CONVOCAZIONE CPP per il 16 ottobre 2017
 
ODG
 
-  conosceremo meglio il diacono, 
-  presenteremo / faremo una verifica dell'avvio delle attività di cui siete referenti
-  daremo uno sguardo al prossimo periodo che comprende l'Avvento / Natale 
 
Grazie a tutti del lavoro condiviso

Eusebio don Marco

Parr. Sacra Famiglia  -  Rogoredo Mi

 

Allegato 1

Carissimi referenti parrocchiali, nel ricordarvi già da ora l'incontro plenario del prossimo 16 ottobre ore 21.00
 
dove :
 
- conosceremo meglio il diacono
- si presenterà il nuovo responsabile del Meglio dopo insieme.
- presenteremo / faremo una verifica dell'avvio delle attività di cui siete referenti
-  daremo uno sguardo al prossimo periodo che comprende l'avvento / natale  
 
 
VI ALLEGO QUI :
 
- il calendario di ottobre da verificare prima della stampa definitiva. CIASCUNO LO GUARDI E VEDA SE SI RITROVA , se manca qualcosa, 
  se ci sono doppioni  ecc... 
- l'elenco definitivo aggiornato dei referenti che sarà presentato sul Foglio Campane alla comunità nelle prox settimane.
 
Per incontrarvi tutti e incontrare le diverse realtà che seguite c'è voluto un mese giusto...adesso : BUON CAMMINO INSIEME.
 
P.S:  Per il 2 ottobre occorre formare una piccola delegazione che venga con me in Curia alle 15.00 ad accogliere il diacono ( due/ tre ado e  giovani qualche adulto)   Fatemi avere i nomi entro il 30/09 ... per la sicurezza.

      

Grazie della vs. pazienza per la mia inadeguatezza...

 

Eusebio don Marco

Parr. Sacra Famiglia  -  Rogoredo Mi

 

OTTOBRE 2017

1 D

V dopo
il Martirio

ore 10.30: FESTA DI APERTURA - mandato alla comunità educante Saluto a don Andrea (vedi volantino a parte)

2 L

 

ore 15.00 in curia : destinazione diaconi novelli

ore 17.30 Esposizione, Vesperi  e chiusura giornate eucaristiche – S. Messa e accoglienza del nuovo diacono

ore 21.00 Incontro genitori Ado

3 M

   

4 M

 

ore 21.00: Ripresa Cenacolo in cappellina

5 G

   

6 V

 

ore 15.00: Incontro 3ªetà (presentazione programma annuale)

ore 17.30: 1° venerdì del mese: Adorazione, S. Messa e benedizione

7 S

 

“EduCare” zonale per gli educatori (a Ognissanti)

ore 16.00: Incontro genitori Battesimi 8 e 22 ottobre

ore 20.45: Redditio Symboli 19enni in Duomo

8 D

VI dopo
il Martirio

ore 15.30: Battesimi (1° turno)

Riprende da oggi l’ orario invernale delle Sante Messe festive

9 L

 

Da oggi OGNI SETTIMANA :

8.15 Lodi e Liturgia della Parola

Inizio di tutte le catechesi  -  I incontro Ado

10 M

 

8.15 Lodi e Liturgia della Parola

ore 21.00: Incontro di preghiera dei gruppi del Vangelo di inizio anno

11 M

 

ore 8.15 Lodi e S .Messa

ore 21.00: Cenacolo – Equipe Edu. Ado.

12 G

 

ore 8.15 Lodi e S .Messa

I incontro gruppo giovani

13 V

 

ore 8.15 Lodi e S .Messa

ore 15.30: S. Messa GECRA

I Incontro preado

ore 21.00: Concerto

14 S

 

Messa solo alle 18.00  ogni sabato (con intenzioni per i defunti)

ore 15.30: Ritiro per la Professione di fede

ore 16.00: Primo incontro gruppo famiglie

ore 21.00: Proiezione fotografie delle vacanze estive

15 D

Dedicazione

Cattedrale

ore 11.30: Professione di fede dei nuovi adolescenti (1ªsup)

16 L

 

ore 21.00: Incontro CPP /CDO e Coordinamento pastorale con il nuovo Diacono ( Verifica periodo e programmazione Avvento 2017)

17 M

 

ore 21.00: Gruppo missionario parrocchiale

18 M

 

ore 21.00: Cenacolo

19 G

 

ore 21.00: Equipe gruppo famiglie (per novembre e dicembre)

20 V

 

ore 15.00: Incontro 3ªetà

ore 21.00: Incontro Animatori dei gruppi del Vangelo (per novembre)

Equipe 18-19 enni

21 S

 

ore 10.00: Sabato insieme 2ªel /1

ore 11.00 -12.30 : Incontro coord. centro ascolto Caritas

Pellegrinaggio decanale Mariano ( v . volantino)

ore 20.00: Veglia missionaria

22 D

I dopo la Dedicazione

Giornata missionaria mondiale diocesana

ore 15.30: Battesimi (2° turno)   (Equipe edu. decanato a Ognissanti)

ore 15.30: Tombola e castagne – Serata incontro giovani

23 L

   

24 M

 

Inizio MEGLIO DOPO INSIEME

ore 18.00: S. Messa defunti della Parrocchia

25 M

 

ore 21.00: Cenacolo

26 G

 

ore 20.00: Emmaus decanale giovani

27 V

 

ore 21.00 : iniziativa cult. musicale Mun 4 ???

28 S

 

ore 9.45-12.00: LABORATORIO PASTAROLE DECANALE

29 D

II dopo la
Dedicazione

ore 16.00 Spettacolo Teatrale rassegna Areoplanini di carta

30 L

 

ore 21.00 Corso animatori parr.( palestra ?)

31 M

   

ELENCO DEI REFERENTI / COORDINATORI dei servizi parrocchiali

  1. Segreteria parrocchiale : Laura Abbondi
  2. Past. Battesimale : Diacono Sommariva Daniele
  3. Past. della salute : Dott. Lucio Macchi
  4. Gruppi del vangelo/ catechesi biblica adulti : Roberto Fedele e Danilo Di Donato
  5. Commissione cultura: Silvio Restelli e Stefania Ragusa
  6. Commissione liturgia : Serafina Napodano e Lilia Contro
  7. Sacrestia e decoro/pulizia chiesa : Luigi Suzzani e suor Carla
  8. Animazione musicale : Mario Legnazzi e Michele D’Alonzo
  9. Servizi Caritativi parr. : Andrea Baldo  
  10. Gruppo missionario: Cong. Mombrini
  11. 3ª età : Acinni Margherita
  12. Pastorale familiare e fidanzati : Fam Bonù e Fam Casella
  13. Comunità San Martino: Rosalia Viafora Converti
  14. Oratorio: diacono e Suor Rosanna
  15. Bar: Marco Brosoli
  16. Doposcuola “Meglio dopo Insieme” : un educatore da Sesto S.G.
  17. Catechesi e catechiste: Maria Quagliardi
  18. Peado: Anna Maisto
  19. Ado: Valeria Dieci e Mattia Terranova
  20. 18/19enni: Samuel Federici
  21. Giovani: Luca Roberti e Silvana
  22. Chierichetti: Martina Galeazzi e  Delia Converti ( S. Martino )  
  23. Coretti: Katia Susino e Rossella Pandolfi
  24. Palestra e sport: Antonio Rinaldi e Mariella
  25. Teatro e Attività Polisala: Aldo Dell’acqua / Monica Allevi
  26. Concerti: Raffaele Bertolini
  27. Sito web e Servizi informatici: Tony Ficara e Alessio Dieci
  28. Servizi tecnici: Pandolfi Claudio e Luca Bertelli

 

ALLEGATO 2


MARIO DELPINI

Arcivescovo di Milano

«Vieni, ti mostrerò la sposa dell’Agnello»


Lettera alla Diocesi per l’anno pastorale 2017-2018


Indicazioni di priorità pastorali

Fratelli, sorelle,
    desidero ancora salutarvi, benedirvi, ringraziarvi per le attenzioni, la cordialità, la preghiera che hanno
accompagnato l’inizio del mio ministero in questa santa Chiesa Ambrosiana.
Vi raggiungo solo ora con queste indicazioni pastorali per l’anno che già si è avviato. Immagino che
l’appassionata diligenza e l’efficienza organizzativa che caratterizzano le nostre comunità abbiano già
determinato i temi e i calendari, programmato interventi e iniziative. Mi presento quindi con discrezione
e rispetto, ma invito a considerare le indicazioni che offro come un punto di riferimento che può anche
richiedere qualche semplificazione dei calendari e qualche concentrazione più evidente sulle priorità
indicate. Dobbiamo infatti coltivare la persuasione che la comunione ecclesiale diventa più evidente e
convincente se si esprime in una coralità che condivide linguaggi, che accoglie l’invito alle convocazioni
diocesane, che propizia convergenze della pluriformità di esperienze ecclesiali e di sensibilità differenti
in una fraterna unità.


1. In primo luogo alzare lo sguardo e contemplare la sposa dell’Agnello
Uno dei sette angeli, che hanno le sette coppe piene degli ultimi sette flagelli, che potrebbe risultare una figura
minacciosa da far paura nell’aspettativa di una storia tribolata, invita invece ad alzare lo sguardo verso
la città santa, Gerusalemme che scende dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio.
Stento a identificarmi con uno dei sette angeli, però oso anch’io invitare a trovare il tempo e a propiziare
le condizioni per contemplare l’opera di Dio che presenta la Gerusalemme nuova, come una sposa adorna per
il suo sposo.
Invito quindi a condividere la visione del veggente dell’Apocalisse, leggendo, pregando, interrogando le
pagine finali di questo libro ispirato, esuberante di immagini e fecondo di consolazione, in particolare il
testo di Apocalisse 21,1-22,5.


1 E vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra
di prima infatti erano scomparsi e il mare non c’era più.

2 E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere
dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per
il suo sposo.

3 Udii allora una voce potente, che veniva dal
trono e diceva:
«Ecco la tenda di Dio con gli uomini!
Egli abiterà con loro
ed essi saranno suoi popoli
ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio.

4 E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi
e non vi sarà più la morte
né lutto né lamento né affanno,
perché le cose di prima sono passate».

5 E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove
tutte le cose». E soggiunse: «Scrivi, perché queste parole
sono certe e vere».

6 E mi disse:
«Ecco, sono compiute!
Io sono l’Alfa e l’Omèga,
il Principio e la Fine.
A colui che ha sete
io darò gratuitamente da bere
alla fonte dell’acqua della vita.

7 Chi sarà vincitore erediterà questi beni;
io sarò suo Dio ed egli sarà mio figlio.

8 Ma per i vili e gli increduli, gli abietti e gli omicidi, gli
immorali, i maghi, gli idolatri e per tutti i mentitori è riservato
lo stagno ardente di fuoco e di zolfo. Questa è la
seconda morte».

9 Poi venne uno dei sette angeli, che hanno le sette coppe
piene degli ultimi sette flagelli, e mi parlò: «Vieni, ti mostrerò
la promessa sposa, la sposa dell’Agnello».

10 L’angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi
mostrò la città santa, Gerusalemme, che scende dal cielo,
da Dio, risplendente della gloria di Dio.

11 Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra
di diaspro cristallino.

12 È cinta da grandi e alte mura con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e
nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d’Israele.

13 A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno
tre porte e a occidente tre porte.

14 Le mura della città poggianosu dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi
dei dodici apostoli dell’Agnello.
15 Colui che mi parlava aveva come misura una canna d’oro
per misurare la città, le sue porte e le sue mura.

16 La città è a forma di quadrato: la sua lunghezza è uguale alla
larghezza. L’angelo misurò la città con la canna: sono dodicimila
stadi; la lunghezza, la larghezza e l’altezza sono uguali.

17 Ne misurò anche le mura: sono alte centoquarantaquattro
braccia, secondo la misura in uso tra gli uomini
adoperata dall’angelo.

18 Le mura sono costruite con diaspro
e la città è di oro puro, simile a terso cristallo.

19 I basamenti delle mura della città sono adorni di ogni specie
di pietre preziose. Il primo basamento è di diaspro, il secondo
di zaffìro, il terzo di calcedònio, il quarto di smeraldo,

20 il quinto di sardònice, il sesto di cornalina, il settimo di
crisòlito, l’ottavo di berillo, il nono di topazio, il decimo di
crisopazio, l’undicesimo di giacinto, il dodicesimo di ametista.

21 E le dodici porte sono dodici perle; ciascuna porta
era formata da una sola perla. E la piazza della città è di
oro puro, come cristallo trasparente.

22 In essa non vidi alcun tempio: il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello
sono il suo tempio.

23 La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna:
la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello.

24 Le nazioni cammineranno alla sua luce, e i re della terra a lei porteranno il loro splendore.

25 Le sue porte non si chiuderanno mai durante il giorno,
perché non vi sarà più notte.

26 E porteranno a lei la gloria e l’onore delle nazioni.

27 Non entrerà in essa nulla d’impuro, né chi commette orrori o falsità,
ma solo quelli che sono scritti nel libro della vita dell’Agnello.

1E mi mostrò poi un fiume d’acqua viva, limpido come
cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello.

2 In mezzo alla piazza della città, e da una parte e dall’altra del
fiume, si trova un albero di vita che dà frutti dodici volte
all’anno, portando frutto ogni mese; le foglie dell’albero servono
a guarire le nazioni.

3E non vi sarà più maledizione. Nella città vi sarà il trono di Dio e dell’Agnello:
i suoi servi lo adoreranno;

4vedranno il suo volto e porteranno il suo nome sulla fronte.

5Non vi sarà più notte, e non avranno più bisogno
di luce di lampada né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà.
E regneranno nei secoli dei secoli. 

Non offro una esegesi puntuale né una lectio che ne raccolga tutte le suggestioni, invito però a sostare
su questo testo e forse il tempo di Avvento può essere propizio a una “sosta contemplativa” che percorra
il testo e ascolti la voce potente che viene dal cielo e condivida l’emozione e l’esultanza del veggente.L’apparire della Gerusalemme nuova è certo un invito a contemplare la Chiesa che vive nella storia, ma insieme
sospira il compimento nella nuova creazione e professa la certezza di essere bella e santa solo per
grazia di Dio e solo per la vocazione alla santità che l’ha radunata.
Mi limito a segnalare alcuni spunti che mi sembrano particolarmente opportuni.
La sicurezza della città è garantita dalle grandi e alte mura che hanno dodici porte, porte intitolate alle tribù
dei figli di Israele e fondate sui dodici basamenti, che recano i nomi degli apostoli dell’Agnello. L’immagine
può introdurre a contemplare quale sicurezza offra il fondarsi sulla testimonianza apostolica e sulla
tradizione del popolo santo di Dio, tanto che si può accogliere chi viene da ogni parte, da oriente e da occidente,
dal settentrione e dal mezzogiorno. La città santa è immagine della cattolicità della Chiesa che può accogliere tutti, perché le sue fondamenta sono solide.
Le porte non si chiuderanno mai durante il giorno, perché non vi sarà più notte. Le porte sempre aperte in una
storia che non conosce le tenebre della notte indicano che l’attrattiva esercitata dalla luce dell’Agnello
incoraggia il cammino delle nazioni. Tutti i popoli, tutti gli uomini, riconoscono nella città un punto di
riferimento verso cui orientarsi, una città dove è desiderabile abitare.
Ogni specie di pietre preziose adorna i basamenti delle mura della città. L’elenco preciso delle pietre che
arricchiscono i basamenti delle mura, come già arricchivano il pettorale del sommo sacerdote (cfr.
Es 39,10ss) offre all’ammirazione del veggente le ricchezze pluriformi che convergono in un unico
capolavoro di bellezza. La pluriformità nell’unità è dunque una condizione per la solidità e la bellezza
delle mura.
Non vi sarà più la morte né lutto né lamento ne affanno: la sposa è regina della pace e madre della consolazione.
La premurosa misericordia del Dio con loro finalmente asciuga le lacrime, cura le ferite, allevia il
peso degli affanni e dichiara sconfitta la morte.
Egli sarà il Dio con loro, il loro Dio: tutto quanto la visionerivela di bello, consolante, rassicurante trova
nella presenza di Dio e dell’Agnello il suo principio.
Non si tratta di impresa umana, non di efficienza organizzativa,non di un esercizio di potere, non di un
regolamento né di una disciplina, non di una tradizione.
Tutto ciò che dà forma alla città è ben accolto e valorizzato: porteranno a lei la gloria e l’onore delle nazioni.
Ma tutto è possibile perché Dio abita nella città: vi sarà il trono di Dio e dell’Agnello. La città che si costruisce
senza Dio è la Babilonia, la grande, destinata alla rovina: guai, guai, città immensa, di cui si arricchirono
quanti avevano navi sul mare: in un’ora sola fu ridotta a un deserto (cfr. Ap 18,2.19). La città dove abitano coloro
che contemplano il volto di Dio e portano il suo nome sulla fronte è invece la città santa dove regneranno
nei secoli dei secoli.

2. Pietre preziose raccolte nella città santa 

Alla contemplazione dell’opera di Dio deve ispirarsi il
nostro cammino di Chiesa nel tempo. Il rischio di lasciare la contemplazione circoscritta a un tempo che sta
fuori dal tempo del vissuto quotidiano e in un luogo che è separato, come un recinto sacro, dagli ambienti della
vita ordinaria continua a insidiare i discepoli di Gesù.
È un rischio denunciato e contrastato da decenni dagli arcivescovi che hanno guidato la nostra Chiesa
e che ricordiamo con gratitudine e venerazione.
È un rischio che anch’io vorrei denunciare e contrastare, chiedendo a tutti di appassionarsi alla vocazione
a essere pietre vive di una Chiesa che sia un segno della Gerusalemme nuova e che l’Agnello va costruendo
purificandola con il suo sangue.
La vita cristiana infatti non è percorso solitario, non l’iniziativa personale, ma il convergere nella città.
L’edificazione della città è l’opera di Dio che convoca tutti e accoglie ciascuno.
Il tema teologico, pastorale, antropologico, poetico e procedurale della sinodalità è la sfida che vogliamo
raccogliere.
La proposta della Formazione Permanente del Clero1 offre materiale e propone incontri che potrebbero
consentire di assumere in concreto uno stile sinodale.
Non è bene inflazionare uno slogan, ma è doveroso declinare un’attenzione che deve dare forma a tutta
la vita della Chiesa, perché sia profezia della città santa.
La sinodalità infatti è opera dello Spirito che dei molti fa una cosa sola. Ci si deve però domandare:
quale docilità allo Spirito, quali attitudini virtuose, quali esercizi ascetici rendono praticabile l’esercizio
della sinodalità a uomini e donne tentati da individualismo, protagonismo, inerzia, rassegnazione,
mutismo, confusione? Insomma si deve raccogliere un richiamo alla conversione.
La sinodalità è una disciplina dell’agire pastorale.
Ci si deve domandare: quale metodo, quali procedure, quali forme istituzionali rendono praticabile
l’esercizio di un discernimento e di un agire sinodale a comunità tentate di delegare, di sottrarsi a
1 Cfr. Camminavano insieme. La sfida della sinodalità, Centro Ambrosiano, Milano 2017.
responsabilità, di preferire il lamento all’impegno, di essere impazienti e insofferenti, di dividersi in fazioni
e di isolarsi in aggregazioni autoreferenziali?
Insomma, si devono intraprendere percorsi di formazione, per tutti: clero, consacrati e laici.
La tradizione recente ha dato vita a diversi strumenti nati dall’intenzione di promuovere processi
di discernimento e di decisione condivisi. Si deve riconoscere che non di rado la traduzione pratica di
queste intenzioni non è stata soddisfacente e in alcuni casi è stata fallimentare. Non si può evitare di
interpretare le vicende vissute, almeno per non ricadere negli stessi errori e per non ostinarsi in percorsi
senza esito. Forse i laici hanno preferito la delega e la lamentela all’assunzione di responsabilità e a percorsi
adeguati di formazione? Forse i preti hanno esercitato il loro magistero in modo personalistico
e autoritario temendo la corresponsabilità dei laici?
Forse la complessità delle procedure si è rivelata così faticosa da scoraggiarne la pratica? Mi riferisco
in particolare ai Consigli pastorali, specie ai Consigli pastorali decanali.
In ogni caso se non si vuole che “sinodalità” rimanga uno slogan ripetuto per moda e disatteso per scoraggiamento
è necessario immaginare a livello di parrocchia, di comunità pastorali, di decanato e di
Diocesi la serietà della riflessione, la pazienza della pratica ordinaria, l’onestà della verifica.
In prospettiva che cosa si può consigliare al Vescovo perché questa proposta formativa e questa pratica
ordinaria possa diventare uno stile che caratterizzi questi anni?


3. La continuità di alcune insistenze 

La conclusione della “visita pastorale feriale” ha indicato
tre priorità che devono essere comuni a tutte le comunità della Diocesi e passi da compiere che
sono stati ritenuti urgenti e promettenti per ogni comunità.
Quest’anno deve essere il tempo propizio per perseguire le priorità indicate e il passo da compiere
deciso da ogni singola comunità.

4. Le priorità da perseguire

 Il testo della lettera di riconsegna che molte comunità hanno ricevuto indica con una certa precisione e
perentorietà le priorità da perseguire:

4.1. La comunità dei discepoli del Signore vive del rapporto con il Signore (cfr. Ap 21,22ss: il tempio
non è un edificio, ma la comunione con il Signore Dio e l’Agnello; la sua luce è la gloria di Dio e la sua
lampada è l’Agnello). Si potrebbe dire che è una comunità che nasce dall’Eucaristia e che vive un clima di
preghiera fedele e fiduciosa, nella persuasione che senza il Signore non possiamo fare nulla.
La priorità deve essere quindi la cura per la celebrazione della Messa domenicale: deve essere un appuntamento
desiderato, preparato, celebrato con gioia e dignità: quindi è necessario che ci sia un gruppo liturgico che
anima la liturgia, un’educazione al canto liturgico, una formazione dei ministranti e di tutti coloro che prestano
un servizio nella celebrazione.
In questi anni, a cura del Servizio per la Pastorale Liturgica, sono state proposte attenzioni ai diversi
momenti della celebrazione eucaristica per tradurre le buone intenzioni in uno stile celebrativo praticato,
nella certezza che la liturgia è una azione che dà forma alla fede, che insegna a pregare, che rende docili
allo Spirito proprio nel suo essere compiuta. Queste indicazioni sono ora raccolte su chiesadimilano.it e
possono essere utilmente proposte durante l’anno in modo organico. La cura perché il celebrante e tutti
i fedeli sappiano praticare quell’attenzione che rende significativi le parole e i silenzi, i canti e i gesti, il
tempo e lo spazio dell’azione liturgica è condizione indispensabile perché il celebrare sia alimento per il
vivere.
La cura per la celebrazione non si riduce alla cura per un adeguato svolgimento del rito, ma deve soprattutto
propiziare che la grazia del mistero celebrato trasfiguri la vita dei fedeli e si irradi nella vita ordinaria
con i suoi frutti irrinunciabili: in particolare devono risplendere la gioia e la comunione che fanno
dei molti un cuore solo e un’anima sola. Benedetto XVI nell’esortazione apostolica Sacramentum Caritatis
parlava a questo proposito di «forma eucaristica» di tutta l’esistenza cristiana (SCa 70-83) e della realtà del
sacramento dell’Eucarestia che consiste nella «unità dei fedeli nella comunione ecclesiale» (SCa 15).
Deve essere favorita anche la preghiera feriale, promuovendo la partecipazione alla santa Messa, la
preghiera della Liturgia delle Ore, l’adorazione eucaristica, la preghiera del rosario, le devozioni popolari.
Le pubblicazioni proposte dalla Diocesi (in particolare per il rito ambrosiano La Tenda, e la Diurna
Laus) offrono un aiuto prezioso per vivere quotidianamente la preghiera liturgica. È poi opportuno
che la chiesa rimanga aperta, per quanto possibile. Per fare questo è necessario che la comunità esprima
persone volontarie affidabili e convinte per fare in modo che la gente possa entrare in chiesa durante
il giorno e per animare la preghiera della comunità anche in assenza del prete (per esempio rinnovando
il gruppo dell’Apostolato della preghiera).
 

4.2. La comunità dei discepoli del Signore è il contesto in cui ciascuno riconosce che la sua vita è una
grazia, una vocazione, una missione. Ogni proposta pastorale deve avere come obiettivo l’aiuto perché
ciascuno trovi la sua vocazione e la viva nelle forme che lo Spirito suggerisce, quindi nella pluralità
delle forme associative e dei percorsi personali. In particolare la Pastorale giovanile deve essere scuola
di preghiera e percorso vocazionale. La scelta dei diversi stati di vita deve essere accompagnata con
sapienza e autorevolezza dagli adulti della comunità, così da favorire le decisioni definitive per la vita
matrimoniale o le forme di speciale consacrazione.
La comunità degli adulti infatti deve pensarsi come comunità educante.
La preparazione, lo svolgimento, la recezione del Sinodo dei Vescovi, convocato da papa Francesco
sul tema I giovani, la fede e il discernimento vocazionale impegna tutta la comunità a confrontarsi con gli
argomenti proposti, a partecipare alle occasioni per condividere pensieri, problematiche, proposte, ad
aderire alle iniziative che accompagnano l’evento.
Per questo invito tutti ad accogliere le proposte elaborate dal servizio diocesano per la Pastorale
giovanile.
Mi immagino che potrebbe essere opportuno promuovere qualche momento diocesano per proporre
ai giovani disponibili forme ordinarie di discernimento vocazionale e stili praticabili di testimonianza
che rendano i giovani apostoli per i loro coetanei. È importante anche il coinvolgimento in questi processi
di persone appartenenti ai diversi stati di vita (sposati, presbiteri e diaconi, consacrati) che mostrino
la bellezza di una vita adulta nella fede.


4.3. La comunità dei discepoli del Signore è presente nel contesto in cui vive come il sale della terra,
la luce del mondo, il lievito che fa fermentare tutta la pasta. Nella complessità del nostro tempo coloro che
condividono la mentalità e i sentimenti di Cristo hanno la responsabilità di testimoniare come la fede diventi
cultura, proponga una vita buona, desiderabile per tutti, promettente per il futuro del Paese e dell’Europa.
Nella conversazione quotidiana, nell’uso saggio degli strumenti di comunicazione della comunità
(stampa parrocchiale, «Avvenire» con «Milano 7», «Il Segno», Radio Marconi, chiesadimilano.it, ChiesaTV,
centri culturali, sale della comunità, social, ecc.) i discepoli del Signore condividono, argomentano,
approfondiscono quella visione dell’uomo e della donna, del mondo e della vita che si ispira al Vangelo,
che si lascia istruire dal magistero della Chiesa e dalla ricerca personale. Le parrocchie formino persone
capaci di progettare, realizzare adeguatamente strumenti di comunicazione per la comunità e di
tenere alta l’attenzione su questo ambito.
I cristiani non possono sottrarsi al compito di praticare abitualmente il discernimento in una metropoli
che deve raccogliere la sfida di declinare in modo nuovo il tesoro della tradizione ambrosiana.
Gli ambiti di questa declinazione sono quelli della generazione (famiglia, figli, nonni), della solidarietà
(logica di inclusione, a partire dalle tante periferie che le nostre società generano), dell’ecologia integrale
(legando dentro il concetto della cura ambiente e uomo, mondo e società, produzione e risposta ai
bisogni), del dialogo (come incontro e reciproca contaminazione,
secondo la logica del meticciato, tra culture, religioni), del primato della trascendenza
(per non perdere la radice mistica che ogni religione richiama, senza la quale non c’è fondamento al
legame sociale, al vivere insieme, come ricorda l’esortazione apostolica di papa Francesco Evangelii
Gaudium), della sinergia tra i vari soggetti, secondo la logica della pluriformità nell’unità, che in questo
caso è anche la logica della sussidiarietà.
L’avvicinarsi di consultazioni importanti per le istituzioni politiche e amministrative offre una occasione
per riflettere, confrontarsi, esprimersi sugli aspetti istituzionali della società civile (Referendum
per l’autonomia) e sulla situazione e prospettive politiche del Paese (elezioni politiche, regionali e nazionali).

5. Il passo da compiere 

Nella conclusione della visita pastorale feriale si è
chiesto ad ogni comunità di formulare un passo da compiere come frutto di un discernimento che ha interpretato
la situazione e ha individuato una urgenza o una priorità. In diversi casi il “passo da compiere”
è riconducibile alle priorità raccomandate a livello diocesano, in alcuni casi l’indicazione è stata per un
adempimento preciso per corrispondere a un bisogno concreto, in altri il discernimento rimane ancora
da compiere o da precisare. Incoraggio ogni comunità a interrogarsi sul cammino che sta compiendo e
a individuare quei passi che si rivelano promettenti, entro il quadro delle priorità diocesane.


Conclusione
In conclusione, fratelli e sorelle, vi consegno queste indicazioni pastorali nella fiducia che in questo anno
pastorale si sviluppino un confronto e una verifica critica sia a livello delle istituzioni territoriali – cioè
le parrocchie, le comunità pastorali, i decanati – sia a livello delle associazioni e dei movimenti, sia a livello
centrale, negli uffici di curia.
Mentre mi affido alla vostra preghiera, invoco da tutti l’aiuto perché lo Spirito di Dio, che dimora in ognuno
e che parla per bocca di tutti, ispiri le decisioni.
Esprimo l’intenzione di essere presente per quanto possibile nel territorio della vasta Arcidiocesi, anche
per valutare la recezione delle priorità indicate e dei passi decisi.
L’intercessione dei santi vescovi milanesi, di tutti i santi delle nostre terre, di san Francesco d’Assisi renda
il nostro cammino lieto, fecondo e, per quanto possibile, non troppo faticoso.


Per tutti invoco ogni benedizione di Dio Mario Delpini
Arcivescovo di Milano
Milano, festa di san Francesco d’Assisi, 4 ottobre 2017


Indice
1. In primo luogo alzare lo sguardo
e contemplare la sposa dell’Agnello 6
2. Pietre preziose raccolte nella città santa 15
3. La continuità di alcune insistenze 18
4. Le priorità da perseguire 19
5. Il passo da compiere 25
Conclusioni 26

Finito di stampare nel mese di ottobre 2017 da Boniardi Grafiche – Milano