Comunicazione  di Formazione Religiosa. 

Campane  Foglio delle Campane di Rogoredo

foglio domenicale

 
                ANNO XXXI  domenica 6-1-2013  Epifania

 

Buon Anno... nell'anno della Fede 

 

 

 
Eccoci ad un nuovo anno civile che muove i suoi primi passi in un “ tempo “ certamente complesso e segnato da fatiche e  non poche contraddizioni… Ma è mai esistito un tempo della storia senza “contraddizioni“ ? Vorrei, come pensiero augurale per il nuovo anno , offrirvi la povertà delle mie riflessioni in occasione dell’omelia di  Capodanno , nella speranza che possano essere un contributo umile e discreto alle vostre. 
Buon Anno del Signore 2013, nell’ Anno della Fede.
La celebrazione solenne del ottavo giorno dal Natale del Signore , coincide ogni anno con la conclusione e l’inizio dell’anno civile, quasi a ricordare ai credenti in Cristo che il tempo, nel suo inizio e nella sua fine, è dono di Dio affidato alla nostra libertà per cui della qualità e dell’uso del tempo noi tutti siamo corresponsabili più di quel che non ci sembri . Se la prima lettura ci invita ad invocare la benedizione del Signore su ciascuno di noi  così come Aronne fece sugli Israeliti  nel cuore della non facile esperienza dell’Esodo,  la II lettura e il Vangelo ci ricordano che questa benedizione e le sue conseguenze si sono già realizzate per noi e per tutti gli uomini mediante il fatto dell’Incarnazione, cioè del venire di Dio  nel  figlio Gesù, mediante l’azione dello Spirito Santo dentro la storia umana . Tutto ciò è splendidamente sintetizzato, nel suo significato autentico, dalle parole di Paolo  “ Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, 7ma vuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, 8umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce“. Questo testo non indica tanto un contenuto teologico  o una verità di fede astratta, ma dice  il modo , la forma concreta, il fatto storico  attraverso il quale  Dio ci ha benedetti in Cristo non fuori dal tempo ma dentro il tempo e rendendo il tempo e la storia stessa le realtà  nelle quali accogliere e vivere questa straordinaria benedizione . Quello che nella Prima lettura suonava come un augurio, ripreso nella tradizione cristiana da San Francesco nella celebre benedizione a Frate Leone e che dice :
“Ti benedica il Signore  e ti custodisca.  Il Signore faccia risplendere per te il suo volto  e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto  e ti conceda pace”,  dopo il Natale del Signore e la sua Pasqua,  è già diventato  realtà, si è già  realizzato per noi uomini e per la nostra salvezza.  I Padri della chiesa antica, quando, prima a Nicea  e poi a Costantinopoli, vollero offrire  un simbolo di fede comune - quello che chiamiamo il Credo della Messa - usando molte espressioni   simili a quelle usate qui da Paolo,  posero al centro e al cuore di questo Credo quei fatti storici  che ci dicono  proprio come il Signore Gesù  : “ Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo e si è Incarnato, si è fatto uomo , fu  Crocefisso, morì e fu sepolto è resuscitato  e vive per sempre “…   E’ alla luce di questa fede che noi rileggiamo un anno passato e guardiamo ad un nuovo anno che viene , riconoscendo che tutto , ma proprio tutto , bene e male, vita e morte, salute e malattia, pace e guerra , violenza e non violenza, comprensioni e incomprensioni, santità e peccato,   sono dentro una storia che , all’inizio  e alla fine ha comunque e sempre una prospettiva di vita , tanto che , come credenti in Cristo , siamo chiamati a  riconoscere e a proclamare  che la storia trascorre dalla vita alla vita, appunto come si legge in San Paolo e come il Credo ci ricorda ogni volta che lo preghiamo.  L’anno della fede  che stiamo vivendo vorrebbe aiutarci a tenere viva in noi questa coscienza credente per poter tenere insieme la vita stessa  soggetta oggi come nel passato - ma forse oggi più che  nel passato – alla frammentazione e quindi ad una perdita  di significato assai  rischiosa per le sorti dell’umanità   sulla terra . Già , perché se il Signore , chiamato di nome  Gesù cioè salvatore, ha di fatto già salvato e liberato  la storia nel suo complesso dal negativo e dal nulla, tuttavia il tempo nel quale viviamo è ancora tempo di provvisorietà e come tale  ancora ci fa sperimentare in modo separato e contrapposto bene e male . vita e morte , santità e peccato , provocando  ciascuno di noi a non fare che questi opposti diventino ingovernabili e quindi distruttivi.  Non a caso il primo giorno dell’anno nuovo è  dedicato ormai da decenni a riflettere e  meditare sulla Pace come realtà che certamente troverà il suo compimento pieno nell’eternità , così come ci fanno pregare  i due canoni della Messa dettidella  “Riconciliazione” quando ci fanno dire : “Allora nella creazione nuova , finalmente liberata dalla corruzione della morte  godremo in eterno la pienezza della pace “ . Tuttavia, è proprio dentro lo scorrere del quotidiano  che occorre  realizzare  un anticipo di quella Pace portata nel tempo da Cristo e cantata dagli angeli del Natale ,  e questo grazie proprio all’impegno della nostra libertà per rendere il tempo della storia  più bello, più vero e più giusto. Questo  è il frutto più vero della stessa Eucaristia che celebriamo , come  dice sempre una preghiera della liturgia :  “nella partecipazione a questo convitto eucaristico, donaci il tuo Spirito perché sia tolto ogni ostacolo sulla via della concordia e la Chiesa risplenda in mezzo agli uomini come segno di unità e strumento della tua pace “. In questa medesima direzione si muovono ogni anno i messaggi del Santo Padre per la giornata della pace e quello di quest’anno non fa eccezione. Ben coscienti del limite storico in cui viviamo, questi messaggi non smettono di indicarci quali scelte concrete e quotidiane  occorre realizzare sia a livello di azione personale e sociale, culturale e politica perché si possa “ godere un poco di quella Pace che – per parafrasare  un canto di qualche anno fa – è scesa dall’alto in Gesù e con Gesù , ma fatica ad entrare nei cuori e  a vedersi sui volti e nei fatti della vita della gente . Se vogliamo augurarci veramente buon anno senza retorica ne luoghi comuni, auguriamoci reciprocamente che questa logica, che la fede ci offre, diventi sempre più la nostra logica di vita e forse saremo un po’ più in pace e un po’ più capaci di generare pace … Certo solamente un po’ … ma sarebbe già tanto.. sarebbe un vero anticipo di paradiso…

 Don Marco

 

P.S: In questo anno che si è chiuso, ancora tante, troppe sono state le violazioni dei diritti fondamentali della persona in tutti i paesi del mondo , anche in quelli meno sospettabili ... Come cristiani siamo chiamati  sempre di più ad impegnarci in un’opera di educazione capillare delle coscienze, al rispetto della persona umana  e con essa di tutto il creato . Da questa sfida  e solo da questa sfida potremo misurare il reale “ sviluppo della civiltà ”  e il vero “ progresso “. Questa opera di educazione  inizia da ciascuno di noi , dai luoghi della nostra vita quotidiana, dove dobbiamo sentirci sempre più chiamati a costruire relazioni buone, evitare inutili conflitti ( per cose superflue!) , imparare a “fare” agli altri quel che vorremmo fatto a noi.

  Relazione dal Verbale del CPP di Novembre 2012

 

Tra gli argomenti trattati nel Consiglio pastorale di Novembre, particolare attenzione merita  il dibattito, dedicato al ruolo dei laici nella chiesa a 50 anni dal Vaticano II. Eccone uno stralcio  tratto dal verbale .

Il punto di debolezza è rappresentato dall’ inadeguatezza della formazione da parte del laicato - la ministerialità dei laici va intesa come presenza matura negli ambienti di vita più che il solo  “ fare servizio” nella parrocchia.

Danilo : per noi parlare di attese realizzate o disattese e difficile per questioni di età...Tuttavia il grande impegno dei laici nella vita della Chiesa era impensabile allora. Negli ultimi quarant’anni  vi è stato un capovolgimento:  possono fare di più però la formazione è estremamente carente soprattutto nella conoscenza della Parola. Questo non per mancanza di stimoli o di offerte ma spesso per pigrizia. Interessante la riflessione sul fatto che dove la Chiesa usa mezzi poveri le cose avanzano a differenza delle realtà ricche in cui la Chiesa arretra. Si deve smettere di contarci!  Rossella: più che ripensare ad una “parrocchia nuova” è bene avere sempre l’ attenzione a trovare nuove modalità e opportunità per non fermarsi per il solo fatto che negli ultimi trent' anni ci sono stati molti miglioramenti. Tutti dobbiamo sentirci chiamati dall'esigenza della formazione vincendo la pigrizia.

Roberto : è necessario mettersi in ascolto dei problemi della Chiesa. Diventa una deviazione ideologica  il fatto di seguire il gregge, la “truppa” che potrebbe far imboccare la direzione sbagliata. La  formazione e la flessibilità a servizio del cammino (e non della  pigrizia) sono proprie del laico. Che rapporto mettiamo tra  il servizio in parrocchia e la fede?   Enzo: sottolinea l’ importanza del laico nelle vicende quotidiane del mondo che deve essere se stesso laddove si trova vivendo con lo spirito di fede. La formazione è fatta stando “davanti al Signore”: non bastano le nozioni, ci vuole la fede intesa come rapporto personale con il Signore. Ci si è fermati davanti alle difficoltà nel post-Concilio anche perché il clero ha bloccato a volte le novità.

Claudia : punto cruciale è la formazione ma più che sul "fare" bisognerebbe puntare sull' "essere". Quando si sente una testimonianza forte su come si è incontrato il Signore ci si sente contagiati e passa il messaggio in modo vero: è questo che tocca il cuore e suscita una rinascita nel vissuto di tutti i giorni in tutti gli ambienti. Si diventa così lievito e si contagia poi anche altri.  Don Andrea: ci sono stati molti occasioni di speranza. I laici però non sono arrivati e  la parrocchia è ancora clero centrica: Si tratta di non fare altre cose aggiuntive rispetto ad ora ma di essere dentro le cose in modo totale.            Samuel: i laici sono molto presenti ma con la consapevolezza che comunque c'è il sacerdote che rimane un punto di riferimento. E' dunque necessario che le persone prendano a cuore le cose della parrocchia; bisogna ripartire dalle motivazioni. Andrea : un laico ha vincoli familiari e temporali. Una nuova prospettiva storica potrebbe essere quella di creare una professionalità laica di riferimento per la parrocchia e l' oratorio. 

Franco : il passaggio alla condizione di non avere il prete in parrocchia comporta il fatto di cominciare a vivere in un altro modo un po' come quando si diventa genitore: ci si prepara prima ma si comincia ad essere padre solo con la nascita del figlio. Va vissuta con fiducia: alcune risposte vengono quando si viene chiamati, non prima... Diego : il problema non è domandarsi “perché” ma “per chi” si fanno tante cose. La formazione non è sapere cose in più ma ri-formare in un altro senso quello che si sa.

Don Marco: l'anno delle fede ci deve provocare ed aiutare a mettere ordine nel caos. Il problema è credere o non credere, fidarsi o non fidarsi; se il profilo della fede è basso, non ti sostiene in nessuna “ ministerialità “... La fede ha come esito la comunione. Lo  sguardo deve essere positivo sul mondo, “le gioie e le fatiche del mondo sono quelle della Chiesa “. La necessità di un anno dedicato alla fede scaturisce dal fatto che ormai molti cristiani davano e danno  la fede stessa per scontata.

 

 

 

    “La Bibbia in pillole”

 curiosità bibliche  a cura di D. Di Donato 

 Domenica, 6 gennaio, durante la Messa, leggeremo Isaia 60:1-6 e Matteo 2:1-12

 

Al versetto 5 di Isaia leggiamo : “la ricchezza delle nazioni verrà da te”. Nel linguaggio tipico del Terzo-Isaia , il profeta prospetta un tipo nuovo di salvezza, che non arriva da una azione di tipo ‘militare’ da parte di Dio, ma piuttosto da un ‘astro’ che sorge per illuminare i popoli. A questo fa riferimento l’episodio dei Magi di Matteo, che rilegge la Scrittura per dirci che Gesù è la stella che i popoli aspettavano. Aggiunge ad Isaia solo il simbolo funereo della mirra ( utilizzata per l’imbalsamazione dei corpi), prospettando già il tema della passione.

 

 

 
CALENDARIO SETTIMANALE 
 

Domenica 6/1/13  Epifania

 S. Messe ore 10,30 – 18.00; ore 9.00 S. Martino.

Lunedì 7/1

Ore 17,00 Centro di Ascolto Caritas.
Ore  21,00 Equipe Fidanzati
Riprendono i Corsi in Palestra 

Martedì 8/1

Riprendono i Corsi di Catechesi

Ore 21,00 Consiglio Pastorale

Mercoledì 9/1

Ore 21,00 Cenacolo Invito ad animatori liturgico -musicali

Ore 21,00 AnimatoriGruppi del Vangelo

 

Giovedì 10/1

 

Venerdì 4 /1

Ore 15,30 S.Messa presso GECRA

Ore 21,00 I incontro fidanzati in preparazione al Matrimonio

 

Sabato 5/1

Ore 9,30-10,30 Centro di Ascolto Caritas

Ore 16.30 COnfessioni 3° Corso

 

Domenica 6/1 

Ore 9,00 II incontro fidanzati in preparazione al Matrimonio

S. Messe ore 8.00 - 10,15 -11,30 – 18.00; ore 9.00 S. Martino.

 

SUFFRAGI

 

Lunedì 7 /12 Ore 8.30 Suor Maria

 Martedì 8/1 Ore 8.30 Suor Rosa .Ore 18,00 Cottone Giuseppa e Pace Giacomo

Giovedì 10/1 Ore 8.30 Luciano Ceccarelli.Ore 18,00  Rosa Martuscellie Quieino Malandrino

 

ARCHIVIO

 

E' tornata alla ‘Casa del Padre’ : Baratella Antonietta di anni 86 

CORSO FIDANZATI

 

Inizio venerdì 11 gennaio ore 21.00—Ultime iscrizioni in questa settimana c/o ufficio parr.

 

OFFERTE.

 

1000,00 + 1000,00 Per i Lavori straordinari ; per fondo famiglia 100 ; 365 + 60  da gruppo  famiglie per opere parr.

 

AVVISO.

 

In occasione della Festa della Famiglia del 27 gennaio 2013 come ogni anno verrà celebrata la S. Messa solenne per gli anniversari di matrimonio alle ore11,30.

Le coppie di sposi che nel 2013 festeggiano i 5,10,15,20 ecc; anni di matrimonio sono invitate a segnalare il loro nominativo presso la segreteria parr. Dal lunedì al venerdì dalle 15.00 alle 18.00, oppure chiamando 02514135 sempre negli stessi orari.