Foglio delle Campane di Rogoredo
Comunicazione di Formazione Religiosa
 
foglio domenicale
 
 

 

AVVENTO 2018 : “STRANIERI E PELLEGRINI 3

In questa terza riflessione sul tema scelto e proposta dalla diocesi per l’avvento 2018 “ Stranieri e pellegrini“, ci lasciamo guidare da alcune considerazioni di Enzo Bianchi che ci aiutano approfondire ulteriormente quel che abbiamo detto fin qui. La vita intera dell’uomo si configura come un cammino, un “pellegrinaggio”.” .

Questa esperienza è costitutiva anche della fede dei cristiano. Cme dicevamo già, la prima lettera di Pietro parla dei cristiani come "stranieri e pellegrini" (1 Pt. 2,11), che dimorano temporaneamente sulla terra, ma non qui hanno la loro dimora definitiva. Questo è il tempo (e lo spazio) del loro pellegrinaggio: "Comportatevi con timore nel tempo del vostro pellegrinaggio" (I Pt 1,17). La tipologia di Abramo, che ha lasciato la sua terra, la patria, il clan famigliare, la sicurezza e il conforto del "noto", per obbedire alla parola di Dio, dice che la fede è questo cammino di obbedienza senza contare su alcuna umana sicurezza. La categoria della “stranierità”, già introdotta la scorsa volta, non solo è stata vissuta da Gesù stesso come categoria di rivelazione, ma è anche vitale per la Chiesa che vive sempre più la condizione di minoranza e che è chiamata a confrontarsi quotidianamente con uomini e donne radicalmente "altri" per religione, cultura, etica, ecc. Secondo il quarto Vangelo, Gesù è sentito come straniero perché la sua origine e provenienza è "da Dio", "dall'alto" e perché la sua lingua non è capita dal suoi interlocutori (Gv 8,43), ma proprio questa sua “stranierità” diviene lo spazio a partire dal quale è possibile la rivelazione di Dio e dunque l'incontro e la comunione con Lui. Il Dio biblico è il Dio che si rivela a degli stranieri (i figli d'Israele in Egitto) e che si fa straniero (secondo Ezechiele, Dio segue i figli d'Israele nella deportazione a Babilonia). Soprattutto nel NT, Dio si fa straniero in Cristo per incontrare l'uomo, e lo stesso itinerario di Cristo da Dio verso l'uomo è un pellegrinaggio, che culmina nella croce, vero luogo di comunione fra ogni uomo e Dio. La cosa si vede bene osservando la grande esperienza fondante la fede biblica che è costituita dal racconto dell’Esodo. Esso è un cammino scandito da tre momenti: uscita da - passaggio attraverso - entrata in. Uscire dall'Egitto, la casa di schiavitù, per entrare nella terra promessa passando attraverso il deserto: tutto questo è il movimento dell'esodo, come movimento di liberazione e di salvezza. Specificando però che il terzo momento, la terra, funziona più come scopo, meta, futuro che genera e suscita il dinamismo del presente (dunque come promessa e come senso), che come possesso. Una volta entrato nella terra, Israele continuerà a ritenersi ospite in quella terra che è di Dio: "La terra è mia e voi siete presso di me stranieri e di passaggio" (Lv 25,23). La lettera agli Ebrei, rileggendo tipologicamente e applicando al cristiani il cammino dei figli di Israele nel deserto per quarant'anni (4), parlerà di una meta, di un riposo, che è davanti al credente e che richiede al cristiano fede e speranza, perseveranza e fedeltà, vigilanza e lotta contro le tentazioni, essenzialità e povertà, dimensioni che contrassegnano anche il cammino di Cristo sulla terra. Cammino che il NT ha letto come esodo dal Padre per ritornare al Padre e che traccia la via al cammino dei credenti.

Nel tempo dell’Avvento l’idea del pellegrinaggio ritorna in riferimento al fatto che siamo tutti in cammino verso il compimento della storia. Negli Atti degli apostoli, i cristiani sono chiamati "seguaci della via" (cf. At 9,2; 18,25.26, 19,9-93; 22,4; 24,14.22), e il cammino che essi percorrono è un esodo verso la patria celeste (Fil 3,20), la città futura (Eb 13,14) cioè verso la comunione con Dio per sempre. Questo esodo è orientato da Cristo che è la "via" (Gv 14,5-6). 1 cristiani sono coloro che seguono Cristo (1 Pt. 2,21), che camminano in Cristo (Col. 2,6) e nello Spirito (5,6), in una vita nuova (Rm 6,4), nell'amore (Ef 5,2), nella fede (2Cor 5,7). Spesso il verbo greco peripatéo, "camminare", è tradotto dalla Bibbia CEI con "comportarsi" o espressioni equivalenti (lCor 3,3; Ef 5,8; Col 1,10; lTs 2,12; 4,1.12- ecc.), essi sono pronti a convertirsi, cioè a ritornare dopo aver commesso il peccato, ovvero dopo aver sbagliato strada... Il nostro Arcivescovo richiama direttamente questa questione decisiva quando parla del l'indole “escatologica” (che guarda cioè al compimento  del tempo e della storia) del pellegrinare della Chiesa e sostiene che  essa è la ragione che consente di pensare e praticare con coraggio un inesausto rinnovamento /riforma della Chiesa stessa. Proprio guardando alla pienezza della comunione con il Signore, ancora a venire, la Chiesa non assolutizza mai forme, assetti, strutture e modalità della sua vita. II pensiero e l'af-fetto, il desiderio e l'attenzione verso il compimento sperato consentono alla Chiesa di fare memoria del passaggio tra noi di Colui che ancora deve venire e ne percepisce l'appello ad un continuo rinnovamento: non ha fondamento storico né giustificazione ragionevole l'espressione "si è sempre fatto così" che si propone talora come argomento per chiedere conferma dell'inerzia e resistere alle provocazioni del Signore che trovano eco nelle sfide presenti”. Tutto questo pone i cristiani in quell'atteggiamento di umiltà, di umile risolutezza che è lo stesso atteggiamento di Gesù quando ha reso duro il suo volto per incamminarsi verso Gerusalemme (cf Lc 9,51), cioè verso la passione e morte cui sarebbe seguita la glorificazione, la resurrezione. Ma il concreto cammino di Gesù che rivela agli uomini la salvezza di Dio è di kenosi, di abbassamento. Anche il cammino di Israele nel deserto, vero cammino di libertà verso la salvezza, era sentito dai figli d'Israele come cammino di morte più che di vita. Questo è anche il cammino della fede. Un cammino che riflette in sé il dinamismo pasquale, cammino in cui la preghiera fa del credente un errante, nel tempo più ancora che nello spazio, un cercatore di Dio più che un esploratore di "luoghi sacri". In questo cammino, infatti, occorre saper vedere l'invisibile: come Mosè quando lasciò l'Egitto (Eb 11.27), anche noi "non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili sono eterne" (2 Cor 4,17-18).

Tratto ad alcuni spunti di Enzo Bianchi

 

 

AVEVO FAME… in collaborazione con Caritas parrocchiale

Anche in questo AVVENTO, per far fronte al crescente bisogno di alimenti per i chi è a disagio, porteremo ogni settimana un alimento specifico che sarà raccolto alle Sante Messe durante l’OFFERTORIO, in cesti appositi messi, sui gradini dell’ALTARE..

Per la prossima domenica 9/12  siamo invitati a portare : i DADI

 

 

RINNOVO ANNUALE DEI VOTI RELIGIOSI DELLE NOSTRE SUORE 

 

In occasione della Solennità dell’Immacolata, le Suore di Carità di Ivrea che sono con noi  ormai da più di 20 anni, rinnovano solennemente i loro voti religiosi davanti a tutta la comunità. Cosa significa questo gesto per loro e per noi che con loro lo condividiamo, grati al Signore per il dono della loro presenza e del loro apostolato? Occorre andare alla memoria della biografia della fondatrice, la Beata Madre Antonia Verna, un umilissima donna del Canavese (siamo nel Piemonte primo Ottocento!), che si ispirò  al mistero dell‘ Immacolata Concezione di Maria per dare forma alla vita religiosa delle sua e delle sue future suore. Nella preghiera del Magnificat, che si imparava nella vita della parrocchia, la piccola Antonia colse la semplicità della Vergine! È il Signore a operare cose grandi, senza fare spettacolo; è Lui a stare sempre dalla parte di chi non conta, è Lui ad essere fedele alle sue promesse. A Lei, al mistero della sua SS.ma Concezione, la fondatrice intitolava così la nuova congregazione, fin dagli inizi dell’ Ottocento. Ripercorrendo il cammino del nome di questa famiglia religiosa, teniamo presenti i testi primitivi: nel 1823 le prime compagne sono designate Maestre Pie del Ritiro della Concezione, poi nel 1825 sotto il titolo della SS.ma Concezione, nel 1826 Sorelle di Carità,  Maestre Pie ed Infermiere Caritatevoli sotto il titolo della SS.ma Concezione. Nel 1835 Sorelle della carità sotto il titolo della Santissima Concezione ; titolo confermato nel 1837: Suore della SS.ma Concezione della Beata Vergine Maria. Cosa Madre Antonia ha appreso di così potente e decisivo dall’ Immacolata Concezione di Maria? Nessuno scritto ci è pervenuto della motivazione di questo suo slancio mariano, però si sa che per es. il Rosario era una devozione costante nella vita di Madre Antonia. Lo si trova  nella sua formazione giovanile e poi nell’ordinamento della prima comunità religiosa dell’Istituto, come preghiera giornaliera. Il rosario è un’ umile e sicura guida nella meditazione dei misteri della nostra salvezza che in Maria trovano il momento più alto di accoglienza e di contemplazione. Come Maria,  Madre Antonia si dimostrò disponibile al volere di Dio, fedele all’impulso interiore dello Spirito, in un’attesa paziente e perseverante. Parole sue non ci sono pervenute, ma la sua storia personale e la storia della fondazione dell’Istituto dicono che la Fondatrice, a immagine di Maria, ha creduto alla «Parola», quella Parola che le premeva dentro con forza irresistibile e che ella seppe vedere scritta anche negli avvenimenti avversi. Il Voto di verginità fatto «davanti alla Regina del cielo», quando, giovane adolescente, «offriva spontaneamente a Dio l’anima e il corpo suo» le preghiere serali, con la comunità, nell’oratorio del Ritiro davanti ad «una statuetta della Vergine», l’Ave Maris stella e le cinque decine del Rosario pregate ogni giorno sono piccoli segni, ma accompagnano un vivere quotidiano tutto dedito alla preghiera e all’azione caritativa. Anche nell’azione caritativa è possibile vedere il riferimento, al mistero di salvezza «universale» che nel Rosario trova il suo momento meditativo. Il servizio che la Verna propone e attua è per tutti e in ogni circostanza: senza esclusioni di persone, né limiti di tempo o categorie di bisogni. L’ «a gratis», proclamato con insistenza nella “Memoria delle Regole Principali”, richiama la gratuità assoluta della Concezione Immacolata di Maria su cui lei ha voluto fondare il suo Istituto. Tutto questo ci aiuta a comprendere come mai per le nostre suore diventa importante rinnovare nel giorno dell’ Immacolata , i loro impegni religiosi , la loro scelta di donazione al Signore “a gratis” e fino alla consumazione della vita…  Anche noi ci uniamo alla festa delle suore, con la preghiera nel giorno della festa dell’ Immacolata, e con un momento tutto particolare di festa durante la Santa Messa delle ore 10.30. Cogliamo l’ occasione per esprimere alle suore a nome di tutta la comunità, un grazie sincero per l’opera di apostolato che svolgono qui a Rogoredo e che, ci auguriamo, ancora lunga e feconda di grazie spirituali per almeno tanti e tanti anni ancora .                                               
    d. M.

 

               

ATTENZIONE

 Entro il 30 novembre è necessario versare la caparra per il pellegrinaggio in Terra Santa proposto dal 4 all’ 11 aprile 2019...Ci sono ancora due o tre posti

 

  

CALENDARIO

 

2/12 Domenica II d’Avvento   Gita di Avvento

ore 10.15 “Domeniche a Messa” 3ª el.

ore 11.30  Domenica insieme 1a media

ore 16.00   Spettacolo Teatrale rassegna Areoplanini di carta

ore 15.30: Battesimi -

 

3/12 Lunedì                    Gita di Avvento

 

4/12 Martedì                   Gita di Avvento

 

5/12 Mercoledì  Gita di Avvento

ore 21.00: Cenacolo di Avvento/3

 

7/12  Venerdì S. Ambrogio

Oratorio chiuso

ore 18.00 Messa prefestiva

 

8/12 Sabato Immacolata

Oratorio chiuso

 Orario S. Messe:

  9.00 a S. Martino -

10.30 e 18.00 in parrocchia

 

9/12 Domenica IV d’Avvento

ore 10.15  “Domeniche a Messa” 3ª el.

ore 19.30: Equipe educatori PreAdo

 

SUFFRAGI

3/12 Lunedì 

ore18.00 Filomena, Antonio, Cicillo, Alfonso; Cettina, Peppino, Luigi, Dora, Michele, Luisa, Vito, Lucia

 

5/12 Mercoledì 

ore18.00  Matta Antonio

 

6/12 Giovedì

ore 18.00 Casati Armida; Fugazza Peroncini Leopoldina, Giorgio.

 

 ARCHIVIO

Ha ricevuto il sacramento del Battesimo: Ordonez Avelar Liam Maurizio.

Hanno fatto ritorno alla casa del Padre celeste: Ravasenghi Luisa di anni 101; Matta Antonio di anni 73

 

S.O.S Caritas

Necessitano 1 lavatrice, 2 letti a castello

Prendere accordi chiamando Ufficio parrocchiale  Grazie

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