Quarta settimana. Martedì

a cura di Don Luigi Galli

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E il cammino verso la Pasqua ci chiama proprio a restaurare il nostro volto e il nostro cuore di cristiani, tramite il pentimento, la conversione e il perdono, per poter vivere tutta la ricchezza della grazia del mistero pasquale.
Questo breve testo, pur nella sua semplicità, raccoglie in alcune parole chiave il senso del cammino verso una celebrazione piena, cosciente e matura della Pasqua del Signore.
La riflessione si concentra sul ‘restauro’ del cuore e del volto; cuore e volto fanno riferimento all'interiorità e alla coscienza dove abita e cresce la libertà.   Abbiamo spesso ripetuto che la nostra libertà è limitata ed anche ferita; dunque non deve sorprendere che abbia costantemente bisogno di un restauro, a volte persino radicale.
Spesso dimentichiamo questa semplice e saggia verità: i santi non sono coloro che non sbagliano mai, ma sono quelli che, dopo ogni sbaglio, hanno il coraggio di ricominciare da capo.  Ecco il senso gioioso del restauro o, meglio, della conversione.
Nel nostro testo si distinguono tre parole: pentimento, conversione, perdono.  Ciascuna di loro sottolinea un ‘tipo’ di restauro.
Tentiamo un'analisi di ciascuna di queste tre parole, avendo sullo sfondo il racconto straordinario del Padre misericordioso (Lc.15, 11-32).
  • Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te’ (Lc.15, 18). Questo è un evento intimo che può nascere chiede in tanti modi diversi: una parola ascoltata, un desiderio improvviso del cuore, una caduta dolorosa, un'intuizione spirituale forte che chiede di essere messa in pratica.... Tuttavia questo desiderio di tornare a casa non deve nascere solo dalla condizione in cui ci si trova, ma è pieno e sincero quando è ‘resuscitato’ dalla scoperta dell'amore di Dio. La visione cristiana del peccato è molto diversa dal senso di colpa; il cristiano riconosce il peccato quando è illuminato dalla grazia, cioè quando vede ed è travolto dalla gloria della Misericordia di Dio; è l'amore contemplato che dà la misura del male compiuto.
  • Si alzò e tornò da suo padre’ (Lc.15,20). La conversione non è un fatto teorico ma è un concreto e incisivo cambiamento di vita. E’ necessario che la libertà imprima una vera propria inversione di marcia; per questo bisogna che si verifichi un qualche segno esterno che la renda visibile.
Non è pensabile una conversione puramente astratta che non implichi un orientamento diverso della libertà; in particolare la conversione nei confronti di Dio deve esprimersi con una rinnovata dedizione alla preghiera e all’amore verso il prossimo.
  • ‘Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò’ (Lc.15, 20b). Il perdono viene dal cuore di Dio: dal suo cuore parta l’iniziativa e a lui il perdono riporta.  
Il cuore del Padre è generoso e ricco di misericordia; dal perdono del Padre il cristiano trova ispirazione, forza e fiducia per un buon restauro del proprio cuore. Il percorso quotidiano dell’intimità con il Padre, accompagnati da Gesù e dallo Spirito santo, permette alla conversione di compiersi nel Sacramento della Riconciliazione che, essendo come un secondo Battesimo, è la strada maestra per entrare nella cammino della Passione e Resurrezione di Gesù.
La saggezza della Chiesa ha cercato di esprimere questo cammino di grazia con l’impegno della Riconciliazione pasquale. In questo modo diventa evidente la concretezza della ‘penitenza quaresimale’.