Comunicazione di Formazione Religiosa.
Foglio delle Campane di Rogoredo
foglio domenicale
ANNO XXVIII domenica 19-9- 2010 III dopo il Martirio di S. Giovanni n°3 |
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GIORNATA DEL SEMINARIO 2010
Carissimi fedeli,
la Giornata per il Seminario richiama la nostra attenzione verso tutti coloro che si stanno preparando al ministero sacerdotale. Li vogliamo affidare al Signore nei loro cammini formativi con la nostra affettuosa vicinanza e la stima per la scelta coraggiosa che li prepara ad essere uniti in modo particolare alla carità di Gesù, buon pastore. Al termine e in continuità con l’Anno sacerdotale, proposto da Papa Benedetto XVI, è la figura di san Carlo Borromeo a sostenere la nostra preghiera e la nostra riflessione, nella ricorrenza del quarto centenario della sua canonizzazione. Nuovamente vogliamo lasciarci attrarre dall’ideale di santità che si è irradiato nei diversi ambiti della sua illuminata azione pastorale. In particolare, considerando la sua vita, sono a tutti noti la sua premura per formazione del clero e il suo intenso amore per il Seminario. Fu lui, infatti a volerlo, non senza difficoltà e resistenze, in una stagione ecclesiale complessa, di grandi sconvolgimenti, ma insieme di straordinaria fioritura di vita cristiana.Soprattutto è la sua originalissima esperienza di “discepolo” a suggerire le nostre considerazioni. È questa la radice buona, vivificata dalla grazia, dalla quale si sono sprigionati quei frutti spirituali e pastorali duraturi che in qualche modo persistono nella vita della nostra Diocesi e del nostro Seminario.
I suoi biografi narrano di un giovane colmo, secondo lo stile rinascimentale, di onori e di rendite, e tuttavia colto, serio, impegnato e attento alle domande fondamentali della vita, come alle esigenze radicali di un’esistenza autenticamente evangelica.
Viene alla mente lo straordinario racconto dell’uomo ricco che corse incontro a Gesù e si gettò in ginocchio davanti a lui (cfr. Marco 10,17-22). «Che cosa devo fare? Quale pienezza vado cercando?». Questi erano i pressanti interrogativi che invadevano il suo cuore. Certo, non molto lontano da questi termini si era presentata la stessa domanda anche per il giovane Carlo Borromeo e con lui, ancora oggi, si ripropone per molti giovani. Lo ha ricordato Benedetto XVI nel suo Messaggio per la XXV Giornata Mondiale della Gioventù: «La stagione della vita in cui siete immersi è tempo di scoperta: dei doni che Dio vi ha elargito e delle vostre responsabilità. È, altresì, tempo di scelte fondamentali per costruire il vostro progetto di vita. È il momento, quindi, di interrogarvi sul senso autentico dell’esistenza e di domandarvi: “Sono soddisfatto della mia vita? C’è qualcosa che manca “.«Vieni e seguimi» : è la risposta di Gesù. Ma essa, come lascia suggestivamente intendere l’evangelista Marco, si può udire chiaramente nello spazio accogliente del suo sguardo amoroso:
«Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò» (v. 21). Solo in questo sguardo si può comprendere la bellezza e la forza del suo invito, nonostante le inevitabili situazioni di turbamento, di confusione interiore, di instabilità e incertezza circa il futuro che caratterizzano questa nostra stagione di vita.
Rimanere in questo sguardo significa concretamente dimorare nella grazia della preghiera, nella contemplazione del dono di Gesù Crocifisso. Proprio in questa contemplazione troviamo il segreto ultimo della santità di Carlo Borromeo.
Carissimi, Gesù non si stanca mai di volgere il suo sguardo di amore ad ogni persona, chiamandola a diventare suo discepolo. Insieme, però, propone ad alcuni una scelta particolare: diventare trasparenza viva e luminosa della sua azione e della sua parola. In questo modo, chi è chiamato al ministero non si sostituisce al Signore, ma riconduce continuamente tutto e tutti a Lui, diventando così un pastore buono, a Sua immagine.
A partire da questa indicazione mi rivolgo con tanta fiducia ai giovani, perché si lascino incontrare dal Signore, siano attenti alla sua presenza e alla sua proposta,si lascino affascinare e conquistare dal suo amore. Come per il giovane ricco, il Signore Gesù li chiamerà a scelte esigenti, nelle quali però potranno sperimentare la sua amorevole presenza e, in essa, la risposta più vera al desiderio profondo, nascosto negli interrogativi del loro cuore. D’altra parte, come vorrei che tutti i presbiteri e coloro che sono in cammino verso il ministero ordinato si lasciassero attrarre da Gesù e fossero appassionati portatori di questo amore alle comunità loro affidate! Durante l’omelia della Messa crismale di quest’anno invitavo tutti i sacerdoti a realizzare non tanto qualche loro progetto personale, quanto a vivere con la massima radicalità possibile la comunione con Cristo sacerdote. Egli ha voluto chiamarli amici (cfr. Giovanni 15,5), testimoniando con questo termine «una straordinaria nota di umanità di cui deve essere segnata la comunione, l’unità dei presbiteri con il Signore Gesù».
Carissimi fedeli, preghiamo per tutti i nostri presbiteri e per coloro che si stanno incamminando verso il ministero sacerdotale,perché siano sempre gioiosi della loro risposta quotidiana al Signore, come lo furono i discepoli nell’incontrare il Signore risorto: «E i discepoli gioirono al vedere il Signore» (Giovanni 20,20).
Per questo invito ogni comunità cristiana e ogni singolo fedele a vivere intensamente le scelte della preghiera per le vocazioni. Rinnovo, ancora una volta ma in modo più pressante, quasi frutto continuativo dell’Anno sacerdotale, a tutte le comunità e realtà ecclesiali la proposta di programmare e di attuare, ogni primo giovedì del mese, un’adorazione eucaristica per chiedere al Signore nuove vocazioni e santi sacerdoti.( ndr. da noi a Rogoredo è ogni primo lunedì del mese alle 17.00 in cappellina ) Inoltre, in concomitanza con la tradizionale Festa dei fiori, propongo ai giovani della Diocesi una particolare Settimana Vocazionale, nella quale incontrare più da vicino la testimonianza di santità di san Carlo e pregare più coralmente per le vocazioni. Viviamo nella certezza che il Signore non ci farà mancare nuovi presbiteri, contenti del loro “sì”, testimoni fedeli e annunciatori generosi di Cristo risorto, portatori del suo Vangelo di salvezza ad ogni uomo che incontreranno.
Nella paterna intercessione di san Carlo,
il Signore ci benedica tutti!
+ Dionigi card. Tettamanzi
Arcivescovo di Milano
Proposte e attività della comunità
Speciale emergenza Pakistan
Mentre eravamo in vacanza si consumava una delle catastrofi naturali più gravi di questo inizio secolo . I primi dati indicavano in oltre duemila il numero delle persone che hanno perso la vita in seguito alle alluvioni. Venti milioni sono i pakistani colpiti dal disastro: di questi, 3,5 milioni sono bambini che rischiano di contrarre malattie mortali. Le vittime, rispetto allo tsunami nello Sri Lanka del 2004 sono fortunatamente di meno. Ma i danni agli edifici, alle infrastrutture, alle strade, alle coltivazioni, sono molto più gravi. Intere aree sono raggiungibili solo in elicottero o con gommoni, le persone sono isolate e necessitano dei beni elementari di sussistenza: posseggono solo i vestiti che indossano, hanno perso tutto. Nel solo Punjab almeno 1,7 milioni di ettari di campi coltivati sono stati danneggiati o distrutti, molti dei quali coltivati a riso, base dell'alimentazione nazionale. Nell’urgenza, la Chiesa si è immediatamente mobilitata attraverso Caritas Pakistan e Caritas Internationalis: a quest’ultima fanno riferimento quelle nazionali e diocesane. Ora occorre provvedere ad una campagna di solidarietà mirata oltre la sola emergenza immediata .
Adesso in Pakistan (Paese che Caritas ambrosiana conosce bene, a seguito di numerosi progetti di sviluppo promossi lì negli scorsi anni) è indispensabile limitare i danni. Precisa don Davanzo direttore della Caritas milanese: «Non è ancora possibile programmare un piano di ricostruzione, dato che i monsoni e le piogge proseguiranno ancora per alcune settimane. Oggi dobbiamo intervenire nell’emergenza con un’attenzione specifica ai bambini, che in una tale situazione di igiene precaria sono più in pericolo degli adulti». Serve di tutto: tende, kit di emergenza, materassini per proteggersi dall’umidità, teli di plastica da usare come pavimento nelle tende, materassi, cuscini, lenzuola, zanzariere contro la malaria, latte per bambini e neonati, acqua potabile, utensili per cucinare, medicine e vestiti.
Monsignor Lawrence Saldanha, presidente della Conferenza episcopale del Pakistan, ha richiamato all’unità nell’emergenza: «Nell’ora del più grande disastro naturale della storia del Paese – ha detto ai fedeli -, è nostro dovere di cristiani rimanere fianco a fianco con i nostri fratelli musulmani e indù per fronteggiare la calamità comune con coraggio e determinazione».
CAUSALE: EMERGENZA PAKISTAN
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SUFFRAGI
Venerdì 24 / 9= Ore 18.00 s. Messa defunti della Parrocchia