Comunicazione di Formazione Religiosa.
Foglio delle Campane di Rogoredo
foglio domenicale
ANNO XXXII domenica 2-3-2014 - VIII dopo l'Epifania
|
La Domenica del Perdono
Come già nella scorsa domenica, anche in questa ultima dopo l’Epifania ritroviamo il tema decisivo della misericordia e del perdono divino a cui costantemente ci sta richiamando Papa Francesco e che è da sempre uno dei temi cristiani maggiormente insistiti soprattutto da parte del magistero dei pontefici del XX secolo . Qui non possiamo certo riprendere uno ad uno tutti i diversi interventi che si sono susseguiti nel tempo . Tra tutti vorrei però riprendere qui la storica riflessione fatta da Giovanni Paolo II in occasione della Giornata Mondiale della Pace dell’anno 2002. Mai come in questo testo si può comprendere bene la relazione che esiste tra pace giustizia e perdono nella vita del mondo ma anche nell esperienza di ciascuno di noi sempre più segnata da controversie, conflitti, discussioni banali che si trasformano i tragedie , litigi per futili motivi che finiscono per dividere famiglie, amicizie e relazioni . Tutto questo è segno di una vera e propria malattia del tessuto sociale contemporaneo soprattutto nei paesi cosiddetti “ricchi” ed evoluti ma sempre più impoveriti di ciò che veramente conta per la vita. Certo il Pedono è un “ dono che solo Dio ci può regalare in pienezza, e lo ha fatto totalmente in Gesù suo Figlio morto in Croce “ in remissionem peccatorum”. Questo perdono però, siamo chiamati farlo divenire ogni giorno “pane quotidiano“ spezzato tra noi perché possano veramente essere superati conflitti piccoli e grandi e si possa veramente vivere sempre più nella pace e nella comunione fraterna. Ma ascoltiamo il pensiero del Beato Giovanni Paolo II “ La convinzione, a cui sono giunto ragionando e confrontandomi con la Rivelazione biblica, è che non si ristabilisce appieno l'ordine infranto, se non coniugando fra loro giustizia e perdono. I pilastri della vera pace sono la giustizia e quella particolare forma dell'amore che è il perdono. Ma come parlare, nelle circostanze attuali, di giustizia e insieme di perdono quali fonti e condizioni della pace? La mia risposta è che si può e si deve parlarne, nonostante la difficoltà che questo discorso comporta, anche perché si tende a pensare alla giustizia e al perdono in termini alternativi. Ma il perdono si oppone al rancore e alla vendetta, non alla giustizia. La vera pace, in realtà, è "opera della giustizia" (Is 32, 17). Come ha affermato il Concilio Vaticano II, la pace è "il frutto dell'ordine immesso nella società umana dal suo Fondatore e che deve essere attuato dagli uomini assetati di una giustizia sempre più perfetta" (Costituzione pastorale Gaudium et spes, 78). Da oltre quindici secoli, nella Chiesa cattolica risuona l'insegnamento di Agostino di Ippona, il quale ci ha ricordato che la pace, a cui mirare con l'apporto di tutti, consiste nella tranquillitas ordinis, nella tranquillità dell'ordine (cfr De civitate Dei, 19, 13). La vera pace, pertanto, è frutto della giustizia, virtù morale e garanzia legale che vigila sul pieno rispetto di diritti e doveri e sull'equa distribuzione di benefici e oneri. Ma poiché la giustizia umana è sempre fragile e imperfetta, esposta com'è ai limiti e agli egoismi personali e di gruppo, essa va esercitata e in certo senso completata con il perdono che risana le ferite e ristabilisce in profondità i rapporti umani turbati. Ciò vale tanto nelle tensioni che coinvolgono i singoli quanto in quelle di portata più generale ed anche internazionale. Il perdono non si contrappone in alcun modo alla giustizia, perché non consiste nel soprassedere alle legittime esigenze di riparazione dell'ordine leso. Il perdono mira piuttosto a quella pienezza di giustizia che conduce alla tranquillità dell'ordine, la quale è ben più che una fragile e temporanea cessazione delle ostilità, ma è risanamento in profondità delle ferite che sanguinano negli animi. Per un tale risanamento la giustizia e il perdono sono ambedue essenziali.
Non c'è pace senza giustizia, non c'è giustizia senza perdono: ecco ciò che voglio annunciare in questo Messaggio a credenti e non credenti, agli uomini e alle donne di buona volontà, che hanno a cuore il bene della famiglia umana e il suo futuro. Non c'è pace senza giustizia, non c'è giustizia senza perdono: questo voglio ricordare a quanti detengono le sorti delle comunità umane, affinché si lascino sempre guidare, nelle loro scelte gravi e difficili, dalla luce del vero bene dell'uomo, nella prospettiva del bene comune. Non c'è pace senza giustizia, non c'è giustizia senza perdono: questo monito non mi stancherò di ripetere a quanti, per una ragione o per l'altra, coltivano dentro di sé odio, desiderio di vendetta, bramosia di distruzione “.
A cura di Don Marco
ATTENZIONE
I partecipanti al pellegrinaggio a Roma - Assisi di Quaresima, devono passare in segreteria per lasciare luogo e data di nascita e provvedere al saldo entro il 15 marzo.
L’11 marzo ore 21.00 : riunione organizzativa con addetti dell’ agenzia.
Ci sono ancora due camere doppie una tripla disponibili, causa ritiro iscritti per motivi di salute .
.
“La Bibbia in pillole
curiosità bibliche a cura di D. Di Donato
Domenica 2 Marzo, durante la Messa, leggeremo Luca 15, 11-32
In questo brano, al versetto 20, leggiamo: “ suo padre lo vide , ebbe compassione " letteralmente splanchnizomai: "fu colpito alle viscere" indica l'aspetto materno della Paternità di Dio. Questo sentimento che sconvolge il cuore del padre fornisce la chiave di lettura della sua condotta e narra tutta la sua passione per l'uomo. E' la qualità di quel Dio che è misericordia. In Luca 6,36 Dio ci è presentato come Padre misericordioso, cioè insieme come padre e come madre (Luca usa "oiktirmon" che traduce l'ebraico "rahamin" indicante l'utero materno. La paternità di Dio per se viene dopo la sua maternità, per questo siamo generati ed amati senza condizioni da sempre e per sempre accolti.
SUFFRAGI
Lunedì 3/3.
E’ tornata alla ‘Casa del Padre’ Gatti Giuliana anni 74