Foglio delle Campane di Rogoredo
Comunicazione di Formazione Religiosa
 
foglio domenicale

 

DOMENICA DEL PERDONO

In questa Domenica del Perdono, alle porte del tempo di Quaresima, vi propongo un piccolo stralcio della Lettera Apostolica MISERICORDIA ET MISERA, di Papa Francesco, utile per riflettere su come viviamo la Confessione e ci prepariamo ad accogliere l’abbraccio misericordioso del Padre.

 

Vorrei che tutti noi meditassimo le parole dell’Apostolo, scritte verso la fine della sua vita, quando a Timoteo confessa di essere stato il primo dei peccatori, «ma appunto per questo ho ottenuto misericordia» (1 Tm 1,16). Le sue parole hanno una forza prorompente per provocare anche noi a riflettere sulla nostra esistenza e per vedere all’opera la misericordia di Dio nel cambiare, convertire e trasformare il nostro cuore: «Rendo grazie a colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia mettendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia» (1 Tm 1,12-13) […]

Non c’è legge né precetto che possa impedire a Dio di riabbracciare il figlio che torna da Lui riconoscendo di avere sbagliato, ma deciso a ricominciare da capo. Fermarsi soltanto alla legge equivale a vanificare la fede e la misericordia divina.  C’è un valore propedeutico nella legge (cfr Gal 3,24) che ha come fine la carità (cfr 1 Tm 1,5). Tuttavia, il cristiano è chiamato a vivere la novità del Vangelo, «la legge dello Spirito, che dà vita in Cristo Gesù» (Rm 8,2). Anche nei casi più complessi, dove si è tentati di far prevalere una giustizia che deriva solo dalle norme, si deve credere nella forza che scaturisce dalla grazia divina.

Noi confessori abbiamo esperienza di tante conversioni che si manifestano sotto i nostri occhi. Sentiamo, quindi, la responsabilità di gesti e parole che possano giungere nel profondo del cuore del penitente, perché scopra la vicinanza e la tenerezza del Padre che perdona. Non vanifichiamo questi momenti con comportamenti che possano contraddire l’esperienza della misericordia che viene ricercata. Aiutiamo, piuttosto, a illuminare lo spazio della coscienza personale con l’amore infinito di Dio (cfr 1 Gv 3,20).

Il Sacramento della Riconciliazione ha bisogno di ritrovare il suo posto centrale nella vita cristiana; per questo richiede sacerdoti che mettano la loro vita a servizio del «ministero della riconciliazione» (2 Cor 5,18) in modo tale che, mentre a nessuno sinceramente pentito è impedito di accedere all’amore del Padre che attende il suo ritorno, a tutti è offerta la possibilità di sperimentare la forza liberatrice del perdono.

 

 

Ringraziamenti  CAV - Raccolta Giornata per la Vita

 

“ APRITE LE PORTE ALLA VITA “

Con questo slogan si è appena celebrata la 42° Giornata per la Vita e  noi, che ogni giorno ci confrontiamo con questo tema, Vi ringraziamo perché in questa occasione ci siamo sentiti sostenuti ed accompagnati nel nostro impegno quotidiano con quanto ci è pervenuto dalla Vostra generosità.

E’ a seguito a iniziative come questa che noi possiamo  offrire, oltre che ad un servizio sociale, anche sostegni concreti alle donne in gravidanza che a noi si rivolgono, sempre secondo un progetto personalizzato di accompagnamento della mamma o del nucleo familiare, possiamo donare loro alimenti per lo svezzamento del loro bimbo, pannolini e ancor prima al momento della nascita, il primo corredino che, oltre a soddisfare un bisogno, vuol essere anche un segno di  accoglienza  per una nuova vita Da parte di tutti noi operatori del CAV e delle mamme che a noi si uniscono, calorosamente Vi salutiamo e a tutti Voi

 Il nostro più grande …GRAZIE !

 

QUERIDA AMAZONIA –  ESORTAZIONE POST-SINODALE /2

Sacramenti accessibili anche a «comunità più remote»

I sacramenti «devono essere accessibili, soprattutto ai poveri, e non devono mai essere negati per motivi di denaro», scrive il Papa, definendo inammissibile «di fronte ai poveri e ai dimenticati dell’Amazzonia, una disciplina che escluda e allontani, perché in questo modo essi alla fine vengono scartati da una Chiesa trasformata in dogana». Di qui la necessità dell’inculturazione, che «deve anche svilupparsi e riflettersi in un modo incarnato di attuare l’organizzazione ecclesiale e la ministerialità. Occorre far sì che la ministerialità si configuri in modo tale da essere al servizio di una maggiore frequenza della celebrazione dell’Eucaristia, anche nelle comunità più remote e nascoste», la proposta di Francesco: per «ascoltare il lamento di tante comunità dell’Amazzonia private dell’Eucaristia domenicale per lunghi periodi di tempo», c’è bisogno di «ministri che possano comprendere dall’interno la sensibilità e le culture amazzoniche».

Solo il prete «abilitato a presiedere l’Eucaristia»

Solo il sacerdote può dire: «Questo è il mio corpo». E dunque solo lui è abilitato a «presiedere l’Eucaristia». Nel quarto e ultimo capitolo dell’esortazione apostolica post-sinodale, dedicato all’aspetto pastorale, il Papa fuga definitivamente ogni dubbio sull’ordinazione sacerdotale di diaconi sposati, per supplire alla carenza di clero, avanzata nel corso del Sinodo sull’Amazzonia dell’ottobre scorso. «Ciò che non può essere delegato», nell’esercizio del ministero sacerdotale, è proprio l’essenza dell’ordine sacro, che «configura» il prete a «Cristo sacerdote». «Tale carattere esclusivo ricevuto dall’Ordine abilita lui solo a presiedere l’Eucaristia. Questa è la sua funzione specifica, principale e non delegabile». Ci sono altre parole, ricorda Francesco, che «solo lui può pronunciare: “Io ti assolvo dai tuoi peccati”. Perché il perdono sacramentale è al servizio di una degna celebrazione eucaristica. In questi due Sacramenti c’è il cuore della sua identità esclusiva».

Vescovi «più generosi» nel mandare preti

In Amazzonia, «specialmente nelle sue foreste e luoghi più remoti, occorre trovare un modo per assicurare il ministero sacerdotale», un’urgenza emersa a più riprese durante il Sinodo dell’ottobre scorso. «I laici potranno annunciare la Parola, insegnare, organizzare le loro comunità, celebrare alcuni Sacramenti, cercare varie espressioni per la pietà popolare e sviluppare i molteplici doni che lo Spirito riversa su di loro – prosegue Francesco -. Ma hanno bisogno della celebrazione dell’Eucaristia, perché essa fa la Chiesa». Una «pressante necessità», quella di sacerdoti che celebrino l’Eucaristia, che porta il Papa a esortare «tutti i vescovi, in particolare quelli dell’America Latina, non solo a promuovere la preghiera per le vocazioni sacerdotali, ma anche a essere più generosi, orientando coloro che mostrano una vocazione missionaria affinché scelgano l’Amazzonia». Nello stesso tempo, secondo Francesco, «è opportuno rivedere a fondo la struttura e il contenuto sia della formazione iniziale sia della formazione permanente dei presbiteri, in modo che acquisiscano gli atteggiamenti e le capacità necessari per dialogare con le culture amazzoniche».

Querida Amazonia: «Responsabilità importanti» a diaconi, religiose e laici

«C’è necessità di sacerdoti, ma ciò non esclude che ordinariamente i diaconi permanenti – che dovrebbero essere molti di più in Amazzonia – le religiose e i laici stessi assumano responsabilità importanti per la crescita delle comunità e che maturino nell’esercizio di tali funzioni grazie ad un adeguato accompagnamento», sono le indicazioni pastorali contenute in Querida Amazonia. «Non si tratta solo di favorire una maggiore presenza di ministri ordinati che possano celebrare l’Eucaristia – puntualizza Francesco -. Abbiamo bisogno di promuovere l’incontro con la Parola e la maturazione nella santità attraverso vari servizi laicali, che presuppongono un processo di maturazione – biblica, dottrinale, spirituale e pratica – e vari percorsi di formazione permanente». «Una Chiesa con volti amazzonici – scrive il Papa – richiede la presenza stabile di responsabili laici maturi e dotati di autorità, che conoscano le lingue, le culture, l’esperienza spirituale e il modo di vivere in comunità dei diversi luoghi». «È possibile – aggiunge il Santo Padre in una nota, sulla scorta del Codice di diritto canonico – che il vescovo affidi a un diacono o a una persona non insignita del carattere sacerdotale o ad una comunità di persone una partecipazione nell’esercizio della cura pastorale di una parrocchia». «Permettere lo sviluppo di una cultura ecclesiale propria, marcatamente laicale», il «sogno» del Papa per l’Amazzonia, «attraverso un nuovo incisivo protagonismo dei laici». Il modello indicato è quello delle «comunità di base», che «quando hanno saputo integrare la difesa dei diritti sociali con l’annuncio missionario e la spiritualità, sono state vere esperienze di sinodalità nel cammino evangelizzatore della Chiesa in Amazzonia».

Alle donne «funzioni e servizi che non richiedono l’ordine sacro»

«In una Chiesa sinodale le donne, che di fatto svolgono un ruolo centrale nelle comunità amazzoniche, dovrebbero poter accedere a funzioni e anche a servizi ecclesiali che non richiedano l’Ordine sacro e permettano di esprimere meglio il posto loro proprio», è la proposta del Papa, che sottolinea che «tali servizi comportano una stabilità, un riconoscimento pubblico e il mandato da parte del vescovo». «Questo fa anche sì che le donne abbiano un’incidenza reale ed effettiva nell’organizzazione, nelle decisioni più importanti e nella guida delle comunità – la tesi di Francesco -, ma senza smettere di farlo con lo stile proprio della loro impronta femminile». Nel testo, infatti, il Papa mette in guardia dal «riduzionismo» che «ci porterebbe a pensare che si accorderebbe alle donne uno status e una partecipazione maggiore nella Chiesa solo se si desse loro accesso all’Ordine sacro». «Senza le donne» la Chiesa «crolla», l’omaggio di Francesco, «come sarebbero cadute a pezzi tante comunità dell’Amazzonia se non ci fossero state le donne, a sostenerle, a sorreggerle e a prendersene cura».

 dal Sito della Arcidiocesi di Milano

  

“La Bibbia in pillole”

curiosità bibliche a cura di D. Di Donato

Domenica, 23 Febbraio, durante la Messa, leggeremo Osea 1, 10-22

In questo brano, al versetto 18, leggiamo “mi chiamerai: “Marito mio”, e non mi chiamerai più: “Baal, mio padrone”. La seconda parte del brano, è un contrappunto a partire dal nome Baal che, in ebraico, permette un’interessante gioco linguistico, ricco di significati allusivi:

Baal = il dio cananaico Ba‘al - Baal = padrone - Baal = marito

Per indicare il nuovo rapporto tra Dio e Israele, non si userà più l’ambiguo nome Baʿalî «marito mio», bensì ʾiššî , altro modo per dire il medesimo concetto di marito, senza tuttavia creare alcuna ambiguità. Pronunciando questo nome, con il possessivo “mio”, è cancellato il documento di ripudio, con cui era iniziata l’arringa del profeta, e si ha, in positivo, la formula di patto matrimoniale: «Tu sei mia moglie e io sono tuo marito».

 

 CALENDARIO

 

23/2 Domenica Ultima do po Epifania

ore 9.00: 8° incontro fidanzati

ore 15.00 -17.30 Formazione decanale catechiste

 

24/2 Lunedì

Due Giorni Coadiutori decanato

ore 18.00: S.Messa defunti Parrocchia

 

25/2 Martedì

Due giorni Coadiutori decanato

 

26/2 Mercoledì

ore 21.00: Cenacolo

 

27/2 Giovedì

TreGiorni 18/19enni Decanato a Padova

 

28/2 Venerdì

TreGiorni 18/19enni Decanato a Padova

 

29/2 Sabato

TreGiorni 18/19enni Decanato a Padova

Scout Branco Campetto di carnevale

 

1/3 Domenica I di Quaresima

Scout Branco Campetto di carnevale

 

SUFFRAGI

24/2 Lunedì

ore 18.00: S. Messa defunti Parrocchia

 

25/2 Martedì

ore 18.00: Tina

 

26/2 Mercoledì

ore 8.30Lazaric Ferruccio

 

ARCHIVIO

Ha fatto ritorno alla casa del Padre celeste : Mapelli Emilia di anni 74