Foglio delle Campane di Rogoredo
Comunicazione di Formazione Religiosa
 
foglio domenicale

Tempo di Pasqua..."e ripartirono senza indugio"

Tra i racconti della risurrezione che mi hanno sempre affascinato c’è la narrazione dell’incontro tra due discepoli con Gesù risorto sulla via per Emmaus. Essi però non lo riconoscono se per il fatto che le sue parole scaldavano loro progressivamente il cuore fino al gesto decisivo dello  spezzare il pane.

“Allora si aprirono loro gli occhi” e da uomini stanchi e frustrati, schiacciati dal peso della delusione e della sfiducia, eccoli trasformati in annunciatori della Sua Risurrezione. Investiti dalla forza dirompente della Pasqua  essi “partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane”. (Lc 24,33-34). Anche noi siamo  in un tempo storico che ci appare faticoso e frustrante. La Pasqua viene a ridarci un uovo slancio e ad invitarci ad una ripartenza coraggiosa se però accogliamo mediante i segni e i gesti nella fede - Parola ed Eucaristia in primo luogo - la vitalità portata dal risorto dentro questa stessa vita e questa stessa storia. Un noto studioso di fenomeni sociali del nostro tempo, Umberto Galimberti, scuve in un suo saggio intitolato “L’ospite inquietante: il nichilismo e i giovani ”:  l’occidente, “L'occidente una volta abbandonato il pessimismo degli antichi greci... Si è consegnato senza riserve all'ottimismo della tradizione giudaico- cristiana che, sia nella sua versione religiosa sia nelle forme laicizzate della scienza dell'utopia e della rivoluzione, ha guardato l'avvenire sorretto dalla convinzione che la storia dell'umanità è inevitabilmente una storia di progresso e di salvezza. Oggi questa visione ottimistica è venuta meno: Dio è morto (alla Risurrezione non crede quasi più nessuno ndr.) e i suoi eredi, scienze, utopie rivoluzioni, hanno mancato le loro promesse: inquinamenti di ogni tipo, disuguaglianze sociali, disastri economici, comparsa di nuove malattie, esplosioni di violenza, forme di intolleranza, radicamento di egoismi, pratiche abituali della guerra, hanno fatto precipitare il futuro dall'estrema positività della tradizione giudaico-cristiana all'estrema negatività di un tempo affidato a un caso senza direzione e orientamento… Siamo in un'epoca dominata da quello che il filosofo Spinoza chiamava “le passioni tristi” dove il riferimento non è tanto al dolore o al pianto, ma all'impotenza, alla disgregazione, alla mancanza di senso che fanno della crisi attuale qualcosa di diverso dalle altre a cui l'occidente e il mondo hanno saputo adattarsi, perché si tratta di una crisi dei fondamenti stessi della nostra civiltà”. Anche per i discepoli di Emmaus quel che era capitato a Gesù è paragonabile al crollo dei fondamenti su cui avevano basato la lore speranze e la loro voglia di fare, di impegnarsi, di affrontare il futuro in modo progettuale e non rassegnato e stanco. Allora come oggi c’è bisogno di “ entrare dentro il mistero “ della Pasqua di Gesù per ottenere “risurrezione e vita”. Ma è ancora possibile ed è questa la strada ? Non sono pochi coloro che oggi guardano alla Chiesa con pessimismo e delusione. Non è la Chiesa che desidererebbero. Vorrebbero una Chiesa meno “chiesa” e più impegnata nella costruzione di una società più umana. Anche noi forse nella nostra stanchezza la vediamo troppo immobile e disorientata, eccessivamente impegnata nel difendere qualche questione morale ormai obsoleta che interessa a pochi, facendo sforzi penosi per recuperare una credibilità che sembra trovarsi «al di sotto del minimo storico» tra scandali e inadempienze. E’ una istituzione tra le altre vista come un problema e un limite più che come risorsa  per aiutare e infondere speranza nel cuore dell'uomo. Ci sembra a sua volta triste e noiosa, e in un certo modo paradossale – per dirla con lo scrittore francese Georges Bernanos - perchè «il contrario di un popolo cristiano è un popolo triste». È facile la tentazione dell'abbandono e della fuga in situazioni come queste. Alcuni l'hanno fatto anche tra noi soprattutto durante il tempo della pandemia. Altri si stanno allontanando poco a poco, «in punta di piedi e senza far rumore»: senza che quasi nessuno se ne accorga si va spegnendo nel loro cuore l'affetto e l'adesione di altri tempi…Sarebbe di certo un errore pensare ingenuamente che poi possano venire tempi migliori. Ancora più grave sarebbe chiudere gli occhi e ignorare i limiti e i peccati della Chiesa. Ma per tutti il peccato più grande – inteso come grande occasione che si perde per sé e per la vita del mondo  - sarebbe «fuggircene a Emmaus», abbandonare il cammino prendendo ognuno la propria via, rimanendo così di fatto  prigionieri  della delusione e del disinganno. Proviamo far nostra la «lezione di Emmaus» da cui poi sgorgherà l’azione della prima chiesa. La soluzione non consiste mai nell'abbandonare, ma nel provare insieme a ritrovare strade e vie per ridare respiro alla chiesa, per poter ravvivare la nostra speranza in Gesù. Dove degli uomini e delle donne camminano chiedendosi di lui e approfondendone il messaggio, là il Risorto si fa presente. È facile che un giorno, ascoltando il Vangelo sentano di nuovo «ardere il loro cuore». Dove dei credenti si incontrano per celebrare insieme l'eucaristia, là si trova il Risorto che nutre le loro vite. È facile che un giorno «si aprano i loro occhi» e lo vedano. Per quanto morta possa apparire ai nostri occhi, in questa Chiesa abita il Risorto. E da qui possiamo ripartire come singoli e come famiglie per ritrovare la voglia di essere e di fare la chiesa “ per dare futuro alla  nostra vita e a quella del mondo intero”. In una splendida preghiera da lui composta e inserita nella lettera pastorale “Partenza da Emmaus”, il card. Martini, anticipando con profetico sguardo l’oggi di sempre scriveva :”Signore Gesù, grazie perché ti sei fatto riconoscere nello spezzare il pane...Dovremmo essere tristi, perché non sei più con noi. Eppure ci sentiamo felici. La nostra gioia e il nostro ritorno frettoloso a Gerusalemme, lasciando il pranzo a metà sulla tavola, esprimono la certezza che tu sei con noi. Ci hai incrociati poche ore fa su questa stessa strada, stanchi e delusi. Non ci hai abbandonati a noi stessi e alla nostra disperazione. Ci hai inquietati con i tuoi rimproveri. Ma soprattutto sei entrato dentro di noi. Ci hai svelato il segreto di Dio su di te, nascosto nelle pagine della Scrittura. Hai camminato con noi, come un amico paziente. Hai suggellato l'amicizia spezzando con noi il pane, hai acceso il nostro cuore perché riconoscessimo in te il Messia, il Salvatore di tutti...Ti rivolgeremo questa preghiera, spontanea e appassionata, infinite altre volte nella sera del nostro smarrimento, del nostro dolore, del nostro immenso desiderio di te...Infatti tu sei sempre con noi. Siamo noi, invece, che non sempre restiamo con te, non dimoriamo in te. Per questo non sappiamo diventare la tua presenza accanto ai fratelli. Per questo, o Signore Gesù, ora ti chiediamo di aiutarci a restare sempre con te, ad aderire alla tua persona con tutto l'ardore del nostro cuore, ad assumerci con gioia la missione che tu ci affidi: continuare la tua presenza, essere vangelo della tua risurrezione”. (continua)            

  Don Marco 

Dall’incontro del Papa con adolescenti e giovani italiani

...Gesù ha vinto le tenebre della morte. Purtroppo, sono ancora dense le nubi che oscurano il nostro tempo. Oltre alla pandemia, l’Europa sta vivendo una guerra tremenda, mentre continuano in tante regioni della Terra ingiustizie e violenze che distruggono l’uomo e il pianeta. Spesso sono proprio i vostri coetanei a pagare il prezzo più alto: non solo la loro esistenza è compromessa e resa insicura, ma i loro sogni per il futuro sono calpestati. Tanti fratelli e sorelle attendono ancora la luce della Pasqua.

Il racconto del Vangelo che abbiamo ascoltato inizia proprio nel buio della notte. Pietro e gli altri prendono le barche e vanno a pescare – e non pescano nulla. Che delusione! Quando mettiamo tante energie per realizzare i nostri sogni, quando investiamo tante cose, come gli apostoli, e non risulta nulla… Ma succede qualcosa di sorprendente: allo spuntare del giorno, appare sulla riva un uomo, che era Gesù. Li stava aspettando. E Gesù dice loro: “Lì, alla destra ci sono i pesci”. E avviene il miracolo di tanti pesci: le reti si riempiono di pesci.

Questo può aiutarci a pensare ad alcuni momenti della nostra vita. La vita alle volte ci mette a dura prova, ci fa toccare con mano le nostre fragilità, ci fa sentire nudi, inermi, soli. Quante volte in questo periodo vi siete sentiti soli, lontani dai vostri amici? Quante volte avete avuto paura? Non bisogna vergognarsi di dire: “Ho paura del buio!” Tutti noi abbiamo paura del buio. Le paure vanno dette, le paure si devono esprimere per poterle così cacciare via. Ricordate questo: le paure vanno dette. A chi? Al papà, alla mamma, all’amico, all’amica, alla persona che può aiutarvi. Vanno messe alla luce. E quando le paure, che sono nelle tenebre, vanno nella luce, scoppia la verità. Non scoraggiatevi: se avete paura, mettetela alla luce e vi farà bene!

Il buio ci mette in crisi; ma il problema è come io gestisco questa crisi: se la tengo solo per me, per il mio cuore, e non ne parlo con nessuno, non va. Nelle crisi si deve parlare, parlare con l’amico che mi può aiutare, con papà, mamma, nonno, nonna, con la persona che può aiutarmi. Le crisi vanno illuminate per vincerle. Cari ragazzi e ragazze, voi non avete l’esperienza dei grandi, ma avete una cosa che noi grandi alle volte abbiamo perduto. Per esempio: con gli anni, noi grandi abbiamo bisogno degli occhiali perché abbiamo perduto la vista o alle volte diventiamo un po’ sordi, abbiamo perduto l’udito… O, tante volte, l’abitudine della vita ci fa perdere “il fiuto”; voi avete “il fiuto”. E questo non perdetelo, per favore! Voi avete il fiuto della realtà, ed è una cosa grande. Il fiuto che aveva Giovanni: appena visto lì quel signore che diceva: “Buttate le reti a destra”, il fiuto gli ha detto: “È il Signore!”. Era il più giovane degli apostoli. Voi avete il fiuto: non perdetelo! Il fiuto di dire “questo è vero – questo non è vero – questo non va bene”; il fiuto di trovare il Signore, il fiuto della verità. Vi auguro di avere il fiuto di Giovanni, ma anche il coraggio di Pietro. Pietro era un po’ “speciale”: ha rinnegato tre volte Gesù, ma appena Giovanni, il più giovane, dice: “È il Signore!”, si butta in acqua per trovare Gesù.

Non vergognatevi dei vostri slanci di generosità: il fiuto vi porti alla generosità. Buttatevi nella vita. “Eh, Padre, ma io non so nuotare, ho paura della vita!”: avete chi vi accompagna, cercate qualcuno che vi accompagni. Ma non abbiate paura della vita, per favore! Abbiate paura della morte, della morte dell’anima, della morte del futuro, della chiusura del cuore: di questo abbiate paura. Ma della vita, no: la vita è bella, la vita è per viverla e per darla agli altri, la vita è per condividerla con gli altri, non per chiuderla in sé stessa...

(estratto dal discorso del Santo Padre)

 

COMUNICAZIONE

 

Tutti coloro che hanno elargito offerte per il rifacimento del riscaldamento della chiesa parrocchiale nei mesi di  novembre o dicembre 2021 tramite bonifico bancario, se intendono usufruire delle detrazioni fiscali devono firmare e ritirare presso don Marco copia della convenzione e la ricevuta come previsto dalla sovraintendenza ai beni culturali

 

 Puoi destinare il 5x1000

 

All’associazione “Passo dopo Passo.Insieme” (doposcuola in oratorio)

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  www.passodopopassoinsieme.it  5 passi x 1000 buoni motiviC.F. 03933330965

 


Alla società Sportiva dell’Oratorio “Primavera 2005” compilando il 730, il CUD o il modello unico alla voce “Sostegno alle associazioni sportive dilettantistiche” e inserendo il codice fiscale: 97421790151 nell’apposito spazio

 

“La Bibbia in pillole”

curiosità bibliche  a cura di D. Di Donato

Domenica, 24 Aprile, durante la Messa, leggeremo Giovanni 20, 19-31.

Al versetto 19, leggiamo:”Gesù venne e si presentò in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi!» . L’uso del verbo greco erchomai’ (venire, andare) nel contesto delle apparizioni, è tipicamente giovanneo, e possiede una profonda risonanza cristologia. E’ infatti da mettere in relazione con la promessa di tornare di Gv 14,18 e 28 ("Io me ne vado, e torno da voi").

Nel saluto (l’ebraico: šālōm alêkem) bisogna cogliere una assicurazione ai destinatari, legata a quella promessa di pace di Gv14, 27-28 (“Vi lascio pace; vi do la mia pace. Non come il mondo la dà”) come adempimento della pace preannunciata dei Profeti.

 

 

CALENDARIO

 

24/4 Domenica II di Pasqua ”In albis”

Uscita 2gg Branco Scout

ore 19.00 Gruppo Giovani Adulti /5

ore 18.00 Incontro Pastorale della salute

 

25/4 Lunedì

Uscita Gruppo Giovani e Giovani Adulti

 

26/4 Martedì

ore 21.00: II Riunione per Festa di Maggio

 

28/4 Giovedì

ore 20.00: Serata di Emmaus - Giovani Decanato a Santa Rita

 

29/4 Venerdì

ore 15.00 : Incontro Terza età

 

30/4 Sabato Uscita 2gg Branco Scout

Uscita gruppo famiglie: visita alla riserva naturale del Sacro Monte di Varallo

ore 10-12 Catechismo 2elem/ 8

 

Domenica 1/5 III di Pasqua

Uscita 2 gg branco scout

Apertura mese mariano

 

SUFFRAGI

 

28/4 Giovedì

ore 9.00 Francesca mamma suor Corinna

 

 

COMUNICAZIONE

 

Tutti coloro che hanno elargito offerte per il rifacimento del riscaldamento della chiesa parrocchiale nei mesi di  novembre o dicembre 2021 tramite bonifico bancario, se intendono usufruire delle detrazioni fiscali devono firmare e ritirare presso don Marco copia della convenzione e la ricevuta come previsto dalla sovraintendenza ai beni culturali