Comunicazione  di Formazione Religiosa. 

Campane  Foglio delle Campane di Rogoredo

foglio domenicale

 
                ANNO XXXI  domenica 31-3-2013  Domenica delle Palme

 

La  Santa Pasqua...nell'anno della Fede 6

" A chi di noi la casa di Emmaus " non è familiare? Chi non ha camminato su quella strada, una sera che tutto pareva perduto?  Il Cristo era morto in noi. Non esisteva più nessun Gesù per noi sulla terra. Seguivamo una strada, e qualcuno ci veniva a lato. Eravamo soli e non soli. Era la sera. Ecco una porta aperta, l'oscurità di una sala ove la fiamma del caminetto non rischiara che il suolo e fa tremolare delle ombre. O pane spezzato ! Rimani con noi, perché il giorno declina...!". 
Così, nella sua Vita di Gesù (1936), lo scrittore francese Francois Mauriac descriveva quella scena indirnenticabile narrata da Luca (24,13-35). Una strada si dirama da Gerusalemme verso Ernmaus, un villaggio variamente identificato. Su di essa avanzano due seguaci di Gesù col cuore gonfio di amarezza perché il loro maestro, nonostante le loro attese, è miseramente finito crocifisso come uno dei tanti condannati a morte per ribellione da parte delle autorità romane.
Ma ecco, all'improvviso, quella svolta…
Noi ora vorremmo solo far emergere dal crepuscolo di quel pomeriggio il volto di uno dei due discepoli, l'unico a essere chiamato per nome, Kléopas, Cleopa. Si tratta dell'abbreviazione di un nome greco, Kleòpatros, il cui equivalente femminile era portato dalla celebre Cleopatra VII, regina d'Egitto.
Il significato è "gloria del padre" (kleospatròs). Ma il termine potrebbe essere la trasformazione greca di un altro nome di matrice semitica, Klopàs, di ignoto significato. 
Tutti  ricorderanno  la  " Maria",  madre di Giacomo e di Ioses, "fratelli" di Gesù, colei che aveva assistito alla morte e alla sepoltura di Gesù e che sarà la prima con Maria di Magdala a incontrare il Cristo risorto?
Ebbene, allora si diceva che molti studiosi la identificano con "Maria di Klopàs" (Clopa o Cleofa) presentata da Giovanni nell'alba di Pasqua (19,25). Spingendo il pedale delle ipotesi, alcuni avrebbero pensato a quel Klopàs come il Kléopas del racconto lucano, del quale Maria sarebbe stata la moglie.
Ma lasciamo tra parentesi queste teorie bibliche  e ritorniamo a seguire Cleopa mentre procede con il suo compagno verso Emmaus. Il dialogo col misterioso viaggiatore che si è accostato ai due si conclude una volta entrati in quella casa. "Resta con noi perché si fa sera e il giorno sta ormai declinando!": è l'invito rivolto all'ignoto viandante. Due sono le tappe del riconoscimento della sua identità: prima l'ascolto delle Scritture da lui spiegate in chiave cristiana durante il cammino e, poi, lo "spezzare il pane" in casa, espressione  che nel linguaggio neotestamentario allude all'Eucaristia.Sono questi i due momenti anche delle nostre attuali liturgie ed è in esse che anche noi possiamo incontrare il Cristo risorto, come Cleopa e il suo amico innominato. Nell'ascolto della parola sacra della Bibbia "il cuore arde nel petto"; allo spezzare del pane eucaristico," gli occhi si aprono e riconoscono" il Cristo risorto e vivente . Sperando che capiti così a ciascuno di noi , ci auguriamo Buona Pasqua.

( Spunti tratti da un testo della Pontificia commissione per la cultura )

   cura di don Marco

 

Pensieri augurali di Mons. Delpini  per il  pontificato di Papa Francesco

 Ci è sembrato utile riportare qui un articolo del nostro vicario generale,  in merito alla  elezione a Vescovo di Roma di Papa Francesco.

 

La conclusione non deriva dalle premesse, l’esito non è secondo le previsioni: l’emozione e l’improvvisa simpatia universale per un uomo praticamente escluso dall’attenzione fino al giorno prima sono il segno di una sorpresa. L’elezione di Papa Francesco non è coerente con le aspettative della vigilia. La sorpresa, per essere franchi, è anche una smentita di tante parole spese nell’impazienza dell’attesa da tutti coloro che sono costretti a produrre una certa quantità di parole ogni giorno. La sorpresa, però, è soprattutto l’invito a un’attenzione più docile alla voce dello Spirito, più disponibile ai segni che la misteriosa presenza del Regno affida alla Chiesa, come il più piccolo tra tutti i semi, perché la messe sia sovrabbondante. Dalla sorpresa si può imparare. Si impara per esempio a non immaginare il ministero e il magistero di Papa Francesco come se si potesse dedurre dalle notizie che si raccolgono in queste ore con la frenesia di chi vuole mostrarsi informato. Dal fatto che venga dalla fine del mondo, dal fatto che sia di origini italiane, dal fatto che sia gesuita, dal fatto che abbia esercitato il suo ministero a Buenos Aires, in un Paese di enormi ricchezze e sempre a rischio di povertà, che cosa si può immaginare a proposito di quello che sarà? Mi sembra diffuso il rischio di pretendere che corrisponda a una certa aspettativa romantica che riduce Francesco d’Assisi a una specie di testimonial di luoghi comuni e vorrebbe assimilarvi anche Papa Francesco. Immagino, invece, che per Papa Francesco incominci una vita nuova, un «eccomi qua» che si fa pastore della Chiesa di Roma che presiede alla carità e che nella continuità con la successione apostolica farà risplendere la bellezza di quel segno della presenza del Regno che è la Santa Chiesa di Dio. L’accoglienza festosa e commossa del nuovo Papa, piuttosto che l’enfasi sulla “prima volta”, diventa un’esperienza spirituale perché favorisce l’atteggiamento della docilità. Non saremo pertanto così superficiali da provare simpatia perché si dice:  «Finalmente un Papa che ha lavato i piedi ai poveri», perché tutti i vescovi e i preti del mondo compiono lo stesso gesto durante la Settimana santa. Piuttosto ci disporremo a lasciarci convincere: «È tempo che mi decida anch’io a servire i poveri; è tempo che vada anch’io a pregare con semplicità la Madonna perché possiamo tutti camminare nella fede, è tempo che mi metta anch’io alla sequela del Crocifisso, per evitare il rischio di essere inutile». Forse per questa disponibilità a lasciarsi condurre riconosceremo la vita di una Chiesa che non ti aspetti e potremo addirittura esserne pietre vive.                     Viva il Papa!


                              

 “La Bibbia in pillole”

curiosità bibliche  a cura di D. Di Donato 

 

Domenica, 31 Marzo, durante la Messa Pasquale, leggeremo Atti  1,1-8
Al versetto 4 , leggiamo :” Mentre si trovava a tavola con essi” . Sono 3 gli elementi che caratterizzano il Risorto (“apparve”, “parlò” e “stette a tavola”) con cui si rivela come il Vivente.
Per capire l’ultimo elemento, è essenziale il verbo utilizzato da Luca: sunalizomenos
Letteralmente significa: "mangiando con loro del sale". Nell'Antico Testamento il mangiare in comune pane e sale (o anche solo sale) serviva a suggellare solide alleanze (Nm 18,19; 2 Cr 13,56). Il sale è considerato come il garante di durevolezza. Il "mangiar sale" da parte di Gesù dopo la risurrezione, che incontriamo così come segno della vita nuova e permanente, rimanda al banchetto nuovo del Risorto.

 

 
 

 

CALENDARIO

 
Domenica 31/3.
DOMENICA DI PASQUA. S. Messe ore 8.00; 10,15; 11,30; 18.00;ore 9.00 a S. Martino.
 
Lunedì 1/4. 
S. Messe ore 9.00 a S. Martino; 10,30 con Battesimo;ore18.00 in parrocchia. Pellegrinaggio Decanale 3ª media (fino a mercoledì).
 
Venerdì 5/4.
Ore 14,30 pulizia chiesa 1° turno; ore 15,30 S. Messa c/o Gecra;
ore 18.00 1° venerdì del mese: Adorazione e possibilità di Confessioni.
 
Sabato 6/4.
Ore 16.00 Incontro genitori Battesimi del 7 e 28Aprile.
 
Domenica 7/4.
Ore 18.00 S. Messa con Battesimi (1° turno).
 
SUFFRAGI
 
Martedì 2/4
Ore18.00 Mercandelli Rosa.
 
ARCHIVIO
 
Con il Sacramento del Battesimo entra a fare parte della Chiesa di Gesù: Bono Livio Luigi.
 
Sono tornati alla “Casa del Padre” : Salvà Anna anni 57; Mantovani Giancarlo anni 78 e Bianchi Clara anni 86
 
OFFERTE.
 
 
Vendita uova per CVS €1265,00; offerta per oratorio €50,00.
 
 
S. O. S. CARITAS
 
 
Cerchiamo 2 letti a castello e qualche pentola. Grazie!