Foglio delle Campane di Rogoredo
Comunicazione di Formazione Religiosa
 
foglio domenicale
 

INIZIA UN NUOVO ANNO CIVILE

Come ormai è tradizione, riprendo qui, a modo di augurio per il nuovo anno civile, la riflessione fatta in occasione della S. Messe del 1 gennaio.

La collocazione della solennità dell’Ottava di  Natale nella memoria della circoncisione del Signore a cavallo della fine del anno vecchio e al principio del nuovo coincidendo anche con la giornata mondiale della pace, fa si che le letture di questa liturgia ancora tutta natalizia, siano state scelte con l’intento di portare benedizione e un augurio di pace a tutti coloro che celebrano e vivono questi giorni non solo nello spirito della festa civile del capodanno, ma secondo lo spirito di Cristo e del  mistero del suo venire nel mondo per essere benedizione per il tempo e per la storia dell’intero universo creato. In lui e nella sua incarnazione si realizzano le parole della celebre benedizione di Aronne – nella prima lettura - ripresa anche da San Francesco d’Assisi nella sua benedizione a Frate Leone. Gesù si è fatto carne per farsi benedizione e custodia di questa nostra umanità fragile e segnata dal limite dal peccato e della morte. Solo immergendo il nostro sguardo spesso triste e rassegnato nel volto luminoso di Gesù, possiamo ritrovare quella pace e quell’appagamento del cuore che tutti desideriamo  e che nessun bene  o potere di questo mondo può darci allo stesso modo. Anzi Lui ci ha insegnato la via per essere veramente “qualcuno” e possedere veramente qualcosa che non si perda in un istante, e lo ha fatto come ci ricorda san Paolo nella II lettura “ non considerando un privilegio l’essere come Dio, ma  svuotando se stesso e divenendo simile a noi, per riempirci della sua vita divina, noi che altrimenti ci riempiremmo solo di noi stessi delle nostre manie di grandezza e di dominio, della nostra insaziabile voglia di avere e possedere cose, persone, posizioni sociali o altro di simile che però alla fine dobbiamo lasciare qui perché, come disse una volta Papa Francesco “il sudario non ha le tasche”. Nel Vangelo poi Gesù il Figlio primogenito di Dio Padre si sottomette alle disposizioni di una legge religiosa entrando addirittura dentro una precisa tradizione ed un popolo particolare- quello ebraico - per essere veramente e in tutto benedizione per l’ intera umanità  a partire da quel popolo e da quella tradizione religiosa specifica che custodiva le promesse, l’alleanza e soprattutto la fede, nell’unico  Dio e Signore. Questo venire nell’umiltà e nella provvisorietà della  carne  umana del Figlio di Dio, questo Suo venire tra noi ”per servire e non per essere servito” lasciandoci così il più alto esempio del vero esercizio del potere, è la più autentica benedizione che si rinnova per noi in ogni giorno e in ogni istante del tempo di un anno. Questa è la sorgente della vera pace di cui Papa Francesco ci invita a fare memoria in questo giorno festoso attraverso il suo messaggio dedicato quest’anno particolarmente agli uomini impegnati in  politica e a chi ha la responsabilità delle sorti dei popoli e delle nazioni.  Potrete trovarlo in fondo alla chiesa o sul sito internet della Santa Sede. Vorrei riprendere  solo un passaggio che mi pare concluda felicemente la riflessione fatta fin qui : Scrive il Papa   «Se uno vuol essere il primo – dice Gesù – sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti» (Mc 9,35) … In effetti, la funzione e la responsabilità politica costituiscono una sfida permanente per tutti coloro che ricevono il mandato di servire il proprio Paese, di proteggere quanti vi abitano e di lavorare per porre le condizioni di un avvenire degno e giusto. Se attuata nel rispetto fondamentale della vita, della libertà e della dignità delle persone, la politica può diventare veramente una forma eminente di carità. Già  Papa Benedetto XVI ricordava che «ogni cristiano è chiamato a questa carità, nel modo della sua vocazione e secondo le sue possibilità d’incidenza nella polis. […] Quando la carità lo anima, l’impegno per il bene comune ha una valenza superiore a quella dell’impegno soltanto secolare e politico. […] L’azione dell’uomo sulla terra, quando è ispirata e sostenuta dalla carità, contribuisce all’edificazione di quella universale città di Dio verso cui avanza la storia della famiglia umana».[4] È un programma nel quale si possono ritrovare tutti i politici, di qualunque appartenenza culturale o religiosa che, insieme, desiderano operare per il bene della famiglia umana, praticando quelle virtù umane che soggiacciono al buon agire politico: la giustizia, l’equità, il rispetto reciproco, la sincerità, l’onestà, la fedeltà”. Speriamo e ci auguriamo che questo “buon agire” di cui parla il Papa,  diventi anche il primo e più necessario proposito per ciascuno di noi, che veramente  giustizia, equità,  rispetto reciproco,  sincerità, onestà,  fedeltà” ispirino il nostro agire quotidiano per poter collaborare alla costruzione della pace a partire dal nostro piccolo, nel nuovo anno 2019 che ormai si è inaugurato.

Don Marco

-------------------------------------------------------

AVVISO

Per partecipare al  tradizionale concorso dei “presepi domestici” occorre inviare le Fotografie dei vostri presepi 

al seguente indirizzo mail : Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

-------------------------------------------------------

FESTA della S. FAMIGLIA 2019

Le coppie che festeggiano un anniversario particolare di matrimonio nel 2019,  possono dare la loro adesione alla celebrazione comunitaria del 27 gennaio prossimo alle ore 11.30. Presiederà  Mons. Ivano Valagussa, vicario episcopale per la formazione del clero. Per dare l’adesione occorre iscriversi presso l’Ufficio Parrocchiale (lun-mar-merc-ven. ore 16-18.30)  il giovedì dalle ore 16,15 -19,00; oppure sempre negli di ufficio chiamando il numero tel. al 02.514135).

 

MA ABBIAMO VERAMENTE “FATTO” NATALE ?

Riprendiamo qui la catechesi pre-natalizia di Papa Francesco proponendo di rileggerla alla luce del Natale appena trascorso, per chiederci come lo abbiamo vissuto. Infatti...

 ”Se noi vogliamo vivere il Natale, dobbiamo aprire il cuore ed essere disposti alle sorprese di Dio, cioè a un cambio di vita inaspettato come  fu per Maria e per Giuseppe... Nella notte di Natale poi arriva la sorpresa più grande: l’Altissimo è un piccolo bimbo. La Parola divina è un infante, che letteralmente significa “incapace di parlare”. E la parola divina divenne “incapace di parlare”. Ad accogliere il Salvatore non ci sono le autorità del tempo o del posto o gli ambasciatori: no; sono dei semplici pastori che, sorpresi dagli angeli mentre lavoravano di notte, accorrono senza indugio. Chi se lo sarebbe aspettato? Natale è celebrare l’inedito di Dio, o meglio, è celebrare un Dio inedito, che ribalta le nostre logiche e le nostre attese.

Fare Natale, allora, è accogliere in terra le sorprese del Cielo. Non si può vivere “terra terra”, quando il Cielo ha portato le sue novità nel mondo. Natale inaugura un’epoca nuova, dove la vita non si programma, ma si dona; dove non si vive più per sé, in base ai propri gusti, ma per Dio; e con Dio, perché da Natale Dio è il Dio-con-noi, che vive con noi, che cammina con noi. Vivere il Natale è lasciarsi scuotere dalla sua sorprendente novità. Il Natale di Gesù non offre rassicuranti tepori da caminetto, ma il brivido divino che scuote la storia. Natale è la rivincita dell’umiltà sull’arroganza, della semplicità sull’abbondanza, del silenzio sul baccano, della preghiera sul “mio tempo”, di Dio sul mio io.

Fare Natale è fare come Gesù, venuto per noi bisognosi, e scendere verso chi ha bisogno di noi. È fare come Maria: fidarsi, docili a Dio, anche senza capire cosa Egli farà. Fare Natale è fare come Giuseppe: alzarsi per realizzare ciò che Dio vuole, anche se non è secondo i nostri piani. San Giuseppe è sorprendente: nel Vangelo non parla mai: non c’è una parola, di Giuseppe, nel Vangelo; e il Signore gli parla nel silenzio, gli parla proprio nel sonno. Natale è preferire la voce silenziosa di Dio ai frastuoni del consumismo. Se sapremo stare in silenzio davanti al presepe, Natale sarà anche per noi una sorpresa, non una cosa già vista. Stare in silenzio davanti al presepe: questo è l’invito, per Natale. Prenditi un po’ di tempo, vai davanti al presepe e stai in silenzio. E sentirai, vedrai la sorpresa. Purtroppo, però, si può sbagliare festa, e preferire alle novità del Cielo le solite cose della terra. Se Natale rimane solo una bella festa tradizionale, dove al centro ci siamo noi e non Lui, sarà un’occasione persa. Per favore, non mondanizziamo il Natale! Non mettiamo da parte il Festeggiato, come allora, quando «venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto» (Gv 1,11). Fin dal primo Vangelo dell’Avvento il Signore ci ha messo in guardia, chiedendo di non appesantirci in «dissipazioni» e «affanni della vita» (Lc 21,34). In questi giorni si corre, forse come mai durante l’anno. Ma così si fa l’opposto di quel che Gesù vuole. Diamo la colpa alle tante cose che riempiono le giornate, al mondo che va veloce. Eppure Gesù non ha incolpato il mondo, ha chiesto a noi di non farci trascinare, di vegliare in ogni momento pregando (cfr v. 36). Ecco, sarà Natale se, come Giuseppe, daremo spazio al silenzio; se, come Maria, diremo “eccomi” a Dio; se, come Gesù, saremo vicini a chi è solo; se, come i pastori, usciremo dai nostri recinti per stare con Gesù. Sarà Natale, se troveremo la luce nella povera grotta di Betlemme. Non sarà Natale se cercheremo i bagliori luccicanti del mondo, se ci riempiremo di regali, pranzi e cene ma non aiuteremo almeno un povero, che assomiglia a Dio, perché a Natale Dio è venuto povero.

Cari fratelli e sorelle, vi auguro buon Natale, un Natale ricco delle sorprese di Gesù! Potranno sembrare sorprese scomode, ma sono i gusti di Dio. Se li sposeremo, faremo a noi stessi una splendida sorpresa. Ognuno di noi ha nascosta nel cuore la capacità di sorprendersi. E noi ? Ci siamo lasciamoci sorprendere da Dio in questo Natale ?

 

“La Bibbia in pillole”

curiosità bibliche  a cura di D. Di Donato

Domenica, 6 gennaio, durante la Messa, leggeremo Isaia 60:1-6 e Matteo 2:1-12

Al versetto 5 di Isaia leggiamo : “la ricchezza delle nazioni verrà da te”. Nel linguaggio tipico del Terzo-Isaia , il profeta prospetta un tipo nuovo di salvezza, che non arriva da una azione di tipo ‘militare’ da parte di Dio, ma piuttosto da un ‘astro’ che sorge per illuminare i popoli. A questo fa riferimento l’episodio dei Magi di Matteo, che rilegge la Scrittura per dirci che Gesù è la stella che i popoli aspettavano. Aggiunge ad Isaia solo il simbolo funereo della mirra ( utilizzata per l’imbalsamazione dei corpi), prospettando già il tema della passione.

 

 

CALENDARIO

 

6/1 Domenica Epifania

Messe: 10.30; 18.00 e 9.00 S. Martino

 

8/1 Martedì

ore 21.00: Equipe fidanzati /2

 

9/1 Mercoledì

ore 21.00: Ripresa Cenacolo

 

10/1 Giovedì

ore 21.00 Lettura del Vangelo - Adulti

 

11/1 Venerdì

ore 15.30: S. Messa GECRA

ore 21.00: 1° incontro fidanzati

 

12/1 Sabato

ore 10.00: Catechesi 3ªel. /5

 

13/1 Domenica  Battesimo del Signore

ore 9.00: 2° incontro fidanzati

ore 15.30: Battesimi

ore 16.00 Spettacolo Teatrale rassegna       “Areoplanini di carta”

ore 16.00: incontro verifica referenti gruppi catechismo I.C.

ore 21.00: Incontro Animatori dei gruppi del Vangelo (per febbraio)

 

SUFFRAGI

 

8/1 Martedì

Ore 8.30  Crippa Orsola

 

10/1 Giovedì

ore 8.30 Lucciano Ceccerelli

 

11/1 Venerdì

ore 18.00 Enrichetta, Stefano, Mario Ulliana; Rosa Martuscelli e Quirino Malandrino

 

ARCHIVIO

 

Hanno fatto ritorno alla casa del Padre celeste: Tesoro Rosanna di anni 48; Valsecchi Ermellina di ani 92