Foglio delle Campane di Rogoredo
Comunicazione di Formazione Religiosa
foglio domenicale
IL TEMPO DOPO l’EPIFANIA
Il tempo della chiesa che si avvia dopo la celebrazione dell’ Epifania di Gesù, prende nome da questa grande solennità e di fatto ne prolunga il significato teologico lungo l’arco delle settimane che precedono la quaresima.
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L’Arcivescovo nella sua Omelia per la Solennità dell’Epifania, ci ha invitati a vivere questo tempo prossimo come il tempo in cui “ torniamo agli impegni consueti responsabili della speranza” che il natale ha riacceso in noi ...o almeno così dovrebbe essere…
“In questa nostra terra dove tutti vanno di fretta, segnata da tanti problemi, forse, si può uscire dalla banalità e riconoscere che viviamo anche di inquietudini, di speranza, di sogni e di poesia. Se è vero che siamo (o eravamo…) un Paese di poeti, l’inno con il quale l’Arcivescovo, dà voce, appunto, a tale attesa, non può che parlare, allora, con il linguaggio della poesia.
«Non parlate troppo male della gente di questa nostra terra. Non continuate a ripetere i luoghi comuni che riducono la gente a gente sempre intenta a calcolare, a progettare, a vendere e a comprare. Questa è anche terra di inquietudini, di attese, di domande, di pensieri. Questa gente è anche gente che alza la testa per leggere i cieli e indovinare una promessa. Questa terra è anche terra di poeti».
E, per questo – pare suggerire il vescovo Mario – si può riconoscere come propri concittadini i Magi «anche loro un po’ profeti e un po’ poeti», ma soprattutto, possiamo continuare a porci l’interrogativo dei tre saggi di Oriente: «la domanda dove sia, chi sia questo Gesù, il Re dei Giudei che è nato; quando si possa incontrare, che cosa possa fare per noi Gesù che continua ad abitare la città».
Così, tra le navate della Cattedrale, risuona la lirica di Montale che, in “Come Zaccheo”, testimonia l’attesa delusa e il desiderio spento per non aver visto il Signore.
Parole a cui fa eco la splendida poetica dei “Canti anonimi” di Clemente Rebora con il Signore che, invece, viene e che “Verrà come ristoro / delle mie e sue pene, / verrà, forse già viene / il suo bisbiglio”. «Il poeta intuisce, dunque, l’approssimarsi di una salvezza che ancora non sa», ma che, addirittura, ci previene. Infatti, da Alda Merini, nei suoi versi struggenti e dolorosi assetati d’amore, quanto quelli dell’altrettanto tribolata Antonia Pozzi – emblema entrambe di passaggi esistenziali tragici e di un genio femminile non ancora compreso a pieno – il canto pare divenire preghiera, «accorgendosi che l’attesa è stata prevenuta, che non è l’uomo che cerca dove sia nato il Re dei Giudei, ma è il Salvatore del mondo che non si stanca di cercare chi vuole essere salvato. È quindi promesso e possibile l’incontro che riempie di grandissima gioia, come una risurrezione»; come speranza che non muore, per usare Merini nel suo
“Cantico dei Vangeli”: “Voi che siete oppressi / ed esaltati nel male / ricordate che eravate violini / pronti a suonare /le ragioni del mondo. / Poi qualcuno, / un demone assurdo di sacrificio / vi ha troncato le ultime parole. / Ahimè, poveri vetri infranti / che siete finiti in mille pezzi / e non sapete più ricomporvi. /Ma il mio sguardo d’amore /tornerà a ridarvi armonia”.
«In questa terra la gente custodisce uno spiraglio e, forse, da quello spiraglio irrompe la luce della stella. Possiamo, quindi, accompagnare la conclusione del periodo delle feste natalizie con la benedizione che il Signore è venuto a portare, per fare alleanza tra il cielo e la terra, per annunciare il Regno di Dio. Molti non lo sanno, molti forse non lo cercano, ma i credenti si incantano nella contemplazione e tornano agli impegni consueti, responsabili della speranza». Con il “Natale” del Manzoni – “Dormi, o celeste, i popoli / chi nato sia non sanno; / ma il dì verrà che nobile / retaggio tuo saranno; / che in quell’umil riposo, / che nella polve ascoso / conosceranno il Re” -, la conclusione. «Questa, dunque, è terra di gente che sa trasfigurare la realtà in una rivelazione del mistero; gente che sa trovare le parole per farci sentire un’emozione, un fremito, suggerire una speranza. Abbiamo bisogno di tante cose, ci sono tani problemi che dobbiamo affrontare ogni giorno, ma noi, in questa Solennità dell’Epifania, vorremmo pregare il Signore che dia a ciascuno la grazia di essere un poco poeti, disponibili alla sorpresa, al fremito di commozione, capaci di cantare le lodi del Signore e di ripetere instancabilmente la domanda: “Dov’è il Re dei Giudei che è nato?”».
E, a conclusione ancora un augurio e una benedizione: «Il tempo natalizio– epifanico, in Rito ambrosiano, prosegue fino all’inizio della Quaresima e, quindi, continuiamo a contemplare l’incarnazione del Figlio di Dio. Però il detto popolare che dice: “L’Epifania, tutte le feste si porta via”, mi ha fatto riflettere. Credo che le feste vengano portate nel cuore della vita, a tutti i fratelli e sorelle che attendono una rivelazione, una speranza e una consolazione». E’ l’invito a vivere queste settimane custodendo la bellezza del Natale che si traduce in segni di speranza e di consolazione seminati ogni giorno per noi dal Signore e da noi per tutti i fratelli in umanità che ci vivono accanto.
Don Marco
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AVVISO
Per partecipare al tradizionale concorso dei “presepi domestici” occorre inviare le Fotografie dei vostri presepi
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FESTA della S. FAMIGLIA 2019
Le coppie che festeggiano un anniversario particolare di matrimonio nel 2019, possono dare la loro adesione alla celebrazione comunitaria del 27 gennaio prossimo alle ore 11.30. Presiederà Mons. Ivano Valagussa, vicario episcopale per la formazione del clero. Per dare l’adesione occorre iscriversi presso l’Ufficio Parrocchiale (lun-mar-merc-ven. ore 16-18.30) il giovedì dalle ore 16,15 -19,00; oppure sempre negli di ufficio chiamando il numero tel. al 02.514135).
“La Bibbia in pillole”
curiosità bibliche a cura di D. Di Donato
Domenica, 13 gennaio, durante la Messa, leggeremo Isaia 55,4-7 e Luca 3,15-16.21-22. Al versetto 6 di Isaia , leggiamo :”Cercate il SIGNORE, mentre lo si può trovare” . Il verbo ‘cercare’ (in ebraico: darash) in effetti significa : fare la sua volontà, conformarsi a Lui. Infatti, più avanti, dice: “Lasci l'empio la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri” . La ‘conversione’ è anche il grande tema del battesimo di Giovanni, che, come richiede anche Isaia, avviene “come testimonio ai popoli”. Giovanni testimonia, ciò che Isaia aveva già detto del Messia (41,1):” Ecco il mio servo, io lo sosterrò; il mio eletto di cui mi compiaccio; io ho messo il mio spirito su di lui, egli manifesterà la giustizia alle nazioni.”
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CALENDARIO
13/1 Domenica Battesimo del Signore
ore 9.00: 2° incontro fidanzati
ore 15.30: Battesimi
ore 16.00 Spettacolo Teatrale rassegna Areoplanini di carta
ore 16.00 : Incontro verifica referenti gruppi catechismo I.C.
ore 21.00: Incontro Animatori dei gruppi del Vangelo (per febbraio)
15/1 Martedì
ore 21.00: Incontro CPP (seduta singola ordinaria)
16/1 Mercoledì
ore 21.00: Cenacolo
17/1 Giovedì
ore 21.00: Equipe gruppo famiglie (per febbraio)
18/1 Venerdì
Settimana di preghiera per l’unità dei Cristiani (18-25 gennaio)
19/1 Sabato
ore 10.00: Catechesi 2ael /5
ore 15.00: Equipe Cerimonieri decanale a San Luigi
20/1 Domenica II dopo l’Epifania
ore 9.00: 3° incontro fidanzati
SUFFRAGI
15/1 Martedì
ore 18.00 Demetrio, Domenica e Anna.
18/1 Venerdì
ore 18.00 Casana Nella e Valentino; Aiolfi Agostino Luciano
19/1 Sabato
ore 18.00 Reho Gerardina
ARCHIVIO
Hanno ricevuto il Sacramento del Battesimo: Bezzi Matilde; Cornelli Giada
Hanno fatto ritorno alla casa del Padre celeste :
Caregnato Rosa ved. Deodato
Rampini Fabrizia di anni 72
Legranzini Giacomo Francesco di anni 86
Correale Gabriella di anni 65
Molteni Adriana di anni 85
Ricco Raffaela di anni 93
COMUNICAZIONE
A causa del ritiro di due persone abbiamo due posti liberi per la Terra Santa . Se qualcuno fosse interessato può dare adesione in segreteria . Sono aperte le iscrizioni per il viaggio estivo in Russia. Siamo già a 20 iscritti. Affrettarsi se siete interessati.