Foglio delle Campane di Rogoredo
Comunicazione di Formazione Religiosa
 
foglio domenicale
 

SALVATI DA UNO SGUARDO 3

Tra i quattro vangeli battesimali che ogni anno ci vengono proposti nelle domeniche di quaresima, quello che ascolteremo oggi è forse uno dei più complessi e di non immediata comprensione.

 

 

 

 

 Si intuisce sullo sottofondo, la polemica e le tensioni in atto nella comunità cristiana del tempo (90-110 dopo Cristo circa) per via della sempre più difficile coesistenza di giudeo-cristiani convertiti ed ebrei osservanti della tradizione mosaica.

Non furono quelli tempi facili e le radici di una reciproca fatica tra ebraismo e cristianesimo forse si possono proprio far risalire a quei tempi...Lo sguardo con cui vorremmo comprendere queste pagine però non può che essere se non quello che lo stesso Gesù ci fa intravvedere tra le pieghe del testo. Si avverte infatti nei dialoghi sempre più incalzanti, un senso di drammaticità e di dolore trasparire proprio dalle parole di Gesù. Quel “perché non mi credete” ha tutto il sapore di una supplica più che di un rimprovero o di una contestazione. Gesù sa chi è , sa per cosa è venuto e desidera solo fare la volontà del Padre suo, cioè” che nulla vada perduto di quelli che il il Padre stesso gli ha affidato, in primo luogo i suoi stessi fratelli ebrei dalla cui radice noi tutti proveniamo. Come non ricordare qui quanto scriveva l’allora card. Martini proprio in riferimento al rapporto tra cristiani ed ebrei :”Giovanni XXIII, il Concilio, Paolo VI (con l'enciclica Ecclesiam Suam), Giovanni Paolo II, cioè tutto il recente magistero universale della chiesa, così come i documenti di conferenze episcopali e di singole chiese locali, concordemente ribadiscono che chiesa,  popolo ebraico sono legati da un profondo vincolo "a livello della propria identità religiosa", un vincolo che non distrugge ma valorizza le diverse comunità e i singoli membri nelle loro specifiche differenze e nei loro valori comuni.  La fede di Abramo e dei patriarchi nel Dio che ha scelto Israele con irrevocabile amore; la vocazione alla santità: "Siate santi, perché io sono Santo" (Lv 11, 45) e la necessaria "conversione (teshuvah) del cuore"; la venerazione per le Scritture; la tradizione di preghiera, tanto privata quanto pubblica; l 'obbedienza alla legge morale espressa nei comandamenti del Sinai; la testimonianza resa a Dio nella "santificazione del Nome" in mezzo ai popoli, fino al martirio se necessario; il rispetto e la responsabilità nei confronti di tutto il creato, l'impegno per la pace e il bene dell'umanità intera, senza discriminazioni. E tuttavia questi elementi comuni sono intesi, vissuti nelle due tradizioni con modalità profondamente differenti... Non solo le radici e molti elementi del nostro cammino sono comuni, ma anche la meta finale può essere espressa e intesa in termini di convergenza. La speranza nel futuro messianico, quando Dio solo regnerà, Re di giustizia e di pace; la fede nella risurrezione dei morii, nel giudizio di Dio, ricco di misericordia, la redenzione universale, sono temi comuni per ebrei, cristiani e mussulmani. Le stesse diversità che su questi punti ci contraddistinguono potrebbero essere viste, forse più spesso di quanto non sembri, anche nel senso di una reciproca complementarità. Sul fondamento di questi principi, che certo andranno attentamente studiati e approfonditi, appare già ora e apparirà credo più chiaramente come esista un ampio spazio per un doveroso impegno comune, specialmente a livello spirituale, etico, nel campo dei diritti umani e nell'assistenza a popoli e persone bisognosi di solidarietà per la pace e lo sviluppo integrale dell'umanità. Sempre più spesso appariranno anche punti di contatto affini che allargheranno queste responsabilità comuni ad altri credenti di altre fedi e culture. A questo proposito, l'impegno comune di ebrei, cristiani e musulmani per una soluzione equilibrata che porti la pace "giusta e completa" (Giovanni Paolo I, 6 settembre 1978) a Israele, al popolo palestinese e all’ intero medio oriente, si fa sempre più urgente. Gerusalemme è come il centro e il simbolo di questi comuni valori religiosi, storici, etici e culturali, che debbono essere armonicamente composti e rispettati.

Questo era ed è il desiderio autentico di Gesù: chissà se riusciremo a collaborare per vederlo sempre più realizzato.

 Don Marco

 

Contemplando la passione di Gesù... 

 

Nel tempo di quaresima si è soliti celebrare la cosiddetta “Via Crucis” o via dolorosa soprattutto di venerdì, per rivivere oggi le ultime ore della vita di Gesù e contemplare il dramma del suo dolore che non diventa però mai disperazione, perché “Egli sa che il Padre è fedele e non lascerà che il suo Santo veda la corruzione“ della morte ma certo lo risusciterà a vita nuova… Qualcuno ci ha inviato questo racconto che vorremmo condividere con voi. Ha il sapore della provocazione ma speriamo che ci aiuti soprattutto a pensare. 

Alla fine dei tempi, miliardi di persone furono portate su di una grande pianura davanti al trono di Dio.Tutto era pronto per il Giudizio Universale.

Molti indietreggiarono davanti a quel bagliore. Ma alcuni in prima fila parlavano in modo concitato. Non con timore reverenziale, ma con fare provocatorio. "Può Dio giudicarci? Ma cosa ne sa lui della sofferenza?", sbottò una giovane donna.

Si tirò su una manica per mostrare il numero tatuato di un campo di concentramento nazista. "Abbiamo subito il terrore, le bastonature, la tortura e la morte!".

In un altro gruppo un giovane nero fece vedere il collo." E che mi dici di questo?", domandò mostrando i segni di una fune. "Linciato. Per nessun altro crimine se non per quello di essere un nero!".

In un altro schieramento c'era una studentessa in stato di gravidanza con gli occhi consumati dal pianto.

"Perché dovrei soffrire?, mormorò. "Non fu colpa mia". Più in là nella pianura c'erano centinaia di questi gruppi. Ciascuno di essi aveva dei rimproveri da fare a Dio per il male e la sofferenza che egli aveva permesso in questo mondo.

Come era fortunato Dio a vivere in un luogo dove tutto era dolcezza e splendore, dove non c'era né pianto, né dolore, né fame, né odio o ingiustizie! Che ne sapeva Dio di tutto ciò che l'uomo aveva dovuto sopportare in questo mondo?

Dio conduce una vita molto comoda, dicevano. Ciascun gruppo mandò avanti il proprio rappresentante, scelto per aver sofferto in misura maggiore. Un ebreo, un nero, una vittima di Hiroshima, un artritico orribilmente deformato, un bimbo cerebroleso, Si radunarono al centro della pianura per consultarsi tra loro.

Alla fine erano pronti a presentare il loro caso. Era una mossa intelligente. Prima di poter essere in grado di giudicarli, Dio avrebbe dovuto sopportare tutto quello che essi avevano sopportato.

Dio doveva essere condannato a vivere sulla terra. "Fatelo nascere ebreo. Fate che la legittimità della sua nascita venga posta in dubbio.

Dategli un compito, una missione tanto difficile che, quando la intraprenderà, persino la sua famiglia pensi che debba essere impazzito. Fate che venga tradito dai suoi amici più intimi. Fate che debba affrontare accuse, che venga giudicato da una giuria fasulla e che venga condannato da un giudice codardo. Fate che sia torturato. Infine, fategli capire che cosa significa sentirsi terribilmente soli.

Poi fatelo morire. Fatelo morire in un modo che non possa esserci dubbio sulla sua morte. Fate che ci siano dei testimoni a verifica di ciò".

Mentre ogni singolo rappresentante annunciava la sua parte di discorso, mormorii di approvazione si levavano dalla moltitudine delle persone riunite.

Quando l’ultimo ebbe finito ci fu un lungo silenzio.Nessuno osò dire una sola parola.

Perché improvvisamente tutti si resero conto che Dio aveva già rispettato tutte le condizioni…in Gesù…

"Venite con me, tutti voi che siete affaticati e oppressi: io vi farò riposare. Accogliete le mie parole e lasciatevi istruire da me. Io non tratto nessuno con violenza e sono buono con tutti. Voi troverete la pace, perché quello che vi domando è per il vostro bene, quel che vi dò da portare è un peso leggero".(Mt 11,28-30)

( da “i racconti del Gufo”)

 

 “La Bibbia in pillole”

curiosità bibliche  a cura di D. Di Donato

Domenica, 24 Marzo, durante la Messa, leggeremo Giovanni 8, 31-59

Al versetto 38 leggiamo: "Anche voi, dunque, quanto avete ascoltato presso il padre fatelo!” (Greco: para tou patros poieite). Il barricarsi ancora una volta sotto la paternità di Abramo è smascherato da Gesù, in base al loro comportamento: se non si comportano come il padre Abramo, non possono essere considerati figli di Abramo. Il pensiero di Gesù riprende alcune invettive presenti anche nella letteratura rabbinica: se le «opere di Abramo» erano la benevolenza, la modestia e l’umiltà, l’opera dei suoi antenati era invece l’idolatria.

 

 CALENDARIO

24/3 Domenica III di Quaresima

Ritiro Giovani decanale

ore 10.15: “Domeniche a Messa” 3ael

ore 10.15: Domenica insieme 5ael, Rito della Candidatura, Incontro cresimandi San Siro.

ore 21.00: Animatori gruppi del Vangelo (per Aprile)

 

27/3 Mercoledì

Ritiro di quaresima della 3aetà decanale a Fatima

 

 

29/3 Venerdì  24 ore per il Signore

ore 8.30 Celebrazione della Parola e Lodi   

ore 17.00: Via Crucis ragazzi (animazione 5°elem)

ore 18.00: Via Crucis per tutti

ore 21.00: QUARESIMALE

 

30/3 Sabato  24 ore per il Signore

ore 16.00: Incontro gruppo famiglie 

ore 18.00: Equipe educatori PreAdo

 

31/3 Domenica IV di Quaresima

ore 10.15: “Domeniche a Messa” 3ael e 10.15: Domenica insieme 4ael

 

SUFFRAGI

25/3 Lunedì

ore 18.00 Raso Giuseppe, Salvatore, Giovanni; Minisi Giovanna

28/3 Giovedì

ore 18.00  Graziella, Maria, Saro.

 

OFFERTE

Raccolta buste della III domenica del mese: per caritas parr. Euro 100; 

 

SOS Caritas

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