Foglio delle Campane di Rogoredo
Comunicazione di Formazione Religiosa
 
foglio domenicale
 

 

 DENTRO IL DOLORE DEL MONDO

In questi tempi di prova e di sofferenza per tantissimi fratelli e sorelle colpiti dalla sciagura del terremoto, dalle guerre, dalle carestie, dalla violenza e dalle ingiustizie che generano  grande dolore nella vita di migliaia di esseri umani non possono non riaffiorare alla nostra mente i grandi interrogativi che da sempre accompagnano  la riflessione umana davanti al mistero del dolore innocente .

Mi è tornata alla memoria, a questo proposito la splendida riflessione che l’allora Arcivescovo Card. Martini offri alla chiesa ambrosiana proprio in relazione alle grandi domande esistenziali che portiamo nel cuore e che si ripresentano puntualmente quando siamo posti “dentro il dolore del mondo” che poi è anche il nostro dolore. Nella lettera pastorale: Parlo al tuo cuore ( anno 1996/97) , l’arcivescovo scriveva:  Quando si pensa a tante sofferenze della gente (e me ne giungono gli echi ogni giorno e ogni ora), qualunque godimento, anche il più legittimo e semplice, sembra scolorire, appare come stonato. Perché invece ha senso? come si conciliano le gioie autentiche di questo mondo con le prospettive di morte? perché la morte nel mondo? perché, se è vero che Dio ci ha salvato, non ci ha liberato dalla necessità di morire? e, dietro la morte, tutti i dolori e le angosce dell’esistenza umana: perché questo immenso cumulo di violenze, ingiustizie e solitudini? Sembra che il non senso l’abbia vinta su tutti i fronti: fare i conti con la miseria che copre la terra significa riconoscere la grande difficoltà che tutti incontriamo nel renderci padroni della complessità, nel trovare ragioni che giustifichino la fatica di vivere.

Davanti al dolore del mondo perché il Signore sembra tacere? perché Lui, che è l’Onnipotente, non si manifesta con lo splendore della Sua verità e lo sfolgorìo della sua onnipotenza? perché quella Sua apparente indifferenza davanti alla quotidiana commedia e tragedia della nostra vita? è proprio vero che Gli stiamo a cuore? che siamo importanti per Lui? tutti e ciascuno?...

Il cristianesimo non è la risposta banale alla domanda del dolore e della morte, una risposta che giustifichi tutto o tutto copra sotto l’incomprensibile giudizio divino. Il cristianesimo è la "lectio difficilior", la via più difficile, che prende sul serio la condizione universale di morte e di peccato, e proprio così annuncia la compassione di un Dio che si fa carico di questa morte e di questo peccato per sollevare e salvare ciascuno di noi...

Il passo ulteriore è dunque arrivare a intuire che Dio sta dalla nostra parte e partecipa al dolore per tutto questo male che devasta la terra. Egli non se ne sta come uno spettatore disinteressato o un giudice freddo e lontano, ma "soffre" per noi e con noi, per le nostre solitudini incapaci di amare, perché Lui ci ama. La "sofferenza" divina non è incompatibile con le perfezioni divine: è la sofferenza dell’amore che si fa carico, la "com-passione" attiva e libera, frutto di gratuità senza limiti. Sempre più, nel cammino della vita, sotto i colpi di luce del Vangelo, il Dio di Gesù Cristo mi è apparso come il Dio capace di tenerezza e di pietà fino al punto da "soffrire" per i peccati del mondo. Un Dio tenero come un Padre e una Madre, che non rinnega mai i suoi figli. Un Dio umile, che manifesta la Sua onnipotenza e la Sua libertà proprio nella sua apparente debolezza di fronte al male. Un Dio che per amore accetta di subire il peso del nostro peccato e del dolore che esso introduce nel mondo. Proprio così, però, nella morte di Gesù sulla croce, Dio ci insegna a trarre il bene dal male, la vita dalla morte. Appare allora contraddittorio il nostro continuo voler essere gratificati da tutti e da tutto, a cominciare da Dio, mentre lo contempliamo crocifisso. Come vorrei che tutti a questo punto capissero che il mistero di un Dio morto e risorto è la chiave dell’esistenza umana e il succo del Vangelo e della nostra fede! Eppure contro questa roccia del "mistero pasquale" vanno a cozzare tutte le onde delle nostre resistenze, mentre diciamo con Pietro: "Dio te ne scampi, Signore: questo non ti accadrà mai!" (Mt 16,22). Eppure proprio qui si ricongiungono i nodi del rapporto che lega morte e vita, dolore e gioia, fallimento e successo, frustrazione e desiderio, umiliazione ed esaltazione, disperazione e speranza. Quando la "legge della Croce" ci tocca, ci sconvolge e ne siamo profondamente turbati: ma solo qui si attua la piena liberazione dal male, fino ad accettarne le conseguenze su di sé per perdonarlo e superarlo, come ha fatto Gesù sulla croce.

Per sciogliere l’apparente assurdità della vita non c’è allora che una via possibile: rimettermi continuamente di fronte ad essa, senza sfuggirvi, e arrendermi contemporaneamente senza riserve nelle mani del Dio umile e sofferente, del "Dio crocifisso". Solo abbandonandomi perdutamente a Lui, solo capitolando nelle sue mani potrò riprendere nelle mie il bandolo della matassa intricata della vita. Dio è il Mistero santo, Gesù Cristo in croce è la Custodia silenziosa, in cui riposa il senso della vita e della storia, il senso del mondo…

Come arrivo a questa conclusione così certa e definitiva? Come la luce del Vangelo raggiunge e afferra quotidianamente la mia vita? come avviene che ancora e sempre di nuovo questa luce getti sprazzi sulle mie domande, e mi aiuti a vivere e ad illuminare per me e per gli altri la fatica di vivere? Posso rispondere solo così: io mi sento amato, sommamente, da Qualcuno più grande di noi tutti. Mi sento chiamato e attratto, come uno che non può fare a meno di Dio, del Dio di Gesù Cristo. Anche se difficile e contrastata, sento e so che questa scelta è l’unica valida. Non è volontarismo: è riconoscimento. Riconosco che al termine di tutte le mie domande senza risposta c’è il suo Mistero santo, e c’è precisamente come il Signore Gesù ce lo ha rivelato sulla Croce: mistero di amore infinito che si consegna, Trinità dell’Amante, dell’Amato e dell’Amore, che ci accoglie nel Suo grembo, e ci custodisce negli abissi di amore della Sua vita. E il riconoscimento si trasforma in riconoscenza: sono grato al mio Dio perché mi so amato da Lui, "nascosto con Cristo in Dio" (Col 3,3), anche quando non riesco a sentirlo con i miei poveri sensi umani”.

Parola luminose e perennemente vere quelle del Card. Martini che, spero, possano aiutare la nostra personale riflessione e confortarci in tempi di fatica come quelli che viviamo noi adesso ...come è stato per chi ci ha preceduti in epoche diverse ma non meno cariche della medesima inquietudine di vivere.            d. M.

 


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“La Bibbia in pillole”

curiosità bibliche  a cura di D. Di Donato 

Domenica 19 Febbraio, durante la Messa, leggeremo Osea 1,9; 2,7-10.16-18.21-22

In questo brano, al versetto 21 leggiamo: ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto” Il verbo ʾāraš «sposare» indica il primo atto del matrimonio, quando si fa la promessa e si fissa il «prezzo» della sposa. Qui il prezzo non comprende beni materiali, ma valori come la «giustizia» (ṣedeq), il «diritto» (mišpāṭ), la «benevolenza» (ḥesed), le «viscere di misericordia» (raḥămîm) e la «fedeltà» (ʾĕmûnâ). Due atteggiamenti oggettivi (giustizia e diritto: la risposta necessaria per adempiere tutta l’alleanza); due atteggiamenti soggettivi (tenerezza e misericordia) e una dimensione necessaria per la durata della relazione stessa (fedeltà). Non sono qualità della sposa, ma sono doni che lo Sposo porta con sé per la nuova alleanza matrimoniale

 

 

CALENDARIO

 

19/2 Domenica Ultima dopo l’Epifania

ore 9.00 : 7° inc. fidanzati

 

22/2 Mercoledì

ore 21.00: Cenacolo

 

24/2 Venerdì

ore 15.00: Incontro III età .- Carnevale

 

25/2 Sabato CARNEVALE

 

26/2 Domenica  I di Quaresima

ore 9.00 : 8° inc. fidanzati

 

SUFFRAGI

20/2 Lunedì

ore18.00 Baioni Gaspare

 

21/2 Martedì

ore18.00 Primo; Angela; Tina

 

23/2 Giovedì

ore18.00 Caterina e Cesare

 

24/2 Venerdì

ore 18.00: S. Messa defunti della Parrocchia

 Preghiera per la situazione di un ragazzo

 

25/2 Sabato

ore 18.00: Mario Ionni; Corsi Bruno

 

 ARCHIVIO

Ha fatto ritorno alla casa del Padre celeste: Mazzanti Ennio di anni 84

 

 OFFERTE

 

Per un funerale 50€