Comunicazione  di Formazione Religiosa.

 

Campane  Foglio delle Campane di Rogoredo

foglio domenicale

 
                 ANNO XXX  domenica 11-12-2011 - V Domenica di Avvento -    
 

 

 

 L'Avvento Ambrosiano 3

 

Prosegue la nostra ricerca sul senso e il significato della liturgia ambrosiana dell’avvento  che celebriamo ogni domenica e nei giorni feriali perché sostenga illumini e orienti la nostra vita quotidiana di credenti .
Dal 17 al 24 dicembre decorrono le cosiddette “ferie prenatalizie”, che nel rito ambrosiano hanno conservato l’antico nome di feriae de exceptato; il nuovo Lezionario, facendo propria una spiegazione non condivisa da tutti gli studiosi, ma indubbiamente suggestiva ed evocativa, interpreta questa espressione nel senso del verbo “accogliere”  (exceptato da exceptare = accogliere, accettare): in effetti sono gli ultimi giorni di Avvento, nei quali la Chiesa si prepara più intensamente a incontrare il Signore Gesù atteso, “accolto” e “accettato”; da notare che questi giorni pre-natalizi, insieme alla commemorazione di San Giuseppe, vengono a comporre una vera e propria “novena” liturgica di preparazione al Natale;
la VI domenica è la primitiva festa mariana della liturgia ambrosiana e commemora il mistero dell’incarnazione del Signore e della divina maternità della Vergine: è la mèta ultima del cammino di Avvento, prima che si passi al tempo natalizio vero e proprio ed è l’occasione per celebrare con Maria “ le grandi cose che ha operato per noi L’onnipotente ;
Infine occorre ricordare come anche i giorni feriali sono caratterizzati da una “mensa” più abbondante della Parola di Dio. Ogni giorno, infatti, prevede tre letture: le prime due tratte dall’Antico Testamento (attinte dalle pagine dei profeti che preannunziano la venuta del Messia), seguite dal Vangelo, tratto da Matteo, l’evangelista che più degli altri è attento a mettere in evidenza la realizzazione nella vicenda di Gesù di Nazaret delle antiche profezie.

 

     Don Marco    

 Conoscere il  Magistero di Papa Benedetto XVI in attesa dell'incontro mondiale delle famiglie
 
Del recente viaggio in Benin per la consegna  dell’Esortazione  Apostolica post-sinodale ai vescovi dell’Africa, riportiamo parte dell’omelia  del Santo Padre BENEDETTO XVI allo Stadio dell’Amicizia - Cotonou
, Domenica, 20 novembre 2011.n essa si rovescia la logica “tradizionale” della missione affidando alla Chiesa africana il compito di evangelizzare i popoli.
Cari Fratelli nell’episcopato e nel sacerdozio,
 cari fratelli e sorelle! Sulla scia del mio beato Predecessore, il Papa Giovanni Paolo II, è per me una grande gioia visitare per la seconda volta questo caro Continente africano, venendo tra voi, in Benin, e rivolgervi un messaggio di speranza e di pace. ..
Il Vangelo che abbiamo appena ascoltato ci dice che Gesù, il Figlio dell’uomo, il giudice ultimo delle nostre vite, ha voluto prendere il volto di quanti hanno fame e sete, degli stranieri, di quanti sono nudi, malati o prigionieri, insomma di tutte le persone che soffrono o sono messe da parte; il comportamento che noi abbiamo nei loro confronti sarà dunque considerato come il comportamento che abbiamo nei confronti di Gesù stesso. Non vediamo in questo una semplice formula letteraria, una semplice immagine! Tutta l’esistenza di Gesù ne è una dimostrazione. Lui, il Figlio di Dio, è diventato uomo, ha condiviso la nostra esistenza, sino nei dettagli più concreti, facendosi il servo del più piccolo dei suoi fratelli. Lui che non aveva dove posare il capo, sarà condannato a morire su una croce. Questo è il Re che celebriamo!
Indubbiamente questo ci può sembrare sconcertante! Ancor oggi, come 2000 anni fa, abituati a vedere i segni della regalità nel successo, nella potenza, nel denaro o nel potere, facciamo fatica ad accettare un simile re, un re che si fa servo dei più piccoli, dei più umili, un re il cui trono è una croce. E tuttavia, ci dicono le Scritture, è così che si manifesta la gloria di Cristo: è nell’umiltà della sua esistenza terrena che Egli trova il potere di giudicare il mondo. Per Lui, regnare è servire! E ciò che ci chiede è di seguirlo su questa via, di servire, di essere attenti al grido del povero, del debole, dell’emarginato. Il battezzato sa che la sua decisione di seguire Cristo può condurlo a grandi sacrifici, talvolta persino a quello della vita. Ma, come ci ha ricordato san Paolo, Cristo ha vinto la morte e ci trascina dietro di Sé nella sua risurrezione. Ci introduce in un mondo nuovo, un mondo di libertà e di felicità. Ancora oggi tanti legami con il mondo vecchio, tante paure ci tengono prigionieri e ci impediscono di vivere liberi e lieti. Lasciamo che Cristo ci liberi da questo mondo vecchio! La nostra fede in Lui, che è vincitore di tutte le nostre paure, di ogni nostra miseria, ci fa entrare in un mondo nuovo, un mondo in cui la giustizia e la verità non sono una parodia, un mondo di libertà interiore e di pace con noi stessi, con gli altri e con Dio. Ecco il dono che Dio ci ha fatto nel Battesimo!
“Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo” (Mt 25,34). Accogliamo questa parola di benedizione che il Figlio dell’uomo rivolgerà, nel giorno del Giudizio, agli uomini e alle donne che avranno riconosciuto la sua presenza fra i più umili dei loro fratelli, in un cuore libero e pieno dell’amore del Signore! Fratelli e sorelle, questo passo del Vangelo è veramente una parola di speranza, poiché il Re dell’universo s’è fatto vicinissimo a noi, servo dei più piccoli e dei più umili. E io vorrei rivolgermi con affetto a tutte le persone che soffrono, ai malati, a quanti sono colpiti dall’AIDS o da altre malattie, a tutti i dimenticati della società. Abbiate coraggio! Il Papa vi è vicino con la preghiera e con il ricordo. Abbiate coraggio! Gesù ha voluto identificarsi con i piccoli, con i malati; ha voluto condividere la vostra sofferenza e riconoscere in voi dei fratelli e delle sorelle, per liberarli da ogni male, da ogni sofferenza! Ogni malato, ogni povero merita il nostro rispetto e il nostro amore, perché attraverso di lui Dio ci indica la via verso il cielo.

 

  E quest’oggi vi invito ancora a rallegrarvi con me. In effetti, sono 150 anni che la croce di Cristo è stata piantata sulla vostra terra, che il Vangelo è stato annunciato in essa per la prima volta. In questo giorno rendiamo grazie a Dio per l’opera compiuta dai missionari, dagli “operai apostolici” originari di casa vostra o venuti da altre parti, vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose, catechisti, tutti coloro che, ieri come oggi, hanno permesso l’estendersi della fede in Gesù Cristo sul Continente africano! Saluto qui la memoria del venerato Cardinale Bernardin Gantin, esempio di fede e di sapienza per il Benin e per tutto il Continente Africano.
 Cari fratelli e sorelle, tutti coloro che hanno ricevuto il dono meraviglioso della fede, questo dono dell’incontro con il Signore risorto, sentono anche il bisogno di annunciarlo agli altri. La Chiesa esiste per annunciare questa Buona Novella! E tale compito è sempre urgente! Dopo 150 anni, molti sono coloro che non hanno ancora udito il messaggio della salvezza di Cristo! Molti sono anche quanti fanno resistenza ad aprire il proprio cuore alla Parola di Dio! Molti sono coloro la cui fede è debole, e la cui mentalità, le abitudini, il modo di vivere ignorano la realtà del Vangelo, pensando che la ricerca di un benessere egoista, del guadagno facile o del potere sia lo scopo ultimo della vita umana. Con entusiasmo siate testimoni ardenti della fede che avete ricevuto! Fate risplendere in ogni luogo il volto amorevole del Salvatore, in particolare davanti ai giovani alla ricerca di ragioni di vita e di speranza in un mondo difficile!
La Chiesa in Benin ha ricevuto molto dai missionari: essa deve a sua volta recare questo messaggio di speranza ai popoli che non conoscono o non conoscono più il Signore Gesù. Cari fratelli e sorelle, vi invito ad avere questa preoccupazione per l’evangelizzazione, nel vostro Paese e tra i popoli del vostro Continente e del mondo intero. Il recente Sinodo dei Vescovi per l’Africa lo ricorda insistentemente: uomo di speranza, il cristiano non si può disinteressare dei propri fratelli e sorelle. Questo sarebbe in aperta contraddizione con il comportamento di Gesù. Il cristiano è un costruttore instancabile di comunione, di pace e di solidarietà, doni che Gesù stesso ci ha fatto. Nell’esservi fedeli, noi collaboriamo alla realizzazione del piano di salvezza di Dio per l’umanità.
Cari fratelli e sorelle, vi invito perciò a rafforzare la vostra fede in Gesù Cristo, operando un’autentica conversione alla sua persona. Soltanto Lui ci dà la vera vita e ci può liberare da tutte le nostre paure e lentezze, da ogni nostra angoscia. Ritrovate le radici della vostra esistenza nel Battesimo che avete ricevuto e che fa di voi dei figli di Dio! Che Cristo Gesù dia a tutti voi la forza di vivere da cristiani e di cercare di trasmettere generosamente alle nuove generazioni ciò che avete ricevuto dai vostri Padri nella fede!

  

 

 
“La Bibbia in pillole”
Curiosità bibliche  a cura di D. Di Donato

 Oggi, domenica  11 Dicembre, durante la Messa, leggeremo Isaia 11, 1-10

 In questo brano , al versetto 1, leggiamo “Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse” . Se al messianismo ebraico vogliamo trovare un punto di partenza, questo è quello giusto. Inoltre ha il vantaggio di essere databile in maniera precisa: siamo intorno all'anno 700 a.C. In questo passo Isaia afferma che verrà un "tempo buono" e che questo tempo buono sarà legato alla figura di un discendente di Davide, dotato di particolari carismi (il mashìah, che significa “unto”). Abbiamo pertanto i due elementi fondamentali di ogni messianismo: il mondo buono del futuro e lo strumento umano, in questo caso un discendente della casa di Davide. Si parla perciò di messianismo davidico: alle sue origini il messianismo fu regale e davidico.

NOVENA DI NATALE 

Da Lunedì 19 a venerdì 23 dicembre

Ore 7,20 Appuntamento in chiesa  per i Preadolescenti (segue colazione nel bar dell'Oratorio fino alle 7,50)

   Ore 17,00 in chiesa per bambini ragazzi e adulti

 

CALENDARIO SETTIMANALE
 

 

Domenica 11/12

V Domenica di Avvento. 


Lunedì 12/12

 Ore 17.00 Centro d’ascolto Caritas – ore 21.00 Corale.


Martedì 13/12.

Ore 21.00 Equipe Fidanzati, 1° incontro.


Mercoledì 14/12

 Ore 9-10,30 Guardaroba Caritas – ore 17.00 S. Vincenzo – ore 18.00 Liturgia della

Parola in cappellina – ore 21.00 Cenacolo di Avvento e S. Messa (ultimo incontro).


Giovedì 15/12

Ore 15,30 S. Messa Gecra – ore 17.00 o 21.00 Corso biblico decanale a Fatima.


Venerdì 16/12

Ore 17.00 Confessioni 3° corso – ore 20,45 Meeting decanale adolescenti – ore 21.00

Concerto di Natale in chiesa.


Sabato 17/12

Ore 16.00 Sabato di fraternità gruppo famiglie.


Domenica 18/12

Sesta Domenica di Avvento. Ore 15,30 Giochi sotto l’albero in Oratorio.

 

 
SUFFRAGI

Lunedì 12/12
Ore 18.00 Emanuele Spadaro.
 
Martedì 13/12
Ore 18.00 Sulsenti Giovanni e Graziella Galli.
 
Mercoledì 14/12.
Ore 8,30 Dordoni Walter e Francesco.
 
Giovedì 15/12
Ore 18.00 Defunti Condominio Monte Popera 16/10-12-14.
 
Venerdì 16/12
Ore 8,30 Alessandrina – Antonio – Luciana – Isidoro. Ore 18.00 Crippa Emilio e
Franceschini Dante.
 
  
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