Comunicazione di Formazione Religiosa.
Foglio delle Campane di Rogoredo
foglio domenicale
ANNO XXXII domenica 23-3-2014 - III di Quaresima
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TEMPO DI QUARESIMA 3
“ Per la Sua misericordia siamo stati salvati”.
Proseguiamo la nostra meditazione sulle opere di misericordia così come le avevamo presentate nelle sere del cenacolo d’Avvento e in particolare ci soffermiamo oggi su :” Opsitare i pellegrini“, che nel Vangelo di Matteo corrisponde all’ espressione di Gesù:“Ero straniero e mi avete ospitato, soffermandoci questa sera sull’opera di misericordia che viene elencata come quarta nell’ elenco del catechismo e che nella versione più tradizionale suonava come “ ospitare i pellegrini” mentre nel testo di Matteo si legge “ ero straniero e mi avete ospitato “. Nel tempo storico che stiamo vivendo risulta quanto mai prezioso riflettere su quest’opera di misericordia anche per la sua attualità, vista la drammatica situazione che accompagna l’ immigrazione di molti popoli da paesi in grave difficoltà politica ed economica , con tutte le questioni che da essa sono derivate anche per il nostro paese, tradizionalmente fatto di emigranti ma che , forse, non si aspettava di diventare terra di immigranti. La Scrittura sacra ci ricorda, proprio in questo tempo liturgico, la condizione di pellegrini/ migranti che fu della stessa Famiglia di Nazareth. Di essa il vangelo dice per es. che non aveva trovato alloggio a Betlemme se non in una grotta vicino ad una mangiatoia, tra gli animali. Gesù stesso dirà di se e del ministero itinerante e senza fissa dimora su questa terra :” lI Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo”. Ma forse i testi più significativi del Nuovo testamento su questo tema si trovano nella lettera agli Ebrei che definisce la condizione della nostra vita di uomini e discepoli di Gesù, in riferimento alla vicenda dei patriarchi della Genesi, proprio mettendo in relazione le due espressioni “ stranieri e pellegrini. Dice il testo : “ Nella fede morirono tutti costoro ( i patriarchi ) , pur non avendo conseguito i beni promessi, ma avendoli solo veduti e salutati di lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sopra la terra “. I discepoli di Gesù sono ancor più stranieri e pellegrini dei Padri antichi, perché sanno bene che la loro vera e definitiva patria non è in questo mondo . Si legge in una bella antifona della liturgia ambrosiana : “ La nostra patria è nei cieli e di là aspettiamo Cristo come salvatore …” Uno dei possibili significati del termine Parrocchia, che usiamo comunemente per indicare proprio la comunità cristiana
e abita più o meno stabilmente un certo territorio, derivando dal greco “paroikìa” (para + oìkos) può voler anche significare “la casa provvisoria “ appunto quella del forestiero, dell’uomo di passaggio. Ma proprio perché siamo di fatto tutti forestieri e pellegrini non possiamo dimenticare chi è pellegrino e forestiero, dobbiamo anzi vivere il dovere dell’ospitalità come una occasione di benedizione. La Bibbia benedice sempre chi ospita .Ancora nella Lettera agli ebrei già citata si legge : "Non dimenticate l'ospitalità; alcuni, praticandola, hanno accolto degli angeli senza saperlo". Il riferimento è ad Abramo che accolse i tre misteriosi uomini che erano venuti a vedere di persona cosa stesse succedendo a Sodoma e Gomorra, ma ancor di più a Lot suo parente, che accolse due angeli nella sua casa senza saperlo. Gli abitanti di Sodoma , nella tradizione ebraica, non furono giudicati malvagi tanto per i loro peccati o per le loro usanze sessuali, quanto per la totale assenza di amore verso i forestieri anzi per il loro odio verso gli stranieri. Per questo Lot, unico abitante – straniero a sua volta in quella città – ma che praticò l'ospitalità, fu salvato, insieme alla sua famiglia, dalla distruzione. Certo non è facile praticare l’ospitalità . Spesso l'ospite ci disturba, è scomodo, è un costo, è diverso da noi per usi e costumi, ci priva della nostra libertà, ci porta via il lavoro come si sente dire spesso… S. Pietro nella sua prima lettera scriveva : “Praticate l'ospitalità gli uni verso gli altri, senza mormorare”. C'è qui un invito ad ospitare gli altri non solo in senso materiale ma anche in senso relazionale . Spesso ospitiamo più facilmente le nostre mormorazioni, i nostri pensieri negativi , il nostro parlare e parlarci addosso e siamo invece poco ospitali nei confronti dell'altro, dei suoi pensieri, delle sue difficoltà, delle sue parole. Forse esercitandoci con gli uomini possiamo diventare anche ospitali verso Dio stesso, verso il suo Spirito che è chiamato " ospite dolce dell'anima " e che così facilmente lasciamo da parte per segui re le nostre idee e i nostri pensieri. Oggi per noi alloggiare i pellegrini» impegna sempre più al dovere per es. di dare una casa con un affitto equo e non – come accade anche a Rogoredo - strozzando con affitti carissimi per case fatiscenti, soprattutto gli stranieri e le persone meno abbienti . Recita il libro dell’Esodo: «Non affliggerai e non opprimerai il forestiero: voi stessi infatti siete stati forestieri nella terra d’Egitto» (22, 21) ; e ancora si legge : «Non molesterai il pellegrino: conoscete infatti lo stato d’animo dei forestieri, poiché voi stessi lo siete stati della terra d’Egitto » (23, 9). Ma si fa in fretta a dimenticarsi di quel che si è spesso sofferto così che si rischia di non voler vedere quel che altri oggi soffrono o peggio di generare sofferenza perché si è diventati degli egoisti assetati di guadagno …
“Pellegrini” del nostro tempo sono certamente tutti coloro che non hanno casa o perché nomadi o senza fissa dimora o, comunque, in viaggio perché sfrattati, cacciati da casa o allontanatisi di cerca lavoro , madri che, per qualsiasi motivo, non hanno un luogo dove partorire o accudire un figlio, padri che dopo una separazione rimangono a vivere per strada … Non può esserci oggi ne futuro ne speranza su questi grandi temi se non ci sarà un cambiamento di mentalità , una vera e propria conversione capace di agire sulle cause culturali e sociali che generano da una parte l'immigrazione e, dall’altra quegli atteggiamenti di rifiuto e di disprezzo verso chi è “ forestiero e pellegrino”, per valorizzarne, invece, la presenza come occasione storica per uno scambio di valori e per vivere un vero pluralismo sociale, culturale e religioso che arricchisca tutti e non impoverisca nessuno . Si esercita questa opera di misericordia anche contribuendo economicamente a sostenere la formazione e l’inserimento lavorativo di chi è straniero o immigrato , offrendo un lavoro dignitoso e legalmente retribuito così che possa raggiungere una propria autonomia . Ecco dunque la ricchezza che quest’opera di misericordia, così come le altre sette contiene in se stessa e che non possiamo omettere di vivere per quel che possiamo, pena il rischio di “ non aver fatto al Signore stesso quel che non si è fatto per uno di questi fratelli più piccoli .
A cura di Don Marco
Celebriamo per la prima volta la Riconciliazione
Oggi , in nostri piccoli di II corso di catechismo vivranno pe rla prima vola la Confessione, o Riconciliazione , o Sacramento della Penitenza, secondo i tre nomi con cui la tradizione cristiana ha indicato questo sacramento.
Riceverlo nel cuore del tempo di Quaresima dovrebbe aiutare i Bambini ( e anche noi adulti ) a comprendere il legame che esiste tra questo prezioso momento di grazia personale e comunitario ( la confessione ci riconcilia sempre con Dio e con i fratelli... ) e la Pasqua di Gesù a cui la quaresima ci prepara. Come dice una bella preghiera della liturgia: ” Eravamo morti a causa del peccato e incapaci di accostarci a te, ma tu ci hai dato
la prova suprema della tua misericordia, quando il tuo Figlio, il solo giusto, si è consegnato nelle nostre mani e si è lasciato inchiodare sulla croce “.
Immagino l’emozione che c’è nel cuore di questi piccoli ma sinceri amici di Gesù, nel sapere che è Lui , attraverso il sacerdote, a raggiungerli personalmente e a dire a ciascuno di loro :“ proprio perché ti voglio bene ti perdono tutti i tuoi peccati. Anche tu va e fai lo stesso con i tuoi amici e tutti quelli con i quali hai dei “ conti in sospeso”. L’esecizio della misericordia e del eprdono che si impara “ solamente” se ci si lascia perdonare fin da piccoli, se ci si accorge prima ancora di avere bisogno di perdono perché non si è perfetti ma, anzi, pieni di difetti e bisognosi d’essere corretti con amore per essere per essere uomini e donne migliori , è una necessità sempre più impellente nel nostro tempo così conflittuale e così povero di misericordia, dove ogni occasione è buona per farsi la guerra ma difficilmente per ritrovare concordia e pace…
Forse anche perché ci si confessa sempre meno , sempre meno ci sì affida all’amore del Padre misericordioso, sempre meno si rilegge la propria coscienza e il proprio modo di pensare ed agire, così come ci ha insegnato a fare la grande tradizione cristiana e soprattutto figure grandi di uomini e donne cha hanno visto la loro vita trasformata dall’azione potente dell’amore del padre , del figlio e dello Spirito Santo incontrato e sperimentato proprio attraverso l’esperienza bella ed intensa della Confessione e della Direzione Spirituale . Già … anche la Direzione Spirituale è una grande occasione, non sacramentale, ma certamente non meno significativa sul piano personale e di formazione della coscienza .
Come non ricordare infine le parole di papa Francesco sulla Confessione quando diceva : Anche dal punto di vista umano, per sfogarsi, è buono parlare con il fratello e dire al sacerdote queste cose, che sono tanto pesanti nel mio cuore. E uno sente che si sfoga davanti a Dio, con la Chiesa, con il fratello. Non avere paura della Confessione! Uno, quando è in coda per confessarsi, sente tutte queste cose, anche la vergogna, ma poi quando finisce la Confessione esce libero, grande, bello, perdonato, bianco, felice. E' questo il bello della Confessione! Io vorrei domandarvi - ma non ditelo a voce alta, ognuno si risponda nel suo cuore -: quando è stata l'ultima volta che ti sei confessato, che ti sei confessata? Ognuno ci pensi… Sono due giorni, due settimane, due anni, vent’anni, quarant’anni? Ognuno faccia il conto, ma ognuno si dica: quando è stata l'ultima volta che io mi sono confessato? E se è passato tanto tempo, non perdere un giorno di più, vai, che il sacerdote sarà buono. E' Gesù lì, e Gesù è più buono dei preti, Gesù ti riceve, ti riceve con tanto amore. Sii coraggioso e vai alla Confessione!
Auguri allora ai nostri bambini, nella speranza che possano vivere questo gesto con gioi serenità e senza "paura" perchè l'amore vero non può mai fare paura, semmai ci fa un po' vergognare del male che facciamo Ma è una vergona santa e benedetta come dice Papa Francesco...
Con affetto paterno Don Marco
CALENDARIO
Lunedì 24/3. Ore 18.00 Defunti della Parrocchia.
Martedì 24/ 3. Ore 18.00 Rainoldi Anna
Giovedì 27/3. Ore 18.00 Graziella , Maria e Saro.
ARCHIVIO
E’ sono tornati alla ‘Casa del Padre’ Rivolta Giannina ved. Gruppi anni 90; Di Nunno Antonio anni 59.
VARIE
S.O.S Caritas
Dal Centro di Ascolto ci richiedono: 1 armadio per abiti e mobili per camera da letto.
Pesca di Beneficenza . Raccogliamo oggetti vari, nuovi o in buono stato, per il Festone di Maggio. Ritiro in orari d’ufficio. Grazie
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