Foglio delle Campane di Rogoredo
Comunicazione di Formazione Religiosa
 
foglio domenicale

ORDINAZIONE SACERDOTALE di

Padre ALESSANDRO MARASCHI  - Pime

Il nostro Foglio delle Campane chiude le sue pubblicazioni settimanali, per la pausa estiva, presentando a tutti voi un avvenimento che dona grande gioia alla nostra parrocchia: l’ORDINAZIONE SACERDOTALE DI PADRE ALESSANDRO MARASCHI dei MISSIONARI  DEL PIME. 

 

 

 

 

 

Certamente si tratta di un avvenimento di grande importanza, perché un giovane, cresciuto in questa  comunità, che decide di donare la sua vita al Signore per l’annuncio del vangelo, nella forma della consacrazione sacerdotale e religiosa,  di questi tempi, a Rogoredo, è qualcosa che porta un’aria di freschezza, di bellezza e un senso di presenza via della Grazia del Signore tra noi come non accade frequentemente: anche a Rogoredo sorgono vocazioni e di spessore, come abbiamo potuto tutti constatare in questo anno di ministro diaconale vissuto tra noi da P. Alessandro. Vorrei rivolgermi direttamente a te dicendoti che, sicuramente, questa comunità, il suo oratorio i ragazzi, i giovani e gli adulti, i sacerdoti che ti hanno accompagnato, la tua famiglia e tanti tanti amici incontrati sul tuo cammino, ti hanno dato tanto. Ma anche tu hai saputo darti e spenderti tanto già fino ad oggi e ci hai regalato la tua cordialità, la tua passione e il tuo sorriso, la tua fede nel Signore,  tratti  decisivi per poter immaginare un tuo futuro ministero certamente ricco e fecondo di tanto bene.

Come comunità vorremmo lasciarti qualche dono anche materiale che ti possa accompagnare e che sia segno per te del nostro affetto ed incoraggiamento nel Signore. Già don Daniele, al suo primo anniversario di ordinazione, il Giovedì Santo, come segno di fraternità, ti aveva donato la stola sacerdotale; come parrocchia vorremmo lasciarti un piccolo prezioso segno che tu possa portare sempre con te...ma è ancora una sorpresa… Inoltre apriamo, con questa domenica, un fondo in offerte a te dedicato presso la segreteria parrocchiale che ti consegneremo, così che tu possa utilizzarlo come meglio riterrai, anche in vista della tua destinazione in Messico dal prossimo mese di settembre.

A tutti ricordo che nella settimana che verrà, avremo alcune occasioni di preparazione comunitaria all’ ordinazione di P. Alessandro. Mi auguro che, nonostante il periodo già molto intenso del festone, siano colte e vissute da quanti più parrocchiani possibile.                

 Don Marco

 

LETTERA di un amico  a  Padre  Alessandro

 

Caro Ale, caro Padre Ale,

              ormai ci siamo! Ancora qualche giorno e un grande passo di questo cammino condiviso con i tuoi genitori, con gli amici, con i compagni in seminario, con i ragazzi e le comunità incontrate in questo giorno si andrà a compiere!

Con queste poche parole cerco di riportare quelli che sono i sentimenti miei, ma che credo appartengano anche ad ognuno di quei volti che ho sinteticamente elencato.

E’ un momento forte, che richiama davvero alla condivisione di momenti  vissuti insieme a stretto contatto, ma apre inevitabilmente anche alla consapevolezza che sarà più difficile in futuro incontrarsi, quantomeno di persona,  ed è quindi impossibile non ripensare anche al passato. Non posso nascondere una certa commozione nel saperti in partenza, ma sarei egoista se non fossi estremamente felice nel vedere che la tua vita si sta compiendo nella Vocazione che il Signore ti ha indicato.

Non posso che essere estremamente grato per un cammino particolare, iniziato insieme ormai sei anni fa, con le confidenze reciproche di chi si racconta in semplicità il desiderio di condividere una novità così grande che riempie il cuore.  Ci ritroviamo ora, sei anni dopo, con la medesima gioia nel cuore per due cammini che si realizzano in maniera diversa, ma uniti nel Signore. Ed è un bel segno poter condividere la realizzazione delle nostre vocazioni a così poca distanza l’uno dall'altro, una bella coincidenza che sottolinea la nostra amicizia.

Oltre a tutto questo, alla gioia di questi giorni, di questo anno, c’è la gioia e la gratitudine per un’amicizia, semplice, nata in questo oratorio, nata tra le cianfrusaglie del deposito  “sottochiesa” nel preparare la slitta di Babbo Natale, nata poco alla volta e consolidatasi nel tempo. Un’amicizia schietta, caratterizzata da momenti di entusiasmo reciproco ma anche di divergenze di opinione, sempre però con la certezza di potersi dire le cose e poi chiedersi scusa, senza il timore di dover spiegare, perché si è sempre compreso che il nostro discutere è il frutto di un appassionarsi alle cose. Ho sempre detto che con Ale non sono mai riuscito ad arrabbiarmi, anche a provarci non mi è mai riuscito.

E allora concedimi di raccontare la tua passione: quella modalità coinvolgente con la quale in un momento di stasi durante una riunione, il buon Maraschi comincia a camminare per la stanza con l’aria di chi sta già macchinando qualcosa, e poi… ecco l’idea, qualcosa di impegnativo, mai banale e sempre ragionato, con dietro una storia, un pensiero, un significato. E allora di fronte all’idea non si può dire di no, perché Ale mentre te la spiega ti ha già tirato in mezzo. E’ così una valanga di idee, di proposte, ma anche di silenzio, di parole misurate, di preghiera.

Questa passione io l’ho rivista quest’anno, non me l’ero dimenticata ma è stato sicuramente diverso rivederti più a pieno in quel di Rogoredo: ti sei appassionato ad ogni attività, ad ogni ragazzo, ad ogni periferia esistenziale. Ti sei donato al 1000% nell’incontro con i ragazzi del boschetto, con gli adolescenti e giovani, con le famiglie del quartiere.

 In alcuni frangenti ti ho immaginato in una ipotetica terra di missione (quando ancora non si sapeva la destinazione) e poi in Messico; ho provato ad immaginarti con quella stessa passione per il coinvolgere con un sorriso, con una parola o con un gesto le persone che andrai ad incontrare. Sai quando vedi una persona in una situazione e ti sembra proprio al suo posto? Ecco, questo è quello che ho provato nell’immaginarti così.

Ogni tanto abbiamo parlato di quella fiducia previa di cui una persona gode, perché è conosciuto ed è quindi per lui più facile entrare in sintonia con un’altra persona. Devo dire che dietro quella fiducia previa di cui tu parli io vedo semplicemente la costanza, la semplicità e l’attenzione di chi ha saputo dirmi un come stai quando ce ne è stato bisogno oppure darmi una pacca sulla spalla, la vicinanza di chi è capace di prendere la vita con leggerezza quando serve ma anche di essere deciso in altri momenti.

Non voglio andare oltre ma credo che questo titolo che è convenzionale per i missionari del PIME, questo “padre” che accompagnerà il tuo nome per tutta la vita sarà un richiamo costante a tutto quello che ho scritto sopra e anche a quello che ho dimenticato. Un padre è colui che è attento agli altri, a coloro che gli vengono affidati e anche a coloro che invece passano per caso di lì. E per quello che ho visto fino ad ora posso essere certo che sarai un gran missionario.

Posso infine essere certo di un’altra cosa: parlo per me, ma azzardo ad esprimermi anche per la comunità di Rogoredo e non solo. Riprendo il motto della tua classe per dirti che saremo con te, che ci impegniamo ad accompagnarti, a sostenerti in tutte le forme possibili, e la prima che mi viene in mente è la preghiera perché una vocazione deve essere alimentata giorno dopo giorno, in primis nel Signore e con lo sguardo verso di Lui. Questa è una promessa.

Buon cammino!   Samuel

 

Pensieri  di Padre Alessandro per  la  nostra comunità

Pieve di Cellole, San Giminiano.
29 Maggio 2019

Cara comunità della Sacra Famiglia in Rogoredo, una settimana mi separa dall’ordinazione presbiterale e dal momento di festa che vivremo insieme. Avrei preferito schivare l’oneroso onore di queste righe sull’opuscolo parrocchiale, ma conosco e diffido della timidezza che fa perdere occasioni importanti per dire parole dal cuore.


Allora grazie a don Marco, per avermi chiesto e richiesto queste righe.

Vi scrivo da San Giminiano, precisamente da una piccola pieve alle porte della città. Mi sono ritirato insieme alla mia classe per una settimana di esercizi spirituali. Mentre mettevo piede in terra Toscana, il sentimento in me dominante era una grande desiderio di riposo. L’anno di diaconato nella nostra parrocchia è stato trascinante. Denso di incontri, attività come pochi altri anni prima d’ora. Ora sento proprio il bisogno di silenzio e di preghiera.

Da questo tempo disteso che mi è offerto, getto il pensiero ai gesti che da qui a dieci giorni potrò compiere in mezzo a voi.
Tra le mie mani il pane e il vino diventeranno corpo e sangue di Cristo e condivideremo la presenza del Risorto in mezzo a noi. Avrò la possibilità di ascoltare le cadute, i tradimenti delle persone e donare loro il perdono di Dio. Potrò ungere i corpi degli ammalati e assicurare la vicinanza del Risorto nel momento della malattia.

Non è per meriti, ma perché la grazia di Dio si è abbassata fino a guardare gli uomini in volto, che possiamo compierli.

Se guardo alle mie giornate così piene e trascinanti di quest’anno, devo ammettere con vergogna di essermi trovato sì pieno di cose da fare, ma non altrettanto pieno di gesti di comunione, di compassione, di perdono.  
E se quei gesti che connoteranno da qui a pochi giorni il mio agire liturgico, rompessero i confini spaziali della chiesa e gli spazi temporali della liturgia e impregnassero tutto l’agire, il parlare e il pensare delle mie giornate? Se davvero vivessi della comunione e del perdono di Cristo? Tutto ciò farà forse sorridere. Qualcuno si domanderà di cos’altro potrebbe riempire le giornate un prete? A qualcun altro potrà forse apparire un buon proposito di un uomo gasato dall’effervescenza del momento.

Eppure mi sento molto serio.  Sono conscio tanto della possibilità di rimanere lontano con la vita dai gesti che celebrerò durante la liturgia, quanto nell’affermare che non è un ideale irraggiungibile.  Forse l’occasione di festa che condivideremo da qui a poco, può essere occasione per accendere i riflettori sull’immenso dono di poter fare esperienza del Risorto nei sacramenti.

Non siamo in grado, con la nostra volontà, di comunione, di perdono quanto desidereremmo. È un dato di fatto. Conosciamo fin troppo bene l’infinita creatività del “non fare il bene che vorremmo e fare il male che non vorremmo”. A ragione potremmo dubitare della nostra reale capacità di amare il prossimo, di perdonare, ma non se è Gesù Risorto stesso a farsi prossimo e a garantire che amore, comunione e perdono non siano ideali irraggiungibili, ma esperienze reali che ci sono donate e prendono forma nei sacramenti.
Il prossimo fine settimana sarà una festa, ma solo perché la vera festa, che è Gesù che si è fatto prossimo, non ha mai lasciato gli uomini dal momento della risurrezione: “Io sono con voi ogni giorno, fino alla fine del mondo”.

P.Alessandro

  

“La Bibbia in pillole”

curiosità bibliche  a cura di D. Di Donato

Domenica, 2 Giugno, durante la Messa, leggeremo Giovanni 17, 20 - 26 .

In questo brano , al versetto 20, leggiamo “crederanno mediante la loro parola in me(In greco: dia tou logou autôn eis eme) . La parola della predicazione apostolica conduce a Cristo: eis eme  “sino a me” (letteralmente dal greco). La fede biblica, dicevano gli antichi rabbini,  è un heʾĕmîn ba-JHWH ( trovare saldezza sopra JHWH). L’espressione giovannea, dice invece un’altra dimensione della fede, dal momento che il linguaggio giovanneo distingue sempre il luogo dallo stato : la fede è una relazione che, facendo superare i confini di tempo e di spazio, permette al credente di giungere sino a Gesù, di mettersi in relazione con lui e, attraverso questa relazione, entrare nella comunione del Padre con il Figlio.

 

 

CALENDARIO

  

2/6 Domenica VII di Pasqua

ore 15.30: Battesimi

ore 15.00 Verifica cammino Catechesi 2018-19

Con sabato 1 giugno è sospesa la S.Messa delle 8.30

 

4 Martedì

ore 21.00 :Riunione genitori Vacanza

 TRIDUO in preparazione alla ORDINAZIONE SACERDOTALE di Padre Alessandro Maraschi

 

6/6 Giovedì

ore 21.00 Serata di preghiera e ascolto della Parola  guidata dal biblista e insegnante di p. Alessandro,  don Lorenzo Flori (in chiesa)

 

7/6 Venerdì

ore 21.00 Spettacolo teatrale organizzato con il Pime Milano: L’amazzonia non è verde “ in salone Sianesi”

 

8/6 Sabato  ore 9.00    Ordinazione Sacerdotale di Padre Alessandro Maraschi in Duomo

(ritrovo ore 8.00 alla stazione MM3).

ore 18.00 Veglia ecumenica cittadina di Pentecoste. Da Piazzale Corvetto

 

9/6 Domenica Pentecoste

ore 10.30 Prima S. Messa di Padre Alessandro  Maraschi

Giornata di festa in oratorio con pranzo condiviso e animazione .

Inizio orario estivo S. Messe festive: ore 10.30; 18.00 e 9.00 a S.Martino

 

SUFFRAGI

6/6 Giovedì

ore 18.00 Armida Casati; Famiglia Celle e Mercandelli

 

8/6 Sabato

ore 18.00 Marchesi Francesco; Simighiani Emilio

 

ARCHIVIO

 

Hanno ricevuto il sacramento del  Battesimo:

Ginisi Greta; Murgia Emilia; Iaccarino Leonardo; Di Muro Cristian

 

Hanno fatto ritorno alla casa del Padre celeste:

Croci Roberto di anni 71

Bezzecchi Davide di anni 55

Contorno Giuseppe di anni 87

 

SOS Caritas

 Necessitano Pentole varie. Grazie