Foglio delle Campane di Rogoredo
Comunicazione di Formazione Religiosa
 
foglio domenicale
 

 

IL TEMPO DI AVVENTO 3

«Alla scuola del Figlio per abitare il mondo da figli» 

Continuiamo il nostro percorso d’Avvento alla scoperta di come Gesù il Figlio, ha abitato questo nostro mondo non da estraneo ma da familiare educandoci a fare lo stesso “perché gli uomini avessero una casa” comune in cui vivere e crescere insieme

 

Ci domandiamo : Se “Gesù il Figliodi Dio” che ha usato definirsi   “Figlio dell’uomo”, avverte  questo mondo come casa, significa che egli ha avvertito come presenza affidabile e attendibile chi nel mondo lo ha introdotto così come accade o dovrebbe accadere ad ogni      “figlio dell’ uomo che nasce su questa terra”. Ciò vale - con riferimento all'universale condizione umana - per Maria e Giuseppe che hanno reso favorevole questo mondo al bambino Gesù e gli hanno insegnato a muovere i primi passi, abituandolo a fidarsi del pavimento di casa e della terra su cui metteva i piedi, affidabili e attendibili come le mani che lo sostenevano, così come dovrebbe accadere ad ogni figlio dell’uomo che nasce in questo mondo. Già perché se manca chi ti “accoglie“ e ti fa sentire sicuro fin dai primi   passi su questa terra, per un bambino e futuro uomo, significa partire subito in difficoltà e in salita…Altro che mondo promettente e affidabile...

Pur rispettando il pudore che i vangeli mantengono sui momenti iniziali della vita del Signore, è però consentito (e doveroso) riconoscere nel suo sguardo adulto sulla casa e sul mondo le tracce di quella continuità di cura e di premura con cui Maria e Giuseppe hanno favorito al bambino Gesù il costituirsi di una immagine di casa e di mondo come ambienti amichevoli, attendibili e affidabili.

Nella stupenda omelia tenuta a Nazareth il 5 gennaio 1964, il beato Papa Paolo VI riassumeva in maniera esemplare e splendida il senso della casa di Nazarteh per la costruzione dell’umanità del Figlio di Dio .

La casa di Nazaret è la scuola dove si è iniziati a comprendere la vita di Gesù, cioè la scuola del vangelo. Qui si impara ad osservare, ad ascoltare  a meditare, a penetrare il significato così profondo e così misterioso di questa manifestazione del Figlio di Dio tanto semplice, umile e bella…. Qui impariamo il metodo che ci permetterà di conoscere chi è il  Cristo. Qui scopriamo il bisogno di osservare il quadro del suo soggiorno in mezzo a  noi: cioè i luoghi, i tempi, i costumi, il linguaggio, i sacri riti, insomma tutto ciò di cui Gesù si servì per manifestarsi al mondo. Qui tutto ha una voce, tutto ha un significato...Ma noi non siamo che di passaggio  e ci è necessario deporre il desiderio di continuare a conoscere, in questa casa, la mai compiuta formazione all’intelligenza del vangelo». Parole certamente non facili quelle di Papa Paolo VI, ma chiare nel loro significato: se il Figlio dell’uomo avverte il mondo come casa, lo deve certamente a ciò che ha appreso da chi lo ha “accolto” in questo mondo, facendoglielo avvertire come “casa sua”: ma questo significa che egli sente e mostra attraverso il carattere “domestico” del mondo l'affidabilità e l'attendibilità di Colui che da sempre gli ha donato la vita e - reciprocamente - fidandosi dell'attendibilità di questo dono, il Figlio percepisce il mondo intero come una casa. In una parola:  trova casa ovunque chi si affida al Padre. Questa  esperienza filiale (e quindi domestica) di Gesù si realizza anche nella sua capacità veramente singolare di ascoltare non solo le persone, ma perfino le cose, gli animali, le piante, proprio come chi avverte la silenziosa parola delle “cose di casa”.  Per un estraneo, un soprammobile, una pianta o un animale, non escono dal proprio mutismo di oggetti a cui non è legato perché non sono “domestici” cioè di casa, di famiglia. Per chi vive invece la casa, queste realtà parlano, richiamando alla memoria il tempo del loro arrivo, ricordando il donatore o evocando il desiderio che ne ha motivato l'acquisto. Da quando si trovano in casa, esse concorrono a comporre l'ambiente, trasformandolo da semplice spazio fisico ( dei locali)  a luogo dell'identità personale e familiare. In casa tutto parla per chi la abita; si riconoscono le cose e da esse si è riconosciuti. Ma per l’estraneo...certe cose sembrano solo oggetti, al massimo un po’ curiosi o un po’ originali, se non addirittura solo fonte di un misero piccolo e freddo guadagno, per il ladro, che sottrae quella catenina che fu della nonna e della bisnonna…Nei vangeli uno dei luoghi più significativi del “sentirsi a casa” di Gesù sono le parabole . A lui parlano ed egli ascolta perfino il frumento e la gramigna (Mt 13,24-30), una pianta che cresce (Mt 13,31-32), il sole e la pioggia (Mt 5,45), la farina e il relativo lievito (Mt 3,33), i gioielli preziosi (Mt 13,44-46), i pesci (Mt 13,47-50), gli uccelli e i fiori (Mt 6,25-34), un gregge (Lc 15,4-7; Gv 10,1-18), una vite e i suoi tralci (Gv 15,1-17), vari tipi di seme (Mc 4,26-32), un fico (Mc 13,28-29), i soldi (Le 19,11-27), il vento (Gv 3,8), l'acqua (Gv 4; 7,37-39) e il pane (Gv 6). Nelle parabole Gesù rivela e ci fa intendere come, per Lui,  tutte le cose del mondo sono di casa e lui si senta a casa tra le cose del mondo. Lo sguardo del Signore sulle cose del mondo è quello di chi (il primo, l'unico) ha già ricevuto il centuplo in case, dando luogo (se così si può dire)  a una interpretazione della realtà, della sua forma e del suo senso come casa, come qualcosa che fa parte del mio essere e che mi fa essere, qualcosa appunto di domestico. Quanta parola, usatissima nel linguaggio corrente come in“addomesticare”,“elettrodomestico”,”anima-le domestico ”ecc…deriva dalla radice latina “domus” che vuol dire appunto casa, il luogo più decisivo per la vita …come fu questo  mondo per Gesù…come dovrebbe esserlo per ciascun “figlio dell’uomo” che nasce... 

 

Rilettura a cura di don Marco

 

 

CORALI IN CONCERTO

 

Domenica 26 novembre ore 15.30 

 presso la parrocchia di S. Michele e S. Rita

 

Tradizionale “FESTIVAL” delle corali parrocchiali

del Decanato Vigentino 

Ingresso libero


Anche in questo AVVENTO, per far fronte al crescente bisogno di alimenti per i chi è a disagio, porteremo ogni settimana un alimento specifico che sarà raccolto alle Sante Messe durante l’OFFERTORIO, in cesti appositi messi, sui gradini dell’ALTARE..
Per la prossima domenica 3/12 siamo invitati a portare :I DADI per brodo
 

 

CAMMINO COMUNITARIO  DI AVVENTO

LE PAROLE  DEL PAPA PER LA

GIORNATA MONDIALE DEI POVERI

 

Abbiamo la gioia di spezzare il pane della Parola, e tra poco di spezzare e ricevere il Pane eucaristico, nutrimenti per il cammino della vita. Ne abbiamo bisogno tutti, nessuno escluso, perché tutti siamo mendicanti dell’essenziale, dell’amore di Dio, che ci dà il senso della vita e una vita senza fine. Perciò anche oggi tendiamo la mano a Lui per ricevere i suoi doni… Dio però non è un controllore in cerca di biglietti non timbrati, è un Padre alla ricerca di figli, cui affidare i suoi beni e i suoi progetti (cfr v. 14). Ed è triste quando il Padre dell’amore non riceve una risposta generosa di amore dai figli, che si limitano a rispettare le regole, ad adempiere i comandamenti, come salariati nella casa del Padre (cfr Lc 15,17). Nella celebre parabola dei talenti il servo malvagio, nonostante il talento ricevuto dal Signore, che ama condividere e moltiplicare i doni, l’ha custodito gelosamente, si è accontentato di preservarlo. Ma non è fedele a Dio chi si preoccupa solo di conservare, di mantenere i tesori del passato. Invece, dice la parabola, colui che aggiunge talenti nuovi è veramente «fedele» (vv. 21.23), perché ha la stessa mentalità di Dio e non sta immobile: rischia per amore, mette in gioco la vita per gli altri, non accetta di lasciare tutto com’è. Solo una cosa tralascia: il proprio utile. Questa è l’unica omissione giusta.

L’omissione è anche il grande peccato nei confronti dei poveri. Qui assume un nome preciso: indifferenza. È dire: “Non mi riguarda, non è affar mio, è colpa della società”. È girarsi dall’altra parte quando il fratello è nel bisogno, è cambiare canale appena una questione seria ci infastidisce, è anche sdegnarsi di fronte al male senza far nulla. Dio, però, non ci chiederà se avremo avuto giusto sdegno, ma se avremo fatto del bene.

Come, concretamente, possiamo allora piacere a Dio? Quando si vuole far piacere a una persona cara, ad esempio facendole un regalo, bisogna prima conoscerne i gusti, per evitare che il dono sia più gradito a chi lo fa che a chi lo riceve. Quando vogliamo offrire qualcosa al Signore, troviamo i suoi gusti nel Vangelo. Subito dopo il brano che abbiamo ascoltato oggi, Egli dice: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40). Questi fratelli più piccoli, da Lui prediletti, sono l’affamato e l’ammalato, il forestiero e il carcerato, il povero e l’abbandonato, il sofferente senza aiuto e il bisognoso scartato. Sui loro volti possiamo immaginare impresso il suo volto; sulle loro labbra, anche se chiuse dal dolore, le sue parole: «Questo è il mio corpo» (Mt 26,26). Nel povero Gesù bussa al nostro cuore e, assetato, ci domanda amore. Quando vinciamo l’indifferenza e nel nome di Gesù ci spendiamo per i suoi fratelli più piccoli, siamo suoi amici buoni e fedeli, con cui Egli ama intrattenersi. Dio lo apprezza tanto, apprezza l’atteggiamento che abbiamo ascoltato nella prima Lettura, quello della «donna forte» che «apre le sue palme al misero, stende la mano al povero» (Pr 31,10.20). Questa è la vera fortezza: non pugni chiusi e braccia conserte, ma mani operose e tese verso i poveri, verso la carne ferita del Signore. Lì, nei poveri, si manifesta la presenza di Gesù, che da ricco si è fatto povero (cfr 2 Cor 8,9). Per questo in loro, nella loro debolezza, c’è una “forza salvifica”. E se agli occhi del mondo hanno poco valore, sono loro che ci aprono la via al cielo, sono il nostro “passaporto per il paradiso”. Per noi è dovere evangelico prenderci cura di loro, che sono la nostra vera ricchezza, e farlo non solo dando pane, ma anche spezzando con loro il pane della Parola, di cui essi sono i più naturali destinatari. Amare il povero significa lottare contro tutte le povertà, spirituali e materiali.

E ci farà bene: accostare chi è più povero di noi toccherà la nostra vita. Ci ricorderà quel che veramente conta: amare Dio e il prossimo. Solo questo dura per sempre, tutto il resto passa; perciò quel che investiamo in amore rimane, il resto svanisce…

 dall’ omelia di Papa Francesco 


 

Ricordiamo a tutti che è ancora possibile contribuire al saldo dei lavori della facciata (mancano ancora circa  23.000 Euro)

nella forma della “ donazione liberale”  detraibile dal reddito ai sensi dell'art. 15 lett. h del D.P.R. 917/86 c.d. T.U.I.R. e successive modifiche, come stabilito dal decreto della sovraintendenza alle belle arti di Milano prot. A 667 16. ( Con bonifico entro il 31/12/2017 ).

Intestazione a :Parrocchia Sacra Famiglia In Rogoredo

IBAN : IT62S0558401632000000010716  - presso BPM Ag 32 Corvetto

CAUSALE: : Erogazione liberale per Restauro facciata Parrocchia Sacra Famiglia in Rogoredo

 


“La Bibbia in pillole”

curiosità bibliche  a cura di D. Di Donato

Domenica, 26 Novembre, durante la Messa, leggeremo Isaia 51, 1-6.

Il questo brano, al versetto 4, leggiamo “Ascoltatemi attenti, o mio popolo; o mia nazione, porgetemi l’orecchio. Poiché da me uscirà la legge”. Il paragrafo inizia appellandosi agli interlocutori chiamati ammî «mio popolo» con due imperativi esortativi, che invitano ad «ascoltare me» (haqsîbû ēlaj) e ad «udire» (šimû) ciò che JHWH ha promesso. Il punto è nevralgico, perché in un tempo escatologico, JHWH farà uscire la sua legge e la sua istruzione e farà sorgere la sua giustizia, come luce per tutte le nazioni. La tôrâ «legge-rivelazione-istruzione» che uscirà da Gerusalemme ( Is 2,3) è il compito anche del Servo per Is 42,1-6, ma è anche il compito affidato al popolo dell’alleanza, nonostante le possibili obiezioni .

 

 
 

CALENDARIO

 

26/11 Domenica III d’Avvento

ore 10.15  Domenica insieme 4ªel

ore 11.30 S.Messa Memoria Donatori sangue Istituto Tumori - gruppo Rogoredo

ore 14.30: PRIMA CONFESSIONE 4ªel

ore 15.30: Festival delle corali decanale a S. Rita 

ore 16.00  Spettacolo Teatrale rassegna Areoplanini di carta Domenica sera “giovani”

 

27/11 Lunedì

ore 21.15  Assemblea soci e Direttivo “Primavera 2005”

 

29/12 Mercoledì

ore 21.00 Cenacolo di Avvento/3

 

30/11 Giovedì

ore 21.00 Equipe fidanzati /1 e famiglie

 

1/12 Venerdì  Primo venerdi del mese

ore 17.30  Adorazione, S. Messa, Benedizione

ore 17.00 e 21.00  Corso biblico decanale /4

 

2/12 Sabato

ore 6.15 piazza chiesa partenza gruppo

Gita di Avvento  

ore 15.30: Formazione nuovi chierichetti /3

 

3/12 Domenica  IV d’Avvento

Gita di Avvento

 

SUFFRAGI

 

27/11 Lunedì

ore 18.00: Per vivi i nipoti più piccoli:

 Riccardo, Daniel, Thomas, Alessio.

 

28/11 Martedì

ore 18.00: Antonio Masucci e Maria Adele Aceti; Nardi Pierangelo.

 

29/12 Mercoledì

ore 18.00: Umberto e Sergio.

 

2/12 Sabato

ore 18.00: Ascia Rosaria.

 

 S.O.S Caritas

 

Necessitano: Lenzuola e coperte singole e matrimoniali. Asciugamani.

1 Seggiolino per Auto 2 anni

1 Seggiolino per Auto  neonati

Scarpe ginnastica da uomo e da donna

 

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Per i defunti di via Monte Popera 16/48