Comunicazione  di Formazione Religiosa.

 

Campane  Foglio delle Campane di Rogoredo

foglio domenicale

 
                 ANNO XXXII  domenica 12-1-2014 - Battesimo del Signore       
 
 

 

IL TEMPODOPO L'EPIFANIA

 
Trascorse le feste natalizie ed entrati ormai anche nel nuovo anno civile, si apre davanti a noi un tempo liturgico molto denso e ricco di momenti celebrativi preziosi per aiutare la nostra riflessione e il nostro cammino di vita quotidiana personale e comunitario.  ll Tempo che segue la celebrazione dell’Epifania nel nostro rito, si pone in continuazione con questa grande solennità. Prende infatti avvio con la Festa del Battesimo del Signore e prevede un numero variabile di domeniche, legato alla data mobile della Pasqua. Nel 2014 sarà il 20 aprile.  A partire dalla II domenica dopo l’Epifania, le letture sono tese a  mostrare  la messianicità e la signoria di Cristo, attraverso la presentazione dei segni da Lui compiuti. Nella II domenica,  in consonanza con gli usi  liturgici del Patriarcato latino di Gerusalemme, viene riproposta  tutti gli anni la pericope evangelica delle nozze di Cana. Nelle ultime due domeniche dopo l’Epifania, che immediatamente precedono il Tempo quaresimale, sono sviluppate le specifiche tematiche della clemenza misericordiosa di Dio e del perdono divino a fronte del cammino di conversione dell’uomo. Ma anche i giorni la liturgia dei feriali offre un prezioso percorso di fede. il Tempo dopo l’Epifania è caratterizzato dalla manifestazione della Sapienza divina, a cui dà voce anzitutto il Libro del Siracide. Le pagine che ne scandiscono la lettura progressiva, e le successive pericopi tratte dal Libro della Sapienza e dal Qoèlet, sviluppano un’illuminante riflessione sulla storia e sulla realtà dell’uomo. Lungo tutte le settimane del tempo dopo l’Epifania, si ritrova il “lieto annuncio di Gesù Cristo”, proclamato attraverso il Vangelo secondo Marco. Durante questo periodo poi, avremo l’occasione di  celebrare e vivere alcune feste e giornate particolarmente significative. Ricordiamo la Festa della Sacra Famiglia, nostra festa patronale, la giornata per la vita, la giornata mondiale dei malati e la giornata della solidarietà . In vista poi dell’accoglienza dell’Urna di don Bosco in diocesi, dal 31 gennaio al 4 febbraio 2014, vogliamo riscoprire il senso dell’educazione cristiana e rinnovare, come “ comunità educante “, l’impegno ad accompagnare   la crescita integrale dei nostri ragazzi. Come sempre ci ripete il nostro arcivescovo, per i più giovani, sentirsi accompagnati, guidati e sorretti da persone più grandi che li sanno amare, è la molla vincente per  aiutarli a fare scelte coraggiose e per restare fedeli alla propria vocazione cristiana. 

 

 LENTE D’INGRANDIMENTO : L’ ESORTAZIONE APOSTOLICA  “ EVANGELII GAUDIUM “

Come già anticipato, iniziamo con il nuovo anno, la pubblicazione di alcune parti dell’ Esortazione Apostolica “Evangelli Gaudium” grande manifesto programmatico del pontificato  di Papa Francesco . 

La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. In questa Esortazione desidero indirizzarmi ai fedeli cristiani, per invitarli a una nuova tappa evangelizzatrice marcata da questa gioia e indicare vie per il cammino della Chiesa nei prossimi anni.

I. Gioia che si rinnova e si comunica
Il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice ed opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata. Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene. Anche i credenti corrono questo rischio, certo e permanente. Molti vi cadono e si trasformano in persone risentite, scontente, senza vita. Questa non è la scelta di una vita degna e piena, questo non è il desiderio di Dio per noi, questa non è la vita nello Spirito che sgorga dal cuore di Cristo risorto.

Invito ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta. Non c’è motivo per cui qualcuno possa pensare che questo invito non è per lui, perché « nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore ».[1] Chi rischia, il Signore non lo delude, e quando qualcuno fa un piccolo passo verso Gesù, scopre che Lui già aspettava il suo arrivo a braccia aperte. Questo è il momento per dire a Gesù Cristo: « Signore, mi sono lasciato ingannare, in mille maniere sono fuggito dal tuo amore, però sono qui un’altra volta per rinnovare la mia alleanza con te. Ho bisogno di te. Riscattami di nuovo Signore, accettami ancora una volta fra le tue braccia redentrici ». Ci fa tanto bene tornare a Lui quando ci siamo perduti! Insisto ancora una volta: Dio non si stanca mai di perdonare, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere la sua misericordia. Colui che ci ha invitato a perdonare « settanta volte sette » (Mt18,22) ci dà l’esempio: Egli perdona settanta volte sette. Torna a caricarci sulle sue spalle una volta dopo l’altra. Nessuno potrà toglierci la dignità che ci conferisce questo amore infinito e incrollabile. Egli ci permette di alzare la testa e ricominciare, con una tenerezza che mai ci delude e che sempre può restituirci la gioia. Non fuggiamo dalla risurrezione di Gesù, non diamoci mai per vinti, accada quel che accada. Nulla possa più della sua vita che ci spinge in avanti !...

Il Vangelo, dove risplende gloriosa la Croce di Cristo, invita con insistenza alla gioia. Bastano alcuni esempi: « Rallegrati » è il saluto dell’angelo a Maria (Lc 1,28). La visita di Maria a Elisabetta fa sì che Giovanni salti di gioia nel grembo di sua madre (cfr Lc 1,41). Nel suo canto Maria proclama: « Il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore » (Lc1,47). Quando Gesù inizia il suo ministero, Giovanni esclama: « Ora questa mia gioia è piena » (Gv 3,29). Gesù stesso « esultò di gioia nello Spirito Santo » (Lc 10,21). Il suo messaggio è fonte di gioia: « Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena » (Gv 15,11). La nostra gioia cristiana scaturisce dalla fonte del suo cuore traboccante. Egli promette ai discepoli: « Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia » (Gv16,20). E insiste: « Vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia » (Gv16,22). In seguito essi, vedendolo risorto, « gioirono » (Gv 20,20). Il libro degli Atti degli Apostoli narra che nella prima comunità « prendevano cibo con letizia » (2,46). Dove i discepoli passavano « vi fu grande gioia » (8,8), ed essi, in mezzo alla persecuzione, « erano pieni di gioia » (13,52). Un eunuco, appena battezzato, « pieno di gioia seguiva la sua strada » (8,39), e il carceriere « fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per aver creduto in Dio » (16,34). Perché non entrare anche noi in questo fiume di gioia?

Ci sono cristiani che sembrano avere uno stile di Quaresima senza Pasqua. Però riconosco che la gioia non si vive allo stesso modo in tutte la tappe e circostanze della vita, a volte molto dure. Si adatta e si trasforma, e sempre rimane almeno come uno spiraglio di luce che nasce dalla certezza personale di essere infinitamente amato, al di là di tutto. Capisco le persone che inclinano alla tristezza per le gravi difficoltà che devono patire, però poco alla volta bisogna permettere che la gioia della fede cominci a destarsi, come una segreta ma ferma fiducia, anche in mezzo alle peggiori angustie: « Sono rimasto lontano dalla pace, ho dimenticato il benessere … Questo intendo richiamare al mio cuore, e per questo voglio riprendere speranza. Le grazie del Signore non sono finite, non sono esaurite le sue misericordie. Si rinnovano ogni mattina, grande è la sua fedeltà … È  bene aspettare in silenzio la salvezza del Signore »(Lam 3,17.21-23.26).

La tentazione appare frequentemente sotto forma di scuse e recriminazioni, come se dovessero esserci innumerevoli condizioni perché sia possibile la gioia. Questo accade perché « la società tecnologica ha potuto moltiplicare le occasioni di piacere, ma essa difficilmente riesce a procurare la gioia ».[2] Posso dire che le gioie più belle e spontanee che ho visto nel corso della mia vita sono quelle di persone molto povere che hanno poco a cui aggrapparsi. Ricordo anche la gioia genuina di coloro che, anche in mezzo a grandi impegni professionali, hanno saputo conservare un cuore credente, generoso e semplice. In varie maniere, queste gioie attingono alla fonte dell’amore sempre più grande di Dio che si è manifestato in Gesù Cristo. Non mi stancherò di ripetere quelle parole di Benedetto XVI che ci conducono al centro del Vangelo: « All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e, con ciò, la direzione decisiva ».[3]

Solo grazie a quest’incontro – o reincontro – con l’amore di Dio, che si tramuta in felice amicizia, siamo riscattati dalla nostra coscienza isolata e dall’autoreferenzialità. Giungiamo ad essere pienamente umani quando siamo più che umani, quando permettiamo a Dio di condurci al di là di noi stessi perché raggiungiamo il nostro essere più vero. Lì sta la sorgente dell’azione evangelizzatrice. Perché, se qualcuno ha accolto questo amore che gli ridona il senso della vita, come può contenere il desiderio di comunicarlo agli altri?

 
  
 “La Bibbia in pillole”
 
curiosità bibliche  a cura di D. Di Donato 
  
Domenica  12 Gennaio, durante la Messa, leggeremo Gv 1,1-14
In questo brano , al versetto 17, leggiamo “"Questi e il Figlio mio, l'amatoCitazione di Is 42,1 : “Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto che ho favorito.”  con lievi modifiche.
Figlio (huios) / servo (pais) : il termine greco pais per ‘servo’ letteralmente significa ‘bambino’ e per estensione ‘figlio’. Con quest’ultima accezione è stato recepito dall’Evangelista, che lo sostituisce con huios ‘figlio’. Dio chiama il Messia ‘figlio’ in Sal 2,7: “Voglio annunciare il decreto del Signore. Egli mi ha detto: "Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato”
 
 
  CALENDARIO
 
Domenica 12/1.
Ore 9.00 2° Incontro fidanzati; ore 15,30 Battesimi
 
Lunedì 13/1.
Ore 17.00 Centro d’Ascolto Caritas; ore 21.00 Corale.
 
Martedì 14/1.
Ore 21.00 C.P.P/3.
 
Mercoledì 15 /1.
Ore 9,00-10,30 Guardaroba Caritas; ore 17.00 S. Vincenzo; ore 21.00 ‘Cenacolo’ in cappellina.
 
Giovedì 16/1.
Ore 21.00 Equipe gruppo famiglie (per febbraio); ore 21.00 Lectio Divina, in cappellina;
ore 21.00 Ripresa incontri “Adulti in ricerca” (c/o Piccoloratorio).
 
Venerdì 17/1. Giornata per il dialogo con i fratelli Ebrei;
 ore 21.00 Gruppo missionario parrocchiale.
 
Sabato 18/1. Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani (fino al 25);
ore 16,30 confessioni 4° corso; ore 21.00 Gruppo del Vangelo c/o Mocciola 02.515160.
 
Domenica 19/1.
Ore 9.00 3° incontro fidanzati; ore 10,15 ‘Domenica Insieme’ PreAdo.
 
SUFFRAGI
Lunedì 13/1.
Ore 18.00 Leonardi Francesco, Costanzo Carmelina e Costanzo Nunzia.
 
Martedì 14/1.
Ore 8,30 Martinelli Zina e Fam. Esposti;
ore 18.00 Crivelli Mario e Mondani Enzo.
 
Giovedì 16/1.
Ore 18.00 Nella e Valentino Casana.
 
Venerdì 17/1.
Ore 18.00 Gaeta Gustavo.
 
ARCHIVIO
 
 *** E’ tornato alla ‘Casa del Padre’ Zucca Francesco anni 91.
 
AVVISO
Come previsto dalle normative vigenti in materia di soccorso nei luoghi di pubblica frequentazione  dove si svolgono attività  sportive anche amatoriali, la nostra parrocchia si è dovuta dotare di un defibrillatore che sarà posto nel corridoio dell’oratorio . Occorre però che si faccia un corso per il suo utilizzo . Chi fosse interessato deve iscriversi presso don Marco o tel. in parrocchia al solito  numero 02514135.