Comunicazione  di Formazione Religiosa. 

Campane  Foglio delle Campane di Rogoredo

foglio domenicale

 
                ANNO XXX  domenica 18-3-2012 - IV di Quaresima   
 

 

Dal Messaggio del  Papa per la Quaresima I parte

Mentre viviamo il cammino di questo prezioso tempo dell’anno liturgico vogliamo lasciarci aiutare dalle riflessioni e dai suggerimenti che ci offre il Santo Padre nel suo annuale messaggio che riproponiamo, sul nostro foglio, diviso in due parti.

 “Fratelli e sorelle,

                la Quaresima ci offre ancora una volta l'opportunità di riflettere sul cuore della vita cristiana: la carità. Infatti questo è un tempo propizio affinché, con l'aiuto della Parola di Dio e dei Sacramenti, rinnoviamo il nostro cammino di fede, sia personale che comunitario. E' un percorso segnato dalla preghiera e dalla condivisione, dal silenzio e dal digiuno, in attesa di vivere la gioia pasquale.

Quest’anno desidero proporre alcuni pensieri alla luce di un breve testo biblico tratto dalla Lettera agli Ebrei: «Prestiamo attenzione gli uni agli altri per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone» (10,24). E’ una frase inserita in una pericope dove lo scrittore sacro esorta a confidare in Gesù Cristo come sommo sacerdote, che ci ha ottenuto il perdono e l'accesso a Dio. Il frutto dell'accoglienza di Cristo è una vita dispiegata secondo le tre virtù teologali: si tratta di accostarsi al Signore «con cuore sincero nella pienezza della fede» (v. 22), di mantenere salda «la professione della nostra speranza» (v. 23) nell'attenzione costante ad esercitare insieme ai fratelli «la carità e le opere buone» (v. 24). Si afferma pure che per sostenere questa condotta evangelica è importante partecipare agli incontri liturgici e di preghiera della comunità, guardando alla meta escatologica: la comunione piena in Dio (v. 25). Mi soffermo sul versetto 24, che, in poche battute, offre un insegnamento prezioso e sempre attuale su tre aspetti della vita cristiana: l'attenzione all'altro, la reciprocità e la santità personale.

1. “Prestiamo attenzione”: la responsabilità verso il fratello.

Il primo elemento è l'invito a «fare attenzione»: il verbo greco usato è katanoein, che significa osservare bene, essere attenti, guardare con consapevolezza, accorgersi di una realtà. Lo troviamo nel Vangelo, quando Gesù invita i discepoli a «osservare» gli uccelli del cielo, che pur senza affannarsi sono oggetto della sollecita e premurosa Provvidenza divina (cfr Lc 12,24), e a «rendersi conto» della trave che c’è nel proprio occhio prima di guardare alla pagliuzza nell'occhio del fratello(cfr Lc 6,41).    Lo troviamo anche in un altro passo della stessa Lettera agli Ebrei, come invito a «prestare attenzione a Gesù» (3,1), l'apostolo e sommo sacerdote della nostra fede. Quindi, il verbo che apre la nostra esortazione invita a fissare lo sguardo sull’altro, prima di tutto su Gesù, e ad essere attenti gli uni verso gli altri, a non mostrarsi estranei, indifferenti alla sorte dei fratelli. Spesso, invece, prevale l’atteggiamento contrario: l’indifferenza, il disinteresse, che nascono dall’egoismo, mascherato da una parvenza di rispetto per la «sfera privata». Anche oggi risuona con forza la voce del Signore che chiama ognuno di noi a prendersi cura dell'altro. Anche oggi Dio ci chiede di essere «custodi» dei nostri fratelli (cfr Gen 4,9), di instaurare relazioni caratterizzate da premura reciproca, da attenzione al bene dell'altro e a tutto il suo bene. Il grande comandamento dell'amore del prossimo esige e sollecita la consapevolezza di avere una responsabilità verso chi, come me, è creatura e figlio di Dio: l’essere fratelli in umanità e, in molti casi, anche nella fede, deve portarci a vedere nell'altro un vero alter ego, amato in modo infinito dal Signore. Se coltiviamo questo sguardo di fraternità, la solidarietà, la giustizia, così come la misericordia e la compassione, scaturiranno naturalmente dal nostro cuore. Il Servo di Dio Paolo VI affermava che il mondo soffre oggi soprattutto di una mancanza di fraternità: «Il mondo è malato. Il suo male risiede meno nella dilapidazione delle risorse o nel loro accaparramento da parte di alcuni, che nella mancanza di fraternità tra gli uomini e tra i popoli» (Lett. enc. Populorum progressio [26 marzo 1967], n. 66).

L’attenzione all’altro comporta desiderare per lui o per lei il bene, sotto tutti gli aspetti: fisico, morale e spirituale. La cultura contemporanea sembra aver smarrito il senso del bene e del male, mentre occorre ribadire con forza che il bene esiste e vince, perché Dio è «buono e fa il bene» (Sal119,68). Il bene è ciò che suscita, protegge e promuove la vita, la fraternità e la comunione. La responsabilità verso il prossimo significa allora volere e fare il bene dell'altro, desiderando che anch'egli si apra alla logica del bene; interessarsi al fratello vuol dire aprire gli occhi sulle sue necessità. La Sacra Scrittura mette in guardia dal pericolo di avere il cuore indurito da una sorta di «anestesia spirituale» che rende ciechi alle sofferenze altrui. L’evangelista Luca riporta due parabole di Gesù in cui vengono indicati due esempi di questa situazione che può crearsi nel cuore dell’uomo. In quella del buon Samaritano, il sacerdote e il levita «passano oltre», con indifferenza, davanti all’uomo derubato e percosso dai briganti (cfr Lc 10,30-32), e in quella del ricco epulone, quest’uomo sazio di beni non si avvede della condizione del povero Lazzaro che muore di fame davanti alla sua porta (cfr Lc 16,19). In entrambi i casi abbiamo a che fare con il contrario del «prestare attenzione», del guardare con amore e compassione. Che cosa impedisce questo sguardo umano e amorevole verso il fratello? Sono spesso la ricchezza materiale e la sazietà, ma è anche l’anteporre a tutto i propri interessi e le proprie preoccupazioni. Mai dobbiamo essere incapaci di «avere misericordia» verso chi soffre; mai il nostro cuore deve essere talmente assorbito dalle nostre cose e dai nostri problemi da risultare sordo al grido del povero. Invece proprio l’umiltà di cuore e l'esperienza personale della sofferenza possono rivelarsi fonte di risveglio interiore alla compassione e all'empatia: «Il giusto riconosce il diritto dei miseri, il malvagio invece non intende ragione» (Pr 29,7). Si comprende così la beatitudine di «coloro che sono nel pianto» (Mt 5,4), cioè di quanti sono in grado di uscire da se stessi per commuoversi del dolore altrui. L'incontro con l'altro e l'aprire il cuore al suo bisogno sono occasione di salvezza e di beatitudine.

Il «prestare attenzione» al fratello comprende altresì la premura per il suo bene spirituale. E qui desidero richiamare un aspetto della vitacristiana che mi pare caduto in oblio: la correzione fraterna in vista della salvezza eterna. Oggi, in generale, si è assai sensibili al discorso della cura e della carità per il bene fisico e materiale degli altri, ma si tace quasi del tutto sulla responsabilità spirituale verso i fratelli. Non così nella Chiesa dei primi tempi e nelle comunità veramente mature nella fede, in cui ci si prende a cuore non solo la salute corporale del fratello, ma anche quella della sua anima per il suo destino ultimo. Nella Sacra Scrittura leggiamo: «Rimprovera il saggio ed egli ti sarà grato. Dà consigli al saggio e diventerà ancora più saggio; istruisci il giusto ed egli aumenterà il sapere» (Pr9,8s). Cristo stesso comanda di riprendere il fratello che sta commettendo un peccato (cfr Mt18,15). Il verbo usato per definire la correzione fraterna - elenchein - è il medesimo che indica la missione profetica di denuncia propria dei cristiani verso una generazione che indulge al male (cfr Ef5,11). La tradizione della Chiesa ha annoverato tra le opere di misericordia spirituale quella di «ammonire i peccatori». E’ importante recuperare questa dimensione della carità cristiana. Non bisogna tacere di fronte al male. Penso qui all’atteggiamento di quei cristiani che, per rispetto umano o per semplice comodità, si adeguano alla mentalità comune, piuttosto che mettere in guardia i propri fratelli dai modi di pensare e di agire che contraddicono la verità e non seguono la via del bene. Il rimprovero cristiano, però, non è mai animato da spirito di condanna o recrimina-zione; è mosso sempre dall’amore e dalla misericordia e sgorga da vera sollecitudine per il bene del fratello. L’apostolo Paolo afferma: «Se uno viene sorpreso in qualche colpa, voi che avete lo Spirito correggetelo con spirito di dolcezza. E tu vigila su te stesso, per non essere tentato anche tu» (Gal6,1). Nel nostro mondo impregnato di individualismo, è necessario riscoprire l’importanza della correzione fraterna, per camminare insieme verso la santità. Persino «il giusto cade sette volte» (Pr24,16), dice la Scrittura, e noi tutti siamo deboli e manchevoli (cfr 1 Gv 1,8). E’ un grande servizio quindi aiutare e lasciarsi aiutare a leggere con verità se stessi, per migliorare la propria vita e camminare più rettamente nella via del Signore. C’è sempre bisogno di uno sguardo che ama e corregge, che conosce e riconosce, che discerne e perdona (cfr Lc 22,61), come ha fatto e fa Dio con ciascuno di noi. ( fine I Parte )

 

                                                  

  QUARESIMALI 2012

L’accoglienza: festa e lavoro nella famiglia

in collaborazione con Pastorale familiare—Sportello Anania—Caritas
 

TEMA della settimana:

Venerdi  23 marzo  CATECHESI 4: LA FAMIGLIA ANIMA LA SOCIETA’

Le famiglie sono portatrici di un valore sociale dal punto di vista educativo mettendosi a disposizione come patrimonio di tutti. Tutte le famiglie, in particolare quelle adottive e affidatarie, svolgono un ruolo di stimolo nella società aprendosi ai bisogni e alle difficoltà dei più piccoli garantendo loro il diritto fondamentale alla famiglia


Ore 21.00 – chiesa parrocchiale di Rogoredo

Le riflessioni saranno collocate all’interno di un momento di preghiera comunitaria

  

 

La  CELEBRAZIONE EUCARISTICA   in PILLOLE

I Riti di comunione , così come dice la parola, indicano quel momento della S. Messa  nel quale tutti insieme, sacerdote e fedeli  , ci uniamo “ come in un solo Corpo “ tra noi e con  il Cristo Risorto , attraverso ”la Comunione all’Unico Pane e all’unico Calice “, come si legge in un bellissimo scritto della chiesa antica  conosciuto come  “ la Didachè  - l’insegnamento “ :  Come i grani di frumento che sono germinati sparsi sulle colline, raccolti e fusi insieme, hanno fatto un solo pane, così, o Signore, fa' di tutta la tua Chiesa, che è sparsa su tutta la terra, una cosa sola; e come questo vino risulta dagli acini dell'uva che erano molti ed erano diffusi per le vigne coltivate di questa terra e hanno fatto un solo prodotto, così, o Signore, fa' che nel tuo sangue la tua Chiesa si senta unita e nutrita di uno stesso alimento “. I fedeli , nella forma più diffusa , ricevono la comunione solo con il Pane consacrato ,o direttamente in bocca o sulla mano  sinistra posta sopra la destra .   Mentre si esce in ordine , partendo da quelli che sono più in fondo alla chiesa , si accompagna il gesto con un canto o mantenendo il silenzio . Giunti davanti al sacerdote, se si vuol ricevere la comunione sulle mani  si deve  farlo intendere chiaramente tenendole bene alzate  verso il sacerdote che dice : “ Il Corpo di Cristo “,  mentre il fedeli risponde : “  Amen “ , si porta di un passo a lato, porta l’Ostia alla bocca con la destra e torna al posto.  Non si devono fare in nessun caso genuflessioni o segni di Croce  durante la Comunione .

 

 

 

CALENDARIO SETTIMANALE 
 

 

Domenica 18/3 IV di Quaresima.
Ore 10,15 Domenica ‘Insieme’ secondo Corso. Ore 14,30 Prime Confessioni.
 
 Lunedì 19 /3.
Ore 17.00 Centro d’ascolto Caritas.Ore 21.00 Corale.
 
Martedì 20/3.
 Ore 20,30 Partecipazione alla Via Crucis in Duomo.
 
Mercoledì 21/3.
Ore 10.00 Gruppo del Vangelo con Lucrezia c/o Bar Parr. Testo Rut cap.3
Ore 21.00 Riunione cucina festone.
 
Giovedì 22/3.
Ore 18.00 S. Messa defunti della ParrocchiaOre 21.00 Equipe Fidanzati (verifica).
 
Venerdì 23/3.
Ore 18.00 Via Crucis per tutti animata dal 4° corso  Ore 21.00 Quaresimale, in chiesa.
 
Sabato 24/3.
Uscita famiglie 4° Corso.
 
 Domenica 25/3  V di Quaresima.
 
SUFFRAGI
 
Lunedì 19/3.
Ore 18.00 Lazzari Mariuccia, Adrian Alberto, Russi Francesco  e Bonomi Edoardo.
 
Martedì 20/3.
Ore 18.00 Coniugi Legnazzi  e Tragella Antonio.
 
Mercoledì 21/3.
Ore 8,30 Fam. Vajani e Brambilla  
Ore 18.00 Walter e Francesco Dordoni.
 
Giovedì 22/3.
Ore 18.00 Defunti della Parrocchia.
 
 OFFERTE.
 
Per funerale €20,00; offerta per S. Messa Romagnoli i condomini 27/M €90,00.
 
 
 ARCHIVIO.
 

E’ tornato alla ‘Casa del Padre’ Lacchini Roberto anni 71.