Rubrica mensile di MeM (Mondo e Missione) Pime - Febbraio 2012  di Francecsca B. 

Esattamente un anno fa mi trovavo a Fianga, una piccola cittadina del Ciad che dista circa 70 km da Yagoua, per far visita agli amici preti fidei donum della diocesi di Treviso e alla loro comunità.

Domenica mattina ho accompagnato don Matteo che partiva per Foulmay per celebrare la messa, ed è stata una giornata splendida nella sua semplicità.

Foulmay è in piccolo villaggio in brousse dove la messa viene celebrata una volta ogni 4 domeniche circa (la brousse sono tutti quei territori situati al di fuori del “centro urbano”).

Al termine della celebrazione, prima della benedizione finale, la comunità ha voluto sapere chi fossi, così mi hanno chiesto di presentarmi. All’inizio panico, ho pensato: ed ora cosa dico così su due piedi? poi in qualche modo ho trovato le parole e tutto si è trasformato in un bel momento di comunione che mi ha fatto sentire parte di qualcosa di assolutamente più grande di me

Fuori dalla chiesa sono andata verso alcuni bambini, e loro mi sono venuti incontro incuriositi, in effetti in questi villaggi di brousse gli unici bianchi che vedono sono i preti italiani, quindi vedere una donna bianca è cosa ben rara. All’inizio erano un po’ intimoriti, e nonostante parlavamo due lingue differenti (francese e toupouri) non è stato difficile entrare in relazione. Per rompere il ghiaccio ho iniziato a fargli qualche foto e qualche piccolo video da mostrargli, per loro rivedersi è divertimento puro! Poi una ragazzina un po’ più coraggiosa che parlava un po’ di francese mi ha chiesto se conoscevo qualche canzone o qualche gioco e tutto è arrivato naturalmente, abbiamo cantato e ballato “la ronde” (giro giro tondo) e il bans de “la banana” tradotto in francese, che momenti magici! In un attimo i bambini si sono moltiplicati, ce ne saranno stati almeno una quarantina. Ti donano così tanto con i loro sorrisi, la loro spensieratezza e la loro gioia di vivere nonostante le tante difficoltà che si trovano ad affrontare già da piccoli.

Abbiamo condiviso il pranzo presso una delle famiglie della comunità e successivamente un catechista ci ha accompagnati a casa di una donna anziana malata, così che il don potesse farle visita e portarle la comunione. Poco dopo il nostro arrivo presso questa famiglia sono cominciate ad arrivare molte persone, parenti, amici, vicini di casa e tutto si è trasformato in una condivisione. Quello “importante” era il don che ha portato la comunione e parole di conforto, io sono semplicemente “stata”, in silenzio, assaporando e cercando di immagazzinare il numero maggiore di sensazioni, emozioni e immagini. Essere lì mi ha fatto sentire parte di qualcosa di veramente grande, di unico: la grande famiglia del Signore, che mai ci lascia e sempre ci accompagna.

Nel pomeriggio siamo rientrati a casa, io felice per quanto avevo appena vissuto, grata del dono di questa giornata di comunione e condivisione che resterà per sempre nel mio cuore.

Una domenica semplicemente straordinaria.