Foglio delle Campane di Rogoredo
Comunicazione di Formazione Religiosa
 
foglio domenicale
 

 

AVVENTO 2018 : “STRANIERI E PELLEGRINI 5

Riprendiamo qui alcuni spunti dal discorso tenuto dal nostro Arcivescovo così come sintetizzati dagli organi di stampa ufficiali della Diocesi in occasione della ricorrenza della festa di Sant’ Ambrogio.

«Siamo autorizzati a pensare”.

È questa la sostanza della riflessione che mi permetto di offrire ai nostri lettori.

 È questo il percorso promettente che mi dichiaro disponibile a continuare insieme con tutti coloro che abitano in città e ne desiderano il bene. Siamo autorizzati anche a pensare!». Così esordisce l’Arcivescovo nel discorso di S. Ambrogio 2018. E’ un testo denso, che entra nel vivo del dibattito pubblico di questi tempi, proponendo una lettura della società e del vivere civile che va in netta controtendenza rispetto alle paure, ai populismi, alle emotività. Una chiamata alla responsabilità, al ruolo che Milano può svolgere proprio su questo percorso “alternativo”, all’impegno della Chiesa ambrosiana aperta al dialogo, al confronto, al lavorare insieme per costruire il bene comune, avendo come fari il sogno europeo da rilanciare e la Costituzione italiana. La riflessione dell’Arcivescovo parte dall’analisi di tre aspetti: le pretese indiscutibili, il consenso emotivo, le procedure esasperanti. «L’emozione non è un male, ma non è una ragione – dice l’Arcivescovo -. Forse in questo momento l’intensità delle emozioni è particolarmente determinante nei comportamenti. Ciascuno si ritiene criterio del bene e del male, del diritto e del torto: quello che io sento è indiscutibile, quello che io voglio è insindacabile». Questo si traduce anche nel rapporto con chi «presta un servizio pubblico alla comunità»: «Ci vogliono molta pazienza, capacità di relazione, una certa predisposizione all’empatia e alla comprensione, autocontrollo nelle reazioni, per portare alcune richieste a buon fine, mentre alle spalle premono impazienti molti altri che pure hanno diritto a essere serviti. Desidero esprimere il mio apprezzamento per gli operatori che sanno accogliere con particolare attenzione coloro che si trovano in condizioni di necessità, sprovveduti e smarriti di fronte alle procedure per ottenere le prestazioni cui hanno diritto, imbarazzati davanti a operatori con cui è faticoso intendersi». Infatti ogni giorno chi presta un pubblico servizio si trova a rapportarsi con molte persone «che vivono le loro legittime aspettative con atteggiamenti di pretesa arrogante. La pretesa non è il far valere i propri diritti, ma è mancare di comprensione nei confronti degli operatori e delle regole che essi devono rispettare». Dunque, una mentalità, una “cultura post-moderna” che «esalta l’emozione, lo slogan gridato, stuzzica la suscettibilità e deprime il pensiero riflessivo». Si è diffusa in questo periodo «una sensibilità che si è ammalata di suscettibilità, di un pregiudiziale atteggiamento di discredito verso le istituzioni e in particolare verso i servizi pubblici più vicini ai cittadini». Ovviamente l’Arcivescovo precisa: «La mia intenzione non è di avallare le inadempienze o di giustificare i disservizi. Piuttosto credo che la convivenza in città sarebbe più serena e la presenza di tutti più costruttiva se, dominando l’impazienza e le pretese, potessimo essere tutti più ragionevoli, comprensivi, realisti nel considerare quello che si fa, quello che si può fare per migliorare e anche quello che non si può fare. Ecco: siamo autorizzati a pensare, a essere persone ragionevoli». Infatti, il rischio è quello «di lasciarsi dominare da reazioni emotive e farle valere come se fossero delle vere e proprie ragioni su cui fondare le nostre scelte e avanzare rivendicazioni. Questa confusione tra ragioni ed emozioni spesso può complicare gravemente la convivenza civile». L’Arcivescovo stigmatizza poi la diffusione di una modalità di comunicazione pubblica deformante. «Nel dibattito pubblico, nel confronto tra le parti, nella campagna elettorale, il linguaggio tende a degenerare in espressioni aggressive, l’argomentazione si riduce a espressioni a effetto, le proposte si esprimono con slogan riduttivi piuttosto che con elaborazioni persuasive». Perciò «credo che il consenso costruito con un’eccessiva stimolazione dell’emotività dove si ingigantiscano paure, pregiudizi, ingenuità, reazioni passionali, non giovi al bene dei cittadini e non favorisca la partecipazione democratica». La qualità del tessuto democratico sta molto a cuore all’Arcivescovo: «La partecipazione democratica e la corresponsabilità per il bene comune crescono, a me sembra, se si condividono pensieri e non solo emozioni, informazioni obiettive e non solo titoli a effetto, confronti su dati e programmi e non solo insulti e insinuazioni, desideri e non solo ricerca compulsiva di risposta ai bisogni». Bisogna allora invertire la rotta e imboccare strade diverse: «Credo sia opportuno un invito ad affrontare le questioni complesse e improrogabili con quella ragionevolezza che cerca di leggere la realtà con un vigile senso critico e che esplora percorsi con un realismo appassionato e illuminato». Una sensibilità che, tra l’altro, fa parte del dna dei milanesi, come sottolinea l’Arcivescovo: «Mi sembra che siano inscritti nell’animo della nostra gente una profonda diffidenza per ogni fanatismo, un naturale scetticismo per ogni proposta di ricette che promettono rapida e facile soluzione per problemi complicati e difficili». Dunque, «la ragionevolezza che si può anche chiamare “buon senso” – espressione di un senso buono -, l’intelligenza e la competenza che possono maturare in saggezza, una disposizione alla stima vicendevole che si può ritenere fondamentale per una convivenza serena possono creare consenso con argomentazioni, danno forma ad alleanze tra le forze in gioco che presuppongono l’affidabilità delle persone e delle organizzazioni che vi convergono. Occorre riscoprire la cultura e il pensiero che danno buone ragioni alla fiducia, alla reciproca relazione, a quella sapienza che viene dall’alto che “anzitutto è pura, poi  pacifica,mite”». Infine il terzo spunto offerto dal’ Arcivescovo potremmo sintetizzarlo così: insofferenti alle procedure è necessario avviare delle semplificazioni. Spesso i cittadini si trovano in un labirinto di norme e burocrazie che innervosiscono non poco. «La normativa che impone adempimenti complessi offre appigli per quella litigiosità aggressiva e irrazionale che può esporre i responsabili a beghe interminabili. Pertanto diventa comprensibile la tendenza a evitare di prendersi responsabilità da parte dei singoli operatori». Di qui una battuta fulminante dell’Arcivescovo: «Forse che “la patria del diritto”, come si può definire l’Italia, sia diventata un condominio di azzeccagarbugli litigiosi?». Anche in questo caso l’Arcivescovo non si ferma all’analisi, ma prospetta una strada per la soluzione. «Mi sembra che si debba insistere in quei percorsi di semplificazione che sono spesso enunciati e promessi per rendere più facile essere buoni cittadini, onesti e in regola con la pubblica amministrazione, per favorire l’intraprendenza di imprenditori e di operatori negli ambiti del servizio ai cittadini e della solidarietà. È però evidente che i percorsi promessi e avviati presuppongono il recupero di una fiducia tra i cittadini, e tra cittadini e pubblica amministrazione. Non servirà semplificare le procedure se perdura il sospetto sul cittadino come incline a delinquere e se rimane radicata nel cittadino l’inclinazione alla litigiosità e alla suscettibilità che è insofferente delle regole del vivere insieme e del rispetto reciproco». Una responsabilità collettiva di legalità, che richiede una maturazione civile: «Il rispetto delle regole e del prossimo è un frutto del senso civico, del senso di appartenenza alla comunità, della persuasione che il bene comune del convivere in pace sia da anteporre all’interesse privato momentaneo e che il danno arrecato a una comunità prima o poi danneggi anche chi lo compie. La riscoperta e la valorizzazione del bene comune (e non solo dei beni comuni, dei beni privati e di quelli pubblici), oltre lo Stato e il mercato, può favorire la rigenerazione della cittadinanza, come vivibilità e appartenenza civile» Conclude poi con alcune osservazioni che riprendono il titolo iniziale  «Essere persone ragionevoli è un contributo indispensabile per il bene comune. Questo evoca la solidarietà/fraternità della condivisione relazionale», sottolinea l’Arcivescovo. E lancia un appello a tutte le realtà che pensano e aiutano a pensare. «Ritengo che sia responsabilità degli intellettuali e degli studiosi di scienze umane e sociali approfondire la questione e comunicarne i risultati». Un ruolo decisivo deve svolgerlo la Milano città universitaria. «La nostra città, in cui università e istituzioni culturali sono così significative e apprezzate, è chiamata a produrre e a proporre un pensiero politico, sociale, economico, culturale che superando gli ambiti troppo isolati delle singole discipline possa aiutare a leggere il presente e a immaginare il futuro». Un ruolo di guida per la metropoli, in una stagione particolarmente felice. «Credo che saremmo tutti fieri se proprio qui a Milano si approfondissero riflessioni, si promuovessero confronti, si potessero riconoscere scuole e programmi, prospettive e responsabilità. Il nostro senso pratico ci rende allergici alle chiacchiere e alle celebrazioni inconcludenti. Forse insieme possiamo coltivare un senso di responsabilità che ci impegna a un esercizio pubblico dell’intelligenza, che si metta a servizio della convivenza di tutti, che sia attenta a dare la parola a ogni componente della città, che raccolga l’aspirazione di tutti a vivere insieme, ad affrontare insieme i problemi e i bisogni, a recensire insieme risorse e potenzialità. Mi sembra significativo il contributo che a questa impresa hanno offerto e offrono i cristiani presenti nelle accademie della città».

                                      Dal sito della diocesi

 

AVEVO FAME… in collaborazione con Caritas parrocchiale

Anche in questo AVVENTO, per far fronte al crescente bisogno di alimenti per  chi è a disagio, porteremo ogni settimana un alimento specifico che sarà raccolto alle Sante Messe durante l’OFFERTORIO, in cesti appositi messi, sui gradini dell’ALTARE..

Per la prossima domenica 23/12  siamo invitati a portare : LEGUMI IN SCATOLA

 

Oggi è la giornata per l’impegno economico a sostegno delle opere parrocchiali.

Alle porte della chiesa gli incaricati della commissione economica distribuiranno una lettera di presentazione della proposta :

Per  OFFERTE più consistenti vi diamo anche l’IBAN: IT92T0335901600100000120449 -  Banca Prossima .

A : Parrocchia Sacra Famiglia  - Causale: offerta per le opere parrocchiali Natale 2018

 

  

“La Bibbia in pillole”

curiosità bibliche  a cura di D. Di Donato

 Domenica, 16 Dicembre, durante la Messa, leggeremo Isaia 30, 18-26 .

 In questo brano, al versetto 20, leggiamo: “ma il tuo maestro non starà più  nascosto”. Il titolo môrèkā «tuo maestro» dato a Dio, è molto rara: in nessun  altro passo troviamo il titolo di «maestro [tuo]». Egli è il maestro che guida con  sapienza, al contrario dell’idolo che è sempre «maestro di menzogna» (Ab  2,18). In questo caso sta ad indicare la presenza di Dio, che guida il suo popolo, come un pastore fa con il suo gregge. L’immagine di «udire una parola  da dietro» allude infatti all’andatura di un gregge, con alle spalle il pastore che guida con sicurezza, soprattutto nei momenti di disorientamento, quando si tratta di scegliere quale via intraprendere.

  

 

CALENDARIO

 

16/12  Domenica  V d’Avvento

ore 9.00:Catechesi 3ael “Domeniche a Messa”

ore 10.15: Domenica insieme 5ael e vestizione nuovi chierichetti

ore 15.30: Giochi sotto l’albero

ore 21.00: incontro formativo pastorale salute

ore 21.00: Equipe educatori Ado

 

17/12 Lunedì

ore 17.00: Novena di Natale

ore 21.00: Celebr. penitenziale comunitaria

 

18/12 Martedì

ore 10.00 Gruppo Vangelo c/o Bar Oratorio

ore 17.00: Novena di Natale

 

19/12 Mercoledì

ore 17.00: Novena di Natale

ore 21.00:Cenacolo di Avvento/5(Coord, Cpp ecc)

 

20/12 Giovedì

ore 17.00: Novena di Natale Confessioni 1aMed

 

21/12 Venerdì

ore 15.00: Incontro 3aetà: S.Messa e auguri di Natale

ore 17.00: Novena di Natale Confessioni 5ael - Confessioni PreAdo

ore 19.00: Equipe educatori PreAdo

ore 21.00: Concerto di Natale - Coro “Jubilate”

 

22/12 Sabato

Orari confessioni ore 16.30-18.00

 

23/12 Domenica  Divina Maternità

 

 

SUFFRAGI

 

17/12 Lunedì

ore 18.00: Mazzacca Domenico, Martina, Mario

 

18/12 Martedì

ore 8.30: Tina e Franco Bellini

ore18.00 Marisa Amilcare, Luigi Manzoli:

Rosa e Angelo Mancini; Giovanni e Alberto Milanesi.

 

19/12 Mercoledì

ore 8.30: Enzo; Alessandro; Maria

ore 18.00:Lucia, Antonina Domenico Mazzacca

 

20/12 Giovedì

ore 8.30: Mauri Fernando

ore 18.00:Antonietta; Iannotti Franco e Anna; Reho Gerardina

 

21/12 Venerdì

ore 18.00:Sarrapochiello Michele e Filomena

 

22/12 Sabato

ore 8.30 Carmela Nardone

 

OFFERTE

N.N. € 1300,00 € in ringraziamento - per le necessità della parrocchia.

 

ATTENZIONE

 

E’ sempre possibile ritirare in sacrestia le buste con le immaginette per il proprio caseggiato, la dove i sacerdoti non sono passati per la visita in occasione del Santo Natale Trovate anche il testo della  preghiera da vivere tutti insieme in un luogo comune del condominio durante al Novena .