Foglio delle Campane di Rogoredo
Comunicazione di Formazione Religiosa
 
foglio domenicale
 

IL TEMPO DOPO l’EPIFANIA 5

  GIORNATA del malato 

Nella data dell’11 Febbraio, si celebra ogni anno la giornata mondiale dei malati. La scorsa settimana avevamo pubblicato il messaggio del Papa per l’edizione 2019.

 

 

 

 

 

Oggi vorremmo riprendere il tema approfittando per ricordando a tutti i due momenti di preghiera comune  che si svolgeranno oggi 10 febbraio alle 15.00 in chiesa: il S. Rosario alle 15.00 e la S.Messa solenne alle 15.30 con la Benedizione dei malati come si usa fare presso il santuario di  Lourdes. Al termine attendiamo gli amici della III Età per un momento di rinfresco in oratorio.

Il tema della giornata :”Gratuitamente avete ricevuto gratuitamente date” (Mt10,8), richiama Il concetto, o meglio, l’imperativo della gratuità e potrebbe sembrare talmente elementare da non richiedere grande sforzo di comprensione, raccomandando, come si potrebbe pensare a prima vista, la semplice disponibilità a non lucrare su ciò che non abbiamo  pagato, o comunque richiamando ad una generica equità-solidarietà. Ma, guardando il testo più da vicino e cercando di comprendere il contesto nel quale è collocato, si possono ricavare ricchezze a prima vista insospettate. «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date»  espressione esclusiva dell’evangelista Matteo, fa parte delle istruzioni che Gesù impartisce ai suoi discepoli, a cominciare dai dodici, nel cosiddetto discorso missionario. La parola che si ripete –gratuitamente– dà il tono alla missione. E da questa parola partiamo per cercare di comprendere ciò che il Signore vuole dire anche a noi, per i nostri tempi. Gratuitamente rende in italiano la parola greca “dorean” , la quale ha un significato preciso. È la forma avverbiale del termine doreá, tradotto con “dono, regalo”. L’avverbio viene reso pertanto con i significati “gratuitamente, in dono, immeritatamente, invano”. Il termine – nella sua forma avverbiale – si registra 9 volte nel Nuovo Testamento. Il regalo o dono – doreá– viene da Dio, e dunque impegna chi lo riceve ad accoglierlo secondo l’intenzione del Donatore. Lo si comprende meglio guardando anche all’uso del termine XXVII Giornata Mondiale del Malato 11 febbraio 2019 nel greco profano, dove doreá mostra una caratterizzazione giuridica che  comporta una sorta di investitura formale (“dono onorifico, legato, feudo, regalo di nozze”). I discepoli di Gesù hanno ricevuto dal Maestro una vera e propria investitura che li abilita a compiere le azioni descritte nella prima parte del versetto 10,8: «Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni» e prima ancora il comando di annunciare il Regno di Dio: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino». Nelle pagine precedenti al discorso missionario, l’evangelista Matteo ci propone la figura di Gesù che insegna e guarisce. Il comando del Maestro ai discepoli non è quindi una pretesa velleitaria e irrealizzabile, che manda alla ventura dei poveri idealisti col pallino del volontariato. Ma stabilisce sovranamente di associare i discepoli alla Sua stessa missione salvifica... Questo “potere di cura“ dato ai discepoli non può essere comprato e non può essere venduto. Lo si può solo accogliere gratuitamente ed allo stesso modo ridonarlo. Operando secondo lo spirito delle Beatitudini – modello di riferimento dell’agire cristiano – il discepolo riceve da Gesù una partecipazione alla Sua missione di guarigione e di liberazione già solo in forza del Battesimo. Il Sacerdozio ministeriale nel quale il Signore conferisce ai Suoi discepoli quella speciale exousia - potere- costituita dalla  potestà sacramentale, porta al massimo grado la responsabilità sulla gratuità e la disponibilità a operare nel senso del dono ricevuto. Quanto più grande è la forza del dono ricevuto – il potere di rendere partecipi i propri fratelli della Vita di Cristo presente nei sacramenti – tanto maggiore è la responsabilità di far fruttare più largamente i talenti ricevuti. La storia della Chiesa ci restituisce tante figure di cristiani – fra i tanti  mi vengono in mente san Filippo Neri o san Camillo de Lellis – che hanno vissuto in modo eroico l’urgenza della dedizione al Cristo sofferente presente nei poveri, nei malati, negli abbandonati. La cura dei malati costituisce un punto fermo della storia cristiana, tanto da offrire perfino archetipi letterari, come mostra efficacemente il personaggio di Fra’ Cristoforo fra gli appestati di manzoniana memoria. Ora, quel che rimane di questa storia non è un nostalgico riferimento al passato, ma una presenza viva ed efficace che si realizza in ogni luogo dove i cristiani si trovano ad operare, a partire dal buon vicinato di quartiere fino ai luoghi di cura specializzati e alle case di riposo. E’ sempre possibile testimoniare  l’opera di liberazione dal male che inizia col prendersi cura dell’altro. È la presenza del Signore che chiama, che conferisce il dono, che sostiene nel servizio, a rendere possibile e duraturo un impegno delicato e paziente senza cercare ricompense e gratificazioni. A questo proposito un grande grazie va alle nostre suore e a tutti i ministri straordinari dell’Eucaristia della nostra comunità, ma anche ai professionisti, che ogni giorno si rendono disponibili per la visita e la cura dei nostri ammalati in silenzio e con discrezione, ridonando gratuitamente ciò che a loro volta hanno ricevuto dal Signore stesso.

a cura di don Marco

 

DISPOSIZIONI CIRCA LA RECITA LITURGICA DEL PADRE NOSTRO

Nella versione italiana della Bibbia, approvata ufficialmente dalla Conferenza Episcopale Italiana (Cei) nel 2008, la penultima richiesta del Padre Nostro suona così: «E non abbandonarci alla tentazione». Questa nuova versione, subito recepita dalla rinnovata edizione italiana del Lezionario romano e del Lezionario ambrosiano, non è ancora entrata nell’ordinamento romano e ambrosiano della Santa Messa in lingua italiana in attesa della nuova edizione del Messale romano e del Messale ambrosiano.

Di recente, durante l’ultima assemblea generale della Cei, tenutasi a Roma dal 12 al 15 novembre 2018, i Vescovi Italiani hanno approvato l’edizione italiana rinnovata del Messale romano, che per essere promulgata ed entrare in vigore dovrà prima passare dalla Congregazione del Culto Divino e della Disciplina dei Sacramenti per la necessaria «confirmatio» (can. 838 §3). Tra gli elementi approvati c’è anche il mutamento da «e non ci indurre in tentazione» a «e non abbandonarci alla tentazione» della sesta richiesta del Padre Nostro e l’inserzione di «anche» («come anche noi li rimettiamo») nella richiesta immediatamente precedente. In tal modo il Messale si uniformerà al Lezionario e andrà a modificare la stessa recitazione della preghiera del Signore al di fuori della Santa Messa. Tutto questo varrà allo stesso modo per il Messale ambrosiano rinnovato, che è in preparazione presso la Congregazione del Rito Ambrosiano.

Alla base di questo mutamento testuale che, andando a toccare l’uso liturgico, è destinato a modificare anche l’apprendimento mnemonico e la pratica della preghiera del Signore al di fuori della Santa Messa, sta l’intento di superare un possibile fraintendimento del testo finora in uso, che papa Francesco ha riassunto così: «Non è Dio che mi butta nella tentazione per poi vedere come sono caduto, un padre non fa questo, un padre aiuta ad alzarsi subito».

Conseguenze

a) Fino all’entrata in vigore della nuova edizione del Messale romano, e per gli ambrosiani del Messale ambrosiano, si continuerà a pregare il Padre Nostro con il testo attualmente in uso («e non ci indurre in tentazione»). Non è fissata, al momento, una data certa; siamo però nell’ordine di 1, massimo 2 anni.

b) Dal momento che la preghiera liturgica è preghiera ecclesiale, destinata cioè a manifestare l’unità e la comunione di tutti i fedeli, a nessun singolo sacerdote e a nessuna singola comunità (parrocchia, comunità religiosa, gruppo, associazione, movimento, ecc) è data facoltà di introdurre la nuova versione prima della promulgazione ufficiale del Messale rinnovato. Ciò infatti potrebbe alimentare inutili stridori sia all’interno delle comunità, sia tra le comunità.

c) Nel frattempo, è importante istruire i fedeli, dai piccoli ai grandi, insegnando loro la variante del testo e illustrando loro il significato del cambiamento annunciato, così che, al momento opportuno, siano pronti ad assumere con cognizione di causa e in un clima sereno il cambiamento.

 

Dal sito diocesi

 

 

PROMULGATE LE COSTITUZIONI DEL SINODO “CHIESA DALLE GENTI”

Nella festa di Gesù presentato al Tempio, luce e salvezza delle genti, l’Arcivescovo di Milano ha approvato con un suo decreto il lavoro sinodale compiuto nello scorso anno, promulgando di conseguenza le costituzioni sinodali. Con la sua lettera introduttiva, significativamente intitolata Ti mostrerò la promessa sposa, la sposa dell’Agnello, l’Arcivescovo intende richiamare la prospettiva teologica e contemplativa a partire dalla quale rileggere tutto il cammino fatto, per comprenderne l’obiettivo di riforma della Chiesa, pienamente in sintonia con il magistero di Papa Francesco che ci sprona a essere Chiesa in uscita. Il testo successivo, Le ragioni di un sinodo, riprende dal Documento Finale approvato dall’Assemblea sinodale lo scorso 3 novembre i motivi per i quali il Sinodo minore celebrato si sta rivelando un’occasione propizia per la Chiesa di Milano, perché sappia vivere le trasformazioni che sta conoscendo come l’occasione per riscoprire sempre di più e sempre meglio il mistero che la abita, l’azione dello Spirito che la guida anche di questi tempi, dando concretezza e colori alla sua cattolicità. Infine, gli Orientamenti e norme riprendono e rilanciano le intuizioni e le decisioni che l’Assemblea sinodale aveva consegnato all’Arcivescovo, avendo individuato in esse gli strumenti per accompagnare e sostenere le trasformazioni che sta conoscendo la Chiesa ambrosiana, per essere veramente e consapevolmente Chiesa dalle genti.

Ci aspetta ora, chiusa con la promulgazione la fase sinodale, il momento della ricezione. Il percorso fatto chiede alla diocesi di immaginare un intenso e significativo cammino di educazione. Secondo questa prospettiva sono state pensate, redatte, emendate e votate le norme e gli orientamenti che l’Arcivescovo promulga oggi.

Una Chiesa dalle genti, una Chiesa maggiormente consapevole della propria cattolicità grazie al processo sinodale attivato, può ora tradurre questa consapevolezza in scelte pastorali condivise e capillari sul territorio diocesano. E con la propria vita quotidiana trasmettere serenità e capacità di futuro anche al resto del corpo sociale. Grazie al Sinodo infatti la diocesi ha maturato strumenti per leggere e abitare con maggiore spessore e profondità l’attuale momento di forte trasformazione sociale e culturale. Milano, Chiesa dalle genti: una Chiesa in Sinodo che ha inteso vivere questo cammino proprio per restare fedele alla sua identità ambrosiana. Come ai tempi di Sant’Ambrogio, in continuità con il suo spirito.

 

                    Don Luca Bressan vic. epis.

 

 

 

“La Bibbia in pillole”

curiosità bibliche  a cura di D. Di Donato

Domenica, 10 Febbraio, durante la Messa, leggeremo Matteo 8, 5-13

Al versetto 13 leggiamo: ” Va’, avvenga per te come hai creduto. In quell’istante il suo servo fu guarito”. Il verbo ‘guarire’ (la frase in greco : kai iathê ho pais) è al passivo, per indicare da una lato l’intervento divino e, quindi, la natura stessa della Parola che opera concretamente con il suo dire; dall’altro lega l’evento ad un accadimento preciso e nel tempo: il dire della stessa Parola. Significativo il parallelismo che Matteo sviluppa, nelle parole di Gesù, tra l’accadere della salvezza e la fede: “Va, ti avvenga come hai creduto” (Hupage, hôs episteusas genêthêtô soi) .

  

 AVVISO

Ai Partecipanti al pellegrinaggio in Terra Santa 2019 : entro il 1 marzo occorre saldare la quota di partecipazione.

La sera del 1 marzo ore 21.00 incontro organizzativo e avvisi. Consegnare fotocopia passaporto!

 

 CALENDARIO

 

10/2 Domenica V dopo Epifania

Due giorni Chierichetti decanale – Giornata con “Dianova”

ore 9.00: 6° Incontro fidanzati.

ore 15.00 S. Rosario.

ore 15.30 S. Messa e Benedizione di Lourdes per 3ª età e malati.

ore 21.00: Equipe decanale Ado a Ognissanti

 

11/2 Lunedì Giornata mondiale del malato

ore 10,00: Gruppo Vangelo Suor Carla In parrocchia.

 

13/2 Mercoledì

ore 21.00: Cenacolo.

 

16/2 Sabato

ore 16.00: Incontro gruppo famiglie.

 

17/2 Domenica VI dopo Epifania

ore 9.00: 7° incontro fidanzati.

ore 15.30: Battesimi

 

SUFFRAGI

 

11/2 Lunedì

ore 8.30 Ceccarelli Luciano.

 

12/2 Martedì

ore 8.30 Urbano, Angelo, Albina.

ore 18.00 Salin Aldo, Luigi, Andrea, Palmira; Piovani Angela.

 

14/2 Giovedì

ore 18.00 Tavernar Basilio e Paolazzi Bernardina.

 

15/2 Venerdì

ore 18.00 Meazzi Angelo; Caroli Cesare e Ciancioni Terzo.

 

16/2 Sabato

ore 18.00 Oscar Pirotti; Domenico Poerio; Sandrini Luciano.

 

ARCHIVIO

 

Ha fatto ritorno ala casa del Padre celeste Ronco Maria di anni 96.

OFFERTE

da ANPI per la giornata della memoria €150.