Foglio delle Campane di Rogoredo
Comunicazione di Formazione Religiosa
 
foglio domenicale
 

Al via il nuovo anno pastorale...

“E incominciarono a far festa”  (Lc 15,24)

Carissimi tutti, eccoci all’inizio di un nuovo anno pastorale, il nono tra voi come parroco, il primo dopo otto anni di servizio condiviso, senza il nostro don Andrea, chiamato dalla diocesi come accompagnatore dei novelli sacerdoti, compito affascinante e complesso vista la temperie culturale e religiosa che sta vivendo la Chiesa e la società in occidente.

 

Ma il Signore non manca di avere cura di noi, soprattutto quando a noi sembra proprio il contrario. Saper riconoscere questa verità è il segreto perché la vita si trasformi in una festa proprio quando avremmo tutti i motivi per non voler né gioire né ringraziare…

Ecco il dono di un nuovo “fratello nella fede” che sta per diventare sacerdote, un giovane come tanti giovani, che porta dentro un desiderio di vita piena e degna di essere vissuta, una passione che lo spinge a servire Dio e i Fratelli, suscitata dallo Spirito del Signore risorto che “continua a mandare operai nella sua messe”. Con lui vogliamo cominciare a fare di nuovo festa insieme, perché la gioia e l’entusiasmo del Vangelo vincano ogni tristezza rianimandoci da inerzie e pessimismi.

Il motto dei candidati 2018 – E INCOMINCIARONO A FAR FESTA - diventerà allora il motto e il programma di vita della nostra comunità in questo nuovo anno pastorale, nel quale vivremo anche la festa di Prima Messa del nostro diacono e futuro sacerdote, in comunione con la sua parrocchia di origine e tutta la chiesa diocesana.

Il motto dei candidati si richiama alla parabola del Padre misericordioso e dunque ci riporta decisamente al cammino fatto nell’anno della misericordia nonché alla necessità di far diventare “regola per la vita” della nostra comunità e di noi singoli fedeli che la componiamo, le indicazioni lasciate da Papa Francesco nella lettera di chiusura dell’anno giubilare “Misericordia et misera”, che riprenderemo puntualmente insieme agli altri suoi insegnamenti e a quanto ci indicherà il nuovo Arcivescovo … Già, perché motivo di festa e di gioia è anche la nomina del nuovo Arcivescovo Mons. Mario Delpini, che prenderà la guida della chiesa milanese dopo il Card. Scola, che ringraziamo e che accompagniamo nella preghiera in questa sua stagione di meritato riposo.

Faremo naturalmente festa anche al nostro Don Andrea che vogliamo salutare come si deve, nella occasione dell’apertura dell’anno oratoriano, l’ultima domenica di settembre. A tale fine terminate le vacanze, la prima settimana di settembre ci ritroveremo con tutte le persone disponibili, per preparare insieme e al meglio questa giornata.

Fin da subito gli auguriamo ogni bene e un ministero fecondo anche per il nuovo e delicato incarico a lui affidato mentre ci uniamo alla preghiera di tutta la diocesi per i candidati 2018 con le loro stesse parole…

 

                                                   Don Marco

 

 

PREGHIERA DEI CANDIDATI 2018

Padre di misericordia
tu non hai abbandonato l’uomo in potere della morte,
ma hai mandato il tuo unico Figlio come Salvatore.
Agli uomini egli annunciò la Parola di salvezza:
quanti la accolsero furono pieni di gioia
E COMINCIARONO A FAR FESTA.
Effondi il tuo Spirito su questi tuoi figli
perché, come servi liberi e fedeli,
cantino al mondo la tenerezza del tuo amore.
Maria, causa della nostra letizia,
sostenga il loro ministero
perché siano testimoni contagiosi
della gioia senza fine del Vangelo. Amen.

 

A ricordo del card. Dionigi Tettamanzi  -  Omelia del funerale

 

Purtroppo il cardinale emerito Dionigi Tettamanzi, ci ha lasciato dopo lunga malattia nel periodo delle ferie estive, dove molti non sono presenti in parrocchia e forse non hanno potuto seguire i diversi interventi commemorativi a lui dedicati. Per questo abbiamo pensato di riproporvi qui il testo dell’omelia del Cardinale emerito Angelo Scola, pronunciata per le esequie del Card. Tettamanzi.

  1. «Questo è il mio corpo che è dato per voi…» «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi» (cf Prima Lettura, Lc 22,19-20). Gesù, che ha «desiderato ardentemente mangiare [questa] Pasqua con i suoi prima della sua passione» (cf Lc 22,15), per i suoi offre totalmente se stesso. Si rivolge anzitutto agli apostoli, ma anche a tutti coloro che lungo il tempo e in tutti i luoghi crederanno in Lui. Quindi anche a noi, cristiani dell’odierno frangente storico. Nella circostanza particolare della dipartita del carissimo Cardinale Dionigi, questo “per voi” di Cristo diventa in modo del tutto speciale “per lui”, per il Cardinale. La morte di questo uomo «amabile ed amato», come l’ha definito Papa Francesco nel suo Messaggio, non è una sconfitta della vita. Al contrario, ne è la pienezza. La sua morte è una vittoria. Ce lo conferma la Seconda Lettura, tratta dalla Passione secondo Matteo. Oltre al buio di mezzogiorno taluni segni clamorosi – secondo la tradizione profetica, fanno riferimento ai tempi finali – sono suggellati dall’affermazione: «i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono» (Vangelo, Mt 27,52).
  2. Carissime, carissimi, la risurrezione, cioè il pieno compimento del nostro destino, deve ora abitare il nostro cuore, ci deve dominare. Chi muore in Cristo Gesù partecipa di tutta la Sua opera di redenzione. Certo essa è passione e doloroso distacco dalla vita terrena, ma, in senso definitivo, è risurrezione. Gesù, unito alla Sua madre diletta, vivo nel Suo vero corpo in seno alla Trinità con le Sue piaghe gloriose, sta già abbracciando il Cardinale Dionigi. Egli ne era ben cosciente. Nell’Omelia del giorno di Pasqua del 2011 affermò: «Mi ha molto commosso quanto ha detto in un’intervista un monaco scampato alla strage nella comunità algerina di Tibhirine. “Abbiamo appreso della morte dei nostri confratelli il 21 maggio 1996. Stavamo recitando i vespri. All’improvviso è arrivato in cappella un giovane monaco che si è gettato per terra davanti a tutti, gridando la sua disperazione: «I fratelli sono stati uccisi!». La sera, mentre eravamo fianco a fianco a lavare i piatti, gli ho detto: “Bisogna viverlo come qualcosa di molto bello, di molto grande. Bisogna esserne degni”». Moltissimi tra noi – penso anche a me, alla nostra lunga collaborazione ed amicizia – hanno nel cuore fatti e momenti in cui han potuto godere dell’intensa umanità del Cardinale Dionigi. Ad essi ritorneremo quasi a preziose reliquie. Di essi parleremo agli adolescenti, ai giovani, a figli e nipoti per aiutarli a crescere. Colpiva in lui il permanente sorriso, espressione di una umanità contagiosa, riverbero della tenerezza di Gesù e di Maria Santissima verso tutti coloro che incontrava e con eccezionale pazienza salutava ad uno ad uno. Era inoltre profondamente competente nel campo delle scienze morali e bioetiche, come rivelano le numerose pubblicazioni e, in modo speciale, la collaborazione diretta con San Giovanni Paolo II, con Benedetto XVI e con Papa Francesco.
  3. Per quanto riguarda la metropoli milanese, il rapporto del Cardinale Dionigi con la società civile ebbe un peso notevole. Si manifestò non solo attraverso un’apertura al confronto sociale a cui va aggiunto quello ecumenico e interreligioso, ma anche attraverso un’attenzione ai problemi della famiglia, delle famiglie ferite, della vita, del lavoro e dell’emarginazione nelle sue tante e dolorose forme. Il Cardinale era guidato da un profondo senso di giustizia che si esprimeva nella promozione e nella difesa dei diritti di tutti e di ciascuno vissuti nel loro legame profondo con i doveri e garantiti da buone leggi. Seppe denunciare senza timidezze, ma sempre in modo costruttivo, i mali delle nostre terre.
  4. Affidare, come ora stiamo facendo, il Cardinale Dionigi al Padre, non può ridursi ad un gesto di umana gratitudine. Deve scavare in noi in profondità, interrogarci sullo stato della nostra fede e sulla disponibilità a lasciarci prendere a servizio, a spezzare ed offrire tutta la nostra vita (cf Prima Lettura, Mt 22,24-30) come il Cardinale ci ha insegnato fino alla fine, soprattutto negli ultimi mesi della sua malattia, portata in atteggiamento di piena e consapevole offerta. L’Eucaristia è un anticipo della risurrezione a cui siamo destinati. Oggi in essa accompagniamo l’offerta del pane e del vino con l’offerta della persona e della vita del Cardinal Dionigi. Ciò domanda una decisiva responsabilità: essere una eco dell’affermazione di Gesù riportata dal Santo Evangelo: «Questa è la volontà di Colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto Egli mi ha dato, ma lo risusciti nell’ultimo giorno» (cf Gv 6,39).

Chiediamoci: quanto noi cristiani, nella nostra vita quotidiana, siamo disponibili a questo instancabile abbraccio di Cristo così da potere, a nostra volta, abbracciare ogni uomo e ogni donna che viene al nostro incontro, lasciando trasparire la bellezza, la bontà e la verità della fede in Lui? Quanto le nostre comunità cristiane, parrocchiali, religiose, aggregative sono luoghi in cui la certezza della risurrezione genera un clima di gioiosa speranza, capace di sanare le ferite, di risollevare gli sguardi, in una parola di amare di un amore rigenerativo i nostri fratelli e le nostre sorelle? Quanto l’azione concorde, rispettosa della pluriformità vissuta nell’unità ecclesiale voluta da Gesù, diventa capacità di favorire la comunione e l’edificazione civica? Come affrontiamo i bisogni, soprattutto quelli derivanti dalla miseria e dall’esclusione, non a suon di proclami ma cambiando concretamente aspetti della nostra vita spesso mondanamente troppo attaccata agli affetti e ai beni?

  1. La morte in Cristo del Cardinale Dionigi getta allora una luce su tutta la sua vita e soprattutto sul suo ministero. Egli ha voluto realmente essere un testimone fedele di Cristo teso a non perdere nulla e nessuno di quanti la Chiesa gli aveva affidato (cf Gv 6,37-40). La Chiesa ambrosiana saprà trovare modi e forme per mantenere viva l’eredità copiosa di questo padre e maestro. Il Cardinale Dionigi sarà tra poco sepolto qui in Duomo, ai piedi dell’altare della Virgo potens, accanto all’urna del Beato Cardinale Schuster. Questa è la sua volontà espressa con la consueta delicatezza. Tutti i fedeli avranno così modo di pregare sulla sua tomba e tutti gli uomini di buona volontà potranno visitarla. Sarà un gesto di pietà, un momento di ristoro, soprattutto sarà un tenero pungolo all’approfondimento della nostra fede, della nostra comunione, del senso del vivere e della nostra energia civica. Amen.

 

 

CALENDARIO SETTIMANALE

 

10/9 Domenica II dopo il Martirio

ore 15.30: Battesimi (1° turno)

 11/9 L Esaltazione S. Croce

ore 15.00 o 20.45: 4 giorni catechisti diocesana /1

 12/9 Martedì

ore 18.30: Incontro genitori 2ªel /1

ore 21.00: direttivo Primavera 2005

 13/9 Mercoledì

ore 15.00 o 20.45: 4 giorni catechisti dicesana /2

 14/9 Giovedì

ore 19.00: Equipe decanali PreAdo, Ado, 18-19enni e Giovani

ore 21.00: Incontro animatori dei gruppi del Vangelo (programmazione)

 15/9 Venerdì

Pellegrinaggio annuale a Lourdes

 16/9 Sabato

Pellegrinaggio annuale a Lourdes

 17/9 Domenica  III dopo il Martirio

Pellegrinaggio annuale a Lourdes

Giornata diocesana per il Seminario

 

SUFFRAGI

12/9 Martedì

ore 18.00 Piovani Angela; Fam.Boldarino Rui

 13/9 Mercoledì

ore 18.00 Massimo Eusebio e Fam Cerliani Figini; Giannotti Carlo e Ermelinda

 14/9 Giovedì

ore 18.00 Damiani Augusto e Pinzaferri Lliliana

 15/9 Venerdì

Ore 18.00 Orlando Francesco, Giuseppe, Giovanna, Palmina.

ARCHIVIO

 

Hanno ricevuto il Sacramento del Battesimo: Daccò Noah; Sonny Domenico Carrano; Pradella Lorenzo; Montano Cuellà Patrick e Annabel

Di seguito elenco Defunti nel periodo estivo

Castro Annunziata di anni 94

Prati Enrico di anni 94

Crippa Bruno di anni 87

Volpe Rita di anni 83

Valentini Uberto di anni 86

D’Attore Rosaria di anni 84

Migliorini Mario Giuseppe di anni 84

Dalla Costa Antonia di anni 79

Fagioli Luigia di anni 79

Bussoli Amelia di anni 89

Salvador Regina di anni 104

Odicino Mercedes Maria di anni 85

Grenci Carmela Vincenza di anni 71

Bernasconi Ersilia di anni 92

Sbarufatti Albina di anni 93

D’Amore Clorida di anni 83

Berton Tullio di anni 68