica 6/4. V di Quaresima.

Giornata si spiritualità per le famiglie c/o Parr. di Caravaggio;

Vendita torte pro-opere parrocchiali al termine delle S. Messe;

ore 15,30 "Giochi dell’uovo" in Oratorio.

 

Lunedì 7/4.

ore 17.00 Gruppo del Vangelo con don Marco c/o Bar Oratorio;

ore 10.00 Centro d’Ascolto Caritas;

ore 21.00 Corale.

 

Mercoledì 9/4.

ore 9.00-10,30 guardaroba Caritas;

ore 17.00 S. Vincenzo.

ore 21.15 Ass. Soci “ Rogoredo Vivere “

 

Giovedì 10/4.

ore 15.30 S. Messa Gecra;

ore 20.00 Emmaus decanale giovani

(a Fatima)

ore 21.00 Incontro animatori gruppi del Vangelo (per aprile e maggio)..

 

Venerdì 11/4.

ore 8,30 e 18.00: Via crucis per tutti (preAdo);

ore 17.00 Confessioni 3° corso;

ore 19,30 Cena povera;

ore 21.00 Concerto di Pasqua testi e musica (in chiesa).

 

Sabato 12/4.

ore 16.00 Incontro genitori battesimi per il 21 aprile;

ore 16,15 Incontro gruppo famiglie;

ore 20,45 Veglia in Traditione Symboli in Duomo per giovani.

 

Domenica 13/4.

DOMENICA DELLE PALME.

ore 10.00 Benedizione ulivi, processione e S. Messa.

 

SUFFRAGI

Giovedì 10/4.

Ore 18.00 Coniugi Anna e Elvio Cassola.

 

ARCHIVIO

 E’ tornata alla ‘Casa del Padre’ Bisoni Attilia anni 75.

 

OFFERTE

 Per sala Teatro € 150,00.

 

VARIE.

MODELLO 730 Chi desidera un aiuto per la compilazione del MOD.730 può telefonare per appuntamento in ufficio parrocchiale dal lunedì al venerdì ore 15,00-18.00.