Comunicazione  di Formazione Religiosa. 

Campane  Foglio delle Campane di Rogoredo
foglio domenicale
 
ANNO XXXII  domenica 27-10-2013  I dopo la DEDICAZIONE DELLA CATTEDRALE

 

GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE  2013

  Vi propongo  in queste pagine, il testo integrale del messaggio per la giornata missionaria mondiale di quest’anno, offerto da Papa Francesco alla Chiesa universale, e che ritengo possa offrire preziose indicazioni per vivere la “missione” come un fatto “che ci riguarda” proprio perché tutti siamo chiamati dal Signore Gesù a rendere testimonianza  e narrare con la vita, non solamente una  “dottrina“ ma  quello “ che abbiamo visto e  incontrato e che è diventato poi  anche “ contenuto “ intellettivo …
 Cari fratelli e sorelle,
quest’anno celebriamo la Giornata Missionaria Mondiale mentre si sta concludendo l'Anno della fede, occasione importante per rafforzare la nostra amicizia con il Signore e il nostro cammino come Chiesa che annuncia con coraggio il Vangelo. In questa prospettiva, vorrei proporre alcune riflessioni.
 
1. La fede è dono prezioso di Dio, il quale apre la nostra mente perché lo possiamo conoscere ed amare. Egli vuole entrare in relazione con noi per farci partecipi della sua stessa vita e rendere la nostra vita più piena di significato, più buona, più bella. Dio ci ama! La fede, però, chiede di essere accolta, chiede cioè la nostra personale risposta, il coraggio di affidarci a Dio, di vivere il suo amore, grati per la sua infinita misericordia. E' un dono, poi, che non è riservato a pochi, ma che viene offerto con generosità. Tutti dovrebbero poter sperimentare la gioia di sentirsi amati da Dio, la gioia della salvezza! Ed è un dono che non si può tenere solo per se stessi, ma che va condiviso. Se noi vogliamo tenerlo soltanto per noi stessi, diventeremo cristiani isolati, sterili e ammalati. L’annuncio del Vangelo fa parte dell’essere discepoli di Cristo ed è un impegno costante che anima tutta la vita della Chiesa. «Lo slancio missionario è un segno chiaro della maturità di una comunità ecclesiale» (Benedetto XVI, Esort. ap. Verbum Domini, 95). Ogni comunità è “adulta” quando professa la fede, la celebra con gioia nella liturgia, vive la carità e annuncia senza sosta la Parola di Dio, uscendo dal proprio recinto per portarla anche nelle “periferie”, soprattutto a chi non ha ancora avuto l’opportunità di conoscere Cristo. La solidità della nostra fede, a livello personale e comunitario, si misura anche dalla capacità di comunicarla ad altri, di diffonderla, di viverla nella carità, di testimoniarla a quanti ci incontrano e condividono con noi il cammino della vita.
 
2. L'Anno della fede, a cinquant’anni dall’inizio del Concilio Vaticano II, è di stimolo perché l'intera Chiesa abbia una rinnovata consapevolezza della sua presenza nel mondo contemporaneo, della sua missione tra i popoli e le nazioni. La missionarietà non è solo una questione di territori geografici, ma di popoli, di culture e di singole persone, proprio perché i “confini" della fede non attraversano solo luoghi e tradizioni umane, ma il cuore di ciascun uomo e di ciascuna donna, Il Concilio Vaticano II ha sottolineato in modo speciale come il compito missionario, il compito di allargare i confini della fede, sia proprio di ogni battezzato e di tutte le comunità cristiane: «Poiché il popolo di Dio vive nelle comunità, specialmente in quelle diocesane e parrocchiali, ed in esse in qualche modo appare in forma visibile, tocca anche a queste comunità rendere testimonianza a Cristo di fronte alle nazioni» (Decr. Ad gentes, 37). Ciascuna comunità è quindi interpellata e invitata a fare proprio il mandato affidato da Gesù agli Apostoli di essere suoi «testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra» (At 1,8), non come un aspetto secondario della vita cristiana, ma come un aspetto essenziale: tutti siamo inviati sulle strade del mondo per camminare con i fratelli, professando e testimoniando la nostra fede in Cristo e facendoci annunciatori del suo Vangelo. Invito i Vescovi, i Presbiteri, i Consigli presbiterali e pastorali, ogni persona e gruppo responsabile nella Chiesa a dare rilievo alla dimensione missionaria nei programmi pastorali e formativi, sentendo che il proprio impegno apostolico non è completo se non contiene il proposito di “rendere testimonianza a Cristo di fronte alle nazioni”, di fronte a tutti i popoli. La missionarietà non è solamente una dimensione programmatica nella vita cristiana, ma anche una dimensione paradigmatica che riguarda tutti gli aspetti della vita cristiana.
 
3. Spesso l'opera di evangelizzazione trova ostacoli non solo all'esterno, ma all’interno della stessa comunità ecclesiale. A volte sono deboli il fervore, la gioia, il coraggio, la speranza nell’annunciare a tutti il Messaggio di Cristo e nell’aiutare gli uomini del nostro tempo ad incontrarlo. A volte si pensa ancora che portare la verità del Vangelo sia fare violenza alla libertà. Paolo VI ha parole illuminanti al riguardo: «Sarebbe ... un errore imporre qualcosa alla coscienza dei nostri fratelli. Ma proporre a questa coscienza la verità evangelica e la salvezza di Gesù Cristo con piena chiarezza e nel rispetto assoluto delle libere opzioni che essa farà ... è un omaggio a questa libertà» (Esort, ap. Evangelii nuntiandi, 80). Dobbiamo avere sempre il coraggio e la gioia di proporre, con rispetto, l’incontro con Cristo, di farci portatori del suo Vangelo. Gesù è venuto in mezzo a noi per indicare la via della salvezza, ed ha affidato anche a noi la missione di farla conoscere a tutti, fino ai confini della terra. Spesso vediamo che sono la violenza, la menzogna, l’errore ad essere messi in risalto e proposti. E’ urgente far risplendere nel nostro tempo la vita buona del Vangelo con l’annuncio e la testimonianza, e questo dall’interno stesso della Chiesa. Perché, in questa prospettiva, è importante non dimenticare mai un principio fondamentale per ogni evangelizzatore: non si può annunciare Cristo senza la Chiesa. Evangelizzare non è mai un atto isolato, individuale, privato, ma sempre ecclesiale. Paolo VI scriveva che «quando il più sconosciuto predicatore, missionario, catechista o Pastore, annuncia il Vangelo, raduna la comunità, trasmette la fede, amministra un Sacramento, anche se è solo, compie un atto di Chiesa». Egli non agisce «per una missione arrogatasi, né in forza di un'ispirazione personale, ma in unione con la missione della Chiesa e in nome di essa» (ibidem). E questo dà forza alla missione e fa sentire ad ogni missionario ed evangelizzatore che non è mai solo, ma parte di un unico Corpo animato dallo Spirito Santo.
 
4. Nella nostra epoca, la mobilità diffusa e la facilità di comunicazione attraverso i new media hanno mescolato tra loro i popoli, le conoscenze, le esperienze. Per motivi di lavoro intere famiglie si spostano da un continente all'altro; gli scambi professionali e culturali, poi, il turismo e fenomeni analoghi spingono a un ampio movimento di persone. A volte risulta difficile persino per le comunità parrocchiali conoscere in modo sicuro e approfondito chi è di passaggio o chi vive stabilmente sul territorio. Inoltre, in aree sempre più ampie delle regioni tradizionalmente cristiane cresce il numero di coloro che sono estranei alla fede, indifferenti alla dimensione religiosa o animati da altre credenze. Non di rado poi, alcuni battezzati fanno scelte di vita che li conducono lontano dalla fede, rendendoli così bisognosi di una “nuova evangelizzazione”. A tutto ciò si aggiunge il fatto che ancora un'ampia parte dell'umanità non è stata raggiunta dalla buona notizia di Gesù Cristo. Viviamo poi in un momento di crisi che tocca vari settori dell'esistenza, non solo quello dell’economia, della finanza, della sicurezza alimentare, dell’ambiente, ma anche quello del senso profondo della vita e dei valori fondamentali che la animano. Anche la convivenza umana è segnata da tensioni e conflitti che provocano insicurezza e fatica di trovare la via per una pace stabile. In questa complessa situazione, dove l'orizzonte del presente e del futuro sembrano percorsi da nubi minacciose, si rende ancora più urgente portare con coraggio in ogni realtà il Vangelo di Cristo, che è annuncio di speranza, di riconciliazione, di comunione, annuncio della vicinanza di Dio, della sua misericordia, della sua salvezza, annuncio che la potenza di amore di Dio è capace di vincere le tenebre del male e guidare sulla via del bene. L’uomo del nostro tempo ha bisogno di una luce sicura che rischiara la sua strada e che solo l’incontro con Cristo può donare. Portiamo a questo mondo, con la nostra testimonianza, con amore, la speranza donata dalla fede! La missionarietà della Chiesa non è proselitismo, bensì testimonianza di vita che illumina il cammino, che porta speranza e amore. La Chiesa - lo ripeto ancora una volta - non è un’organizzazione assistenziale, un’impresa, una ONG, ma è una comunità di persone, animate dall'azione dello Spirito Santo, che hanno vissuto e vivono lo stupore dell’incontro con Gesù Cristo e desiderano condividere questa esperienza di profonda gioia, condividere il Messaggio di salvezza che il Signore ci ha portato. E’ proprio lo Spirito Santo che guida la Chiesa in questo cammino.
 
5. Vorrei incoraggiare tutti a farsi portatori della buona notizia di Cristo e sono grato in modo particolare ai missionari e alle missionarie, ai presbiteri fidei donum, ai religiosi e alle religiose, ai fedeli laici - sempre più numerosi - che, accogliendo la chiamata del Signore, lasciano la propria patria per servire il Vangelo in terre e culture diverse. Ma vorrei anche sottolineare come le stesse giovani Chiese si stiano impegnando generosamente nell’invio di missionari alle Chiese che si trovano in difficoltà - non raramente Chiese di antica cristianità - portando così la freschezza e l’entusiasmo con cui esse vivano la fede che rinnova la vita e dona speranza. Vivere in questo respiro universale, rispondendo al mandato di Gesù «andate dunque e fate discepoli tutti i popoli» (Mt 28, 19) è una ricchezza per ogni Chiesa particolare, per ogni comunità, e donare missionari e missionarie non è mai una perdita, ma un guadagno. Faccio appello a quanti avvertono tale chiamata a corrispondere generosamente alla voce dello Spirito, secondo il proprio stato di vita, e a non aver paura dì essere generosi con il Signore. Invito anche i Vescovi, le famiglie religiose, le comunità e tutte le aggregazioni cristiane a sostenere, con lungimiranza e attento discernimento, la chiamata missionaria ad gentes e ad aiutare le Chiese che hanno necessità di sacerdoti, di religiosi e religiose e di laici per rafforzare la comunità cristiana. E questa dovrebbe essere un’attenzione presente anche tra le Chiese che fanno parte di una stessa Conferenza Episcopale o di una Regione: è importante che le Chiese più ricche di vocazioni aiutino con generosità quelle che soffrono per la loro scarsità.
Insieme esorto i missionari e le missionarie, specialmente i presbiteri fidei donum e i laici, a vivere con gioia il loro prezioso servizio nelle Chiese a cui sono inviati, e a portare la loro gioia e la loro esperienza alle Chiese da cui provengono, ricordando come Paolo e Barnaba al termine del loro primo viaggio missionario «riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede» (At 14,27). Essi possono diventare una via per una sorta di “restituzione” della fede, portando la freschezza delle giovani Chiese, affinché le Chiese di antica cristianità ritrovino l’entusiasmo e la gioia di condividere la fede in uno scambio che è arricchimento reciproco nel cammino di sequela del Signore.
La sollecitudine verso tutte le Chiese, che il Vescovo di Roma condivide con i confratelli Vescovi, trova un'importante attuazione nell’impegno delle Pontificie Opere Missionarie, che hanno lo scopo di animare e approfondire la coscienza missionaria di ogni battezzato e di ogni comunità, sia richiamando la necessità di una più profonda formazione missionaria dell'intero Popolo di Dio, sia alimentando la sensibilità delle Comunità cristiane ad offrire il loroaiuto per favorire la diffusione del Vangelo nel mondo.
Un pensiero infine ai cristiani che, in varie parti del mondo, si trovano in difficoltà nel professare apertamente la propria fede e nel vedere riconosciuto il diritto a viverla dignitosamente. Sono nostri fratelli e sorelle, testimoni coraggiosi - ancora più numerosi dei martiri nei primi secoli - che sopportano con perseveranza apostolica le varie forme attuali di persecuzione, Non pochi rischiano anche la vita per rimanere fedeli al Vangelo di Cristo. Desidero assicurare che sono vicino con la preghiera alle persone, alle famiglie e alle comunità che soffrono violenza e intolleranza e ripeto loro le parole consolanti di Gesù: «Coraggio, io ho vinto il mondo» (Gv 16,33).
Benedetto XVI esortava: «"La Parola del Signore corra e sia glorificata'’ (2Ts 3,1): possa questo Anno della federendere sempre più saldo il rapporto con Cristo Signore, poiché solo in Lui vi è la certezza per guardare al futuro e la garanzia di un amore autentico e duraturo» (Lett. ap. Porta fidei, 15). È il mio auspicio per la Giornata Missionaria Mondiale di quest’anno. Benedico di cuore i missionari e le missionarie e tutti coloro che accompagnano e sostengono questo fondamentale impegno della Chiesa affinché l’annuncio del Vangelo possa risuonare in tutti gli angoli della terra, e noi, ministri del Vangelo e missionari, sperimenteremo “la dolce e confortante gioia di evangelizzare” ( Paolo VI)
 

FRANCESCO

 

VEGLIA MISSIONARIA DIOCESANA nel 50°  dei “ Fidei Donum “

 La Diocesi di Milano festeggia 50 anni di impegno missionario  dei sacerdoti “ Fidei Donum “.
All’inizio degli anni ’60, fu l’allora Arcivescovo di Milano, il cardinale Montini, a inviare i primi sacerdoti ambrosiani nelle terre di missione, sollecitato dal precedente e accorato appello di papa Pio XII a favore della Chiesa africana, bisognosa di preti preparati e capaci nei primi e incerti anni della decolonizzazione. Da allora il contributo della Diocesi alle Chiese sorelle, attraverso l’invio di fidei donum, non è mai venuto meno. In cinque decenni sono stati 128 i presbiteri e i laici inviati da Milano a prestare un servizio temporaneo in un’altra diocesi. Negli anni si è anche ampliato il loro raggio di azione. Destinati inizialmente soprattutto in Africa (l’ex Rhodesia settentrionale, ora Zambia), i luoghi di missione sono stati estesi all’America Latina e poi via via agli altri continenti. Anche quando il numero delle vocazioni ha fatto registrare qualche calo, la Diocesi non ha mai smesso di essere prodiga. Attualmente sono ben 48 (37 presbiteri e 11 laici) i fidei donum ancora in servizio. Distribuiti in 12 Paesi del mondo (Albania, Argentina, Brasile, Burundi, Camerun, Colombia, Haiti, Messico, Niger, Perù, Turchia, Zambia). A costoro bisogna poi aggiungere altri laici missionari inviati non direttamente dalla Diocesi, ma attraverso istituti missionari e associazioni laicali.
Una presenza significativa della Chiesa ambrosiana nel mondo, soprattutto se si tiene conto delle necessità domestiche della vasta e complessa Diocesi di Milano. «Segno che i fidei donum sono sempre stati considerati come un dono non solo per chi lo riceve, ma anche per chi lo fa», sottolinea don Antonio Novazzi, responsabile dell’Ufficio per la pastorale missionaria.La testimonianza dei fidei donum ambrosiani sarà al centro del mese missionario che culminerà in una giornata teologica dedicata, in particolare, ad approfondire lo slancio missionario della Chiesa negli anni del post Concilio ( 25 ottobre, dalle 9 alle 17.30, al Centro pastorale ambrosiano di Seveso).
 Seguirà la veglia in Duomo, presieduta dall’Arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, il 26 ottobre dalle 20 alle 22, preceduta nel pomeriggio da una festa missionaria con gli stand di associazioni, onlus e istituti missionari in piazza Mercanti a Milano; infine, il 27 ottobre, la giornata missionaria nelle parrocchie.
Per i sacerdoti e i laici già rientrati dalle missioni e per alcuni ancora in servizio, che si concederanno qualche giorno a casa, è previsto un momento specifico nel vasto programma: due giorni di convivenza e preghiera al Centro pastorale di Seveso il 22 e il 23 ottobre.
 
 

 

  “La Bibbia in pillole”

curiosità bibliche  a cura di D. Di Donato 

Domenica  27 Ottobre, durante la Messa, leggeremo Matteo 28,16-20

In questo brano , al versetto 17, leggiamo “Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono”. La versione latina del brano mette “alcuni” al posto di “essi” (quidam autem), Il verbo greco “distazō” significa “esitare”, più che “dubitare”. È in corso un dibattito per stabilire se tutti gli undici discepoli si siano prostrati e abbiano anche dubitato, o se alcuni si siano prostrati e altri abbiano dubitato. Più che il motivo dell'incredulità degli apostoli, davanti al fatto della resurrezione (manca infatti il motivo del riconoscimento, tipico dei racconti delle apparizioni), si può forse riferire alla situazione spirituale della chiesa di Matteo, in fase di ricerca. Che cosa significa esattamente credere che Gesù è risorto? Anche Mose dubitò dopo la visione e l'adorazione (Es 3,13; 4,1.10.13) ,poi fu il più fedele annunciatore del suo Signore.

 

 

  

 

   CALENDARIO 
 
Domenica 27/10
GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE. ‘Domenica Insieme’ primo corso e famiglie.
Lunedì 28/10
Ore 17.00 Centro d’Ascolto Caritas; ore 21.00 Corale.
 
Giovedì 31/10
VITA COMUNE GRUPPO FAMIGLIE.
 
Venerdì 1/11
TUTTI I SANTI. Orario festivo s. Messe.
 
Sabato 2 / 11
Commemorazione defunti. Orario s. Messe : ore 9.00 s. Martino – 10,30 inParrocchia. E’ sospesa la Messa delle ore 8,30.
 
Domenica 3/11
Ore 10,15 s. Messa e Commemorazione combattenti e reduci.
 
SUFFRAGI
 
Martedì 29/10
Ore 18.00 Agnese Maria Pizzocri e famiglia Maggioni..
 
Mercoledì 30/10
Ore 18.00 Rosa e Giovanni, Scalcucci Nello, Marocchi Leonello, Casacca Anna.
 
Giovedì 31/10.
Ore 18.00 pre-festiva.
 
Sabato 2/11.
Ore 8,30 sospesa..
 
ARCHIVIO
 
E’ tornato alla ‘Casa del Padre’ : Caimi Luigi anni 78.
 
OFFERTE
 
N.N. per funerale €200,00; prestito per lavori straordinari €2000,00; S. Messa per Fam. Lorusso €100,00.
 
S.O.S. Caritas
 
Necessitano : lenzuola singole e matrimoniali, asciugami, jeans uomo, giacconi invernali, coperte, scarpe ginnastica dal 37 al 44.
 
PICCOLORATORIO. Riprendono gli incontri e le attività il martedì dalle ore 17.00 alle 18.15

NOTA BENE

Come già comunicato, in precedenza essendo ormai molto frequenti i casi di persone affette da celiachia, anche nella nostra parrocchia abbiamo deciso di introdurre le ostie senza glutine .
Chi deve ricevere la comunione con esse si ricordi :
- alle S. Messa delle ore 10.15 trova un ministro apposito verso il lato dell’altare della Beata Vergine Maria .
- alle altre S. Messe occorre mettersi in fila PER  ULTIMI e indicare al Sacerdote : senza glutine. Il sacerdote porgerà la pisside apposita da cui il comunicando assumerà personalmente la partico