Comunicazione  di Formazione Religiosa. 

Campane  Foglio delle Campane di Rogoredo
foglio domenicale
 
ANNO XXXII  domenica 1-12-2013  III Domenica di Avvento

OMELIA PER LA CHIUSURA DELL’ANNO DELLA FEDE 

 

La solennità odierna di Cristo Re dell’universo, coronamento dell’anno liturgico, segna anche la conclusione dell’Anno della Fede, indetto dal Papa Benedetto XVI, al quale va ora il nostro pensiero pieno di affetto e di riconoscenza per questo dono che ci ha dato. Con tale provvidenziale iniziativa, egli ci ha offerto l’opportunità di riscoprire la bellezza di quel cammino di fede che ha avuto inizio nel giorno del nostro Battesimo, che ci ha resi figli di Dio e fratelli nella Chiesa. Un cammino che ha come meta finale l’incontro pieno con Dio, e durante il quale lo Spirito Santo ci purifica, ci eleva, ci santifica, per farci entrare nella felicità a cui anela il nostro cuore.
Desidero anche rivolgere un cordiale e fraterno saluto ai Patriarchi e agli Arcivescovi Maggiori delle Chiese Orientali Cattoliche, qui presenti. Lo scambio della pace, che compirò con loro, vuole significare anzitutto la riconoscenza del Vescovo di Roma per queste Comunità, che hanno confessato il nome di Cristo con una esemplare fedeltà, spesso pagata a caro prezzo.
Allo stesso modo, per loro tramite, con questo gesto intendo raggiungere tutti i cristiani che vivono nella Terra Santa, in Siria e in tutto l’Oriente, al fine di ottenere per tutti il dono della pace e della concordia.
Le Letture bibliche che sono state proclamate hanno come filo conduttore la centralità di Cristo. Cristo è al centro, Cristo è il centro. Cristo centro della creazione, Cristo centro del popolo, Cristo centro della storia.
1. L’Apostolo Paolo ci offre una visione molto profonda della centralità di Gesù. Ce lo presenta come il Primogenito di tutta la creazione: in Lui, per mezzo di Lui e in vista di Lui furono create tutte le cose. Egli è il centro di tutte le cose, è il principio: Gesù Cristo, il Signore. Dio ha dato a Lui la pienezza, la totalità, perché in Lui siano riconciliate tutte le cose (cfr 1,12-20). Signore della creazione, Signore della riconciliazione.
Questa immagine ci fa capire che Gesù è il centro della creazione; e pertanto l’atteggiamento richiesto al credente, se vuole essere tale, è quello di riconoscere e di accogliere nella vita questa centralità di Gesù Cristo, nei pensieri, nelle parole e nelle opere. E così i nostri pensieri saranno pensieri cristiani, pensieri di Cristo. Le nostre opere saranno operecristiane, opere di Cristo, le nostre parole saranno parole cristiane, parole di Cristo. Invece, quando si perde questo centro, perché lo si sostituisce con qualcosa d’altro, ne derivano soltanto dei danni, per l’ambiente attorno a noi e per l’uomo stesso.
2. Oltre ad essere centro della creazione e centro della riconciliazione, Cristo è centro del popolo di Dio. E proprio oggi è qui, al centro di noi. Adesso è qui nella Parola, e sarà qui sull’altare, vivo, presente, in mezzo a noi, il suo popolo. E’ quanto ci viene mostrato nella prima Lettura, dove si racconta del giorno in cui le tribù d’Israele vennero a cercare Davide e davanti al Signore lo unsero re sopra Israele (cfr 2 Sam 5,1-3). Attraverso la ricerca della figura ideale del re, quegli uomini cercavano Dio stesso: un Dio che si facesse vicino, che accettasse di accompagnarsi al cammino dell’uomo, che si facesse loro fratello.
Cristo, discendente del re Davide, è proprio il “fratello” intorno al quale si costituisce il popolo, che si prende cura del suo popolo, di tutti noi, a costo della sua vita. In Lui noi siamo uno; un solo popolo uniti a Lui, condividiamo un solo cammino, un solo destino. Solamente in Lui, in Lui come centro, abbiamo l’identità come popolo.
3. E, infine, Cristo è il centro della storia dell’umanità, e anche il centro della storia di ogni uomo. A Lui possiamo riferire le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di cui è intessuta la nostra vita. Quando Gesù è al centro, anche i momenti più bui della nostra esistenza si illuminano, e ci dà speranza, come avviene per il buon ladrone nel Vangelo di oggi.
Mentre tutti gli altri si rivolgono a Gesù con disprezzo – “Se tu sei il Cristo, il Re Messia, salva te stesso scendendo dal patibolo!” – quell’uomo, che ha sbagliato nella vita, alla fine si aggrappa pentito a Gesù crocifisso implorando: «Ricordati di me, quando entrerai nel tuo regno» (Lc 23,42). E Gesù gli promette: «Oggi con me sarai nel paradiso» (v. 43): il suo Regno. Gesù pronuncia solo la parola del perdono, non quella della condanna; e quando l’uomo trova il coraggio di chiedere questo perdono, il Signore non lascia mai cadere una simile richiesta. Oggi tutti noi possiamo pensare alla nostra storia, al nostro cammino. Ognuno di noi ha la sua storia; ognuno di noi ha anche i suoi sbagli, i suoi peccati, i suoi momenti felici e i suoi momenti bui. Ci farà bene, in questa giornata, pensare alla nostra storia, e guardare Gesù, e dal cuore ripetergli tante volte, ma con il cuore, in silenzio, ognuno di noi: “Ricordati di me, Signore, adesso che sei nel tuo Regno! Gesù, ricordati di me, perché io ho voglia di diventare buono, ho voglia di diventare buona, ma non ho forza, non posso: sono peccatore, sono peccatore. Ma ricordati di me, Gesù! Tu puoi ricordarti di me, perché Tu sei al centro, Tu sei proprio nel tuo Regno!”. Che bello! Facciamolo oggi tutti, ognuno nel suo cuore, tante volte. “Ricordati di me, Signore, Tu che sei al centro, Tu che sei nel tuo Regno!”.
La promessa di Gesù al buon ladrone ci dà una grande speranza: ci dice che la grazia di Dio è sempre più abbondante della preghiera che l’ha domandata. Il Signore dona sempre di più, è tanto generoso, dona sempre di più di quanto gli si domanda: gli chiedi di ricordarsi di te, e ti porta nel suo Regno! Gesù è proprio il centro dei nostri desideri di gioia e di salvezza. Andiamo tutti insieme su questa strada!
 
Papa Francesco
 
  
 

 

   Lente d’ingrandimento : I laici e la testimonianza della fede oggi
 
Pubblichiamo l’intervento che l’arcivescovo Angelo Scola ha fatto a Mosca lo scorso 11 novembre, parlando a sacerdoti,  religiosi e alle religiose sul ruolo dei laici nella chiesa e nel mondo contemporaneo . 
Descrivere il fedele laico a partire dall’insegnamento del Concilio Vaticano II implica considerare la sua identità in termini di vocazione-missione (Christifideles laici 2, 8-9). Egli, infatti, riceve la propria identità nel battesimo ordinato all’Eucaristia che lo costituisce membro del Corpo di Cristo e quindi lo radica essenzialmente ed esistenzialmente nell’appartenenza ecclesiale (anche la realtà dei carismi e dei ministeri trova la sua ragion d’essere in questa radice sacramentale), inviandolo al mondo qua le testimone :    ” L'inserimento in Cristo per mezzo della fede e dei sacramenti dell'iniziazione cristiana è la radice prima che origina la nuova condizione del cristiano nel mistero della Chiesa, che costituisce la sua più profonda “fisionomia”, che sta alla base di tutte le vocazioni e del dinamismo della vita cristiana dei fedeli laici: in Gesù Cristo, morto e risorto, il battezzato diventa una “creatura nuova” (Gal 6, 15; 2 Cor 5, 17), una creatura purificata dal peccato e vivificata dalla grazia. In tal modo, solo cogliendo la misteriosa ricchezza che Dio dona al cristiano nel santo Battesimo è possibile delineare la “figura” del fedele laico» (ChL 9). In questo modo possiamo dire, con un’espressione sintetica, che l’identità del fedele laico è quella del testimone nel mondo: questa affermazione se ben intesa rivela anche il contenuto proprio dell’indole secolare caratteristica del fedele laico: «Il Concilio descrive la condizione secolare dei fedeli laici indicandola, anzitutto, come il luogo nel quale viene loro rivolta la chiamata di Dio: “Ivi sono da Dio chiamati”. Si tratta di un “luogo” presentato in termini dinamici: i fedeli laici “vivono nel secolo, cioè implicati in tutti e singoli gli impieghi e gli affari del mondo e nelle ordinarie condizioni della vita familiare e sociale, di cui la loro esistenza è come intessuta”. (…) Il “mondo” diventa così l'ambito e il mezzo della vocazione cristiana dei fedeli laici, perché esso stesso è destinato a glorificare Dio Padre in Cristo» (ChL 15). Il testimone, quando è autentico, fa sempre spazio all’interlocutore e a tutte le sue domande, di qualunque tipo esse siano: «Non ci sono confini, non ci sono limiti» (Papa Francesco, Santa Messa per la XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù, 28 luglio 2013). Non è certo un ripetitore di teorie o di dottrine cristallizzate, ma vive delle stesse domande del suo interlocutore, poiché è immerso in quel medesimo campo che è il mondo. Non esistono infatti domande dei nostri contemporanei che non siano nostre; le “periferie esistenziali” – per usare l’espressione di Papa Francesco – sono anzitutto i confini della nostra stessa esperienza umana.
Con una bella espressione Benedetto XVI approfondisce la dinamica della testimonianza affermando che essa «è il mezzo con cui la verità dell'amore di Dio raggiunge l'uomo nella storia, invitandolo ad accogliere liberamente questa novità radicale. Nella testimonianza Dio si espone, per così dire, al rischio della libertà dell'uomo» (Sacramentum Caritatis 85).
La precisazione di Benedetto XVI – Dio raggiunge l’uomo nella storia – appare decisiva. Infatti la categoria di testimonianza si rifà da una parte alla fisionomia stabilmente costitutiva del cristiano in quanto seguace di Cristo ma, dall’altra, qualifica la dimensione secolare della Chiesa tutta, e quindi anche la specifica indole secolare del fedele laico, come una realtà che non è possibile predeterminare in astratto. Diceva Giovanni Paolo II sempre nel n. 15 di Christifideles laici: «Come diceva Paolo VI, la Chiesa “ha un'autentica dimensione secolare, inerente alla sua intima natura e missione, la cui radice affonda nel mistero del Verbo Incarnato, e che è realizzata in forme diverse per i suoi membri”. La Chiesa, infatti, vive nel mondo anche se non è del mondo (cf. Gv 17, 16) ed è mandata a continuare l'opera redentrice di Gesù Cristo, la quale “mentre per natura sua ha come fine la salvezza degli uomini, abbraccia pure la instaurazione di tutto l'ordine temporale”. Certamente tutti i membri della Chiesa sono partecipi della sua dimensione secolare; ma lo sono in forme diverse. In particolare la partecipazione dei fedeli laici ha una sua modalità di attuazione e di funzione che, secondo il Concilio, è loro “propria e peculiare”: tale modalità viene designata con l'espressione “indole secolare”».
L’indole secolare non può essere pensata a tavolino, ma essendo sempre storicamente determinata, deve essere guadagnata in ogni tempo. Dall’interno delle singolari circostanze vocazionali di ogni cristiano e dei tratti socio-culturali propri dell’agire “qui ed ora” cui è chiamato dalla sua indole secolare si deve, infatti, dire quel che Guardini diceva del lavoro di trasfigurare la natura a partire dalla grazia: esso è «qualcosa che incombe come compito. Emergente continuamente alla luce (…) Il compito ha il carattere d’esser sempre posto e sempre di nuovo rimesso in questione».
In questo contesto parlare di indole secolare significa parlare della missione della Chiesa e, quindi, dei fedeli laici, come intrinsecamente segnata dalla storia. La domanda circa l’identità del fedele laico diventa pertanto essenzialmente pratica. Si tratta di individuare come oggi l’indole secolare della Chiesa e, quindi, dei laici debba venir declinata. Ciò equivale ad identificare i tratti essenziali della missione ecclesiale dei fedeli laici all’inizio del terzo millennio cristiano. Qui diventa decisiva la questione della vocazione-missione dei fedeli laici in Russia.
I laici sono chiamati a testimoniare nel mondo la bellezza della loro fede. Questa testimonianza integrale, sempre storicamente situata, che valorizza carismi e ministeri, è anche, in forza dell’indole secolare, il dono più grande che possiamo fare ai nostri fratelli uomini in vista dell’edificazione della vita buona personale e sociale e del buon governo. Ecco perché Charles Péguy, nel suo stile inconfondibile, afferma che i cristiani sono «i più civici fra gli uomini (...), eredi degli antichi civici, universalmente, eternamente civici».
 
+ Angelo Scola Arciv.
 

 ATTENZIONI SPECIALI per l’AVVENTO  2013

 

 In collaborazione con la San Vincenzo, per far fronte al crescente bisogno di alimenti per i poveri,   porteremo ogni settimana un alimento specifico che sarà raccolto alle Sante Messe durante l’OFFERTORIO in cesti appositi messi sull’ ALTARE.

Per la terza domenica 8 /12,  siamo invitati a portare :

ZUCCHERO

  

“La Bibbia in pillole”

curiosità bibliche  a cura di D. Di Donato 

Domenica  1 Dicembre, durante la Messa, leggeremo Mt 11, 2-15
In questo brano , al versetto 4, leggiamo “Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete “ Quello che i discepoli ascoltano e vedono, al tempo presente (akouete kài blepete, ascoltate e vedete), è la presenza ora della venuta sanatrice del Dio annunciato da Isaia nella prima lettura : i ciechi (tuphloi), gli zoppi (choloi), i sordi (kophoi) risanati ascoltati in Isaia sono quelli visti in Matteo (v.5).     Queste tre guarigioni riguardano direttamente i discepoli ,che sono sempre al centro di questo Vangelo, insieme a noi: come sordi risanati, hanno finalmente udito ciò che compie Gesù; come ciechi risanati, hanno finalmente visto ciò che compie Gesù; come zoppi risanati, hanno finalmente ricevuto da Gesù la benedizione per non inciampare più.
 
 
 
   CALENDARIO 
 
Domenica 1/12   III Domenica diAvvento
Ore 21.00 Gruppo del Vangelo c/o Mocciola 02515160.
 
Lunedì 2/12
FINE GITA AVVENTO.
Ore 17.00 Centro d’Ascolto Caritas; ore 21.00 Corale.
 
Martedì 3/12
Ore 21.00 Incontro Caritas unitario (S. Vincenzo, C.d.A, Missioni, guardaroba).
 
Mercoledì 4/12
Ore 21.00 Cenacolo di Avvento, in cappellina: S. Messa, omelia e adorazione.
  
Giovedì 5/12
Ore 17.00 e 21.00 Corso Biblico Decanale.
 
Venerdì 6/12
Ore 14,30 Pulizie chiesa 1° turno; ore 21.00 Equipe famiglie.
 
Sabato 7/12
Ore 9,30-10,30 Centro d’Ascolto Caritas;
Ore 15,30 Preparazione nuovi chierichetti.
 
Domenica 8/12 IV Domenica di Avvento.
Ore 10,15 ‘Domenica Insieme’ Terzo Corso;
Ore 15,30 AC Ass. Decanale a S. Rita.
 
 
SUFFRAGI
 
Lunedì 2/12.
Ore 18.00 Maria Consuelo Fernandes.
 
Martedì 3/12.
Ore 18.00 Marianna Sancez.
 
 
OFFERTE.
 
 N.N. per fondo famiglia €200,00; per Battesimi €200,00; per funerale €100,00.
 
 
ARCHIVIO
 
*** Sono tornati alla ‘Casa del Padre’ Marconi Antonietta anni 95 e Orlandini Innocente anni 73.