Comunicazione di Formazione Religiosa.
Foglio delle Campane di Rogoredo
foglio domenicale
ANNO XXXII domenica 2-2-2014 - Presentazione del Signore al tempio
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36ma GIORNATA DELLA VITA
Messaggio dei Vescovi
Italiani
«Generare futuro»
La testimonianza di giovani sposi e i dati che emergono da inchieste recenti indicano ancora un grande desiderio di generare, che resta mortificato per la carenza di adeguate politiche familiari, per la pressione fiscale e una cultura diffidente verso la vita. Favorire questa aspirazione (valutata nella percentuale di 2,2 figli per donna sull’attuale 1,3 di tasso di natalità) porterebbe a invertire la tendenza negativa della natalità, e soprattutto ad arricchirci del contributo unico dei figli, autentico bene sociale oltre che segno fecondo dell’amore sponsale.
Educando al dialogo trale generazioni potremo unire in modo fecondo la speranza e le fatiche dei giovani con la saggezza, l’esperienza di vita e la tenacia degli anziani. La cultura dell’incontro è indispensabile per coltivare il valore della vita in tutte le sue fasi: dal concepimento alla nascita, educando e rigenerando di giorno in giorno, accompagnando la crescita verso l’età adulta e anziana fino al suo naturale termine, e superare così la cultura dello “scarto”. Si tratta di accogliere con stupore la vita, il mistero che la abita, la sua forza sorgiva, come realtà che sorregge tutte le altre, che è data e si impone da sé e pertanto non può essere soggetta all’arbitrio dell’uomo.
L’alleanza per la vita è capace di suscitare ancora autentico progresso per la nostra società, anche da un punto di vista materiale. Infatti il ricorso all’aborto priva ogni anno il nostro Paese anche dell’apporto prezioso di tanti nuovi uomini e donne. Se lamentiamo l’emorragia di energie positive che vive il nostro Paese con l’emigrazione forzata di persone – spesso giovani – dotate di preparazione e professionalità eccellenti, dobbiamo ancor più deplorare il mancato contributo di coloro ai quali è stato impedito di nascere. Ancora oggi, nascere non è una prospettiva sicura per chi ha ricevuto, con il concepimento, il dono della vita. È davvero preoccupante considerare come in Italia l’aspettativa di vita media di un essere umano cali vistosamente se lo consideriamo non alla nascita, ma al concepimento.
La nostra società ha bisogno oggi di solidarietà rinnovata, di uomini e donne che la abitino con responsabilità e siano messi in condizione di svolgere il loro compito di padri e madri, impegnati a superare l’attuale crisi demografica e, con essa, tutte le forme di esclusione. Una esclusione che tocca in particolare chi è ammalato e anziano, magari con il ricorso a forme mascherate di eutanasia. Vengono meno così il senso dell’umano e la capacità del farsi carico che stanno a fondamento della società. “È il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore. È l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, poi come genitori si prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori”.
Come un giorno si è stati accolti e accompagnati alla vita dai genitori, che rendono presente la più ampia comunità umana, così nella fase finale la famiglia e la comunità umana accompagnano chi è “rivestito di debolezza” (Eb 5,2), ammalato, anziano, non autosufficiente, non solo restituendo quanto dovuto, ma facendo unità attorno alla persona ora fragile, bisognosa, affidata alle cure e alle mani provvide degli altri.
Generare futuro è tenere ben ferma e alta questa relazione di amore e di sostegno, indispensabile per prospettare una comunità umana ancora unita e in crescita, consapevoli che “un popolo che non si prende cura degli anziani e dei bambini e dei giovani non ha futuro, perché maltratta la memoria e la promessa”.
CONSIGLIO PERMANENTE DELLA CEI
TRADIZIONALE VENDITA DELLE PRIMULE PER LA GIORNATA DELLA VITA
Come ormai tradizione consolidata, anche quest’anno il Gruppo famiglie della Parrocchia si impegna ad organizzare la vendita delle PRIMULE per la GIORNATA della Vita.
La destinazione dei fondi raccolti andrà a sostegno di due diverse proposte:
A. Per un sostegno al consultorio familiare interdecanale Gianna Beretta Molla di Via Boifava
B. Per un sostegno al Fondo Famiglia - Lavoro parrocchiale.
L’URNA di Don Bosco a Milano
L’Urna di San Giovanni Bosco, che dal 2009 sta percorrendo tutto il mondo, farà tappa a Milano al termine della Settimana dell’educazione 2014, dal 31 gennaio al 4 febbraio. Saranno giorni intensi in cui la diocesi ambrosiana si metterà in preghiera davanti al «padre e maestro della gioventù». La tappa nella nostra diocesi è senz’altro una delle più rilevanti, innanzitutto perché si tratta di un «ritorno»: Don Bosco fece visita a Milano la prima volta nel 1850 per confrontarsi con la realtà degli oratori ambrosiani; era all’inizio della sua opera al servizio dei giovani. Venne spesso a Milano, fino al 1886 (due anni prima della sua morte), intessendo legami e amicizie con diversi sacerdoti impegnati negli oratori, ma anche con gli Arcivescovi di Milano Romilli e Nazari di Calabiana. Questo ritorno assume per gli educatori di oggi un richiamo a rinnovare il proprio impegno con uno stile che sia «tipicamente oratoriano» e con una forma che richiami il senso di comunità e lo «spirito di famiglia». Per i ragazzi e gli adolescenti sarà l’occasione di conoscere e celebrare un sacerdote che ha «consumato» la sua vita per loro e confrontarsi con la sua «spiritualità» semplice e gioiosa. Per tutte le persone che l’hanno avuto e tuttora lo hanno come «riferimento», è l’incontro con un «amico» che continua a «lavorare» per il bene di tutti i giovani e per chi si «spende» per i ragazzi in spirito di servizio.
Ecco il programma :
IN PARTICOLARE : CELEBRAZIONE CON L’ARCIVESCOVO
“La Bibbia in pillole”curiosità bibliche a cura di D. Di DonatoDomenica 2 Febbraio, durante la Messa, leggeremo Lc 2,22-40In questo brano , al versetto 36 , leggiamo “C'era anche una profetessa Anna, figlia di Fanuele della tribù di Aser", anche Anna come Simeone appartiene ai poveri di JHWH, che attendono la manifestazione del Messia. Anche i nomi che la riguardano, sembrano avere una valenza simbolica: Hanna= colei colei che ha ricevuto grazia. Fahnuel=volto di Dio:Has'er= fortunata.
Anche la sua età 84(7x12 corrisponde al numero delle tribù x il numero del compimento) ha un valore altamente simbolico. Inoltre appartiene alla piccola tribù quella di Aser: segno che i più piccoli e fragili, sono più disposti a riconoscere in Gesù il Salvatore. Luca aggiunge l'episodio di Anna per dare valore legale alla testimonianza su Gesù, o forse per aggiungere una figura femminile accanto a quella di Simeone.