Comunicazione  di Formazione Religiosa. 

Campane  Foglio delle Campane di Rogoredo
foglio domenicale
 
ANNO XXXII  domenica 13-10-2013 Domenica VII dopo Il Martirio di San Giovanni
 

OTTOBRE MISSIONARIO : nel dramma dei profughi

  Riportiamo qui, proprio mentre stiamo vivendo il mese dedicato alla preghiera per le missioni e per l’evangelizzazione e l’accoglienza dei popoli, un articolo, apparso sul sito  della diocesi che vorrebbe offrire uno spunto di riflessione su quanto sta avvenendo in questi giorni nei nostri mari...

 Anche la Chiesa ambrosiana partecipa con la preghiera al dramma dei migranti periti nel naufragio avvenuto al largo di Lampedusa all’alba del 3 ottobre, la più grande sciagura dell’immigrazione sulle coste italiane. Lunedì 7 ottobre, alle 17.30, nella chiesa di Santo Stefano a Milano, la Pastorale dei Migranti della Diocesi ha organizzato un incontro di preghiera al quale hanno aderito la Caritas Ambrosiana con le cooperative del Consorzio Farsi Prossimo e la Casa della Carità. Una partecipazione allo sgomento collettivo. «Si tratta di un lutto per l’Italia - commenta don Roberto Davanzo, direttore di Caritas Ambrosiana -. Secondo la conta dei morti nelle acque del canale di Sicilia, che ormai da diversi anni alcuni siti web stanno tenendo, si tratterebbe ormai di più di 19 mila persone. Ed è facile immaginare che si tratti di un approssimazione per difetto. Sono numeri che ovviamente suscitano le nostre emozioni, anche perché i mass media ci portano direttamente a casa le immagini della tragedia».

Con una crudezza, si potrebbe aggiungere, fin eccessiva su ciò che è solo la punta dell’iceberg: «Prima di arrivare a salire sui barconi per arrivare sulle nostre coste - ricorda don Davanzo -  queste persone, che provengono per lo più dal Corno d’Africa, devono attraversare il deserto libico, un’odissea inimmaginabile...».

E a questo proposito don Davanzo spende una parola anche sul termine “clandestini”: «Certo, sono clandestini nel senso che prima di partire non sono stati registrati presso un ufficio del Consolato italiano nel Paese da cui provengono. Ammesso che un Consolato italiano esista in Paesi che vivono situazioni drammatiche, come la Somalia. Il fatto è che non esiste la possibilità, per le persone che scappano da situazioni di guerra e di persecuzione, ma anche solo di miseria, di chiedere un visto».

Questo rende molto complicata la “regolazione dei flussi” su cui anche l’Europa richiama l’Italia: «Abbiamo a che fare con persone non programmabili. Abbiamo voglia di dire che è necessario controllare i flussi. Al massimo lo possiamo fare per le persone che abitano in un Paese tutto sommato tranquillo e vogliono venire in Italia per migliorare le loro condizioni di vita. Questi fanno una domanda e l’Italia può eventualmente negare l’autorizzazione. Ma quando la gente scappa da situazioni che comportano il rischio della vita, è ovvio che salta tutto».

Ecco perché tutte le semplificazioni sono pericolose: «La logica del non lasciarli partire dalle coste libiche è di un cinismo che definirei satanico. Significa avvallare i metodi che usa la polizia libica per impedir loro di partire, basta che non vengano a morire sulle nostre coste». La verità, prosegue don Davanzo, è ben più complessa e interpella «la debolezza radicale dei rapporti tra Paesi occidentali e Paesi dove le libertà non sono garantite e i diritti non tutelati. Si deve riuscire a ragionare, in modo pacato e pragmatico, di come il rapporto tra il mondo del benessere e quello del sottosviluppo può aiutare il secondo a risollevarsi, e dunque ci sia meno voglia  di scappare e arrivare nelle nostre terre. Altrimenti questi flussi saranno permanenti, perché ci saranno sempre aguzzini che se ne approfitteranno. Anche se mettessimo tutte le navi da guerra del mondo per evitare che i profughi partano dalle coste egiziane o libiche...».

A chi punta il dito contro il “buonismo” come responsabile di questa situazione, don Davanzo risponde: «Penso che dopo una strage del genere abbiano diritto di parlare solo quelle realtà che con queste situazioni si sono sporcate le mani. Gli altri, meglio che tacciano. Dietro considerazioni come l’accusa di “buonismo” ci sono pregiudizi davvero inaccettabili: l’idea che qualcuno in Italia trami perché si favorisca il flusso di immigrati allo scopo di destabilizzare la nostra cultura e la nostra tradizione. Direi che si sta rasentando la follia, se non fossi convinto che sotto c’è semplicemente un disegno elettorale per conquistare fette di popolazione spaventata, convinta che il problema si risolva solo con un presidio militare sulle coste libiche. Ma la questione è ben più seria. A cominciare dalla necessità di attivare percorsi sani di integrazione con i migranti che sono qui».

E sulla necessità di rivedere la Bossi-Fini, don Davanzo conclude: «Quella legge ha ormai una storia, gli scenari nel frattempo sono cambiati. E poi dobbiamo ammettere che non è riuscita a contrastare significativamente l’immigrazione clandestina. Bisogna prenderne atto senza polemiche e affrontare il problema con pragmatismo e umanità, non con buonismo. Certo è che deve essere un ragionamento dalle larghe intese. Questo non è un argomento che si possa affrontare con una maggioranza e una minoranza. La maggioranza su queste questioni deve essere molto ampia e coesa, perché è un problema serio che tocca tutti e che ha innumerevoli dimensioni».

        dal Sito web della diocesi

 

  

 PROPOSTE DI  CONDIVISIONE NELLA FEDE  PER GLI ADULTI

Il Cristo svela un senso diverso al nostro vivere quotidiano e alle  nostre relazioni .  Ci  riuniamo in parrocchia per  confrontarci  alla luce del  Vangelo.

 

Il Giovedì sera, a partire dal 17 ottobre 2013,

ore 21.00 - 21.45 conversazione biblica e discussione

 

Per informazioni, puoi rivolgerti a :

Roberto cell. 347-8223897 -  E-mail: melacatyyahoo.it

Date degli incontri successivi : Ottobre 31; Novembre 14 e 28 ; Gennaio: 16 e30 

 

 L’ ANGELUS di  PAPA FRANCESCO del 6 ottobre

 

 Cari fratelli e sorelle, buongiorno!Prima di tutto voglio rendere grazie a Dio per la giornata che ho vissuto ad Assisi, ieri l’altro. Pensate che era la prima volta che mi recavo ad Assisi ed è stato un grande dono fare questo pellegrinaggio proprio nella festa di san Francesco. Ringrazio il popolo di Assisi per la calda accoglienza: grazie tante! Oggi, il brano del Vangelo comincia così: «In quel tempo gli apostoli dissero al Signore: “Accresci in noi la fede!”» (Lc17,5-6). Mi pare che tutti noi possiamo fare nostra questa invocazione. Anche noi come gli Apostoli diciamo al Signore Gesù: “Accresci in noi la fede!”. Sì, Signore, la nostra fede è piccola, la nostra fede è debole, fragile, ma te la offriamo così com’è, perché Tu la faccia crescere. Vi sembra bene ripetere tutti insieme questo: “Signore, accresci in noi la fede!”? Lo facciamo? Tutti: Signore, accresci in noi la fede! Signore, accresci in noi la fede! Signore, accresci in noi la fede! Ce la faccia crescere! E il Signore che cosa ci risponde? Risponde: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sradicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe» (v. 6). Il seme della senape è piccolissimo, però Gesù dice che basta avere una fede così, piccola, ma vera, sincera, per fare cose umanamente impossibili, impensabili. Ed è vero! Tutti conosciamo persone semplici, umili, ma con una fede fortissima, che davvero spostano le montagne! Pensiamo, per esempio, a certe mamme e papà che affrontano situazioni molto pesanti; o a certi malati, anche gravissimi, che trasmettono serenità a chi li va a trovare. Queste persone, proprio per la loro fede, non si vantano di ciò che fanno, anzi, come chiede Gesù nel Vangelo, dicono: «Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare» (Lc 17,10). Quanta gente tra noi ha questa fede forte, umile, e che fa tanto bene! In questo mese di ottobre, che è dedicato in particolare alle missioni, pensiamo a tanti missionari, uomini e donne, che per portare il Vangelo hanno superato ostacoli di ogni tipo, hanno dato veramente la vita; come dice san Paolo a Timoteo: «Non vergognarti di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo» (2 Tm 1,8). Questo però riguarda tutti: ognuno di noi, nella propria vita di ogni giorno, può dare testimonianza a Cristo, con la forza di Dio, la forza della fede. La fede piccolissima che noi abbiamo, ma che è forte! Con questa forza dare testimonianza di Gesù Cristo, essere cristiani con la vita, con la nostra testimonianza! E come attingiamo questa forza? La attingiamo da Dio nella preghiera. La preghiera è il respiro della fede: in un rapporto di fiducia, in un rapporto di amore, non può mancare il dialogo, e la preghiera è il dialogo dell’anima con Dio. Ottobre è anche il mese del Rosario, e in questa prima domenica è tradizione recitare la Supplica alla Madonna di Pompei, la Beata Vergine Maria del Santo Rosario. Ci uniamo spiritualmente a questo atto di fiducia nella nostra Madre, e riceviamo dalle sue mani la corona del Rosario: il Rosario è una scuola di preghiera, il Rosario è una scuola di fede!
 
Dopo L’Angelus
Cari fratelli e sorelle, ieri, a Modena, è stato proclamato Beato Rolando Rivi, un seminarista di quella terra, l’Emilia, ucciso nel 1945, quando aveva 14 anni, in odio alla sua fede, colpevole solo di indossare la veste talare in quel periodo di violenza scatenata contro il clero, che alzava la voce a condannare in nome di Dio gli eccidi dell’immediato dopoguerra. Ma la fede in Gesù vince lo spirito del mondo! Rendiamo grazie a Dio per questo giovane martire, eroico testimone del Vangelo. E quanti giovani di 14 anni, oggi, hanno davanti agli occhi questo esempio: un giovane coraggioso, che sapeva dove doveva andare, conosceva l’amore di Gesù nel suo cuore e ha dato la vita per Lui. Un bell’esempio per i giovani!Vorrei ricordare assieme a voi le persone che hanno perso la vita a Lampedusa, giovedì scorso. Preghiamo tutti in silenzio per questi fratelli e sorelle nostri: donne, uomini, bambini… Lasciamo piangere il nostro cuore.

 “La Bibbia in pillole”

curiosità bibliche  a cura di D. Di Donato 

 Domenica prossima, 13 Ottobre, durante la Messa, leggeremo Matteo 13,44-52

In questo brano , al versetto 46, leggiamo “ trovata una perla di grande valore”
La parabola della “perla” ( margaritèn in greco) illumina sulla natura ‘personale’ del Regno. Ad essere paragonato al Regno, grammaticalmente, non è l'oggetto prezioso ma chi lo trova La giusta comprensione è che, questo Regno, è così pervasivo, che unisce chi lo cerca e chi lo trova: non è solo qualche cosa da trovare e possedere ma, come la Sapienza, entra nel Divino progetto di ricerca reciproca.  Pr 8,11 “perché la sapienza vale più delle perle e quanto si può desiderare non l'eguaglia” .

 

   CALENDARIO 

 

Lunedì 14/10

Ore 17.00 Centro d’Ascolto Caritas; ore 21.00 Corale.

 Martedì 15 /10

Ore 21.00 Commissione centenario parrocchia 2015.

 Mercoledì 16/10

Ore 17.00 S. Vincenzo; ore 21.00 ‘Cenacolo’ in cappellina.

 Venerdì 18/10

Ore 21.00 Incontro animatori dei gruppi del Vangelo (per novembre).

 Sabato 19 /10

Ore 9,30-10,30 Centro d’Ascolto Caritas; ore 16.00 Incontro gruppo famiglie.

 Domenica 20/10.

Ore 10,15 S. Messa e Professione di fede; ore 15,30 castagnata e tombolata in oratorio;

ore 15,30 Battesimi (2° turno).

 

SUFFRAGI

 
Lunedì 14/10.
Ore 18.00 Muià Giuseppe,Brena Elisa
 
Martedì 15/10.
Ore 18.00 Fam. Marchesi Felice e Ambrogio.
 
Mercoledì 16/10.
Ore 8,30 Beltrami Giuseppina e Pisati Giuseppe; ore 18.00 Luciana, Marisa Manzoli, Rosa e Angelo Mancini.
 
Giovedì 17/10.
Ore 18.00 Fiora Dante e Antonia, Pedrini Dino.
 
ARCHIVIO
 
Sono tornati alla ‘Casa del Padre’ Bonfanti Piero anni 79 e Tosi Vanda anni 91.
 
 
 
NOTA SULLA COMUNIONE ALLE PERSONE AFFETE DA  CELIACHIA
 
Essendo ormai molto frequenti i casi di persone affette da celiachia, anche nella nostra parrocchia abbiamo deciso di introdurre le ostie senza glutine .
Chi deve ricevere la comunione con esse si ricordi :
- alle S. Messa delle ore 10.15 trova un ministro apposito verso il lato dell’altare della Beata Vergine Maria .
- alle altre S. Messe occorre mettersi in fila PER  ULTIMI e indicare al Sacerdote : senza glutine. Il sacerdote porgerà la pisside apposita da cui il comunicando assumerà personalmente la particola.