Quinta settimana.  Martedì 9

a cura di Don Luigi Galli

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Fare elemosina per uscire dalla stoltezza di vivere e accumulare tutto per noi stessi, nell’illusione di assicurarci un futuro che non ci appartiene. E così ritrovare la gioia del progetto che Dio ha messo nella creazione e nel nostro cuore, quello di amare Lui, i nostri fratelli e il mondo intero, e trovare in questo amore la vera felicità.
Puntuale ogni Quaresima torna il tema dell’elemosina. E’ un tema complesso e controverso; si affollano, infatti, tanti pareri contrastanti che rendono confuso il modo di affrontare un punto che sia nella Bibbia che nella prassi secolare dei cristiani è tutt’altro che secondario.
Perciò la prima osservazione da fare è molto semplice: l’elemosina fa parte dello ‘stile’ del cristiano e non è un fatto facoltativo. Non è il centro dell’insegnamento evangelico ma è uno di quei punti ‘pratici’ che mostrano la realtà e la serietà della fede; l’elemosina, infatti, è il segno della fraternità universale che non può solo essere affermata ma generosamente praticata. L’elemosina mostra la comprensione profonda di una parte della morale del cristiano che, benché sconosciuta e quanti poco praticata, è parte essenziale del messaggio cristiano: si tratta della dottrina sociale della Chiesa che prevede una ‘ipoteca sociale’ su tutto quello che è posseduto dai cristiani.
 
Questi principi debbono ispirare i comportamenti; ogni comportamento deve essere confrontato e giudicato dalle richiesta di Gesù di fare l’elemosina.
Oggi il problema si pone in modo diverso che in passato. E’ riconosciuto (almeno teoricamente) da tutti che lo Stato deve essere uno Stato sociale e quindi deve provvedere alla giusta distribuzione delle ricchezze che garantiscano a tutti un livello umano decente di benessere. Ma questo non toglie la necessità di fare l’elemosina. Il nostro testo spiega bene il significato dell’elemosina peri cristiani e lo fa in riferimento al tema generale dell’ecologia globale.