Foglio delle Campane di Rogoredo
Comunicazione di Formazione Religiosa
 
foglio domenicale

Giornata mondiale del Malato

 

Giungiamo alla III domenica dedicata ad alcuni temi maggiori della nostra vita cristiana. Dopo la festa della famiglia e al giornata per la vita ecco la giornata del  malato. Il santo apdre ha dedicato un messaggio per questa giornata a malati, familiari e operatori della salute che vogliamo riportare qui di seguito perchè possa essere occasione di riflessione per tutti.

Cari fratelli e sorelle, trent’anni fa san Giovanni Paolo II istituì la Giornata Mondiale del Malato per sensibilizzare il popolo di Dio, le istituzioni sanitarie cattoliche e la società civile all’attenzione verso i malati e verso quanti se ne prendono cura. Siamo riconoscenti al Signore per il cammino compiuto in questi anni nelle Chiese particolari del mondo intero. Molti passi avanti sono stati fatti, ma molta strada rimane ancora da percorrere per assicurare a tutti i malati, anche nei luoghi e nelle situazioni di maggiore povertà ed emarginazione, le cure sanitarie di cui hanno bisogno; come pure l’accompagnamento pastorale, perché possano vivere il tempo della malattia uniti a Cristo crocifisso e risorto. La 30ª Giornata Mondiale del Malato, la cui celebrazione culminante, a causa della pandemia, non potrà aver luogo ad Arequipa in Perù, ma si terrà nella Basilica di San Pietro in Vaticano, possa aiutarci a crescere nella vicinanza e nel servizio alle persone inferme e alle loro famiglie.

  1. Misericordiosi come il Padre

Il tema scelto per questa trentesima Giornata, «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso» (Lc 6,36), ci fa anzitutto volgere lo sguardo a Dio “ricco di misericordia” (Ef 2,4), il quale guarda sempre i suoi figli con amore di padre, anche quando si allontanano da Lui. La misericordia, infatti, è per eccellenza il nome di Dio, che esprime la sua natura non alla maniera di un sentimento occasionale, ma come forza presente in tutto ciò che Egli opera. È forza e tenerezza insieme. Per questo possiamo dire, con stupore e riconoscenza, che la misericordia di Dio ha in sé sia la dimensione della paternità sia quella della maternità (cfr Is 49,15), perché Egli si prende cura di noi con la forza di un padre e con la tenerezza di una madre, sempre desideroso di donarci nuova vita nello Spirito Santo.

  1. Gesù, misericordia del Padre

Testimone sommo dell’amore misericordioso del Padre verso i malati è il suo Figlio unigenito. Quante volte i Vangeli ci narrano gli incontri di Gesù con persone affette da diverse malattie! Egli «percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo» (Mt 4,23). Possiamo chiederci: perché questa attenzione particolare di Gesù verso i malati, al punto che essa diventa anche l’opera principale nella missione degli apostoli, mandati dal Maestro ad annunciare il Vangelo e curare gli infermi? (cfr Lc 9,2). Un pensatore del XX secolo ci suggerisce una motivazione: «Il dolore isola assolutamente ed è da questo isolamento assoluto che nasce l’appello all’altro, l’invocazione all’altro». [2] Quando una persona sperimenta nella propria carne fragilità e sofferenza a causa della malattia, anche il suo cuore si appesantisce, la paura cresce, gli interrogativi si moltiplicano, la domanda di senso per tutto quello che succede si fa più urgente. Come non ricordare, a questo proposito, i numerosi ammalati che, durante questo tempo di pandemia, hanno vissuto nella solitudine di un reparto di terapia intensiva l’ultimo tratto della loro esistenza, certamente curati da generosi operatori sanitari, ma lontani dagli affetti più cari e dalle persone più importanti della loro vita terrena? Ecco, allora, l’importanza di avere accanto dei testimoni della carità di Dio che, sull’esempio di Gesù, misericordia del Padre, versino sulle ferite dei malati l’olio della consolazione e il vino della speranza. [3]  

  1. Toccare la carne sofferente di Cristo

L’invito di Gesù a essere misericordiosi come il Padre acquista un significato particolare per gli operatori sanitari. Penso ai medici, agli infermieri, ai tecnici di laboratorio, agli addetti all’assistenza e alla cura dei malati, come pure ai numerosi volontari che donano tempo prezioso a chi soffre. Cari operatori sanitari, il vostro servizio accanto ai malati, svolto con amore e competenza, trascende i limiti della professione per diventare una missione. Le vostre mani che toccano la carne sofferente di Cristo possono essere segno delle mani misericordiose del Padre. Siate consapevoli della grande dignità della vostra professione, come pure della responsabilità che essa comporta. Benediciamo il Signore per i progressi che la scienza medica ha compiuto soprattutto in questi ultimi tempi; le nuove tecnologie hanno permesso di approntare percorsi terapeutici che sono di grande beneficio per i malati; la ricerca continua a dare il suo prezioso contributo per sconfiggere patologie antiche e nuove; la medicina riabilitativa ha sviluppato notevolmente le sue conoscenze e le sue competenze. Tutto questo, però, non deve mai far dimenticare la singolarità di ogni malato, con la sua dignità e le sue fragilità. [4] Il malato è sempre più importante della sua malattia, e per questo ogni approccio terapeutico non può prescindere dall’ascolto del paziente, della sua storia, delle sue ansie, delle sue paure. Anche quando non è possibile guarire, sempre è possibile curare, sempre è possibile consolare, sempre è possibile far sentire una vicinanza che mostra interesse alla persona prima che alla sua patologia. Per questo auspico che i percorsi formativi degli operatori della salute siano capaci di abilitare all’ascolto e alla dimensione relazionale.

  1. I luoghi di cura, case di misericordia

La Giornata Mondiale del Malato è occasione propizia anche per porre la nostra attenzione sui luoghi di cura. La misericordia verso i malati, nel corso dei secoli, ha portato la comunità cristiana ad aprire innumerevoli “locande del buon samaritano”, nelle quali potessero essere accolti e curati malati di ogni genere, soprattutto coloro che non trovavano risposta alla loro domanda di salute o per indigenza o per l’esclusione sociale o per le difficoltà di cura di alcune patologie. A farne le spese, in queste situazioni, sono soprattutto i bambini, gli anziani e le persone più fragili. Misericordiosi come il Padre, tanti missionari hanno accompagnato l’annuncio del Vangelo con la costruzione di ospedali, dispensari e luoghi di cura. Sono opere preziose mediante le quali la carità cristiana ha preso forma e l’amore di Cristo, testimoniato dai suoi discepoli, è diventato più credibile. Penso soprattutto alle popolazioni delle zone più povere del pianeta, dove a volte occorre percorrere lunghe distanze per trovare centri di cura che, seppur con risorse limitate, offrono quanto è disponibile. La strada è ancora lunga e in alcuni Paesi ricevere cure adeguate rimane un lusso. Lo attesta ad esempio la scarsa disponibilità, nei Paesi più poveri, di vaccini contro il Covid-19; ma ancor di più la mancanza di cure per patologie che necessitano di medicinali ben più semplici. In questo contesto desidero riaffermare l’importanza delle istituzioni sanitarie cattoliche: esse sono un tesoro prezioso da custodire e sostenere; la loro presenza ha contraddistinto la storia della Chiesa per la prossimità ai malati più poveri e alle situazioni più dimenticate. [5] Quanti fondatori di famiglie religiose hanno saputo ascoltare il grido di fratelli e sorelle privi di accesso alle cure o curati malamente e si sono prodigati al loro servizio! Ancora oggi, anche nei Paesi più sviluppati, la loro presenza è una benedizione, perché sempre possono offrire, oltre alla cura del corpo con tutta la competenza necessaria, anche quella carità per la quale il malato e i suoi familiari sono al centro dell’attenzione. In un tempo nel quale è diffusa la cultura dello scarto e la vita non è sempre riconosciuta degna di essere accolta e vissuta, queste strutture, come case della misericordia, possono essere esemplari nel custodire e curare ogni esistenza, anche la più fragile, dal suo inizio fino al suo termine naturale.

  1. La misericordia pastorale: presenza e prossimità

Nel cammino di questi trent’anni, anche la pastorale della salute ha visto sempre più riconosciuto il suo indispensabile servizio. Se la peggiore discriminazione di cui soffrono i poveri – e i malati sono poveri di salute – è la mancanza di attenzione spirituale, non possiamo tralasciare di offrire loro la vicinanza di Dio, la sua benedizione, la sua Parola, la celebrazione dei Sacramenti e la proposta di un cammino di crescita e di maturazione nella fede. [6] A questo proposito, vorrei ricordare che la vicinanza agli infermi e la loro cura pastorale non è compito solo di alcuni ministri specificamente dedicati; visitare gli infermi è un invito rivolto da Cristo a tutti i suoi discepoli. Quanti malati e quante persone anziane vivono a casa e aspettano una visita! Il ministero della consolazione è compito di ogni battezzato, memore della parola di Gesù: «Ero malato e mi avete visitato» ( Mt 25,36).

Cari fratelli e sorelle, all’intercessione di Maria, salute degli infermi, affido tutti i malati e le loro famiglie. Uniti a Cristo, che porta su di sé il dolore del mondo, possano trovare senso, consolazione e fiducia. Prego per tutti gli operatori sanitari affinché, ricchi di misericordia, offrano ai pazienti, insieme alle cure adeguate, la loro vicinanza fraterna.

+ Francesco

 

OGGI DOMENICA 13 FEBBARIO  GIORNATA MONDIALE DEL MALATO

Ore 15.00 S. Rosario 

Santa Messa e Benedizione dei malati

ore 18.00

Incontro gruppo parrocchiale di 

PASTORALE DELLA SALUTE  (in oratorio) 

 

AIUTACI AD AIUTARE

La sovraintendenza alle belle arti ha predisposto la possibilità di contribuzioni liberali per i lavori di rinnovo del riscaldamento della chiesa, Di seguito i dati.

BPM / Milano : Iban: IT 39 G 05034 01750 0000 000 10716 - Parrocchia Sacra Famiglia in Rogoredo - Causale : Offerta liberale per riqualificazione dell’impianto termico della chiesa di Sacra Famiglia in Rogoredo Pratica 310/2020

E’ sempre necessario continuare a sostenere anche l’azione della nostra Caritas Parrocchiale con offerte semplici su UNICREDIT : Iban:  IT 70 J 02008  01637 0001 054 96001 - Caritas parrocchiale Rogoredo - Causale : Offerte per le attività di Caritas parrocchiale

 

“La Bibbia in pillole”

Domenica, 13 Febbraio, durante la Messa, leggeremo Luca 17, 11-19

Al versetto 13 leggiamo:”Gesù, maestro, abbi pietà di noi!”

Gridano a gran voce: «Gesù sovrintendente» (epistates). Epistates è un titolo che riconosce la supremazia, indica uno che sta più in alto di altri. Alcuni traducono anche con Signore o maestro. Luca è il solo autore del N.T. a tradurre l’ebraico-aramaico rabbì con il termine greco «epistates». La lingua greca, sacra e profana, dà ad epistates il significato di preposto, capo, presidente. «Gesù»: (Joshua in ebraico: Dio salva): i lebbrosi sono i primi a chiamare Gesù per nome. Oltre ai lebbrosi, solo il cieco (18,38) e il malfattore in croce (23,42) ne pronunciano il nome. Chiamare per nome significa conoscere e avere un rapporto amichevole; essi hanno conosciuto la bontà di Gesù, e la implorano: “abbi pietà di noi!” (Eleison hemas) come in Sal 145,2 e Isaia 33,2.

 

CALENDARIO

13/2 Domenica VI dopo l’Epifania Uscita corta Branco SCOUT

ore 9.00 : 6° incontro. fidanzati

ore 15.00: S. Messa e Benedizione di Lourdes (per 3 età, anziani, malati, personale)

ore 18.00 incontro gruppo pastorale della salute parrocchiale

 

Dal 14/2 al 18/2 ISMI

 

16/2 Mercoledì

ore 21.00: Cenacolo

 

17/2 Giovedì

 ore 21.00: Equipe gruppo famiglie (per marzo)

 

18/2 Venerdì

 ore 15.00: Incontro III età

 

20/2 Domenica Penultima dopo l’Epifania

Uscita lunga Branco SCOUT

ore 9.00 : 7° incontro. fidanzati

ore 15.00: Ritiro in vista della Quaresima e Visita pastorale per le Catechiste

 

SUFFRAGI

 

16/2 Mercoledì

ore 18.00 Armanda Bozzetti

 

18/2 Venerdì

ore 18.00 Edga Castro

 

ARCHIVIO

 

Ricordiamo coloro che hanno fatto ritorno alla casa del Padre nel Mese di Gennaio:

7/1 Bottausci Giorgio di anni 74

7/1 Garramone Concetta di anni 95

12/1 Facchini Andrea di anni 95

13/1 Catenazzo Maria Giovanna di anni 92

26/1 Malvicini AnnaMaria di anni 91

26/1 Tempella GianAlberto di anni 88

6/2  Allievi Raffaello di anni 71