Foglio delle Campane di Rogoredo
Comunicazione di Formazione Religiosa
 
foglio domenicale
 

 

AL VIA UN NUOVO ANNO PASTORALE

Le belle immagini dei nostri ragazzi durante le ultime vacanze estive sulle Dolomiti.( Vacanza Voltago 2018),condivise con i sacerdoti, alcuni adulti e giovani educatori della nostra parrocchia, ci sono parse quanto mai significative per presentare il tema di questo nuovo anno pastorale, decimo del ministero di Parroco per don Marco, primo del servizio pastorale di don Daniele, ma anche anno dell’ordinazione diaconale prima e sacerdotale poi, del nostro Alessandro Maraschi.

Le immagini voglio simbolicamente rappresentare una Chiesa in cammino, variegata, dinamica e giovane, nonostante la sua storia bimillenaria, una chiesa che alimentandosi e traendo forza dall’Eucaristia e dalla Parola di Dio non teme i cambiamenti e le salite faticose che ogni cammino serio può presentare ma,  leggendo i segni dei tempi,  vuole trovare la via per offrire una testimonianza che si faccia gioia e speranza per gli uomini di oggi, anche in questo nostro quartiere. Ci guiderà  nel percorso la lettera pastorale dell’Arcivescovo, monsignor Mario Delpini, dal titolo Cresce lungo il cammino il suo vigore, che sarà anche il motto dell’anno per noi. Inoltre sarà ripresa e condivisa  l’Esortazione Apostolica sulla santità nel mondo contemporaneo “Gaudete et Exultate” di Papa Francesco.                                                                                                                                              Ma quali sono  i contenuti della proposta diocesana (e parrocchiale) 2018-19 ?

L’arcivescovo parte dalla «consapevolezza di essere Chiesa in debito verso questo tempo e questo mondo»…

 

La lezione attuale di Montini

La lettera pastorale è intrisa di ammirazione per il futuro Santo Giovanni Battista Montini, più volte richiamato come esempio da rilanciare e approfondire: «Mentre ci prepariamo alla canonizzazione del beato papa Paolo VI chiedo la sua intercessione perché la sua preghiera ci accompagni. Invito a riprendere la sua testimonianza e a rileggere i suoi testi, così intensi e belli, perché il nostro sguardo su questo tempo sia ispirato dalla sua visione di Milano, del mondo moderno e della missione della Chiesa».

 

Un coraggioso rinnovamento della Chiesa

Una Chiesa che si riforma sempre, che non si siede sul già sperimentato, ma che vive pienamente il tempo: «Siamo un popolo in cammino. Non ci siamo assestati tra le mura della città che gli ingenui ritengono rassicurante, nella dimora che solo la miopia può ritenere definitiva». Invita a «pensare e praticare con coraggio un inesausto rinnovamento/riforma della Chiesa stessa», perché «la Chiesa non assolutizza mai forme, assetti, strutture e modalità della sua vita». E ancora: «Non ha fondamento storico né giustificazione ragionevole l’espressione “si è sempre fatto così” che si propone talora come argomento per chiedere conferma dell’inerzia e resistere alle provocazioni del Signore che trovano eco nelle sfide presenti». «Viviamo vigilando nell’attesa – continua Delpini -. Viviamo pellegrini nel deserto. Non siamo i padroni orgogliosi di una proprietà definitiva che qualche volta, eventualmente, accondiscende all’ospitalità; siamo piuttosto un popolo in cammino nella precarietà nomade. Possiamo sopravvivere e continuare la rischiosa traversata perché stringiamo alleanze, invochiamo e offriamo aiuto, desideriamo incontri e speriamo benevolenza. Perciò i pellegrini, persuasi dalla promessa, percorrono le vie faticose e promettenti, si incontrano con altri pellegrini e si forma un’unica carovana: da molte genti, da molte storie, da molte attese e non senza ferite, non senza zavorre».

 

Per una Chiesa dalle genti

L’Arcivescovo richiama il cammino fin qui svolto in occasione del Sinodo «Chiesa dalle genti», che si concluderà il 3 novembre. Affronta il tema della ricchezza anche ecclesiale che nasce dal dialogo di popoli e persone presenti a Milano e in Diocesi: «La Chiesa si riconosce “dalle genti” non solo perché prende coscienza della mobilità umana, ma, in primo luogo, perché, docile allo Spirito, sperimenta che non si dà cammino del Popolo di Dio verso il monte dell’alleanza piena se non dove, nel camminare insieme verso la medesima mèta, si apprende a camminare gli uni verso gli altri. L’incontro, l’ascolto, la condivisione permettono di valorizzare le differenze, lo specifico di ciascuno, impongono di riconoscere i doni ricevuti dalla tradizione di ciascuno». Mettendo da parte paure, incomprensioni e muri che oggi sembrano prevalere nel dibattito pubblico: «Non si può immaginare perciò che il popolo in cammino viva di nostalgia e si ammali di risentimento e di rivendicazioni, perché proprio per questo si è deciso il pellegrinaggio, per uscire da una terra straniera e da una condizione di schiavitù». Perciò «ci facciamo compagni di cammino di fratelli e sorelle che incontriamo ogni giorno nella vita; uomini e donne in ricerca, che non si accontentano dell’immediato e della superficie delle cose». In questo contesto i cristiani si devono porre con la «predisposizione degli animi», che «significa la disponibilità a percorsi di riflessione, preghiera, iniziative e significa rinnovata docilità al vento amico dello Spirito che spinge al largo, cioè all’audacia e alla fortezza, alla pazienza e alla sapienza per delineare i tratti della Chiesa cattolica».

Giovani che non si scoraggiano

Un’attenzione particolare l’Arcivescovo la dedica ai giovani, nell’anno nel quale si celebra il Sinodo dei vescovi voluto da papa Francesco: «È tempo, io credo, di superare quel senso di impotenza e di scoraggiamento, quello smarrimento e quello scetticismo che sembrano paralizzare gli adulti e convincere molti giovani a fare del tempo della loro giovinezza un tempo perso tra aspettative improbabili, risentimenti amari, trasgressioni capricciose, ambizioni aggressive: come se qualcuno avesse derubato una generazione del suo futuro. La complessità dei problemi e le incertezze delle prospettive occupazionali non bastano a scoraggiare i credenti».

 

La cura della Parola, la Messa e la preghiera

Delpini invita a una cura particolare per la Messa domenicale, in particolare nell’annuncio della Parola, e ad una spiritualità alimentata dalla preghiera: «Non si può essere ingenui o affidarsi all’emotività nell’accostarsi a quel libro straordinario che è la Sacra Scrittura. È quindi necessario che l’insegnamento catechistico, la predicazione ordinaria, il riferimento alla Scrittura negli incontri di preghiera, nei percorsi di iniziazione cristiana, nei gruppi di ascolto, negli appuntamenti della Scuola della Parola siano guidati con un metodo e condotti con sapienza. Ma la guida del metodo deve essere adeguata agli interlocutori e soprattutto deve aiutare a riconoscere nella Sacra Scrittura quell’offerta di luce, di forza, di gioia, che viene dalla potenza della Parola di Dio».

 

Dalla Missione di Milano alla nuova evangelizzazione

Dalla preghiera alla testimonianza per la nuova evangelizzazione. Anche su questo Delpini non manca di riprendere la lezione montiniana: «Siamo chiamati a condividere lo spirito con cui ha promosso e vissuto la Missione di Milano del 1957 e le motivazioni che lo hanno convinto a visitare i continenti e a orientare il Concilio Vaticano II al confronto, al dialogo, alla simpatia per il mondo, per una responsabilità di evangelizzazione. Come ci consiglia papa Francesco, rileggere l’esortazione apostolica Evangelii nuntiandi sarà un modo per vivere la canonizzazione non solo come una celebrazione, ma come occasione per rendere ancora fecondo il magistero di Paolo VI». Una nota critica non manca verso chi frequenta la comunità, ma rimane impermeabile su questioni decisive: «Anche frequentatori assidui degli ambienti parrocchiali sono spesso insensibili alle proposte di partecipazione costruttiva all’impresa comune di rendere più abitabile il mondo e più solidali le relazioni. Il buon vicinato è la pratica possibile a tutti, ma per i discepoli del Signore è una forma di obbedienza al comandamento del Signore e di condivisione di una speranza più alta».

 

Custodire e rilanciare l’umanesimo cristiano

La presenza dei cristiani nella società va rilanciata, anche perché – sottolinea l’Arcivescovo – «sentiamo la responsabilità di custodire la preziosa eredità dei nostri padri, quell’umanesimo cristiano in cui si integrano la fede, il senso pratico e la speranza, la cura per la famiglia e per la sua serenità, la gioia per ogni vita che nasce, la responsabilità dell’amore, la serietà della parola data, la fierezza per il bene che si compie e insieme un senso del relativo che aborrisce ogni esibizionismo, una inclinazione spontanea alla solidarietà e una prontezza nel soccorrere, la serietà professionale e l’intraprendenza operosa, l’attitudine a lavorare molto e la capacità di fare festa, una radicata fiducia verso il futuro e una vigile capacità di risparmio e programmazione. Avvertiamo tuttavia che l’evoluzione contemporanea sembra condannare all’irrilevanza quell’armonia di valori che forse descriviamo in modo un po’ idealizzato, ma che hanno offerto l’ispirazione a molte iniziative, istituzioni, forme di presenza nella vita sociale e politica».

 

La dottrina sociale è una benedizione

In ogni caso l’impegno sociale e politico dei cristiani guarda avanti, con uno stile di dialogo e confronto, non urlato: «L’annuncio e la pratica dell’umanesimo cristiano non si traducono in un richiamo a leggi e adempimenti, non si intristiscono nella nostalgia di un’altra cultura e di un’altra società, come se rimpiangessimo un’egemonia, non si intimidiscono di fronte a stili di vita e a slogan troppo gridati e troppo superficiali». Infatti, «la proposta cristiana si offre come una benedizione, come l’indicazione di una possibilità di vita buona che ci convince e che si comunica come invito, che si confronta e contribuisce a definire nel concreto percorsi praticabili, persuasivi con l’intenzione di dare volto a una città dove sia desiderabile vivere. La dottrina sociale della Chiesa, il magistero della Chiesa sulla vita e sulla morte, sull’amore e il matrimonio, non sono una sistematica alternativa ai desideri degli uomini e delle donne, ma sono una benedizione».

 

Cristiani non timidi, ma profeti in dialogo

In un contesto affollato di populismi e nazionalismi, Delpini richiama a una testimonianza coraggiosa dei cristiani, che «si esprimano e siano capaci di tessere alleanze per proporre, difendere, tradurre in pratiche persuasive quei tratti dell’umanesimo cristiano che contribuiscono alla qualità alta della vita delle comunità, delle famiglie, di ogni uomo e di ogni donna. La presenza di molti cristiani in ogni ambiente di vita non può essere mascherata per timidezza, per un complesso di inferiorità, per la rassegnazione a una separazione inguaribile tra i valori cristiani e la logica intrinseca e indiscutibile della realtà mondana». I cristiani «sono profeti, hanno proposte, hanno soluzioni, hanno qualche cosa da dire nel dialogo con tutti gli uomini e le donne di buona volontà».

 

La visita pastorale

Infine l’arcivescovo annuncia dall’Avvento 2018 la visita pastorale nelle parrocchie e Comunità pastorali della Diocesi.

 

I pellegrinaggi

Nel nuovo anno pastorale alcuni pellegrinaggi diocesani e parrocchiali esprimeranno  l’immagine di una Chiesa “pellegrina”. Sono presentati nella Lettera pastorale nel quarto capitolo «Camminiamo insieme». Dal 14 al 16 settembre si terrà il pellegrinaggio a Lourdes, programmato insieme a organizzazioni che provvedono al trasporto dei malati. Insieme saremo in Terra Santa (con un percorso non “tradizionale”) come parrocchia dal 4 al 11 aprile  e in estate  dal 22 al 29 luglio vivremo un pellegrinaggio ecumenico in Russia visitando parte dell’”anello d’oro” dei santuari ortodossi  con Mosca e San Pietroburgo. 

 

A tutti l’augurio di un anno intenso, che possa farci vivere come chiesa reale e concreta, fatta di gente concreta, che nonostante la confusione e le difficoltà che questa stagione della storia ci pone davanti ( come sempre del resto) continua a camminare e trovare forza nel Signore Gesù il Risorto e il Vivente.

 

 

 “L“La Bibbia in pillole”

curiosità bibliche  a cura di D. Di Donato

Domenica  9 Settembre, durante la Messa, leggeremo  Giovanni 5, 37-46

In questo brano , al versetto 38 , leggiamo non avete la sua parola che abiti in voi” (la sua parola: kai ton Logon) . Costoro non hanno compreso il messaggio di amore e di misericordia che l’alleanza proponeva. Il vero confronto è tra due figure di Dio. Il Dio di Gesù, che ama l’uomo e si manifesta dandogli vita e libertà; e il Dio dei capi religiosi, il grande Sovrano, che impone e mantiene un ordine giuridico da rispettare, prescindendo dal bene dell’uomo nella sua condizione esistenziale. Per questa ragione Gesù accusa i capi di non conoscere assolutamente il Padre, avendo manipolato il messaggio di Dio, perché proprio a Mosè JHWH era apparso e aveva rivelato il suo autentico volto, sebbene Mosè abbia potuto scorgerlo solo di spalle.

 

CALENDARIO

 

9/9 Domenica II dopo il Martirio

ore 15.30: Battesimi (1° turno)

 

10/9 Lunedì Inizio iscrizioni palestra

 

11/9 Martedì

ore 21.00: direttivo Primavera 2005

 

13/9 Giovedì

ore 21.00: Incontro animatori dei gruppi del Vangelo (programmazione)

 

14/9 Venerdì Esaltazione S. Croce

- Pellegrinaggio annuale a Lourdes

 

15/9 Sabato

- Pellegrinaggio annuale a Lourdes – Vendita fiori Assoc. il Germoglio

ore 9.00: Presentazione Anno Oratoriano - Cernusco S/N

 

16/9 Domenica III dopo il Martirio

Pellegrinaggio annuale a Lourdes - Giornata diocesana per il Seminario

 

SUFFRAGI

 

10/9 Lunedì

ore18.00 Infernosa Elena in Caparro; Quaini Cesare

 

12/9 Mercoledì

ore 18.00 Angela Piovani; Fam. Rui-Boldarino

 

 

15/9 Sabato

ore 18.00 Luciano Sandrini; Orlando Francesco - Giuseppe e Giovanna.

 

ARCHIVIO

 

Ha ricevuto il Sacramento del Battesimo Cicconi Emma.

Ha fatto ritorno alla casa del Padre celeste Santato Lauretta di anni 92

 

Ricordiamo i defunti

Brocchieri Giancarlo

Codecasa Angela

Bonsignori Vincenzina

Fusari Virginia

Minoia Angela

Slaviero Achille

Di Clemente Graziella

Giani Maria

Berton Maria Giovanna

Santato Lauretta

anni 78

anni 87

anni 85

anni 84

anni 96

anni 84

anni 93

anni 87

anni 71

anni 92

S.O.S Caritas

 

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