Foglio delle Campane di Rogoredo
Comunicazione di Formazione Religiosa
 
foglio domenicale
 

SALVATI DA UNO SGUARDO 5

Oggi lo sguardo che ci regala il Vangelo della V domenica di quaresima, va ben al di là delle nostre aspettative, aprendo la nostra mente ben oltre il limite delle nostre umane possibilità: ci viene anticipata la Pasqua del Signore nella risurrezione di Lazzaro e ci viene dichiarato apertamente che chi vive e crede in Gesù - il risorto a vita nuova - non morirà “in eterno” anche se muore a questa vita su questa terra.

  

 

 

 Ancora una volta due sguardi a confronto : quello umano  che vede solo il visibile espresso da Marta, e quello che apre all’insperato invisibile di Gesù, capace però di fare la differenza decisiva. Noi siamo chiamati  ad operare una scelta di sguardo : o rifiutare la prospettiva di Gesù o credere a ciò che Egli dice e che  confermerà nella sua Passione e Risurrezione. La prima decisione non ci lascia se non con la certezza evidente che tutti dobbiamo morire . La seconda ci apre al “rischio” della fede, un rischio però che si fonda sui fatti narrati in queste pagine e nell’intera vicenda del Nuovo Testamento e della comunità cristiana... fino da oggi. Lo sguardo della risurrezione, anticipato qui dalla sorte di Lazzaro di Betania che di per se torna a questa vita ma diventa segno della capacità di Gesù di aprirci anche all’Altra vita riguarda tutta la storia umana. Scrive un teologo contemporaneo: ”Ciò che è avvenuto in Cristo risorto è per noi un segno anticipatore. Nel Risorto intravediamo la meta del nostro cammino. E chi intravede la meta finale è in grado di leggere anche il significato della vicenda umana, personale, collettiva, storica. Nel Risorto «contempliamo... una vita di uomo riuscita, quale Dio l'aveva sognata per noi, il mattino della Genesi: un uomo che esiste nella trasparenza totale con se stesso, che esiste totalmente aperto verso Dio e verso gli altri, senza limitazioni, in comunione con tutti gli esseri e con l'intero universo, poiché il suo corpo spiritualizzato non è più limitazione ma mezzo di comunicazione con tutti, perché è assorbito nella gloria di Dio». 
Innanzitutto la morte e la sofferenza umana cessano di essere un assurdo, pur continuando a essere un mistero. Quell'assurdo così acutamente avvertito, tra gli altri, da Cesare Pavese che nel suo diario annota: «Ma la grande, la tremenda verità è questa: soffrire non serve a niente». E più avanti: «Nulla può consolare della morte». Pavese ha però intravisto qualcosa degli orizzonti della fede, anche se il suo sguardo è solcato dal dubbio: «Forse è tutto qui: in questo tremito del "se fosse vero". Se davvero fosse vero ...». Il Cristo risorto ci assicura che è vero. E ce lo attestano innumerevoli persone che hanno camminato e continuano a camminare nella luce della risurrezione…
Il pastore luterano Dietrich Bonhoeffer, impiccato dai nazisti il 9 aprile 1945 all'età di 39 anni, si congedò dai compagni di prigionia con queste parole: «Questa è la fine». Poi prontamente soggiunse: «Per me è l'inizio della vita». Anche i pagani compresero presto che la risurrezione di Cristo era per i cristiani motivo di speranza incrollabile nelle situazioni più disperate. Gli Atti dei martiri di Lione riferiscono che i persecutori pagani bruciarono i corpi dei martiri e gettarono le ceneri nel Rodano con questa motivazione: «Non dobbiamo lasciare ai cristiani la speranza della risurrezione. A causa di questa credenza, essi introducono tra noi una nuova religione straniera, disprezzano i supplizi e sono pronti ad affrontare gioiosamente la morte».

La risurrezione fonda la speranza del credente. Attendiamo da Cristo il compimento e la pienezza di quanto vediamo anticipato nella sua risurrezione gloriosa. La speranza non è attesa passiva. È impegno attivo per trasformare tutto ciò che è opaco rispetto al futuro mondo della risurrezione. «Colui che spera si rende segno attivo della speranza nella vita» (F.Ardusso).

La risurrezione di Cristo, anticipata dal segno della risurrezione di Lazzaro, apre allora i  nostri sguardi  verso possibilità inedite e orizzonti sconfinati di speranza perché “Cristo è venuto per aprire una breccia a tutti i nostri limiti... Ciascuno dei nostri atti liberatori e creatori implica il postulato della risurrezione”…

Ma oggi ancora “Crediamo noi questo” ? 
                                                                don Marco 

 

C’è bisogno di sguardi di speranza...

Ecco un racconto che potrà aiutare chi fa un po’ fatica a custodire la speranza “con i tempi che corrono”. In realtà , per il cristiano, la luce della speranza non può più essere spenta da nulla e da nessuno , nemmeno dalla morte  perché il Signore della Luce è Vivo e ha vinto ogni forma di buio … per sempre. 

LE QUATTRO CANDELE   

di Paulo Coelho

In una stanza quattro candele bruciando si consumavano lentamente.

Il luogo era talmente silenzioso che si poteva ascoltare la loro conversazione.

LA PRIMA diceva: “io sono la PACE, ma gli uomini non riescono a mantenermi, penso proprio che non mi resti altro da fare che spegnermi”.  E a poco a poco la candela si lasciò spegnere.

La SECONDA candela disse: “io sono la FEDE, ma purtroppo non servo a nulla, gli uomini non ne vogliono sapere di me e per questo motivo non ha senso che io resti accesa”.  Appena ebbe terminato di parlare una leggera brezza soffiò su di lei e la spense.

La TERZA candela disse: “ io sono l’ AMORE e non ho la forza per continuare a rimanere accesa. Gli uomini non mi considerano e non comprendono la mia importanza.”  E senza attendere oltre si lasciò . Io sono la SPERANZA”.

In quel momento un bambino entrò nella stanza, vide le tre candele spente e, impaurito per la semi-oscurità, disse: “Ma cosa fate?  Voi dovete rimanere accese, io ho paura del buio!” E così dicendo scoppiò in lacrime.

Allora la QUARTA candela, impietosita, disse: “non piangere, finché io sarò accesa potremo sempre riaccendere le altre tre candele. Io sono la SPERANZA”.

Con gli occhi lucidi di lacrime il bimbo prese la candela della speranza e accese tutte le altre.

Non bisogna mai lasciare spegnere la speranza dentro al nostro cuore anzi : ciascuno di noi può essere lo strumento - come questo bimbo - capace di accendere, in ogni momento, con la sua speranza: la pace, la fede e l’amore. 

Diceva Papa Francesco qualche anno fa ai giovani: “Gesù ha risvegliato nel cuore tante speranze soprattutto tra la gente umile, semplice, povera, dimenticata, quella che non conta agli occhi del mondo. Lui ha saputo comprendere le miserie umane, ha mostrato il volto di misericordia di Dio e si è chinato per guarire il corpo e l’anima.

Questo è Gesù. Questo è il suo cuore che guarda tutti noi, che guarda le nostre malattie, i nostri peccati. E’ grande l’amore di Gesù. E così entrerà in Gerusalemme per la sua Passione con questo amore, e guarda tutti noi. E’ una scena bella: piena di luce - la luce dell’amore di Gesù, quello del suo cuore - di gioia, di festa… Anche noi abbiamo accolto Gesù; anche noi abbiamo espresso la gioia di accompagnarlo, di saperlo vicino, presente in noi e in mezzo a noi, come un amico, come un fratello, come faro luminoso della nostra vita. Gesù è Dio, ma si è abbassato a camminare con noi. E’ il nostro amico, il nostro fratello. Qui ci illumina nel cammino.   La prima parola che vorrei dirvi di non dimenticare mai è: gioia! Non siate mai uomini e donne tristi: un cristiano non può mai esserlo! Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento! La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma nasce dall’aver incontrato una Persona: Gesù, che è in mezzo a noi; nasce dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili, e ce ne sono tanti...

Seguiamo Gesù! Noi accompagniamo, seguiamo Gesù, ma soprattutto sappiamo che Lui ci accompagna e ci carica sulle sue spalle: qui sta la nostra gioia, la speranza che dobbiamo portare in questo nostro mondo. E, per favore, non lasciatevi rubare la speranza! Non lasciate rubare la speranza! Quella che ci dà Gesù !

Ormai prossimi alla grande Settimana  Santa

custodiamo nel cuore questo invito e non trascuriamo di trovare momenti e occasioni per lasciarci “riempire di speranza” dal mistero di Cristo celebrato come comunità e come singoli fedeli in questi giorni santi. 

 

 “La Bibbia in pillole”

curiosità bibliche  a cura di D. Di Donato

Domenica, 7 Aprile, durante la Messa, leggeremo Giovanni 11, 1-53

Al versetto 4 leggiamo: "Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio” Questo importante insegnamento che emerge al v. 4, costituisce un punto di collegamento fra l'episodio di Lazzaro e quello del cieco nato"Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria (doxes) di Dio”. Anche la malattia del cieco non era per il peccato ma “perché in lui siano manifestate le opere di Dio (Gv 9,3). Ma il legame non è solo con l'episodio del cieco nato: questa gloria di Dio è, al v.15“affinchè voi crediate” (humas hina pisteusete): ciò chiude il cerchio che si era aperto col primo dei sette segni miracolosi di Gesù, Gv 2,11: “Questo, a Cana di Galilea, fu l'inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria (dòxan) e i suoi discepoli credettero (epìsteusan) in lui. 


 CALENDARIO

 

7/4 Domenica V di Quaresima

ore 09.00: Catechesi 3ael./11 e “Domeniche a Messa”

ore 11.30: Domenica insieme 1amd

 

11/4 Giovedì

Fine Pellegrinaggio in TERRA SANTA

 

12/4 Venerdì

ore  8.30: Lodi e celebrazione della Parola.

ore 15.00: Incontro 3aetà.

ore 17.00 :Via Crucis ragazzi (animazione 1aMed.)

ore 18.00: Via Crucis per tutti.

ore 21.00: Concerto di apertura Settimana Santa.

 

13/4 Sabato

ore 10.00: Catechesi 2ael. /8

ore 16.00: Incontro genitori Battesimi del 21- 22 e 28 Aprile

ore 20.45: Veglia “Traditio Symboli” in Duomo 18/19enni e Giovani

 

14/4 Domenica delle Palme

ore 10.00: Benedizione degli ulivi, processione e S. Messa

ore 15.30: Giochi dell’Uovo in Oratorio.

 

SUFFRAGI

 

8/4 Lunedì

ore 18.00 Tommaselli Ermete;

Rabuffetti Arnaldo; Simighini Emilio.

 

 

10/4 Mercoledì

ore 18.00 Anna e Elvio Cassola

 

11/4 Giovedì

ore 18.00 Piovani Angela

 

13/4 Sabato

ore 18.00 Caraffini Angela, Mario e Daniele; Di Modugno Maria.

 

ARCHIVIO

 

Ha fatto ritorno alla casa del Padre celeste Ferrari Eugenia di ani 76