Comunicazione  di Formazione Religiosa. 

Campane  Foglio delle Campane di Rogoredo

foglio domenicale

 
                ANNO XXX  domenica 12-2-2012 - VI dopo l'Epifania   
 

 

 Giornata della Solidarietà

 

Una coppia si racconta

Angelo e Tiziana, 54 anni lui e 43 anni lei, entrambi lavoravano, lui in una industria metalmeccanica, lei nel commercio, lui un lavoro a tempo pieno, lei un lavoro part-time. A metà del 2004 decidono di sposarsi e, come la maggior parte delle coppie, accedono ad un mutuo per la casa. Di li a poco tempo, agli inizi del 2006 nasce il loro bimbo, Alessandro. Alla fine del 2008, l’azienda dove lavora Angelo comincia a  non corrispondere lo stipendio, e nei primi mesi del 2009 l’azienda fallisce. Di colpo iniziano le preoccupazioni. Per formare la loro famiglia, per sistemare la casa, hanno investito i loro risparmi; per non rischiare di vedersela sottrarre adesso ci sono le scadenze del mutuo da rispettare,  e bollette da pagare e tutte le altre scadenze a cui fare fronte. Per diversi mesi, l’unico sostegno  finanziario è rappresentato dallo stipendio di Tiziana, perché gli ammortizzatori sociali di Angelo sono arrivati solo 8 mesi dopo. Per fortuna i primi aiuti concreti per loro sono arrivati dai genitori di Tiziana (i genitori di Angelo purtroppo non ci sono più). Comincia per Angelo la ricerca di un nuovo lavoro, però vuoi per l’età, vuoi per la crisi che si sta diffondendo, il lavoro diventa sempre  più una chimera. Con la perdita del lavoro la vita della famiglia diventa più incerta, non puoi più fare programmi per il futuro, poiché il venir meno delle risorse che prima consentivano di vivere in modo dignitoso, si riflette negativamente non solo nel quotidiano, ma anche negli affetti, nelle scelte personali. La  mancanza di un lavoro e di conseguenza di uno stipendio, ti porta in un’area di precarietà dove

diventa difficile fare dei programmi, e rimane solo da sperare che non subentrino problemi di salute.. E’ in questi momenti che uno si accorge di quanto siano importanti le relazioni con le altre persone, l’affetto di parenti, amici, conoscenti e non, che si stringono attorno te, alla tua famiglia, ai tuoi problemi, cercando di aiutare, con gesti concreti, materiali, con parole che ti confortano, intessendo attorno a te una rete di solidarietà che ti supporta e che dona luce e speranza per il domani.

A cura di D. Marco

 

 

 

 CONOSCERE IL MAGISTERO di PAPA BENEDETTO XVI

 

In cammino verso Milano famiglie 2012

Catechesi del Santo Padre in occasione della festa della Sacra Famiglia

 Oggi vorrei invitarvi a riflettere su come la preghiera faccia parte della vita della Santa Famiglia di Nazaret. La casa di Nazaret, infatti, è una scuola di preghiera, dove si impara ad ascoltare, a meditare, a penetrare il significato profondo della manifestazione del Figlio di Dio, traendo esempio da Maria, Giuseppe e Gesù.

 

1) Rimane memorabile il discorso del Servo di Dio Paolo VI nella sua visita a Nazaret. Il Papa disse che alla scuola della Santa Famiglia noi «comprendiamo perché dobbiamo tenere una disciplina spirituale, se vogliamo seguire la dottrina del Vangelo e diventare discepoli del Cristo». E aggiunse: «In primo luogo essa ci insegna il silenzio. Oh! se rinascesse in noi la stima del silenzio, atmosfera ammirabile ed indispensabile dello spirito: mentre siamo storditi da tanti frastuoni, rumori e voci clamorose nella esagitata e tumultuosa vita del nostro tempo. Oh! silenzio di Nazaret, insegnaci ad essere fermi nei buoni pensieri, intenti alla vita interiore, pronti a ben sentire le segrete ispirazioni di Dio e le esortazioni dei veri maestri» (Discorso a Nazaret, 5 gennaio 1964).

2) La contemplazione di Cristo ha in Maria il suo modello insuperabile. Il volto del Figlio le appartiene a titolo speciale, poiché è nel suo grembo che si è formato, prendendo da lei anche un’umana somiglianza. Alla contemplazione di Gesù nessuno si è dedicato con altrettanta assiduità di Maria. Lo sguardo del suo cuore si concentra su di Lui già al momento dell’Annunciazione, quando Lo concepisce per opera dello Spirito Santo; nei mesi successivi ne avverte a poco a poco la presenza, fino al giorno della nascita, quando i suoi occhi possono fissare con tenerezza materna il volto del figlio, mentre lo avvolge in fasce e lo depone nella mangiatoia. I ricordi di Gesù, fissati nella sua mente e nel suo cuore, hanno segnato ogni istante dell’esistenza di Maria. Ella vive con gli occhi su Cristo e fa tesoro di ogni sua parola. San Luca dice: «Da parte sua [Maria] custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc 2, 19), e così descrive l’atteggiamento di Maria davanti al Mistero dell’Incarnazione, atteggiamento che si prolungherà in tutta la sua esistenza: custodire le cose meditandole nel cuore. Luca è l’evangelista che ci fa conoscere il cuore di Maria, la sua fede (cfr 1,45), la sua speranza e obbedienza (cfr 1,38), soprattutto la sua interiorità e preghiera (cfr 1,46-56), la sua libera adesione a Cristo (cfr 1,55). E tutto questo procede dal dono dello Spirito Santo che scende su di lei (cfr 1,35), come scenderà sugli Apostoli secondo la promessa di Cristo (cfr At 1,8). Questa immagine di Maria che ci dona san Luca presenta la Madonna come modello di ogni credente che conserva e confronta le parole e le azioni di Gesù, un confronto che è sempre un progredire nella conoscenza di Gesù….

 3) Il primo a farne l’esperienza è stato san Giuseppe. Il suo amore umile e sincero per la sua promessa sposa e la decisione di unire la sua vita a quella di Maria ha attirato e introdotto anche lui, che già era un «uomo giusto» (Mt 1,19), in una singolare intimità con Dio. Infatti, con Maria e poi, soprattutto, con Gesù, egli incomincia un nuovo modo di relazionarsi a Dio, di accoglierlo nella propria vita, di entrare nel suo progetto di salvezza, compiendo la sua volontà. Dopo aver seguito con fiducia l’indicazione dell’Angelo - «non temere di prendere con te Maria, tua sposa» (Mt 1,20) - egli ha preso con sé Maria e ha condiviso la sua vita con lei; ha veramente donato tutto se stesso a Maria e a Gesù, e questo l’ha condotto verso la perfezione della risposta alla vocazione ricevuta. Il Vangelo, come sappiamo, non ha conservato alcuna parola di Giuseppe: la sua è una presenza silenziosa, ma fedele, costante, operosa. Possiamo immaginare che anche lui, come la sua sposa e in intima consonanza con lei, abbia vissuto gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza di Gesù gustando,

 

 

per così dire, la sua presenza nella loro famiglia. Giuseppe ha compiuto pienamente il suo ruolo paterno, sotto ogni aspetto.  Sicuramente ha educato Gesù alla preghiera, insieme con Maria.

Lui, in particolare, lo avrà portato con sé alla sinagoga, nei riti del sabato, come pure a Gerusalemme, per le grandi feste del popolo d’Israele. Giuseppe, secondo la tradizione ebraica, avrà guidato la preghiera domestica sia nella quotidianità – al mattino, alla sera, ai pasti -, sia nelle principali ricorrenze religiose. Così, nel ritmo delle giornate trascorse a Nazaret, tra la semplice casa e il laboratorio di Giuseppe, Gesù ha imparato ad alternare preghiera e lavoro, e ad offrire a Dio anche la fatica per guadagnare il pane necessario alla famiglia.

4) E infine, un altro episodio che vede la Santa Famiglia di Nazaret raccolta insieme in un evento di preghiera. Gesù, l'abbiamo sentito, a dodici anni si reca con i suoi al tempio di Gerusalemme. Questo episodio si colloca nel contesto del pellegrinaggio, come sottolinea san Luca …. Il pellegrinaggio è un’espressione religiosa che si nutre di preghiera e, al tempo stesso, la alimenta. Qui si tratta di quello pasquale, e l’Evangelista ci fa osservare che la famiglia di Gesù lo vive ogni anno, per partecipare ai riti nella Città santa. La famiglia ebrea, come quella cristiana, prega nell’intimità domestica, ma prega anche insieme alla comunità, riconoscendosi parte del Popolo di Dio in cammino e il pellegrinaggio esprime proprio questo essere in cammino del Popolo di Dio. La Pasqua è il centro e il culmine di tutto questo, e coinvolge la dimensione familiare e quella del culto liturgico e pubblico.

Nell’episodio di Gesù dodicenne, sono registrate anche le prime parole di Gesù: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo essere in ciò che è del Padre mio?» (2,49).  …... Così Egli indica chi è il vero Padre, chi è la vera casa, che Egli non fatto niente di strano, di disobbediente. E' rimasto dove deve essere il Figlio, cioè presso il Padre, e ha sottolineato chi è il suo Padre. La parola «Padre» sovrasta quindi l'accento di questa risposta e appare tutto il mistero cristologico. Questa parola apre quindi il mistero, è la chiave al mistero di Cristo, che è il Figlio, e apre anche la chiave al mistero nostro di cristiani, che siamo figli nel Figlio. Nello stesso tempo, Gesù ci insegna come essere figli, proprio nell'essere col Padre nella preghiera. Il mistero cristologico, il mistero dell'esistenza cristiana è intimamente collegato, fondato sulla preghiera. Gesù insegnerà un giorno ai suoi discepoli a pregare, dicendo loro: quando pregate dite «Padre». E, naturalmente, non ditelo solo con una parola, ditelo con la vostra esistenza, imparate sempre più a dire con la vostra esistenza: «Padre»; e così sarete veri figli nel Figlio, veri cristiani.

Qui, quando Gesù è ancora pienamente inserito nella vita della Famiglia di Nazaret, è importante notare la risonanza che può aver avuto nei cuori di Maria e Giuseppe sentire dalla bocca di Gesù quella parola «Padre», e rivelare, sottolineare chi è il Padre, e sentire dalla sua bocca questa parola con la consapevolezza del Figlio Unigenito, che proprio per questo ha voluto rimanere per tre giorni nel tempio, che è la «casa del Padre». Da allora, possiamo immaginare, la vita nella Santa Famiglia fu ancora più ricolma di preghiera, perché dal cuore di Gesù fanciullo – e poi adolescente e giovane – non cesserà più di diffondersi e di riflettersi nei cuori di Maria e di Giuseppe questo senso profondo della relazione con Dio Padre.

Questo episodio ci mostra la vera situazione, l'atmosfera dell'essere col Padre. Così la Famiglia di Nazaret è il primo modello della Chiesa in cui, intorno alla presenza di Gesù e grazie alla sua mediazione, si vive tutti la relazione filiale con Dio Padre, che trasforma anche le relazioni interpersonali, umane…

 Rubrica a cura di S. Restelli

 

    


“La Bibbia in pillole”
Curiosità bibliche  a cura di D. Di Donato

Domenica, 12 Febbraio, durante la Messa, leggeremo Osea 6, 1-6.

In questo brano , al versetto 6, leggiamo “poiché voglio l'amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti.” . In questo versetto troviamo 2 degli elementi fondamentali della predicazione di Osea: amore ( hesed in ebraico) e conoscenza (da’at). Hesed, nel contesto dell’Alleanza, rappresenta quello che il popolo deve provare verso Dio e i fratelli. Questo amore è alla base della da’at (conoscenza) di Dio, della ricerca della sua volontà e del suo posto nella nostra vita. Dal termine da’at , deriva il verbo yādà (conoscere) che non è conoscenza teorica, ma fare esperienza diretta e intima.  Quindi hesed aggiunto a yādà rappresentano, nella economia dell’Alleanza , il cammino verso la vera conversione

 

 

CALENDARIO SETTIMANALE

 

Domenica 12/2.

Ore 9.00 6° incontro fidanzati-ore 11,30 Domenica di fraternità gruppo famiglia- ore 19,30 incontro CVS giovani zona 1.

 

Lunedì 13 /2. Settimana missionaria con Padre Marco Ribolini -ore 17.00 Centro d’ascolto Caritas

Ore 21.00 Corale.

 

Martedì 14/2.

Ore 21.00 incontro per Festone di maggio 2012.

 

Mercoledì 15/2.

Ore 9.00-10,30 guardaroba Caritas-ore 17.00 s. Vincenzo-ore 20.30 Cenacolo speciale con Padre Marco

Giovedì 16/2.

Ore 20.00 Emmaus giovani.

 

Venerdì 17/2. Ore 21.00 Incontro animatori dei gruppi del Vangelo(x marzo)

 

Sabato 18/2.

Ore 14,30 Caritas Decanale c/o Fatima-ore 16,30 Confessioni 4° corso, PreAdo e Ado.

 

Domenica 19/2.

Ore 9.00 7° incontro fidanzati;Domenica di animazione missionaria- ore 10,15

Domenica ‘Insieme’ 1° corso-ore 15,30 Battesimi 2°T

 

SUFFRAGI

 

Lunedì 13/2.

Ore 18.00 Salin Aldo e defunti della famiglia;Meazzi Angelo.

 

Martedì 14/2.

Ore 8,30 Carlo e Orsola – ore 18.00 Eusebio Massimo-Cerliani Carlo e Esterina; Carlo Ernesto e Ermenegilda.

 

Mercoledì 15/2.

Ore 8,30 Maggioni Silvio.

 

Giovedì 16/2.

Ore 18.00 Luciana; Sutera Piera.

 

Venerdì 17/2.

 Ore 18.00 Bassano Giovanni.

 

ARCHIVIO

 

Con il sacramento del Battesimo entra a fare parte della grande famiglia di Dio la ‘Chiesa’ : Pocchia Gaia

Sono tornati alla ‘Casa del Padre’: Galeazzi Giuseppe anni 86 e Tonoli Ines anni 90.

 

S.O.S. CARITAS

 

Necessitano coperte. Grazie.

OFFERTE

 

Offerta per funerale Galeazzi 100,00; per lavori cappella S. Martino 1000; per vendita pro lavori cappella S. Martino 550,00; Primule per giornata della vita 920,00; offerta per Maria auxiliatrice  50,00.